Tutti gli articoli di Big Mark

RACCONTI TRA LE NUVOLE – in VOLO la XII EDIZIONE – 2024

Logo Racconti Tra Le NuvoleXII edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole”



COMUNICATO STAMPA

nr 2 del 03 aprile 2024





         L’HAG (Historical Aircraft Group) e VOCI DI HANGAR

 

sono lieti di annunciare che, dopo un mese dal giorno del decollo della XII edizione, sono già pervenuti alla Segreteria più di una dozzina di racconti. Ovviamente con grande gioia dei giurati/e per i quali si preannuncia una considerevole mole di letture appassionanti.

Appare evidente che alcuni autori/autrici avevano già provveduto a fissare  su carta le loro intuizioni, le loro fantasie narrative giacché, al momento della pubblicazione del bando, hanno inviato il loro racconto ancora caldo di tastiera. Grazie a tutti loro.

Alla luce di quanto già pervenuto alla Segreteria del Premio, cogliamo l’occasione per fare chiarezza su alcuni aspetti in merito ai quali alcuni autori/autrici ci hanno contattato e chiesto delucidazioni. Eccone alcuni:

  • I requisiti fondamentali per la partecipazione a RACCONTI TRA LE NUVOLE sono semplicemente due: il racconto e il contenuto aero/astronautico.

Anche se blando, anche se di contorno alle vicende narrate, il volo, il cielo, lo spazio e tutto quanto si muove in queste dimensioni deve essere presente nel testo del racconto.

E’ ormai manifesto il desiderio di taluni autori/autrici di voler partecipare ma purtroppo, almeno in queste prime settimane, sono giunti alla Segreteria del Premio diverse composizioni che nulla avevano di aero/astronautico e dunque, nostro malgrado, non le abbiano potute accettare. Siamo certi quegli autori e quelle autrici siano caduti/e ingenuamente nell’equivoco e che non ce ne vorranno per l’inevitabile esclusione d’ufficio.

  • Nel caso di invio di due o più racconti occorre fornire alla Segreteria una Scheda di partecipazione debitamente compilata per ciascun racconto.

Non si tratta di un inutile formalismo in quanto detta scheda contiene implicitamente l’autocertificazione che il racconto inviato è:

a) inedito (al momento della partecipazione fino alla pubblicazione della classifica finale),

Con il termine inedito s’intende che il testo non è stato mai pubblicato su carta (libro, opuscolo, volantino, ecc) o anche nel mondo digitale, ossia nel web, nelle piattaforme di comunicazione sociale come Facebook, Instagram e similari, in blog personali o altrui gestiti, ossia in quegli spazi letterari virtuali ove qualcuno possa averlo letto materialmente.

E’ altrettanto evidente che stampare il racconto a mezzo della propria stampante casalinga al fine di provvedere a eventuali correzioni e riletture non farà perdere al racconto lo stato di inedito.

Ovviamente, qualora lo si facesse leggere a tutti i milleduecento residenti del proprio condominio oppure ai trecentocinquanta membri del circolo di burraco … lo stato di inedito potrebbe essere seriamente compromesso.

Insomma chi autografa la Scheda di partecipazione dichiara di aver letto il regolamento del Premio e di accettare le regole del gioco … perché, in fin dei conti, di un gran bel gioco si tratta. E così vorremmo che tutti i partecipanti al Premio lo interpretassero per quanto con delle regole feroci come in tutti i giochi che si rispettino.

b) frutto dell’ingegno letterario del suo autore/autrice

Non è consentito l’invio di testi rimaneggiati o comunque rielaborati più o meno profondamente a cura del medesimo autore/autrice se presentati in altre edizioni del Premio.

Contrariamente ad altri sedicenti Premi letterari, la Segreteria e i giurati/e di RACCONTI TRA LE NUVOLE leggono tutti i racconti inviati loro e benché il numero complessivo dei testi valutati nelle varie edizioni abbia superato abbondantemente diverse centinaia, difficilmente sfugge loro un testo muffato o camuffato.

c) frutto dell’inventiva umana, ossia non è stato utilizzato alcun programma di elaborazione testi automatizzato o, come si preferisce specificare da qualche tempo a questa parte, che non si è ricorsi all’uso della “intelligenza artificiale”.

  • Il tema suggerito nel corso di questa edizione

la preziosissima opera di recupero, ricostruzione, restauro e mantenimento in condizioni di volo di aeromobili storici svolta al fine di conservare esempi concreti della storia dell’Aviazione mondiale. E questo tra difficoltà tecniche e burocratiche, problemi logistici e familiari, vicissitudini e disavventure varie

non deve essere ritenuto limitante per gli autori/autrici che non siano degli addetti alle attività aero/astronautiche, ossia il tema suggerito non è rivolto ai soli audaci praticanti del restauro aeronautico come alcuni membri dell’HAG e di associazioni similari (GAVS o CAP per citarne alcune più famose) o infine a coloro che si cimentano con la costruzione o ricostruzione di aeromobili nel loro garage. Niente affatto.

Nella narrativa aeronautica il tema del restauro e del recupero di macchine volanti è da sempre presente giacché si tratta di un’attività che viene praticata realmente in modo proporzionale all’attività di volo e dunque se numerosissimi sono i romanzi imperniati su ardite imprese aviatorie oppure estenuanti combattimenti aerei è pur vero che esistono diversi volumi incentrati proprio sull’opera di recupero e mantenimento in attività della macchine volanti più disparate.

Ci viene in mente giusto un romanzo che costituisce una sorta di esempio emblematico: “Il cane e l’arte del volo a vela” di Maurizio Landi di cui potrete leggere la recensione all’indirizzo:

https://www.vocidihangar.it/w/il-cane-e-larte-del-volo-a-vela/

del nostro grande hangar.

Per inciso Maurizio Landi ha partecipato ad alcune edizioni di RACCONTI TRA LE NUVOLE con risultati davvero notevolissimi.

Ebbene questo volume testimonia come il restauro di un vecchio aliante si possa trasformare in un mirabile tappeto narrativo su cui dipanare la trama e muovere i vari personaggi. Leggere per credere.

Certi di aver fatto cosa utile e diversi autori/autrici assillati da dubbi e riserve, vi invitiamo a raccogliere la sfida di un racconto aeronautico e dunque partecipare a RACCONTI TRA LE NUVOLE. Avete tempo ancora circa due mesi, ampiamente sufficienti per provvedere a ricerche, scritture e riletture e infine inviarci il vostro racconto tra le nuvole!



Per qualsiasi informazione:

www.raccontitralenuvole.it

www.vocidihangar.it

Oppure contattateci all’indirizzo e-mail:

raccontitralenuvole (chiocciola) gmail.com

Avevo tredici anni … e altri racconti

titolo: Avevo tredici anni … e altri racconti

autore:

Rossana Cilli 

editore: Amarganta

pagine: 150

anno di pubblicazione: 2023 (tascabile e e-book)

ISBN: 979-1281150492




Ci sono autrici/autori che sarebbero capaci di rendere avvincente le istruzioni per la preparazione dei cotechini precotti, oppure sarebbero capaci di costruire un romanzo attorno alle varigate vicicissitudini di un cespo di lattuga … ebbene Rossana Cilli appartiene alla schiera di quel genere di autrici/autori. Beninteso, non che la scrittrice romana si sia mai cimentata con quel tipo di istruzioni o abbia mai dedicato troppe attenzioni a quel tipo di vegetale … tuttavia le sue indiscutibili capacità narrative sono tante e tali che sarebbe certo difficile sottolinearle tutte. 

Dopo aver letto le prime righe di “Verso Nord” di  Rossana Cilli, siamo certi che si delinerà nella vostra mente la stessa visione paradisiaca che si potrebbe avere abitualmente dall’oblò di un velivolo commerciale (come in questo bellissimo scatto)  … ma attenzione: è solo un subdolo artificio narrativo perchè all’interno della cabina passeggeri si sta per scatenare letteralmente l’inferno. Leggere per credere! (foto proveniente da www.flickr.com)

Ma chi è costei? Ebbene avete presente la X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE? La vincitrice! Proprio lei … che, celata dietro l’anonimato garantito dal regolamento, ha partecipato per la prima volta al Premio e … lo ha vinto con un racconto assolutamente avvincente – perdonate il gioco di parole – sebbene ambientato a bordo di un velivolo commerciale con passeggeri apparentemente normali e con ai comandi un pilota pure lui apparentemente normale.

