Sono echeggiate molte piccole appassionanti storie e anche qualche grande aeroplano nella Sala Convegni dell’Hotel Serena di Rieti sabato 24 maggio in occasione della presentazione nazionale del volume di Giancarlo Silva intitolato appunto “Piccole storie di grandi aeroplani”.
Con la sapiente regia della giornalista pubblicista aeronautica Federica D’Accolti, si sono succeduti sul palco dell’evento i diversi amici dell’autore mentre in sala era presente il figlio Michelangelo e, in remoto dalla California, la figlia Iris Irina.
La presentazione si è aperta con il saluto ai numerosi presenti in sala di Marco Forcina, ideatore e gestore del nostro sito web nonché fautore, assieme all’editore Logisma, del recupero e della ripubblicazione commerciale del libro stampato da Giancarlo Silva nel 2011 a beneficio dei soli amici prima di passare a miglior vita a causa di un male incurabile che già lo aveva pesantemente menomato.
Nelle intenzioni dell’autore, il volume costituiva idealmente una sorta di testamento ma anche e soprattutto il racconto disincantato, asciutto e a tratti finanche ironico rivolto da un nonno ai suoi nipotini ancora troppo piccoli per ricordarne i lineamenti e le sue esperienze di vita, non solo professionali.
La presentazione che godeva del patrocinio dell’Aeroclub di Rieti (di cui il com.te Silva fu emerito socio) e dell’HAG – Historical Aircraft Group, è stato sostenuto economicamente dalla FISA – Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico il cui portavoce, prof. Fernando Ferrauti, ha aperto la successione degli interventi. Egli ha sottolineato lo stretto legame che intercorre tra il volo e il libro, apparentemente insospettabile eppure solido, nonché l’assenza di giovani che rimpinguino le schiere dei piloti sempre più anziani, che pure costituiscono il vero valore aggiunto della comunità dei praticanti di tutte le discipline aeronautiche in quanto memoria storica e fonti preziose di esperienze già vissute, nel bene e nel male.
Ovviamente anche il Presidente dell’AeroClub di Rieti, ing Enrico Bagnoli, non ha mancato di esprimere ai presenti il sentimento di entusiasmo per il volo che, a suo dire, l’autore è riuscito a trasmettere nel suo libro, lo stesso identico entusiasmo provato dai giovani piloti all’inizio del loro percorso esperenziale.
Ha dunque preso la parola il Com.te Stefano Gambaro che ha espresso parole di lode nei confronti di chi si è adoperato nella pubblicazione commerciale del libro di Silva in quanto definito “uno scrigno di ricordi che ci fa viaggiare nel tempo”, affermazione che assume grande valore giacché espressa da chi rappresenta un’associazione fondata e alimentata dal desiderio di mantenere viva la memoria storica aeronautica del nostro Paese attraverso il restauro e il mantenimento in attività di volo di macchine volanti storiche.
Un intervento altrettanto prezioso è stato quello del gen Vincenzo Parma che curò, assieme a Giannetto Valli, la trasformazione di una sequela di fogli dattiloscritti in quello che poi diventò la prima edizione del libro di Silva. Non a caso, il gen Parma ha curato la premessa di questa seconda edizione. Una sorta di passaggio del testimone fortemente voluta dall’editore Gherardo Lazzeri.
“Sono le storie che hanno portato avanti il mondo” si può riassumere in queste poche battute l’intervento del gen. Parma che si è presentato al palco dei relatori portando con sé la sua copia personale del libro nella sua prima versione.
L’acume della commozione generale è giunta però al termine dell’intervento del dott Gianfranco Ales, ex compagno di volo di Giancarlo Silva in quanto proprietario assieme a lui di uno splendido Piper Comanche 260 con il quale scorrazzarono per i cieli d’Italia e d’Europa come fosse dotato de “le ali della libertà”. Ancora oggi, perfettamente restaurato e in eccellenti condizioni di volo, quel velivolo testimonia il sentimento di amicizia che legò questi due grandi amanti del volo e del cielo giacché conserva in sé un po’ dell’essenza di Giancarlo Silva che tante ore di volo, assieme al suo amico, spese all’interno di quella macchina volante.
