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Riccardo Sella

biplano avanti dietroClasse 1902, ufficiale di artiglieria, provetto cavallerizzo e marinaio, nonché abile pilota di velivoli fu uno dei fondatori della scuola di volo a motore dell’AeC di Biella (quando era ancora dislocato presso l’aeroporto di Massazza). Visitò i quattro angoli della terra e nel corso della sua esistenza ne vide di tutte le specie, spesso protagonista, talvolta semplice testimone di vicissitudini degne di essere raccontate alle giovani generazioni. Nel ’73 raccolse ventidue suoi racconti in un volumetto dal titolo: “I 22 racconti del Riccardo”, lo stampò in proprio, e mai pubblicato, lo regalò ad amici e parenti. Ventidue esperienze di vita, dove il serio e il faceto, episodi tragici ed altri rocamboleschi si mescolano in un tutt’uno Ritrovato per pura combinazione nella polverosa libreria della nipote, la Redazione ne ha estratto un godibilissimo racconto.

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L'Hanriot HD1

Scramble

jet in fiammeGiorno d’estate. Caldo come non mai. Mi accingo ad entrare nell’hangar dove dovrei incontrare amici. Mi fermo con loro a chiacchierare (di aeroplani e cos’altro?) poi, quando sono sul punto di salutarli … squilla il telefonino. – Chi sarà? – mi domando. Ma a voce alta. Mi giro e vedo tutti che sghignazzano: – La tua ragazza!? … ora vedrai che ramanzina! … avrai sicuramente dimenticato il bacetto del buogiorno! – Camerata! – mi dice una voce perentoria attraverso l’etere. Sbianco. I miei amici mi guardano preoccupati: – Qualcosa di grave? – – No … è il JGS4 – – Il Jei … che? – Il JGS4 è il mio reparto … quello di cui faccio parte nel simulatore di volo “Red Baron”. Il nostro aeroporto stava per essere attaccato dagli inglesi: dovevo decollare ma sono ad almeno venti minuti dal pc di casa. – Devo scappare!!! – Ma cos’è successo? – mi placcano i miei amici. – Uno scramble – dico loro per liquidarli.

Da quel giorno sono diventato per tutti: “Scramble”.

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Il primo

Scarlet

farfallaScarlet è la parte più nascosta del mio io, quella che solo pochi sono riusciti a scorgere dietro le apparenze. E’ di un rosso scuro, vibrante, tendente al nero nei momenti più bui. Di uno scarlatto vivace, in altri, solare come può essere soltanto chi sa gioire delle piccole e grandi cose della vita. Come Scarlet scrivo, scrivo, scrivo … e scrivo di tutto: cose buffe e divertenti per far ridere gli amici e parole dure, taglienti e scarne per tirar fuori una visione pessimista nata nel mio cuore. I racconti nascono dentro di me, prendono forma pian piano, evolvendosi dallo stato embrionale dell’idea …sì, quella che mi stuzzica mentre sto facendo altre cose, e mi solletica pretendendo attenzione, sempre più prepotentemente … fino ad esplodere fuori di me. Ed ecco le dita che si ritrovano a ticchettare furiose sulla tastiera, spasmodiche, tentando di afferrarli prima che fuggano via. E tutto il mondo intorno a me perde importanza.

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La rosa rossa

Sabina

mongolfiera 6 coloriMi chiamo Sabina, ho 32 anni, vivo in provincia di Verona. Sono malata di artrite reumatoide (malattia autoimmune) da quando avevo 2 anni circa. Sono diplomata in ragioneria e lavoro come impiegata da 5 anni in una cooperativa sociale di tipo B (inserimento lavorativo persone svantaggiate). I miei hobby oltre al pc sono: la lettura e la poesia.

Ho iniziato a scrivere nel 1995 su consiglio di un amico quasi per terapia, in quanto di solito scrivo per esternare i sentimenti e pensieri che mi porto nel cuore. Tempo fa ho pubblicato alcune poesie nel sito www.scrivi.com per capire cosa ne pensasse la gente e soprattutto chi non mi conosceva. Poi ho creato un mio sito, www.sab73.altervista.org, dove ho inserito tutto ciò che ho scritto tra cui alcune preghiere che definisco “il mio dialogo con Dio”.

Dalla mia passione per il pc e internet ho avuto la possibilità di conoscere Stefano, anche lui malato di A.R., e poter dare il mio modesto contributo alla divulgazione del Progetto Reum-amici (www.reumatoide.it).

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Oppure visitate il suo sito personale: www.sab73.altervista.org


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Un aliante

Andrea Rossetto

aeroplano con occhiMi presento, sono Andrea Rossetto e sono nato nella splendida Padova nel 1975. Probabilmente come te che stai leggendo, il mio DNA è irrimediabilmente intaccato dalla passione del volo, che si è manifestata in maniera importante sin dalla tenera età. Non sono un cosiddetto “figlio d’arte”, i miei genitori svolgono due professioni molto lontane dal mondo aeronautico, ma mio padre, involontariamente penso, ha accresciuto in me questa voglia di vivere tra le nuvole. Ex paracadutista militare e appassionato di montagna e di vita all’aria aperta, nelle nostre biciclettate o escursioni vi era sempre una parentesi “volante”, dai meeting locali con gli ultraleggeri e le mongolfiere agli airshow militari con i mostri delle varie aviazioni.