A questo punto perché – vi starete domandando – citare “Verso Nord”, il racconto che apre inevitabilmente l’antologia della X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE? Semplice: perché sull’onda dei successi mietuti nel corso di questi ultimi anni e di diverse partecipazione a diversi premi letterari che prevedevano la formula del racconto,  l’autrice si è decisa – finalmente, diciamo noi – a raccogliere questi cammei del suo genio letterario e a regalarceli sotto forma di antologia personale.

E si tratta di un regalo nel vero senso della parola perché la pubblicazione è avvenuta a ridosso delle festività natalizie del 2023 tanto che ci siamo trovati letteralmente sotto l’albero di Natale il volume oggetto di questa recensione. E se non era la prima copia stampate, beh … probabilmente la seconda.

La IV di copertina dell’ottima raccolta di racconti di Rossana Cilli che, a causa della sua partecipazione a premi letterari aventi come formula narrativa ammessa il racconto, si è cimentata suo malgrado in questa soluzione letteraria … e il risultato è decisamente all’altezza dei suoi migliori romanzi. La speranza è che perseveri in questa scelta. I premi letterari ringraziano, primo fra tutti il nostro RACCONTI TRA LE NUVOLE.

Dicevamo: un regalo che, da lettori, abbiamo apprezzato moltissimo perché ci conferma – se mai ce ne fosse stato motivo – che Rossana Cilli è davvero capacissima di scrivere le istruzioni di cui sopra e il romanzo sull’insalata sempre di cui sopra.

Ma se grande è stata la gioia di leggere nuovamente il racconto vincitore (a distanza di due anni il testo ha assunto un sapore stagionato come nella migliore tradizione casearia), ci ha recato ancor più grande soddisfazione leggere il racconto partecipante alla XI edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE intitolato: “Le perle risaltano sul nero” (classificatosi in XV posizione) e infine l’inedito “Un favore per Giulietta”.

Il resto del volume – ahinoi – contiene altri racconti ugualmente ottimi, alcuni più brevi, taluni più lunghi ma aventi i temi più disparati e purtroppo non aeronautici … ecco spiegato perchè non ne parleremo granchè sebbene non possiamo fare a meno di citare, ad esempio, lo splendido: “Buongiorno buona gente” con il suo sapore natalizio e francescano che apre strategicamente l’antologia oppure il racconto dichiaramente autobiografico “Avevo tredici anni” che chiude l’antologia oltre che darle il titolo.

Anche se il titolo del racconto “Verso Nord” lascia presagire il sorvolo delle desolate lande polari, ci piace pensare che il decollo (qui ottimamente immortalato) sia avvenuto da uno di quei paesi caldi come il nostro in cui chi ci vive è sempre all’affannosa ricerca di qualcosa di completamente diverso (come le regioni polari, appunto) e magari raggiungibile a titolo gratuito … che poi è proprio l’aspetto vieppiù allettante su cui si basa l’invenzione di questo volo/viaggio. E’ la trappola perfetta in cui vengono incastrati inesorabilmente uno ad uno i protagonisti del racconto (foto proveniente da www.flickr.com)

A proposito di Rossana Cilli, come detto, non occorre aggiungere altro se non quanto già presente nel nostro hangar, ossia una spassosissima intervista che ci ha rilasciato nel settembre 2022. Viceversa, a prosposito del racconto “Verso Nord“, non aggiungeremo niente di più di quanto riassunto brevemente dalla stessa autrice:

Racconto dalla struttura narrativa drammatica, narra la lotta interiore di un comandante, che stanco di sopportare e vedere quanta indifferenza, quanto egoismo e quanto opportunismo pervadono la vita umana, decide di esternare in modo tanto doloroso quanto risolutivo, tutta la sua amarezza a dei particolari passeggeri durante il volo che li sta conducendo verso le terre del Nord.

Il suo operato, sia pure in un modo del tutto imprevisto da lui, sarà di monito e insegnamento per questo eterogeneo gruppo di persone senza nulla in comune se non il proprio egoismo. E alla fine una luce apparirà in fondo al tunnel.

Un testo che – ci permettiamo di aggiungere – farà storcere qualche pelo del naso di alcuni piloti commerciali per l’inattendibilità di talune situazioni o la scarsa verosimiglianza di altre invenzioni narrative tuttavia, alla luce di quanto accaduto relativamente alla vicenda che vide il suicidio di un giovane pilota della German Wings con il conseguente omicidio di tutti i suoi passeggeri, la trama assume assoluta attendibilità e, ad ogni modo, riteniamo che non venga compromessa la famosa “sospensione d’incredulità”, ossia il tacito patto di complicità che s’instaura tra il lettore e la scrittrice. Salvo che il lettore non sia un addetto ai lavori, anzi alla cabina di pilotaggio.

Dunque un racconto questo che, al di là dell’ambientazione squisitamente aeronautica, appartiene alla gloriosa schiera di racconti/romanzi thriller/gialli di cui Agatha Christie è sicuramente la “regina del crimine” o “regina del mistero” e alla quale l’italianissima Rossana Cilli fa di certo l’occhiolino senza per questo emularla.

Di ben altro tenore è invece il racconto “Le perle risaltano sul nero” targato 2023 che – come già ricordato –  ha partecipato alla XI edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE. Anche in questo caso ci rimettiamo alla sinossi che l’autrice ha fornito alla Segreteria del Premio come requisito di partecipazione. Ebbene:  

Un giorno lontano del secolo scorso, il Presidente Kennedy decise che un uomo (non una donna) presto sarebbe stato mandato sulla Luna. Da quel momento migliaia di uomini si dedicarono a quel progetto ambizioso, sì, migliaia di uomini … e tre donne. Questa è la loro storia, ed è anche la storia di un percorso che arriva fino alla nostra Samantha (Cristoforetti, NdR).

Un percorso di ingiustizie e riscatti, ancora incompleto, ma avviato. E che forse, tra poco, la porterà davvero una donna sulla Luna. Anche se a noi basterebbe che la portasse a essere semplicemente una “persona capace di” tra persone capaci di: eroi ed eroine di domani (dell’ordinario e dello straordinario) mossi solo dal desiderio di essere considerati non un genere ma un complemento essenziale nel genere, qualsiasi esso sia.

Uno dei fotogrammi emblematici della pellicola cinematografica “Il diritto di contare” in cui la protagonista principale Elisabeth sale sulla scala per calcolare con disinvoltura la traiettoria di rientro della navicella della Missione Gemini su un’immensa lavagna. La scena rende l’idea della rusticità della tecnoclogia dell’epoca e anche le sorprendenti capacità della protagonista per nulla impaurita dall’altezza e men che meno dalla complessità dei calcoli. Ovviamente con grande stupore degli ingegneri presenti (foto proveniente da www.flickr,com)

In effetti in questo racconto la fanno da protagoniste la corsa allo spazio e le donne che hanno contribuito alla sua conquista, ma anche e soprattutto la segregazione razziale che ancora imperversava nel corso degli anni ’60 negli Stati Uniti e, non ultimo, l’ottusità maschilista che riservava alle donne ruoli marginali nella società statunitense, ivi compresa, in un ente all’avanguardia tecnologica come la NASA. Questo in un paese che – lo ricordiamo – faceva della democrazia uno dei suoi vessilli da sbandierare di fronte alla comunità internazionale e che oggi, dimentico del suo recentissimo passato, ostenta e anzi si vanta di aver conseguito la parità di genere.

Il primo piano dell’autrice affiancata dalla copertina del volume nella versione in lingua inglese. Anche in questo caso dobbiamo rendere merito all’editore che, per l’edizione italiana, ha operato una scelta assai più felice sebbene prevedibile, evitandoci di avere tra le mani (e poi in biblioteca) un volume che nella sua veste originale, troviamo onestamente piuttosto anonimo se non addirittura squallido (foto proveniente da www.flickr.com)

Dunque un racconto che ha colto in pieno il tema dell’astronautica al femminile (era appunto il tema suggerito di quella edizione) sebbene a una prima lettura la Segreteria del Premio ha letteralmente tremato tanto da meditare – ma solo per un istante – di non accettare il testo in quanto non originale. Perché? Semplice: il contenuto riprende molto molto (forse anche troppo) da vicino il film hollywooddiano e, prima ancora, il romanzo-inchiesta  “Hidden figures” della scrittrice statunitense afro-americana Margot Lee Shetterly di cui la pellicola è l’adattamento cinematografico. Le protagoniste?

