Ersilia Torello è la vincitrice della XII edizione di “Racconti tra le nuvole”, il premio letterario organizzato dal nostro sito web e l’HAG con l’aiuto di tanti amici e amiche.
Abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere con lei per conoscerla meglio e sapere qualcosa in più a proposito del suo racconto intitolato: “Il sognatore”.
E allora rompiamo gli indugi!
Nella tua carta d’identità abbiamo letto alcune informazioni illuminanti.
Anzitutto abbiamo appreso la tua data di nascita … e possiamo rassicurare i tuoi ammiratori:
– sei maggiorenne!
Non si dice mai l’età di una gentildonna – è vero – tuttavia possiamo concederci una piccola rivelazione: sei nata nel secolo scorso! Confermi?
Confermo.
– misure antropometriche: 60-90-60
Magari!
– domicilio: dipende. A volte qua a volte là.
– professione: prof, anzi “molto molto prof”.
– occhi: due, molto intelligenti ma nascosti dietro occhiali da prof.
Senza catenella.
Ovviamente.
– capelli: abbondanti, tagliati in un caschetto alla Charleston
Non sempre ben riuscito.
Se lo dici tu …
– frequenza cardiaca: regolare con alterazioni fisiologiche quando vedi… chi?
George, ovvio l’unico e solo. Sempre lui, George Clooney
– colesterolo e glicemia: nella norma.
– segni particolari: viaggiatrice e scrittrice.
– vizi: sfogliatelle e tutta la pasticceria al completo.
Confermo, con una leggera preferenza per il cioccolato fondente
– pregi: ben nascosti.
– da grande farai: … c’è ancora tempo!
Lo so, non ci crederai ma nelle nuove carte d’identità digitali, è possibile trovare tutte queste informazioni! E’ tutto corretto? Hai tre opzioni:
1) sì,
2) sì,
3) se dici di no, l’intervista finisce qui. Fai tu.
Allora è senza dubbio sì
Veniamo subito al tuo nome: Ersilia. Ammetterai che è un po’ desueto … è il nome di tua nonna?
Sì, il nome della nonna materna. E da lei non ho ereditato solo il nome, ma anche il carattere forte, non sempre incline al compromesso.
A noi, nell’antichità, risulta solo un’ “Ersilia” famosa: la moglie di Romolo, fondatore di Roma. Vogliamo provvedere con un’Ersilia più contemporanea?
Da piccola il mio nome non mi piaceva, ma poi con il passar del tempo mi pare si associ perfettamente al cognome. Tra storia antica e impulsività odierna l’abbinamento è perfetto.
La tua antenata omonima era tra le donne rapite nel corso del famoso “ratto delle Sabine”. Confessa: quanto ti senti “rapita”?
Mi piace scrivere. Quando lo faccio mi sento trasportata in una dimensione diversa. Ma ci sono tante altre cose che mi trascinano via: la musica, la lettura, l’arte e soprattutto il teatro.
E se fosse George Clooney a rapirti?
Fino a qualche tempo fa non avrei avuto dubbi per la risposta. Ora che è sposato, mi farebbe solo piacere conoscerlo e dirgli che non dimentico mai il suo compleanno: il 6 maggio. E mi proporrei volentieri come tata dei suoi due gemelli. Sono sicura che mi divertirei un mondo.
E se al posto di Romolo ci fosse stato Remolo? Oppure Gongolo o Zufolo?
Romolo non si è comportato bene, bisogna ammetterlo, ma se fossi finita in una fiaba… penso che mi sarei divertita tantissimo in quella del brutto anatroccolo. Un po’ di giustizia (e meno male) prima o poi arriva …
Sempre tornando alla tua lontanissima trisavola, Voci di hangar ci dicono che sia stata “la più nobile e la più attiva fra le mediatrici che si interposero fra Romani e Sabini per riportare la pace tra i due popoli”.
Ma tu quanto sei pacifica? Il tuo cognome, Torello, certo direbbe il contrario …
Questa sì che è una domanda difficile: sono impulsiva, attaccabrighe e a volte rancorosa. Se ho subito un torto, difficilmente dimentico. Preferisco chiudere i contatti. Posso lasciar passare del tempo e provare a ricucire i rapporti, ma solo se ne vale davvero la pena.
