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Aeroporto

superjumboPrendete un aeroporto … fatto! Prendete l’aerostazione … fatto! Metteteci un po’ di aeroplani commerciali … fatto! Aggiungeteci un po’ di passeggeri … fatto! Spruzzateci una buona dose di spirito di osservazione e una spiccata vena poetica … fatto! Mescolate il tutto e avrete ottenuto un racconto breve, delicato e malinconico. L’aeroporto così come non lo avrete mai visto.


Narrativa / Breve Pubblicato nel sito: “Scrittura fresca”

Aeroporti

elicottero jet rangerTutto il mondo è paese. No, non ci siamo lasciati andare ad una di quelle affermazioni logore e qualunquiste … semplicemente dobbiamo ammettere che, e siamo certi che lo farete anche voi, ci sono luoghi (anche se agli antipodi del globo terrestre) che si somigliamo in modo a dir poco impressionante. Gli aeroporti, per antonomasia, rientrano in questo genere di posti. Qui, a qualunque latitudine e longitudine siano posizionati, si consumano le stesse ritualità e le stesse emozioni, sono animati da un’umanità varia eppure simile … tanto che un osservatore esterno vedrebbe ripetersi all’infinito le medesime situazioni a Londra come a Città del Capo. Perché questo, in fin dei conti sono gli aeroporti: un’ampolla dove si ripetono sempre gli stessi fenomeni a prescindere dalle coordinate geografiche. Ed è quello che il protagonista di questo racconto vede e, soprattutto, sente. Un testo diretto ed asciutto venato da un sentimento che solo nell’epilogo si manifesta in tutta la sua enormità. Quello stesso sentimento che, come gli aeroporti, troverete in ogni angolo del pianeta.


Narrativa / Medio-Breve

Un aeroplano per amico

bimotore biancoCosa c’entra il Piave con un L19E Bird Dog? E un giovane pilota dell’Esercito con un hangar in un campo di volo in Friuli? Lo scoprirete … Un racconto biografico che, di certo, vi strapperà una lacrima di commozione.


Narrativa / Medio-Breve Pubblicato nel sito: Narrare e E-writers

Aeracnofobia

vespone fumettoCi sono piloti che volano nei luoghi più remoti e selvaggi della terra un po’ per sbarcare il lunario e un po’ per il semplice piacere di volare. Anche e soprattutto animati da quell’insano senso di pionierismo aeronautico che tanto contribuì, ai suoi albori, alla diffusione dell’aviazione. Se infatti oggi l’aviazione è il sistema di trasporto di massa più veloce ed affidabile del mondo contemporaneo lo dobbiamo in buona parte a questi oscuri (quanto pittoreschi) personaggi, mercenari  e rompicollo dell’aria, veri e propri antesignani degli attuali professionisti degli autobus del cielo.

E’ risaputo però, che ci sono molti luoghi sulla faccia della terra, ove il concetto di modernità è assai relativo. Ebbene, in quei luoghi e a quei piloti può capitare davvero di tutto, come trasportare, a bordo di vecchie carrette dell’aria, stranissimi carichi e stranissimi passeggeri. Metteteci poi una tempesta tropicale con tuoni, fulmini, saette, scrosci di pioggia e turbolenza a gogò ed il gioco è fatto. Il risultato? … una storia avvincente quanto verosimile che avrà un epilogo altrettanto avvincente.

Spiccano tra tutti i personaggi: un vecchio e malandato Dakota, appunto, il suo comandante (voce narrante) ed una sensuale (quanto coraggiosa) hostess. Tuttavia, i veri protagonisti incontrastati (e incontrastabili) del racconto li scoprirete  solo alla fine. Purtroppo per voi.

Una gran bella composizione: ritmo incalzante e personaggi vividi che si animano grazie ad una prosa fluida. Da leggere tutta d’un fiato.

Un’ultima nota: se non sopportate la vista degli insetti … non leggete questo racconto. Se invece pensate di farlo leggere a lettori in tenera età, vi consigliamo di leggerlo prima voi.

Noi riteniamo che la lettura di un così ben confezionato racconto sia assolutamente irrinunciabile, a prescindere dall’età … certo i lettori più impressionabili si preparino a guardarsi attorno.


Narrativa / Medio-lungo Pubblicato in esclusiva e in contemporanea da:  www.patrizioniopacioni.it

Nota: la pubblicazione avviene a mo’ di gemellaggio con il sito www.patriziopacioni.it che – all’epoca – festeggiava 3000 visitatori. “Voci di hangar” invece, 2000.