Anzitutto Katherine Johnson, matematica fenomenale della NASA, che calcolò le traiettorie delle navicelle spaziali per il Programma Mercury e la missione Apollo 11; poi Dorothy Vaughan, la prima supervisore afroamericana capace di programmare (e far funzionare davvero) il primo enorme computer IBM installato  alla NASA; infine Mary Jackson, aspirante ingegnere che diverrà la prima ingegnere donna statunitense afroamericana. Tutte e tre lavoravano alla West Area Computers del Langley Research Center di Hampton dove svolgevano inizialmente il compito di “donne calcolatrici” e a partire dal quale segneranno in modo indelebile, ciascuna a proprio modo, la storia della NASA e delle missioni spaziali statunitensi.

In definitiva un film che merita sicuramente di essere visionato mentre, per quanto riguarda il volume, saremo crudelmente sinceri: un mattone ripetitivo, dispersivo e in molti punti addirittura noioso che – a seguito di minacce inenarrabili – la stessa Rossana Cilli ha recensito spontaneamente a beneficio dei visitatori del nostro hangar …  non fosse altro per dare lustro alle tre protagoniste piuttosto che all’autrice statunitense la quale ha verosimilmente ammucchiato in modo discutibile una serie infinita di vicende collaterali, informazioni e dettagli inutili rispetto al flusso narrativo principale. Dunque appuntamento all’angolo del nostro hangar per la mirabile recensione di “Hidden figures – Il diritto di contare“.

Le “donne calcolatrici” furono fondamentali per le prime missioni spaziali statunitensi e questo scatto ha consegnato alla storia dell’astronautica il loro preziosissimo contributo. Il racconto di Rossana Cilli pone l’attenzione su di loro svolgendo una lodevole opera divulgativa a beneficio di chi, come noi, era del tutto ignaro della loro esistenza. Della serie: quando la narrativa si trasforma davvero in un’operazione dall’alto contenuto culturale (foto proveniente da www.flickr.com)

Dicevamo perciò che il racconto  “Le perle risaltano sul nero” ha il merito di divulgare un episodio della storia aerospaziale sicuramente degno di nota e che anche noi – nostra colpa – ignoravamo clamorosamente. Lode dunque a Rossana Cilli che ha sanato questa grave carenza veicolando con il suo testo una vicenda dai molti risvolti e dalle numerose chiavi di lettura sacrificandone però l’originalità. Lode comunque alla divulgazione storica. Sempre.

E veniamo al terzo racconto a tema aeronautico intitolato “Un favore per Giulietta” che la giuria ha valutato appena meno meritevole del precedente di accedere alla finale del Premio e quindi alla stampa nell’ambito dell’antologia 2023.

Si tratta di un racconto molto al femminile in cui si tocca con la delicatezza (tipica dell’autrice) il tema dell’aviazione missionaria, ossia di tutta quella serie di iniziative a carattere umanitario che, a mezzo delle macchine volanti, consentono a medici/infermieri di raggiungere gli angoli più remoti e irraggiungibili del nostro pianeta, nello specifico l’Africa Centrale, per prestare cure sanitarie a chi non potrebbe mai ottenerle e che, purtroppo, può confidare al massimo nelle capacità pseudo mediche di qualche stregone locale, o magari di qualche donna-medicina che pratica l’arte delle terapie naturali e conosce le capacità fitoterapeutiche miracolose delle piante selvatiche autoctone.

Il panorama che – immaginiamo – avrebbero potuto osservare i due protagonisti del racconto “Un favore per Giulietta” e che, grazie alla mirabile narrazione dell’autrice si concretizzerà come per magia anche nella nostra mente (foto proveniente da www.flickr,com)

Così l’autrice sintetizza la sua fatica letteraria:  

L’etoile di uno dei più grandi teatri al mondo, un bravo impresario, un chirurgo dal cuore grande e con la passione per il volo, un piccolo aeroplano che sembra “fatto di carta”, la dedizione a problematiche lontane e quasi sconosciute, e l’amore, sono gli ingredienti di questo racconto. Ma cosa c’entra un’eterea creatura, che a suo modo vola nell’aria fra passi di danza lievi e senza peso, con un mondo di motori e con un luogo del tutto diverso dal suo? Ce lo spiega la storia di Giulietta: la danzatrice che aveva paura di volare.

Dopo  una sinossi d’autore come questa, anzi, d’autrice come questa, non ci permettiamo di aggiungere altro a proposito dei testi aeronautici che ci ha regalato la “nostra” scrittrice appassionata anche di aero/astro-nautica … semmai rimane il rammarico che questa raccolta non sia composta di soli racconti a tema aeronautico  … ma è risaputo: nessuna è perfetta, neanche l’eccellente Rossana Cilli … semplicemente perchè non si è cimentata unicamente con la narrativa aeronautica ma si è concessa anche degli sconfinamenti in altri cieli limitrofi, anzi, a dirla seriamente, purtroppo solo di recente la gentildonna ha scritto di aviazione e di spazio … ma in futuro avrà modo di redimersi – ne siamo certi – per imboccare la retta via. 

A parte gli scherzi, la poliedricità dei temi toccati dall’autrice nell’ambito della sua prima raccolta di racconti conferma inequivocabilmente la tesi da noi sostenuta all’inizio della presente recensione e la  rende una di quelle autrici da seguire da presso perchè in futuro ci regalerà sicuramente romanzi/racconti di notevole caratura. Insomma, della serie: minaccia bene!

La copertina della versione italiana del volume “Hidden figures” mostra le tre protagoniste mentre si muovono con passo sicuro su un pavimento ove è riprodotto il logo della NASA con lo sfondo di un colossale razzo vettore (forse il Titan utilizzato per le Missioni Gemini o il glorioso Saturno 5 delle Missioni Apollo). Ovviamente si tratta delle tre attrici che nel fim impersonano le tre eroine afroamericane del volume di Margot Lee Shetterly. E’ singolare come il titolo in italiano del romanzo sia ben superiore per originalità e pertinenza a quello in lingua inglese ed è ugualmente singolare che l’adattamento cinematografico operato dagli sceneggiatori di Hollywood sia decisamente migliore del romanzo da cui è tratto giacchè usualmente accade il contrario, ossia che che la sceneggiatura stravolga in peggio il testo letterario. Per “Il diritto di contare” è più che mai verosimile (foto proveniente da www.flickr.com).

Avremmo voluto ospitare nel nostro hangar il racconto “Un favore per Giulietta” giacchè, a norma di regolamento di RACCONTI TRA LE NUVOLE, potremmo renderlo fruibile ai nostri visitatori, tuttavia ci sembrerebbe un torto nei confronti dell’autrice e del racconto medesimo giacchè ha avuto la fortuna  – a differenza degli altri racconti nostri ospiti – di godere di pubblicazione … dunque non possiamo che rimandarvi all’acquisto della raccolta “Avevo tredici anni … e altri racconti”, certi che sarà per voi un’ottima lettura, davanti al camino come pure sotto l’ombrellone giacchè capace di fornirvi indifferentemente il calore o la freschezza utili allo scopo.

Giunti a questo punto, una recensione che si rispetti dovrebbe fornire le inevitabili informazioni riguardo il libro in quanto prodotto tipografico, ossia copertina, qualità di stampa, colore e consistenza della carta, cura dell’impaginazione ecc ecc … ebbene vi risparmiamo dettagli imbarazzanti che nuocerebbero inutilmente all’autostima e soprattutto all’indiscutibile talento letterario dell’autrice … ciò nostante non possiamo esimerci dallo stigmatizzare come la stampa ad opera di un colosso delle vendite on-line di libri (e non solo) come la piattaforma Amazon non costituisca automaticamente la scelta tipografica migliore. In altri termini: chi vende libri e ha nel proprio catalogo decine di migliaia di volumi non necessariamente è in grado di stamparli alla stregua di quegli editori che ne curano maniacalmente l’estetica tipografica oltre che i contenuti, la distribuzione nonchè la promozione.

Allo stesso modo affidarsi a un’associazione culturale come Amarganta  in veste di editore non comporta automaticamente il supporto logistico che una scrittrice di notevole caratura come la “nostra” Rossana Cilli meriterebbe e che un editore di calibro nazionale riuscirebbe a offrire d’ufficio.

Vi risparmiamo perciò gli svarioni tipografici che hanno minato le prime copie di questo volume e ci limiteremo a sottolineare che ora il libro è sufficientemente fruibile sebbene – per contenuti e valore intrinseco – meriterebbe una seconda edizione con una nuova veste editoriale e realizzata da un editore dalle grandi potenzialità. Che poi è la sorte che è capitata già a diversi autori che abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di recensire in passato, non ultimo il talentuosissimo Alessandro Soldati con il suo “In un cielo di guai” che, nostro malgrado, abbiamo recensito due volte proprio a causa delle due edizioni in cui si è reso disponibile, la prima della quale in un discutibile regime di autopubblicazione a mezzo di Amazon mentre la seconda – assolutamente ineccepibile – a cura di Cartabianca. Ed è stato tutto un altro leggere o semplicemente sfogliare di pagine.