A proposito del tuo cognome … ma è vero che quando vedi un toro al pascolo corri ad abbracciarlo e lo saluti dicendogli: “Ciao, zio!”
Ah, ah! A volte succede. Ma lo faccio esclusivamente per strappare una risata a qualcuno che mi sta accanto.
Hai frequentato la facoltà di lingue straniere, dunque hai imparato perfettamente l’inglese e lo spagnolo … ma non ti bastava l’italiano o la lingua napoletana?
Mai accontentarsi. Più lingue parli, più culture comprendi. E poi il napoletano nel mondo va bene per la musica e le canzoni classiche. L’italiano lo parlano in pochi. L’inglese e lo spagnolo ti permettono di entrare in contatto con buona metà del pianeta, no?
Tu sei salernitana. Ci confermi che esiste una certa “antipatia” tra salernitani e napoletani? Ma alla luce dei tuoi viaggi per il mondo questa antica ruggine non ti fa un po’ sorridere?
Esiste, ma non per me. Ho lavorato sia a Napoli che nella mia città e non vedo differenze. E poi proprio perché i viaggi allargano gli orizzonti, non mi soffermo a considerare le ipotetiche differenze. Preferisco prendere in considerazione le bellezze di un posto. Napoli ha molto da offrire, ma anche Salerno non è da meno. La ruggine la si può eliminare con un pizzico di buonsenso.
Hai dichiarato sotto tortura che: “Un tratto tipico del mio carattere è la curiosità”. Una volta c’era una pubblicità in cui il protagonista era un delfino curioso … confessa: da ragazzina quante caramelle alla frutta ti sei pappata?
Perché limitarsi alle caramelle alla frutta? Le mie preferite erano le Rossana e la caramella mou. E anche quelle alla liquirizia. Ne ero molto ghiotta, ma venivano centellinate. Forse per questo quando potevo ne mangiavo tante.
Sempre sotto tortura hai dichiarato: “Ho sempre voglia di sapere, di imparare cose nuove, di ampliare gli orizzonti”. Ma chi sei? La figlia di Zichichi? O la nipote di Piero Angela?
Magari! Niente di tutto ciò. Mi è sempre piaciuto avventurarmi in posti nuovi per scoprirne le bellezze, affrontando a volte anche delle disavventure. Fa parte anche quello del bagaglio di esperienze.
Sotto l’effetto del siero della verità hai confessato che: “Viaggiare mi ha permesso di scoprire i miei limiti: le lacrime e la stanchezza fisica sul cammino di Santiago per la paura di non farcela”. Ma non sarebbe stato più semplice iscriversi a una palestra sotto casa?
Eh, no! Confesso: odio la palestra. Fare tutti insieme gli stessi movimenti (casomai ascoltando musica rompitimpani) non fa per me. Preferisco camminare: avviarmi per un sentiero e trovarmi di fronte a un paesaggio mozzafiato o partire alla scoperta di una città che non conosco.
Parafrasando la tua biografia non autorizzata, “Arrampicarsi sui sentieri del Machu Picchu sotto una pioggia scrosciante” ritieni che sia più o meno pericoloso che attraversare una strada di Salerno sempre sotto la stessa pioggia scrosciante ?
Scherzi? Oramai è diventato problematico attraversare persino sulle strisce pedonali! Ma vuoi mettere la sensazione di meraviglia, quando alla fine di un’impervia salita ti trovi di fronte un miracolo creato dall’uomo in perfetta armonia con la natura? Non conta la pioggia né la stanchezza.
All’estero hai viaggiato in lungo e largo: Sud America, Stati Uniti, Spagna e Portogallo, Gran Bretagna – inutile dirlo – e dove altro? A San Marino sei mai stata? E a Città del Vaticano?
