L'autore Evandro Detti mentre concede l'autografo ad un suo estimatore

Evandro Detti

Non capita tutti i giorni di ritrovarsi in aeroporto l’autore di un libro che si ha avuto la fortuna e – diciamolo pure – il privilegio di aver appena letto (e quindi recensito) … ebbene, a noi della Redazione di VOCI DI HANGAR,  è accaduto! Sicchè, altro non abbiamo potuto fare che “pretendere” firma e dedica da mostrare poi agli amici/nipoti nei lustri a venire.

In realtà il buon Evandro, frequentatore quasi assiduo dell’aeroporto di Rieti, si è subito spontaneamente prestato a vergare il suo nome sulla copia in nostro possesso, peraltro già ampiamente bistrattata da letture e riletture. E, per giunta, senza neanche particolari minacce.

Lo scatto lo conferma: quasi sorride nonostante abbia appena maturato la consapevolezza di aver guadagnato alcuni lettori assai critici, se non proprio incontentabili.  Infatti, ad un’analisi attenta della fotografia, noterete chiaramente che, quello che gli corruccia il sopracciglio destro, non è un mezzo sorriso … bensì una smorfia di dolore … ma si sa: di questi tempi occorre prendere ciò che capita.  Così, suo malgrado, il buon Evandro si è dovuto subire aspre annotazioni circa, nell’ordine:

– le dimensioni delle foto,

– la sinteticità del testo,

– l’impostazione asettica della narrazione

… e una mezza dozzina di rimproveri ineccepibili che non vi riportiamo per brevità di cronaca.

Pare che il Detti abbia interrotto la ramanzina adducendo impellenti motivi idraulici … e che sia riapparso solo la settimana successiva.

Evandro, hai voluto scrivere? … ora ti becchi i fans che ti meriti!?







Fotografie di: Evandro Detti

Testo di: Redazione di Voci di hangar

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