Ci auguriamo che ad “Avevo tredici anni … e altri racconti” accada qualcosa di simile. Editori … al vostro buon cuore!






Recensione e didascalie della Redazione di VOCI DI HANGAR





 

RACCONTI TRA LE NUVOLE – DECOLLATA LA XII EDIZIONE – 2024

Logo Racconti Tra Le Nuvole

XII edizione – 2024, Premio letterario “RACCONTI TRA LE NUVOLE”



COMUNICATO STAMPA

nr 1 del 01 marzo 2024



E’ appena decollata la XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG  Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la collaborazione della rivista VFR AVIATION e della FISA – Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico.

L’edizione 2024, conferma il sostegno economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo ha anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.

Inoltre è con malcelata soddisfazione che gli organizzatori hanno il piacere di annunciare che la XII edizione del Premio vede rinnovato e anzi consolidato il preziosissimo sostegno offerto dall’ADA – Associazione Donne dell’Aria che, in virtù del medesimo scopo istituzionale (la diffusione della cultura aeronautica nel nostro Paese), ha aderito con costruttivo entusiasmo nel sostenere ancora una volta l’iniziativa culturale alla base del Premio.

E’ un’azienda dinamica operante nell’ambito della salute. Nata dalla scissione di un ramo di azienda della Vita Research, VR Medical è un azienda specializzata nelle terapie per il sistema muscolo-scheletrico e produce prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie. VR Medical è altresì specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti per la salute della donna, con una linea di prodotti ginecologici per il trattamento osteopenia e osteoporosi, sindrome dell’ovaio policistico e cistite. VR Medical collabora con ricercatori universitari e centri di ricerca, e vanta un team di professionisti altamente qualificati che lavorano quotidianamente per offrire ai medici e pazienti prodotti innovativi per la salute e terapie all’avanguardia

RACCONTI TRA LE NUVOLE rimane un premio letterario a tema squisitamente aero/astro-nautico e aperto solo e unicamente ai racconti; dunque racconti di volo, di cielo, di piloti, cosmonaute, insetti, nuvole e ogni altra entità organica e inorganica purché appartenente alla dimensione aerea e spaziale. Aviazione, spazio, viaggi interstellari, e tutto quanto voli, dentro e fuori l’atmosfera terrestre.

Come già avvenuto nelle precedenti edizioni, gli organizzatori del Premio hanno definito un tema suggerito che, in occasione del ventennale della fondazione dell’HAG – Historical Aircraf Group, è stato così definito:   

“la preziosissima opera di recupero, ricostruzione, restauro e mantenimento in condizioni di volo di aeromobili storici svolta al fine di conservare esempi concreti della storia dell’Aviazione mondiale. E questo tra difficoltà tecniche e burocratiche, problemi logistici e familiari, vicissitudini e disavventure varie.

 

L’associazione, composta da soli membri di sesso femminile, è apartitica e apolitica nonché senza fini di lucro. Si prefigge, tra le altre, di divulgare la cultura aeronautica e, ovviamente, è destinata a coinvolgere le donne che fanno parte della famiglia aeronautica. Già nell’edizione 2023 ha fornito il suo sostegno al Premio attribuendo il “Premio speciale ADA” e fornendo ben quattro giurate scelte tra le associate, Presidente compreso.

In effetti il tema suggerito è stato sfiorato in numerosi racconti nel corso delle precedenti edizioni, statisticamente sin dalla composizione vincitrice della I edizione che vedeva il protagonista impegnato nel restauro di un vecchio velivolo anfibio sebbene sorvegliato da un gabbiano assai singolare; non più tardi dell’ultima edizione in un racconto finalista la protagonista era alle prese con una presenza metafisica in officina, mentre era intenta nella manutenzione del proprio aeroplano. E come poi dimenticare un altro racconto vincitore in cui, grazie al paziente restauro di un vecchio biplano italiano, alcuni studenti d’ingegneria riescono a involarsi e a sorvolare la Cortina di ferro per guadagnare l’agognata libertà?

Dunque un tema sentito e sperimentato e che ora, complice l’anniversario, trova giusta enfasi.

L’associazione italiana che promuove lo sviluppo, la diffusione e l’approfondimento di tutte quelle tematiche inerenti il patrimonio culturale e tecnologico che gli aeromobili rappresentano. Un gruppo di piloti o semplici sostenitori simpatizzanti che si prefiggono di cercare, valorizzare e restaurare in condizioni di volo aeromobili storici. Il 2024 è un anno particolarmente significativo per l’associazione giacchè ricorre il ventennale dalla sua fondazione

Ovviamente i racconti che conterranno riferimenti al tema suggerito godranno di una valutazione preferenziale da parte della giuria: maggiore la qualità e l’originalità dei riferimenti al tema suggerito presenti nel testo, più generosa sarà la valutazione da parte della giuria. Pur tuttavia – lo ricordiamo – rimane il tema generico aero/astro-nautico che è il cardine attorno al quale ruota il Premio.

Ricordiamo inoltre che anche quest’anno il regolamento prevede la fornitura di una fotografia dell’autore/autrice. Al fine di dare un volto al loro nome e cognome, lo scatto verrà utilizzato nella pagina web del Premio e di VOCI DI HANGAR. Preferenzialmente dovrà essere a colori e dovrà ritrarre in primo piano l’autore/autrice benché uno “sfondo aeronautico” non verrà certo disdegnato.

VFR Aviation ogni mese ti porta in quota con informazioni, notizie, tecnica, curiosità su tutto ciò che vola. Che pesi pochi grammi o qualche tonnellata, voli a poche decine di metri da terra o nella stratosfera, sia costruito in catena di montaggio o in un garage, abbia volato un secolo fa o da poche ore. Aerei e piloti su VFR Aviation sono in edicola o a portata di click, perché la passione per il volo non si spegne quando le ruote toccano terra.

Rimangono inalterate:

  • partecipazione rigorosamente gratuita,
  • giuria prestigiosa e anonima fino alla dichiarazione dei vincitori
  • pubblicazione gratuita dei racconti finalisti nell’antologia del Premio edita dall’editore LOGISMA,
  • volo gratuito a bordo di un velivolo monomotore HAG,
  • pubblicazione dei racconti non vincitori nel sito VOCI di HANGAR, targhe e diplomi di partecipazione.
  • il “premio speciale VR MEDICAL” che verrà attribuito al racconto più meritevole secondo il giudizio insindacabile dell’amministratore dell’azienda.
  • il “premio speciale ADA” che verrà attribuito – come già avvenuto nella precedente edizione – da apposita giuria composta da sole associate ADA al racconto in linea con il tema suggerito ma declinato – ed ecco la novità sostanziale di questa XII edizione – al femminile, ossia in cui la protagonista principale e l’autrice saranno entrambi di sesso femminile.

FISA – Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico. E’ un’associazione che promuove la disciplina sportiva e ricreativa del volo con particolare riguardo al Volo a Vela come strumento di educazione e formazione personale e sociale

La vera grandissima novità della XII edizione è che RACCONTI TRA LE NUVOLE raddoppia: da un lato la “sezione Aquile”, costituita idealmente dagli autori/autrici di età a partire dagli undici anni in poi e dall’altra la “sezione Pulcini” riservata invece ai giovanissimi autori/autrici con età compresa tra gli otto e i dieci anni, ossia in età scolare tipica del IV e V anno delle scuole primarie.

In altri termini: alla prima sezione è dedicato il corpo principale del Premio, alla seconda è riservata una nuova branca con una propria giuria, un bando semplificato e premi adeguati ai partecipanti … ma avremo occasione di riparlarne nel prossimo comunicato giacché la “sezione Pulcini” partirà il 01 settembre 2024.

L’altra novità di questa edizione è la data/luogo della premiazione che è fissata fin d’ora in domenica 6 ottobre presso il Museo Caproni di Trento, Aeroporto di Gianni Caproni dove, non solo autori/autrici verranno premiati ma potranno conoscersi di persona e fraternizzare, non ultimo, visitare anche il celebre Museo dell’Aviazione.

E’ un editore con una valida collana a carattere aeronautico nella quale vicende moderne e più lontane nel tempo si alternano. Si è occupata della stampa e della diffusione dell’antologia del Premio.