Certamente. Conosco entrambi gli stati. Anche se Città del Vaticano meglio di San Marino. Ci sono stata per vedere la mostra sui presepi qualche tempo fa e quella “En route” di recente. Il Salone Sistino mi ha lasciato senza fiato. A San Marino invece manco da bel un po’…
A Napoli sostengono che “Maradona è “meglio ‘e Pelè” … ma mutuando il paragone nel teatro a te tanto caro: Eduardo Scarpetta è meglio di Eduardo De Filippo?
Assolutamente no. Sono due mondi a parte. Scarpetta è per un umorismo più alla buona, comprensibile a tutti. Eduardo è un po’ più ‘filosofo’, almeno per quel che penso io, con un umorismo più pungente. In comune hanno il nome e l’albero genealogico (Scarpetta è il padre e De Filippo uno dei tre figli non riconosciuti), per il resto sono completamente diversi. Ho fatto parte di una compagnia amatoriale per cinque anni, interpretando prevalentemente ruoli tratti dalle commedie di Scarpetta.
Ci hai confidato che da ragazzina amavi raccontare barzellette … ci racconti l’ultima?
E chi se le ricorda più? Potrei raccontare le disavventure ridicole che mi sono capitate nella vita: dal restare chiusa nel bagno di un locale (e non una sola volta) alle rocambolesche cadute per strada. Meglio finirla qui. Passo e chiudo.
Ecco, appunto: “Passo e chiudo” è la classica espressione utilizzata nel mondo dei radioamatori o dei CB … la domanda sorge spontanea: non ti ha mai affascinato il mondo radiofonico? O sei rimasta fedele solo al tuo George Clooney, cioè al cinema e al teatro?
Sai che è sempre stato uno dei miei desideri inconfessati? Quanto mi sarebbe piaciuto fare la dj… In realtà l’ho sperimentato solo una volta, una domenica mattina, partecipando a una trasmissione per gli italiani all’estero. E mi è piaciuto un mondo!
Un altro dei tuoi “vizietti” è la fotografia, c’è qualcosa che non hai ancora sperimentato? Per esempio il burraco, la speleologia urbana, i bonsai, il trekking fluviale … giusto per citarne qualcuno usuale
Il burraco lo imparerò prima o poi (anche se mi piace di più giocare a Scala 40), la speleologia no e neanche tutto il resto. Mi piacciono i dettagli, i particolari e la fotografia aiuta in questo senso. Una volta dipingevo acquerelli… chissà che non riprenda a farlo prima o poi.
Mutuando alla tua persona quello che diceva il grande Totò, “Insegnante si nasce e tu, modestamente lo nacqui, nacquesti, lo nacqueri … vabbè ci siamo capiti”. E’ una domanda.
Ho sempre insegnato, in vari tipi di scuole (nord/sud/centro), a vari livelli (dalla materna all’università)in Italia e all’estero. Quando mi sono laureata, alla ricerca di un’occupazione, ho lavorato come segretaria e dattilografa, ma non mi piaceva (lavoro troppo statico). Adoro il contatto con gli studenti.
Con la pandemia e il forzato isolamento ti hanno portato a riprendere il tuo passatempo preferito: fare scempio di uomini?
No, riprendere a scrivere. Non lo facevo da tempo ed è stato terapeutico. Avere la mente impegnata in una dimensione diversa mi ha permesso di non pensare per un po’ a tutto quello che succedeva fuori dalle mura domestiche.
E veniamo al Premio letterario “Racconti tra le nuvole”. Hai cominciato in sordina, hai avuto diversi buoni piazzamenti e l’ultima edizione, la XII del 2024 l’hai vinta meritatamente. Chi la dura la vince?
Devo confessare: ce l’avevo in mente. Dal nono posto al quinto e infine al primo! Ho mantenuto fede al giuramento fatto a me stessa l’anno precedente: “Prima o poi sarò sul podio”. E così è stato.
Il tuo racconto vincente è dedicato a Flavio Torello Baracchini. Una storia tutta di famiglia?
Purtroppo non siamo parenti, avere un nome/cognome in comune ha risvegliato un forte interesse per il pilota, che ho “scoperto” al Museo di Vigna di Valle durante la premiazione dell’XI edizione del concorso.
