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Emergenza in volo

E’ una splendida giornata di primavera, i faggi cominciano a rivestirsi di foglie e l’aria è piena dei profumi della natura incontaminata della “Foresta Umbra” sita nel parco nazionale del Gargano.

E’ un luogo fuori dal comune dove puoi ritrovare la serenità dello spirito e vivere in stretto contatto con la natura durante tutto l’anno, fatta eccezione solo nei mesi di luglio e agosto, quando i turisti in cerca di frescura invadono le aree da picnic della Foresta, creando intasamento di traffico e sporcando senza preoccuparsi più di tanto del male che fanno alla natura e ai residenti. Per fortuna il periodo di tale invasione è breve.

Giovanni lavora presso il Gruppo Radar dell’Aeronautica Militare in qualità di “Capo Sezione Addestramento” ed è ben contento di lavorare in tale luogo, anche se il Gruppo è posto lontano dai centri urbani che possono offrire maggiori comodità ed una vita più intensa. A lui interessa la serenità dell’anima, una vita regolare nell’ambito della sua famiglia che lo sostiene e lo aiuta a mitigare lo stress del suo impegnativo lavoro.

Mentre l’autobus lo conduce presso l’area operativa del Gruppo Radar, il suo pensiero torna indietro ad un mese prima quando fu inviato in missione presso l’aeroporto di Pisa per partecipare ad una riunione relativa ad un’esercitazione nuova e molto impegnativa per le attività del suo reparto.

L’ordine gli fu comunicato una mattina di marzo mentre stava svolgendo la sua normale attività. Doveva recarsi con un velivolo di una squadriglia collegamenti – MB 326 – condotto da un collega pilota – Walter- che doveva partecipare per il suo Comando a detta riunione. L’incontro con Walter doveva avere luogo presso la base aerea di Amendola e da lì si sarebbero recati direttamente a Pisa.

Tutto si svolse come previsto. La giornata era splendida, nell’aria si avvertivano i primi segni del risveglio della natura dal torpore invernale e già si intravedevano nel cielo le prime rondini volteggiare felici.

Walter, in qualità di responsabile del volo, spiegò a Giovanni come doveva comportarsi durante il volo stesso e cosa fare in caso di emergenza, chiarendo che, in caso di necessità di paracadutarsi, il primo a lasciare l’aereo doveva essere Giovanni che stava seduto nel sedile posteriore e subito dopo sarebbe stata il suo turno. Aggiunse, inoltre, che non doveva preoccuparsi più di tanto in quanto il velivolo era in perfette condizioni e che le condizioni meteo, almeno per quel giorno, garantivano un volo tranquillo.

Ciò detto si sistemarono nel velivolo posizionando in posizione idonea il piccolo bagaglio che erano autorizzati a portare in volo.

Da lassù, vista la bella giornata di sole, tutto era meraviglioso e per Giovanni che volava per la prima volta con un piccolo jet, tutto era doppiamente eccitante. Aver visto, poi, la Foresta Umbra dall’alto con un passaggio mozzafiato sul suo amato reparto, gli diede un enorme piacere e, tra sé e sé, provò un senso di orgoglio per il fatto di appartenere all’Aeronautica Militare.

Walter, mentre erano in volo, fece da Cicerone a Giovanni che provava sempre più piacere per quel volo non programmato. Il viaggio proseguì senza problemi e atterrarono a Pisa in tempo per sbrigare le pratiche burocratiche e fare una puntatina in città per vedere la piazza dei Miracoli.

L’emozione provata nel trovarsi in quella piazza piena di arte e fare un giro sulla famosa torre pendente che vedeva per la prima volta, quasi, lo annichilì e i suoi occhi giravano in continuazione come un radar allo scopo di non perdere alcun angolo di tale beltà.

La riunione, svoltasi il giorno dopo, fu molto interessante e i particolari discussi ben evidenziarono l’importante impegno che attendeva il suo reparto durante quell’esercitazione. Era contento anche per questo in quanto partecipare a simili importanti riunioni operative lo inorgogliva e lo faceva sentire parte viva dell’Aeronautica Militare.

Durante la sera non vi fu alcunché di importante da segnalare, tranne il fatto che Walter manifestò un senso di preoccupazione per le condizioni meteorologiche del giorno dopo. Con una battuta delle sue, però, rasserenò Giovanni e così chiacchierando, chiacchierando giunse l’ora del riposo notturno.

Il programma per il giorno dopo era: decollo da Pisa per Ciampino, riunione allo SMA e, infine, partenza da Ciampino per Amendola, dove Giovanni avrebbe terminata la sua avventura sul piccolo jet. Questo il programma, ma come si sa non sempre le cose vanno come si pianifica.

Il dubbio, manifestato da Walter la sera prima circa le avverse condizioni meteo, ora era una realtà: nubi dappertutto e di sole neanche un piccolo raggio. I piloti, comunque, sono abituati a volare in sicurezza in tutte le situazioni e così a Walter toccò l’onere di rasserenare Giovanni che non era così esperto di volo con condimeteo avverse. A dire il vero Giovanni, in qualità di Controllore d’intercettazione, più di una volta aveva assistito aerei in difficoltà perché in condizioni di volo avverse, però si rese conto, come d’altronde sapeva per sentito dire, che trovarsi coinvolto direttamente era tutta un’altra storia.

Effettuati tutti i controlli pre-volo il velivolo iniziò il rullaggio e decollò regolarmente.