Ultimissima novità della XII edizione è l’inserimento di diritto nella giuria del Premio del vincitore/vincitrice di tre edizioni abbinato alla facoltà di fornire un testo fuori concorso da pubblicare come valore aggiunto ai 20 racconti che abitualmente costituiscono l’antologia del Premio.

Concludiamo questo primo comunicato con un’ultima nota a margine.

Alla luce dei recenti accadimenti giapponesi in cui un’autrice vincitrice di un premio letterario ha confessato di aver fatto uso di apposito software di generazioni testi narrativi basato sull’intelligenza artificiale, il regolamento della XII edizione prevede il divieto assoluto di uso di simili prodotti informatici giacché i testi forniti dovranno essere il frutto del solo genio creativo di autori/autrici in carne e ossa sebbene supportati da ricerche storico/bibliografiche praticate anche a mezzo di supporti informatici come motori di ricerca, siti web, ecc ecc.

A questo punto vi preghiamo di rompere gli indugi perché l’atterraggio della XII edizione – 2024 di RACCONTI TRA LE NUVOLE è prevista per il 31 maggio mentre per il 1 agosto è fissata la divulgazione dei nomi dei 20 finalisti. Viceversa, per quanto riguarda la classifica finale e proclamazione del vincitore, occorrerà invece attendere fino al 1 settembre.

E ora … scaldate i motori e … di corsa a scrivere!




Ecco il bando e la scheda di partecipazione:



Logo Racconti Tra Le NuvoleBando Premio letterario Racconti fra le nuvole 2024

Scheda di partecipzione Racconti fra le nuvole 2024



Per qualsiasi informazione:

www.raccontitralenuvole.it

www.vocidihangar.it

Oppure contattateci all’indirizzo e-mail:

raccontitralenuvole (chiocciola) gmail.com

 

Antoine de Saint-Exupéry. La profonda meditazione del volo.

“Il mare diventa sempre più sporco ogni giorno che passa”, pensò il pescatore quando vide quel pezzo di ferro impigliato nella sua rete. Perdeva sempre un sacco di tempo, dopo l’attracco al porto, per pulirla. Era fine settembre e quello che si ritrovò tra le mani, callose e infreddolite, non era il solito ciarpame senza valore. Tra le maglie della rete era rimasto incastro un braccialetto d’argento con delle parole incise sopra: “Antoine de Saint-Exupéry, Consuelo, Reynal and Hitchcock. Inc. – 386 4th Ave. N.Y. City USA”.

Lo scatto che immortala il grandissimo scrittore francese a bordo di un velivolo militare perchè è così che ci piace ricordare ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY: uno dei pochissimi piloti-scrittori al mondo che ha lasciato il segno indelebile della sua arte narrativa nella storia della letteratura mondiale  (foto proveniente dal web) 

Antoine Jean-Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, detto Tonio: già dal nome s’intuisce come non appartenga a una classe sociale di bassa levatura. La famiglia, di antico blasone, fa parte di quella nobiltà che, lontana dalla capitale Parigi, spadroneggia o vivacchia, secondo dei casi, nella lontana provincia francese della fine del 1800.  Tonio emette i primi vagiti il 29 giugno 1900 a Lione, dove il padre, Jaen de Saint-Exupéry, e la madre, la nobildonna Marie Boyer de Fonscolombe, si erano conosciuti. Gli avi di Jaen e Marie, che sono fra loro anche lontani parenti, hanno raggiunto posizioni di estremo prestigio in seno alla società: sono stati ufficiali dell’esercito, arcivescovi, cavalieri, ciambellani di corte e musicisti. Antoine però non se ne farà mai un vanto.

«L’oscuro parco di abeti e tigli […] il regno segreto […] il mondo interiore di rose e di fate»,

come lo descrive Antoine, è il castello in stile Luigi XVI di Saint-Maurice-de-Remens, a circa cinquanta chilometri da Lione, dove lui trascorre l’infanzia, sei mesi l’anno, dopo la morte improvvisa del padre che aveva lasciato la moglie Marie, vedova a ventotto anni con cinque figli.

Uno scatto memorabile che è stato consegnato alla storia dell’aviazione è quello che ritrare Antoine de Saint-Exupéry a bordo del formidabile P-38 Lightning attrezzato per fotoricognizione e con cui compì il suo ultimo volo (foto proiveniente da www.flickr.com) 

Antoine è molto innamorato della madre, lo sarà anche da adulto instaurando con lei una fitta corrispondenza. Il piccolo de Saint-Exupéry è un bambino vivace che sale di notte sui tetti o sveglia i familiari, travestito da fantasma, per legger loro in piena notte delle poesie da lui composte o drammi teatrali: un vero e proprio scapestrato che non vuole riconoscere nessuna autorità. Di giorno invece, si dedica anche alla musica e a progettare e  realizzare marchingegni come una bicicletta volante con motore a scoppio.

«Fantasioso e volitivo, Antoine non cambiò mai», ebbe modo di ricordare Moisie, la governate dei fratelli Saint de Exupéry. “Solo i bambini sanno quello che cercano”, dice il Piccolo Principe, “perdono tempo per una bambola di pezza, e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono…”, scrive Tonio, oramai adulto nel Petit Prince, il libro che lo ha eletto quel membro dell’olimpo dei grandi scrittori: quando viene dato alla stampe dall’editore francese Gallimard é il 1943 e la guerra sta dilaniando l’Europa, il nord Africa e il sud-est asiatico da oramai tre anni.

L’infanzia per Antoine è come l’avvistare, in una notte nebbiosa, un luogo sicuro d’atterraggio per sfuggire a una tempesta e dove posare le ruote del suo aereo.

“Questo mondo di memorie infantili mi sembrerà sempre disperatamente più reale dell’altro […] non sono sicuro di aver vissuto dopo l’infanzia”,

confidò a sua madre in una lettera del 1938.

Antoine scopre la sua passione per il volo a otto anni, all’ippodromo di Hunauddières, dove Wilbur Wright sta insegnando ai francesi come si governa quello strano oggetto fatto di tubi e tela, così sembrava agli occhi del giovanissimo Antoine quella buffa cosa con le ali, che per la prima volta mostra agli increduli spettatori un aeromobile che compie una virata e non si limita solo ad alzarsi in volo. Da quel giorno in avanti la Francia dominerà per quasi due decenni il mondo dell’aviazione.

Il piccolo Antoine sperimenta l’ebrezza di alzarsi in volo quattro anni dopo aver osservato Wilbur Wright a Hunauddières, lo fa durante un periodo di vacanza a Saint-Maurice. Decolla assieme al pilota Gabriel Wroblewski, un pioniere dell’aviazione nonché costruttore di aeromobili, dall’aviosuperficie di Ambérieu, la principale cittadina del Bugey, nella zona alpina non molto distante dal confine svizzero.

ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY nel suo ambiente più congeniale, ossia accanto all’immancabile velivolo (foto proveniente da https://biografieonline.it/biografia-antoine-de-saint-exupery)

A scuola Antoine non si era distinto per particolari doti: si era impegnato il giusto necessario, eccelleva solo nel disegno e nella poesia pur essendo la conoscenza della sintassi della lingua francese appena sufficiente. Il suo profitto migliora quando inizia a frequentare la scuola, con convitto, Villa Saint-Jean a Friburgo, a quindici anni. Tonio si è già fatto un ragazzone, alto un metro e novanta, robusto, dalle forti membra e con il naso a patata. L’atmosfera che si respira nella scuola, l’attenzione che gli insegnanti mostrano nei confronti degli allievi, hanno delle ricadute positive sul rendimento del futuro scrittore.

Tonio, a Villa Saint-Jean, legge molto e continua a scrivere poesie, ma anche lo sport, soprattutto il gioco del calcio, lo attira in particolar modo. Il teatro però rimane la sua vera passione e quando si tratta di parlare di argomenti che lo interessano, da taciturno diventa un conversatore arguto e pieno di risorse.

Nell’estate del 1917 un lutto colpisce la famiglia de Saint-Exupéry: muore François, suo fratello più piccolo. La madre pensa così di far viaggiare Antoine per rendergli più sopportabile il dolore, e così lo manda a trascorrere un po’ di tempo con i nonni a Le Mans; poi gli fa visitare la Bretagna e infine lo porta per un breve soggiorno nella Creuse, in Nuova Aquitania. L’interesse che nutre per lo studio della matematica convince Antoine a provare l’esame di ammissione all’Accademia Navale che però prevede la frequenza di una scuola preparatoria, il Lycée Saint-Louis a Parigi, dove stringe molte amicizie e diviene per tutti, Saint-Exu. È il 1917 e nella capitale francese conosce gli effetti della guerra, ma vive anche un periodo felice a contatto con molti parenti e amici della madre. La frequentazione più importante è però con la cugina Yvonne de Lestrange, una donna colta e intelligente, che si rivelerà determinate per la futura carriera letteraria di Antoine.