“Il sognatore” è il titolo del racconto che ti ha incoronato regina della XII edizione di “Racconti tra le nuvole” … allora è vero che i sogni ci consentono di raggiungere qualunque luogo, di concretizzare qualunque desiderio?
Io penso proprio di sì. I sogni ti portano lontano, ti permettono di vivere e respirare. Basta crederci sempre e comunque. Prima o poi si realizzano. Almeno è così che mi piace credere.
Ersilia Torello quanto sogna? Ricorda i suoi sogni? Anche i più lussuriosi? Sogna ad occhi aperti o preferisce nascondersi dietro gli occhiali da sole?
Sogno tanto e spesso. D’altronde scrivere racconti ti porta a sognare una realtà diversa. E poi preferisco i sogni ad occhi aperti che ti lasciano immaginare che c’è pur sempre un obiettivo da raggiungere nella vita(nonostante l’età), che quelli notturni (considerata la mia difficoltà a prendere sonno. Sigh!)
Il co-protagonista del tuo racconto è il signor Ermete Grillo che, a differenza di Flavio Torello Baracchini, è vivo e vegeto. Confessa: non sogni di incontrarlo e parlarci? Hai paura che, fedele al suo cognome, ti salti addosso?
L’ho contattato più volte, lo confesso. Alla fine mi ha risposto, contento ed emozionato di avere un ruolo importante nel mio racconto. Che dici di invitarlo alla prossima premiazione? Potrebbe leggere qualche passo del racconto. Mi sembra una buona idea, no?
Buona, certo. Occorrerà capire se sarà d’accordo la moglie di Ermete! Ci penseremo al momento giusto, eh? Ma torniamo a noi: hai partecipato a un’infinità di premi letterari ma, dopo averlo vinto, parteciperai ancora a “Racconti tra le nuvole”? E perché?
Mi piacerebbe continuare a farlo, visto che mi permette di ricostruire vicende e personaggi del passato, di cui non sapevo niente, attraverso un’approfondita ricerca storica.
“Il sognatore” si conclude con una magnifica citazione da “La tempesta” del grande Shakespeare:
“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni
e nello spazio e nel tempo di un sogno
è raccolta la nostra breve vita.”
La nostra breve intervista volge inesorabilmente al termine. Con quale citazione vorresti chiuderla?
Se vi succede una cosa bella, viaggiate per festeggiare. Se vi capita qualcosa di brutto, viaggiate per dimenticare. Se non vi succede niente, viaggiate per far accadere qualcosa…
Il viaggio ha una bellezza tutta sua: ti fa scoprire posti nuovi ma allo stesso tempo ti porta ad avere uno sguardo diverso e a capire più te stesso, limiti e debolezze comprese.
La mia preferita, però, è tratta da “Alice nel paese delle meraviglie”:
L’affermazione del Cappellaio matto è rivolto ad Alice nel memorabile “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll … e come biasimarlo? (foto proveniente da post su Facebook)
È un augurio che faccio a te, Marco, e che rivolgo a tutti i lettori.
Grazie, Ersilia. Sono perfettamente d’accordo con te e con il Cappellaio matto. Grazie anche a nome dei lettori/lettrici.
Ringraziamo Ersilia Torello che si è lanciata senza paracadute in questa intervista e le auguriamo di non smettere mai di sognare. Perché, come diceva il buon Jeremy Irons:
“Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Altre ci portano avanti, e si chiamano sogni”.
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Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).
In esclusiva per VOCI DI HANGAR
NOTA della Redazione.
La foto di copertina ritrae Ersilia Torello mentre tenta di fare suo il Piper PA 28 Turbo Arrow del buon Arturo Arveni che, per il tramite della sua azienda farmaceutica Althair Pharma, è uno degli sponsor di RACCONTI TRA LE NUVOLE. Lo scatto è stato rubato presso l’aviosuperficie di Bagnoli di Sopra (PD) in occasione della cerimonia di premiazione della X edizione del premio letterario.
Il Racconto di Ersilia Torello “Il sognatore” si può leggere acquistando l’antologia della XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE disponibile in tutte le librerie on-line e/o presso l’editore Logisma. Assieme a quello di Ersilia troverete anche tutti i racconti classificatesi dal II al XX posto.