I francesi la sanno lunga

gulfstream nero rossoI francesi sono nostri cugini. E gli spagnoli sono nostri fratelli. I primi sono antipatici e i secondi simpatici. Ma è proprio vero?

Il racconto è in fondo un gioco a rimpiattino, che cerca di svelare piccoli stereotipi legati alle diverse popolazioni; e grandi stereotipi che accompagnano normalmente la narrativa gialla o noir.

Il volo, e un detective con la testa tra le nuvole, diventano gli strumenti con cui scardinare le regole ferree del giallo e le atmosfere tipiche di una città come Barcellona. Così, quello che racconto è un mondo fatto soprattutto di volti, rughe, lacrime. Agonie fatta di permanenze infinite. E, ancora, quel senso di solerte abbandono che si appiccica insolente alle facce. Dolore misto a incredulità e sdegnoso rifiuto; una orgogliosa ritrosia che solo con l’inganno a se’ stesso ogni personaggio muta in una smorfia di faticosa rassegnazione. Che magari è un ghigno sardonico rivolto verso noi che ben pensiamo… Vicina ad una idea di commovente coraggio.

Dunque, gli ospiti delle pagine sono in verità ospiti della vita, e si sentono come i passeggeri nelle sale d’aspetto dei grandi aeroporti: arrivi e partenze dove, nell’attesa, ognuno si interroga con le ultime parole di commiato prima di una scelta voluta o obbligata. Ronzii fastidiosi alle orecchie ben educate. Rumori di fondo incapaci di giusta sintonia. Interferenze, scariche sonore, trasmissioni pirata su frequenze inesistenti. Resti. Rantoli. Rifiuti. Rigetti. Ribrezzi. Ripugnanze. Residui. Rospi da sputare.

Ma, accettate un consiglio da amico, fermatevi ad ascoltarli e non perdete nemmeno una pausa del loro respiro rarefatto: passerà molto e molto tempo prima che aprano di nuovo bocca.



Narrativa / Medio-breve Inedito; ha partecipato alla III edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2015; in esclusiva per “Voci di hangar”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.