La fine della guerra segna anche la fine dei suoi propositi di arruolarsi nell’aviazione: nonostante gli sforzi nello studio, e la ripetizione dell’esame non riesce a entrare in Marina, come ci si sarebbe aspettato da un de Saint-Exupéry.

Con il braccio sinistro teso al cielo e lo sguardo fisso verso le nuvole, Antoine de Saint-Exupéry, pronto a decollare, siede sul piazzale antistante l’avverinistica stazione del TGV (i treni ad alta velocità francesi) dell’aeroporto di Lione mentre ai suoi piedi c’è un leone che accarezza affettuosamente con la mano destra. L’immensa statua in bronzo intende simboleggiare la trasmissione della conoscenza e del coraggio alle generazioni più giovani. (foto proveniente da www.flickr.com)

Nel 1920, dopo aver superato una crisi esistenziale Saint-Exu, senza arte né parte, vaga per Parigi da un bistrot all’altro, mantenuto dalla madre, che gli invia soldi regolarmente. Finge interesse per l’architettura e l’arte in generale. Era capace di non mangiare per un giorno intero, per poi partecipare a cene galanti; dorme in locande da poco prezzo oppure si sveglia nel letto di dimore di prestigio:

“Ciò che sarò fra dieci anni è l’ultima delle mie preoccupazioni”

ammette candidamente.

Nella primavera del ’21 parte per il servizio militare, in fanteria, come soldato semplice. Grazie alle conoscenze -anche allora contavano- spera di essere accettato al corso per allievo pilota. Nell’attesa, compie un volo turistico al costo di cinquanta franchi, allora non proprio alla portata di tutti, su di un Farman F 40 a doppi comandi. Subito dopo ne fa diversi altri:

“L’aereo danzava, beccheggiava, rollava… Ah, che roba!”

scrive alla madre quando sperimenta l’ebrezza del volo su di un biplano militare, lo Spad-Hebermont.

La sua voglia di volare è così tanta che infine, aggirando regolamenti di tutti i tipi, inizia a prendere regolari lezioni di volo che lo portarono a effettuare il primo decollo in solitaria, volando intorno al campo d’aviazione, dopo solo due ore e mezza di volo d’addestramento. È però costretto ad adempiere i suoi doveri di militare, è pur sempre sotto le armi, e a trasferirsi in Marocco dove continua  regolarmente a volare, compiendo voli anche di cinque ore. Scrive in una lettera:

“Se mi vedessi al mattino imbacuccato come un eschimese e pesante come un pachiderma, rideresti. Ho un passamontagna, aperto solo sugli occhi (…) e per di più sugli occhi, occhiali. Una grossa sciarpa al collo (…). Guanti enormi e due paia di calze nei miei grossi scarponi.”

 All’inizio del 1922, superati gli esami di ufficiale di riserva, rientra in Francia con in tasca, finalmente, il tanto sospirato brevetto di volo. È così si ritrova, in servizio nell’aeroporto di Avord, nella periferia di Bruges inquadrato nell’aviazione, infagottato in una divisa da pilota improvvisata, finché non gli é assegnata, mesi dopo, quella azzurra regolamentare.

Il velivolo modello Caudron C.630 Simoun con il quale lo scrittore francese visse il roivinoso atterraggio nel deserto e che gli fu d’ispirazione per la stesura de “Il piccolo Principe”. Quello ritratto è l’esemplare con le marche F-ANRO ed è gelosamente conservato presso le Musee de l’Air et de l’Espace di Le Bourget, Parigi. (foto proveniente da www.flickr.com)

Tra un volo e l’altro, prima sui Sopwith, poi sui Caudron C 59 e i Breguet 14, a Villacoublay continua a scrivere sonetti e a disegnare, sua antica passione. Verso la fine dell’anno ottiene il grado di sottoufficiale e viene trasferito al 34° reggimento d’aviazione all’aeroporto di Le Bourget a Parigi sotto i buoni auspici dei superiori che lo considerano

Ancora una bella immagine del Caudron C.630 Simoun conservato in Francia e la cui storia è legata indissolubilmente a quella di ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY (foto proveniente da www.flickr.com)

“fatto per essere un pilota da combattimento. Eccellente volatore. Ispirato”,

così scrivono nei loro rapporti. Antoine ha coronato uno dei sogni della sua vita: é felice, anche se ammette che l’ambiente militare, la caserma, non è il luogo ideale dove trascorrere l’esistenza per un uomo come lui: poco disciplinato, disobbediente, un poco infingardo; insomma fuori posto. Finché, proprio quell’anno, arriva, inaspettato l’amore, il grande amore: l’affascinante e intelligentissima e molto corteggiata Louise de Vilmorin. Poi un brutto incidente aereo, che uccide il passeggero che aveva preso a bordo, e il ferimento di Saint-Exupéry che pilota, senza autorizzazione, un Hanriot HD 14 lo costringono ad affrontare le sue responsabilità.

I genitori della sua fidanzata fanno così pressioni affinché Tonio abbandoni l’idea di diventare un pilota militare, e lui li accontenta, congedandosi, giacché erano trascorsi i due anni di servizio di leva, trovando impiego in una società che vende camion, e che lo costringe a girare in lungo e in largo la Francia. Ed è in questo periodo che, nella solitudine di anonime stanze d’albergo, inizia a riempire quaderni e taccuini con alcuni racconti e l’abbozzo del suo primo romanzo; si butta così a capofitto nell’impresa, travolto dall’urgente necessita di scrivere:

“Bisogna che piaccia, altrimenti non scriverò mai più nulla”

confida per lettera agli amici.

Nel 1926 esce il racconto L’aviatore, sulla rivista di letteratura Navire d’argent, diretta da Jean Prevost, che poi dichiarerà: L’arte dell’immediatezza e il dono di una certa veridicità mi paiono sorprendenti per un esordiente. Credo che Saint-Exupéry stia preparando altri scritti.”

L’avventura letteraria di Antoine prosegue tra alti e bassi; i sui testi suscitano interesse nell’ambiente letterario, ma tra promesse mancate e continui rinvii nella pubblicazione questi suoi primi racconti fanno fatica ad affermarsi, nonostante la sua grande ammiratrice, Yvonne de Lestrange, contatti, per un parere, anche André Gide.

Saint-Exupéry è amareggiato e pensa di abbondonare la carriera di scrittore:

“Non ho più alcuna voglia di scrivere. (…) Non pubblicare niente mi è assolutamente indifferente”

La statua di Antoine de Saint-Exupéry, collocata nella strategica Place Bellecour, nel centro della Presqu’île di Lione, regione Rhône-Alpes, in Francia è realizzata in rame ed è stata inaugurata il 29 giugno 2000 in occasione della celebrazione del centenario della nascita di Saint Exupéry a Lione il 29 giugno 1900. Essa rappresenta Saint Exupéry e il Piccolo Principe seduti in cima ad una colonna di marmo bianco. La colonna misura più di 5 metri e pesa 7 tonnellate. Sulla base sono presenti 3 frasi tratte dalla sua opera e sulla base l’ultima pagina del “Piccolo Principe”. (foto proveniente da www.flickr.com)

scrive alla cugina Yvonne. Ma è solo un momento di scoramento passeggero. Abbandonato il lavoro di commesso viaggiatore per la ditta di autocarri, inizia così a far la gavetta nell’aviazione civile, all’inizio come meccanico, nell’aerolinea Latécoère; un lavoro che lo appassiona e per cui è molto portato, come gli si riconosce. Poi passa ai comandi di uno dei Breguet 14, uno degli aerei militari, convertito in velivolo postale, della flotta della compagnia aerea. Intrapresa la carriera di pilota per la compagnia Latécoère -in seguito cambierà nome in Aéropostal per poi essere assorbita nell’Air France – volando tra il Marocco e il Senegal lungo la rotta costiera, Saint-Exupéry mette a frutto il materiale precedentemente elaborato e mai pubblicato per scrivere il suo primo romanzo Corriere del Sud.  La  prestigiosa casa editrice francese Gallimard farà uscire il libro nel 1929 e di cui Tonio aveva iniziato la stesura un anno prima quando si era ritrovato a ricoprire il ruolo di responsabile di scalo nel sud del Marocco per la compagnia aerea  Aéropostal.