Il controllore del traffico aereo assegnò al velivolo “Flight Level” (FL) 260. Nonostante la completa immersione nelle nuvole, tutto sembrava procedere per il meglio, ma attraversando FL 140 un forte e improvviso rumore scosse il velivolo in assetto di salita. Non era una tipica scossa da turbolenza era qualcosa di più anche perché il velivolo cominciò a perdere quota e per pochi istanti diede l’impressione che il motore non girasse più bene.

Giovanni si guardò nello specchietto che aveva di fronte e si ricordò dell’avventura capitata a un suo collega che al primo volo su un jet fu costretto a lanciarsi col paracadute. Sicuramente non fu un bel ricordo per lui in quel momento.

Mentre era assorto in tali pensieri fu di colpo riportato alla realtà da Walter che disse: “Giovanni, cosa hai toccato?”. Giovanni pallido in volto e con il casco di traverso sulla testa dal quale fuoriusciva un ciuffo di capelli rispose:”Niente, ti giuro non ho toccato niente”. Non ci furono altre comunicazioni da parte di Walter.

Giovanni continuava a guardarsi nello specchietto e cominciava a sudare freddo, mentre i suoi pensieri, per quanto confusi e impreparati all’evento, vedevano un’imminente necessità di eiettarsi, così come per precauzione gli era stato detto all’imbarco ad Amendola.

Non voleva crederci, però, e sperava, sperava in cuor suo che la cosa si sarebbe risolta nel migliore dei modi.

Walter, intanto, parlava concitatamente con la torre della base aerea di Grosseto, spiegando di avere dei problemi con il motore del velivolo e chiedeva priorità per l’atterraggio in emergenza.

Quella fu la parola che fece capire a Giovanni la gravità della situazione, laddove ce ne fosse ancora bisogno.

Volavano ancora completamente immersi nelle nuvole, quando la voce di Walter ruppe il silenzio e disse: “Giovanni abbiamo avuto uno stallo al motore. Non ti preoccupare, però, perché ho intravisto un foro nelle nubi e mi sto dirigendo in quella direzione per raggiungere condizioni buone di visibilità. Anche se il motore ci dovesse lasciare in questo momento, metteremo, comunque , le ruote sulla pista di Grosseto”.

Queste parole, rincuorarono non poco Giovanni che in cuor suo aveva pregato tutti i Santi per la loro salvezza.

Il motore, intanto, aveva ripreso a girare quasi regolarmente e l’atterraggio si svolse senza ulteriori problemi.

Appena atterrati, il velivolo fu condotto nell’hangar per un primo controllo allo scopo di verificare, di massima, la causa dell’evento. La sentenza fu: velivolo fermo a causa di stallo meccanico del motore.

Il viaggio di Giovanni finì in quel momento e, mentre Walter fu costretto a rimanere a Grosseto per le azioni di competenza, Giovanni si fece condurre alla stazione FS di Grosseto da dove proseguì il suo viaggio per far ritorno in Foresta Umbra.

Ovviamente era frastornato e pieno di pensieri in testa che sembravano una tempesta senza soluzione di continuità che l’accompagnò per tutto il viaggio.

L’autista dell’autobus con una battuta di spirito lo risveglia dal ricordo di quei momenti concitati e pieni di paura e lo riporta scherzosamente nel mondo reale quando gli dice “Comandante siamo arrivati in zona operativa. Che fa’ scende o fa’ un altro giro?”

Accenna un sorriso all’autista e si alza dal suo posto lentamente ancora in preda ai ricordi per raggiungere, dal corpo di Guardia, il suo ufficio.

Lungo la discesa, che lo conduce verso il bunker della sala operativa, alza lo sguardo al cielo e, seguendo il volo acrobatico delle rondini, viene catturato dalle scie di condensazione dei velivoli di linea che passavano in quel momento nell’aerovia Blue 23 che passa sul VOR di Vieste. Giunge, infine, nel suo ufficio e la routine del lavoro lo assorbe immediatamente chiudendo alla mente il suo ricordo avventuroso.


Narrativa / Medio-Breve Inedito; ha partecipato alla II edizione del premio letterario “Racconti tra le nuvole”, 2013-2014; in esclusiva per “Voci di hangar”

Dirigibile
Raffaele Carlino

 

Emergenza in volo

jet giganteIn una bella giornata di primavera trascorsa durante il suo servizio nella Foresta Umbra del Gargano, un ufficiale dell’aeronautica d’improvviso vola con la mente al primo volo effettuato su un piccolo jet (MB326) con il suo amico pilota Walter e la bella – visto il lieto fine – disavventura capitatagli durante detto volo al suo rientro da Pisa. Rivive con dovizie di dettagli, i momenti di panico trascorsi prima dell’atterraggio a Grosseto dove fu costretto ad atterrare a causa di un’avaria al jet. Quel ricordo, fermo nella sua mente, lo porta ad apprezzare ancora di più l’importanza dell’Aeronautica Militare che con tutto il suo personale (logistico, amministrativo, tecnico ed operativo) quotidianamente assicura la sicurezza dei cieli della nostra Italia. Divertente è il finale che lo vede immerso nel ricordo anche dopo la divertente battuta dell’autista dell’autobus. La routine quotidiana, però, subito lo afferra e chiude definitivamente, per il momento, la sua mente a quell’avventura a lieto fine.


Narrativa / Breve Inedito; ha partecipato alla II edizione del premio letterario “Racconti tra le nuvole”, 2013-2014; in esclusiva per “Voci di hangar”