A 15 anni decisi di trasferirmi a Forli per frequentare l’Istituto Tecnico Aeronautico Statale, non fu semplice, lontano da casa, dagli amici, dagli affetti, ma la voglia di realizzarmi e la possibilità di conseguire gratuitamente il brevetto di Pilota Privato mi hanno tenuto sui libri. Non dimenticherò mai il giorno del mio primo volo da solista il 23 marzo 1994, con il mio istruttore, espertissimo ex centoquattrista in visibile commozione, per me la gioia più grande!

Alla fine della 5ª dopo svariati viaggi a Napoli per le varie prove selettive per l’Accademia Aeronautica (corso Sparviero IV°) la grande delusione, la matematica mi aveva fregato un’altra volta, all’ultimo esame le lacune di sempre hanno infranto i sogni di un ragazzo.

Diplomato, fra vari concorsi e periodi lavorativi come elettricista e muratore partii per il servizio di leva, Brigata “FOLGORE”, alla visita dei “tre giorni” avevo espresso questo desiderio, e il distretto militare non se l’era fatto ripetere due volte. L’arruolamento nei paracadutisti mi ha proiettato in un mondo nuovo, ma al tempo stesso “amico” ed entusiasmante che mi ha temprato nel corpo e nello spirito, non per idiozie sui superuomini o balle di questo tipo, ma sul significato profondo di patria, onore, responsabilità, sacrificio, spirito di corpo, che mi hanno reso sicuramente un uomo migliore. L’esperienza del primo lancio per un paracadutista militare è il coronamento di un periodo durissimo e rappresenta per le emozioni che sa dare un nirvana dei sensi, per me era ripercorrere le orme di mio padre e riportare nuovamente in casa mia dopo trent’anni il basco amaranto.

Dopo otto mesi di avventura, l’Aeronautica mi comunica che sono vincitore del concorso per Allievi Ufficiali di Complemento, mi presento a Firenze in divisa da parà pronto per tre mesi di formalismo e regole severe, roba da poco rispetto a quello che già avevo affrontato. Durante questo periodo supero le selezioni come Controllore del Traffico Aereo, vero motivo per il quale avevo tentato questo concorso. Con i gradi da Sottotenente ci presentiamo in venti alla base aerea di Pratica di Mare a Roma per frequentare il 216° corso Torre Avvicinamento, tre mesi di full immersion di inglese seguiti da sei mesi di manuali di teoria a memoria e prove pratiche al simulatore con l’incognita destinazioni che incombeva sul groppone! Studiare è stato un po’ difficile visto che ci rombavano tutto il giorno sopra le teste gli aerei del Reparto Sperimentale Volo mentre provavano le loro esibizioni, ma alla fine i nove mesi sono passati e il toto destinazioni mi ha visto assegnato al glorioso 51° Stormo di Istrana.

I primi tre mesi del 1998 mi sono impegnato nella non facile abilitazione in Torre di controllo; come in tutti i reparti operativi in Torre ci si divertiva, la diversità di mezzi che vi operavano rendevano il compito del Controllore veramente interessante, si andava dai Siai 208 e gli MB339 della Squadriglia Collegamenti agli AMX del 103° gruppo e 132° gruppo poi, e i 104 del 22° gruppo sciolto purtroppo nell’ottobre del 1998, senza dimenticare gli elicotteri BH12 della Squadriglia Soccorso. Ospiti del distaccamento NATO i Jaguar e i Mirage 2000 dell’Armeè de l’Air francese impegnati nelle missioni in Kossovo e in Bosnia, che ammontarono nel periodo di punta del conflitto a circa 40 velivoli. Insomma quando cominciava la giornata non ci si poteva certo annoiare. Per me lavorare a Istrana ha rappresentato oltre che l’onore di far parte di un gruppo di persone capaci e professionali di uno dei reparti più blasonati dell’A.M.I., il vivere “da dentro” una realtà che avevo sempre immaginato con tanta curiosità quando sin da bambino aspettavo ore sul finale della pista per veder atterrare o decollare qualche aeroplano.

Nel 1999 vista la difficoltà di vincere il concorso per rimanere in Servizio permanente effettivo, conclusi la parentesi militare ed entrai nell’Ente Nazionale di Assistenza al Volo, E.N.A.V., il provider dei servizi al traffico aereo in Italia. Il potenziamento del Centro di Controllo di Abano Terme e l’assegnazione massiccia di nuovo personale fecero si che mi assegnarono a due passi da casa, altri studi , altri corsi a Roma e a Padova ed ora dopo 5 anni al C.R.A.V. di Padova mi trovo qualificato Controllore Radar di Regione e svolgo un lavoro che nonostante le molte preoccupazioni dovute alla grande responsabilità, mi da enormi soddisfazioni e voglia di guardare sempre avanti.

Nel mio tempo libero, quando la vita familiare me lo consente, prendo l’aereo e vado a rilassarmi da qualche parte nel cielo, per diletto inoltre svolgo attività di traino alianti all’Aeroclub Prealpi Venete a Thiene e all’Aeroclub Volovelistico Ferrarese.

La passione per la scrittura e le poesie si è sviluppata durante le scuole superiori, merito forse della mia insegnante di italiano, da allora ho scritto una quindicina di poesie, quasi tutte dedicate alla mia compagna di vita, Cristina, e recentemente ho anche collaborato con alcune riviste del settore aeronautico.

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Cavalieri impavidi

HAG