Dopo quattro anni passati a volare in Nord Africa prima come pilota dell’Aéreopostale, poi in seguito con l’incarico di direttore della compagnia aerea a Buonos Aires, dove conosce la futura moglie, Consuelo Suncín Sandoval Zeceña de Gómez, Antoine è riuscito a pubblicare i suoi libri, tra cui Volo di notte:  quest’ultimo abbozzato su pezzi di carta anche mentre è in volo sui nuovi e più potenti Laté 26 sulle rotte pericolose, ma anche monotone, del Sud America. 

Il tipo di velivolo con il quale lo scrittore Saint Exupery visse una delle esperienze più drammatiche della sua carriera di pilota militare. L’Hanriot HD.14 iniziò a entrare in servizio con i diversi reparti di addestramento al volo dell’ARMEE’ DE TERRE nei primi anni ’20 e fu utilizzato principalmente per scopi addestrativi. Costituisce uno dei più grandi successi delle costruzioni aeronautiche francesi nel periodo compreso tra le due guerre in quanto ne furono costruiti poco più di 1900 esemplari solo ad uso e consumo della forza aerea transalpina sebbene l’ammontare complessivo degli esemplari prodotti superò abbondantemente i 2100 esemplari se si contano quelli costruiti su licenza in Polonia e in Giappone (foto proveniente da www.flickr.com)

Agli inizi degli anni ’30 è ormai uno stimato scrittore, osannato dalla critica per come é riuscito a rendere con uno stile sobrio e asciutto ma profondo, la vita avventurosa dei piloti che sorvolando i picchi andini in mezzo alle tempeste e alla nebbia, con venti che a volte superavano i cento chilometri l’ora: consideravano la consegna in orario della posta aerea come un compito cui avrebbero sacrificato la loro vita; è in effetti capitò a molti amici e compagni di Saint-Exupéry. Lui stesso sfiorò la morte, diverse volte su degli aeroplani robusti sì, ma non del tutto affidabili.

La crisi del 1929, con il crollo di Wall Street, le traversie finanziarie e la fine del sostegno economico del governo francese, che aveva negli anni ’20 reso possibile la conquista dei cieli della Francia, porta al fallimento dell’Aéropostal. È l’inizio dell’ultimo decennio di pace prima che una nuova guerra torni a dilaniare il mondo. Le prove per il nuovo conflitto vengono fatte in Spagna, è il 1936, durante la guerra civile da dove Antoine, che si trova in Catalogna, manda reportage per conto  del giornale Intransigeant. L’anno prima aveva tentato senza successo, precipitando nel Sahara, di raggiungere Saigon, assieme al meccanico e navigatore André Prévot, decollando da Parigi a bordo di un Caudron C630 Simoun. Stessa sorte capita ai due in un altro incidente, sempre a bordo dello stesso modello di aereo, quando nel 1938 compiono un atterraggio di fortuna in Guatemala.  L’anno dopo Académie française lo premia con il Gran Prix du Roman, per il suo ultimo romanzo Terra degli uomini che uscirà, con enorme successo, nel 1939;  

“L’aeroplano è una macchina, certo; ma che strumento di analisi! Grazie ad esso abbiamo scoperto il vero volto della terra”,

è l’incipit del capitolo 4 de L’aereo e il pianeta.

La New York Times Book Review definisce Terra degli uomini “uno splendido libro, un libro coraggioso che dovrebbe essere letto come antidoto alla confusione del nostro mondo”; ne parlano in maniera entusiasta la Saturday Review e l’Herald Tribune di New York; Terra degli uomini è per nove mesi al primo posto nelle classifiche di vendite con 150.000 copie vendute: il conto in banca di Saint-Exupéry lievita e lui, famoso spendaccione, non deve più preoccuparsi della sua mancanza cronica di denaro.

Quello stesso anno, il 1° settembre, Hitler scatena la guerra in Europa e le truppe della Wermacht invadono la Polonia, a seguire, due settimane dopo, l’esercito russo da est ne varca i confini. Saint-Exupéry si trova a Parigi quando è invitato a servire la patria. I primi di settembre si presenta, in uniforme, al campo d’aviazione di Touluse-Francazal.

Se camminando per le vie di Milano vi dovesse accadere di imbattervi in questo murales … beh, saprete subito di essere giunti in Via Angelo della Pergola perchè vi troverete di fronte all’incontro del PICCOLO PRINCIPE con il suo pilota (foto proveniente da www.flickr.com)

Con estrema sfrontatezza chiede di essere immediatamente arruolato, in qualità di comandante di una squadriglia da caccia, nell’Armée de l’Air, l’aviazione da guerra francese. Gli offrono invece, più modestamente di addestrare gli ufficiali di rotta; troppo anziano e con troppi acciacchi per pilotare un caccia: e lui accetta, anche se cercherà l’appoggio in alto loco per poter tornare a volare. I sui tentativi danno buon esito e così riesce ad ottenere un posto nel gruppo da ricognizione 2/33, che ha la sua base nella regione della Champagne. Compie in quel periodo diversi voli sui Potez e poi sui più moderni e grandi monoplani Block 174 e tra una missione e l’altra scrive e disegna, schizzando sui suoi taccuini un piccolo uomo con le ali e dall’aspetto regale seduto su di una nuvola.

L’universalità delle opere letterarie di Antoine de Saint-Exupéry è testimoniata dalla presenza di questa tabella segnaletica a contrassegnare una strada di … Berlino! E non già di una città francese qualsiasi (foto proveniente da www.flickr.com)

La Blitzkrieg nazista travolge anche l’esercito francese e i tedeschi, aggirando la Linea Maginot, entrano sul suolo di Francia. La squadriglia di Saint-Exupéry è a Orly; il 23 maggio del ’40 lo scrittore decolla da Meux, scortato dai caccia Dewoitine 520 per due missioni di ricognizione sul Passo di Calais: quelle due ore di volo, bersagliati dalla contraerea nemica, costituirono il nucleo fondante del romanzo Pilota di guerra: libro emblematico sulla caduta della Francia ma nello stesso tempo il ritratto, molto personale, del suo autore.

Nei mesi seguenti, quel che rimaneva dell’aviazione francese si sposta ad Algeri. Saint-Exupéry alla fine di luglio è congedato. L’Inghilterra rimane l’unica potenza europea rimasta a contrastare le mire espansionistiche del Fuhrer. Pilota di guerra, pubblicato negli Stati Uniti all’inizio del 42’, bissa il successo, di critica e di vendite, del libro precedente, Terra degli uomini. Ma Antoine, uomo d’azione ed eroe anticonvenzionale, la nuova vita negli USA gli pare senza scopo e insiste per tornare a pilotare un aereo da guerra.

Forse non tutti i nostri visitatori sono a conoscenza della notizia – e noi per primi non lo eravamo –  che: “Nella cittadina catalana del nord Sardegna, Alghero, c’è il MASE, il Museo dedicato all’autore de Il Piccolo principe, Antoine De Saint- Exupéry […]  Questo importante protagonista della letteratura del XX secolo visse proprio qui gli ultimi due mesi della sua vita, da maggio a luglio 1944, prima del tragico epilogo con la caduta del suo aereo. Antoine De Saint- Exupéry, infatti, era un pilota di aerei che collaborava con gli alleati americani. Il Museo, inaugurato a fine 2019, è stato allestito presso la Torre Nuova di Porto Conte a pochi km da Alghero, vicino Capo Caccia. L’autore-pilota visse in una villa proprio vicino a questa torre spagnola per muoversi in volo in esplorazione sul Mediterraneo, verso le coste francesi. Insieme all’amico fotogiornalista John Philips si mise a preparare un servizio per la rivista “Life”. Il Museo nasce dalla volontà di omaggiare lo scrittore che ha richiamato generazioni di lettori alla ricerca dell’essenziale, l’amicizia e l’amore.” (testo e immagine proveniente dal sito https://www.unsardoingiro.it/2020/09/alghero-museo-dedicato-antoine-de-saint-exupery/)

Con l’entrata in guerra degli Stati Uniti le commesse dell’esercito crearono una mole di lavoro impressionante e anche la Lockheed Aircraft Corporation ne trae enormi benefici economici. Già nel gennaio del ’39 il P-38 Lightning (Fulmine), compie il suo primo volo di prova. Era qualcosa mai visto prima: un aeroplano interamente metallico, di fatto costruito attorno a due potenti motori turbocompressi, dalle prestazioni molto elevate. Pesante armamento, la sua sagoma è inconfondibile e unica per l’epoca, con la fusoliera distribuita su due travi e la cabina di pilotaggio, di ridotte dimensioni e completamente vetrata, che pare una culla, ne fanno un aeroplano dalla tecnologia all’avanguardia. La stazza, da vero purosangue dell’aria. Ma la sua mole è anche il suo limite, come scopriranno presto i piloti in guerra, poiché è poco maneggevole e nei duelli con i più agili e leggeri monomotori ha spesso la peggio e così il P-38 viene destinato ad altri compiti, come il bombardamento e l’attacco al suolo, al naviglio o come scorta a lungo raggio ai bombardieri. Ed è su un Lightning da ricognizione, che Antoine Jean-Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, detto Tonio volò in alto nel cielo e poi come il suo Piccolo Principe:

Ancora una bella immagine che mostra un angolo dei cimeli presenti nel MASE, l’unico museo italiano dedicato al grande scrittore francese che – lo ricordiamo – “in città visse gli ultimi significativi mesi della sua vita, festeggiando anche il suo ultimo compleanno. Qui il poeta aviatore, cullato dalle onde del mare, scrisse gran parte del romanzo LA CITTADELLA e il suo ultimo testo dal titolo “LETTERA A UN AMERICANO” (testo e immagine proveniente dal sito https://www.unsardoingiro.it/2020/09/alghero-museo-dedicato-antoine-de-saint-exupery/)

“Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.”

 Alcune sue famose foto lo ritraggono proprio accanto al Lightning o al posto di pilotaggio, alle prese con centinaia di comandi, leve e indicatori, lui che aveva iniziato a volare su aeroplani che disponevano, al più, di un tachimetro, una bussola e di un altimetro.

Ancora uno scorcio del MASE che rende l’idea della circolarità del luogo (testo e immagine proveniente dal sito https://www.unsardoingiro.it/2020/09/alghero-museo-dedicato-antoine-de-saint-exupery/)

Poco distante da dove il pescatore marsigliese aveva trovato il braccialetto ci sono, a qualche centinaio di metri di profondità i resti di un Lockheed P-38 Lightning: il «diavolo dalla coda biforcuta», come lo hanno ribattezzato i tedeschi che all’epoca del suo abbattimento occupano la costa sud della Francia. Il grosso aereo da caccia è uno dei quarantadue ufficialmente scomparsi sui cieli della Francia del sud, quasi sicuramente tutti quanti abbattuti dai caccia o dalla contraerea nazista, a ridosso della linea costiera. Ma quello ritrovato adagiato sul fondale dal subacqueo Luc Vanrell nell’anno 2000, ha qualcosa di veramente speciale.

Da quel primo volo a Parigi su di uno Spad-Hebermont sono passati ventidue anni: Antoine Saint-Exupéry è molto cambiato, come pure l’aviazione, e ora ha quarantatré anni.

In giro per il mondo a Saint Exupéry sono dedicati numerose statue, busti, murales e dipinti vari, tutti a sottolineare l’affetto e l’ammirazione per la sua figura di uomo e di scrittore: ai giardini reali di Tolosa in Francia troveremo questa sfera terrestre dalla quale si erge tenendo in mano la sua creatura più leggendaria: il PICCOLO PRINCIPE (foto proveniente da www.flickr.com)

Però l’amore per il volo è rimasto immutato. Ha fatto i salti mortali per tornare in servizio attivo, ma cercano di fargli capire che è troppo anziano per pilotare un caccia. Lui non desiste. Rompe le scatole a tutti. Finalmente riesce ad ottenere un incarico come pilota di un P-38 ricognitore, privo di mitragliatrici.

A Lione, città legata a doppio filo con Saint-Exupéry, sulla facciata di un palazzo è presente questo affresco che in ligua francese si chiamerebbe “trompe l’oeil” e riproduce con una verosimiglianza strepitosa l’autore e il suo personaggio più famoso che cammina sul suo mondo assai particolare (foto proveniente da www.flickr.com)

Un anno prima, il 6 aprile del ’43, era uscito Il Piccolo Principe, che era stato preceduto dal romanzo bellico Pilota di guerra. Il nuovo libricino divenne subito un best sellers e colpisce molto favorevolmente anche i critici letterari: Orson Wells estasiato voleva acquistarne i diritti cinematografici.

Antoine de Saint-Exupéry  arriva, con la sua squadriglia 2/33 a Bastia nel luglio del ’44. I piloti prendono alloggio a Erbalunga, distante una decina di chilometri dal capoluogo. Nei giorni seguenti il suo compagno capitano Gavoille tenta invano di impedirgli di volare, dopo i tanti incidenti  cui Antoine è andato incontro: non riesce a dimenticare una frase: “Capitano, non mi dirà che conta di uscire vivo da questa guerra?», comparsa sulle pagine di Pilota di guerra. Cercano perfino con l’inganno di impedirgli di compiere quell’ultima missione. Nessuno dei presenti di allora si ricorda esattamente cosa successe. Tonio si presentò vestito con la tuta di volo e il paracadute stretto sotto il sedere. Lo aiutarono a salire la stretta scaletta appoggiata alla semiala del P-38. Come sempre fece un po’ di fatica, lui alto un metro e novanta, a entrare nello stretto abitacolo. Gli avieri avevano sistemato nel muso dell’aereo le macchine fotografiche, avevano rifornito il carburante e i motori erano già caldi. Antoine chiuse la cappottina e i finestrini laterali dell’abitacolo: anche questa volta non erano riusciti a impedire che lui volasse.

Il P-38 decollò alle 8.45, con l’obiettivo di sorvolare e fotografare la zona est di Lione. La traccia radar del Lightning di Antoine de Saint-Exupéry conduce verso le coste della Francia del sud. Il rientro era previsto per le 12:30. Era il 31 luglio del 1944. Un mese prima gli Alleati erano sbarcati in Normandia.

Non era la prima volta che Saint-Exupéry rientrava da una missione in ritardo. Il capitano Gavoille tentò di farlo contattare dalla torre di controllo, invano. I compagni di squadriglia sperarono fino all’ultimo che fosse atterrato, illeso, in Svizzera. All’ufficiale americano di collegamento non restò che annotare nel suo rapporto quotidiano, “Pilota non rientrato. Forse disperso”.

Il PICCOLO PRINCIPE è quel libro che non può mancare nella libreria di un’abitazione in cui scorrazzi un bambino o una bambina perchè è un vero, immortale e irrinunciabile classico della letteratura infantile (e non) che si regala loro quando hanno acquisito un minimo di capacità di lettura. E se non ci fosse quelli dei bimbi siamo certi che i loro genitori ne conserverebebro sicuramente una loro copia personale in un angolo segreto di quella stessa libreria. L’immagine che riportiamo rende vagamente l’idea di quante lingue e in quante versioni è stato pubblicato nel corso degli anni, a partire dalla prima pubblicazione. E’ uno dei libri tra i più venduti  e più tradotti al mondo, assieme alla Bibbia e al nostro LE AVVENTURE DI PINOCCHIO di Carlo Collodi ma IL PICCOLO PRINCIPE, all’indomani del 2015, non potrà che consolidare il suo primato in quanto si  sono sbloccati i diritti di traduzione consentendo a diverse Case editrici di pubblicarne una loro versione (foto proveniente da www.flickr.com)

Diversi giornali, come ad esempio il New York Times, scrissero della sua scomparsa, anche se in certi ambienti s’ironizzava sulla sua triste sorte. Molti, soprattutto i suoi amici più intimi, se lo aspettavano perché lui nel corso degli ultimi anni aveva alimentato la voce di questo suo desiderio di abbandonare presto questo nostro mondo.

Fu il subacqueo Luc Varnell, dopo quasi sessant’anni da quell’ultimo volo di Tonio, a ritrovare la carcassa incrostata del Lightning P-38 sul fondo del Tirreno.

Ad Antoine de Saint-Exupéry è dedicato l’aeroporto di Lione e il suo libro più famoso, Il piccolo Principe, uscito negli Stati Uniti nel ’43, è ancora oggi in testa alle classifiche di vendita di tutta Europa ed è diventato un classico della letteratura.

Ci piace chiudere questa biografia con una frase memorabile che ci ha regalato ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY: 

“Fate in modo che i vostri sogni divorino la vostra vita così che la vostra vita non divori i vostri sogni”



Biografia di Massimo Conti

Foto e didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR


Nota della Redazione: La presente biografia viene pubblicata per onorare la memoria del grandissimio scrittore-aviatore in occasione degli ottant’anni dalla sua morte avvenuta il 31 luglio 1944. 


§§§ in esclusiva per “Voci di hangar” §§§

# proprietà letteraria riservata #



Massimo Conti