La “porta di platino” del Picchio è stato invece il tema del dell’intervento fuori programma di Luigi Aldini, noto costruttore amatoriale nonché custode della famosa porta di accesso alla cabina di questo altro velivolo che fu di proprietà di Giancarlo Silva e di Gianfranco Ales.
La presentazione del libro “Piccole storie di grandi aeroplani” è entrata nel vivo nel momento in cui Federica D’Accolti ha letto ai presenti la tenerissima dedica che l’autore scrisse a prologo della sua autobiografia e che rivolse ai nipoti e ai figli. Oggi come allora.
Una breve sintesi dei contenuti del libro ha preceduto la lettura di un breve stralcio del libro, “Il primo volo”, da parte della dott.ssa Rossana Cilli che ha curato per il nostro sito una dettagliatissima recensione di “Piccole storie di grandi aeroplani”.
L’editore Logisma, nella persona di Gherardo Lazzeri, ha dichiarato apertamente invece la facilità della scelta di pubblicare il libro di Giancarlo Silva in quanto ricco di contenuti, perfettamente in accordo con la linea editoriale della sua Casa editrice.
A testimoniare la presenza tangibile e attiva all’evento da parte dei figli di Gianfranco Silva, la presentatrice ha sorpreso non poco i presenti in sala procedendo alla lettura di un breve messaggio inviato loro dalla figlia Iris Irina, poche parole che hanno lasciato ben intendere il rapporto speciale intercorreva tra lei e il babbo Giancarlo. E’ per noi un grande privilegio riportarlo a beneficio dei nostri visitatori:
“Mio padre mi ha iniziata al volo alla tenera età di sette mesi quando decise di smontare il sedile di un monomotore e volare da Roma ad Asmara! Poi sempre, le mie conversazioni più importanti sono avvenute in rotta tra New York e Roma seduta al posto di un gentile pilota in pausa!
Mio padre mi ha trasmesso tutto ciò che è anticonformista anti borghesia e anti qualsiasi cosa che fosse collegato a ciò che lui considerava provinciale e di completa pigrizia!
Mio padre era un libertino rivoluzionario e questo sangue me lo ha trasmesso tutto! Sì è definito e reinventato infinite volte senza mai fallire di stupire e creare culture innovative! In California le persone come lui vengono definite “a renaissance man” perché poteva cambiare talento e come portava il suo cappello in ogni istante! Nel volo mio padre si collegava al suo misticismo completamente privo di dogmi o paure!
Mio padre mi disse una volta, quando era comandante del DC-9 e mentre sorvolava sopra il deserto del Sahara:
“Ricordati, noi siamo uno sputo nel cosmo! Noi piccoli uomini possiamo essere liberi solo se ci ricordiamo di restare umili!”
Questo messaggio l’ho portato con me in tutti i miei progetti e avventure! E quando volo, sono sempre con l’infinito e tutta la creatività che lui mi ha concesso di seguire e scoprire !
Grazie per questo bellissimo evento!
Love you dad”
Brevissime sono state invece le parole del figlio Michelangelo, più che altro di ringraziamento per l’iniziativa di Marco Forcina e di chi lo ha sostenuto.
Campionati del mondo di volo a vela e Germania – 1960 sono stati al contrario i temi del racconto di Luigi Petrucci, allora giovanissimo assistente di Giancarlo Silva in occasione di quell’evento unico e memorabile. Un racconto denso di passione e di riconoscenza nei confronti di un uomo unico, maestro paziente e premuroso, sempre sorridente quale fu Giancarlo.
E’ stata poi la volta del com.te Mario Cattaneo che nel 1957 si trovò avversario di Giancarlo Silva, a Rieti, in occasione del I Campionato di Volo a Vela, peraltro vinto proprio da Giancarlo Silva. E’ stato dunque un lungo susseguirsi di ricordi ma che anche di una confessione: la famosa porta del Picchio fu disegnata proprio da un giovanissimo Mario Cattaneo che lavorò per cinque anni nello studio di progettazione dell’ing. Stelio Frati, ideatore del velivolo incriminato.
Il racconto del com.te Cattaneo si è perciò concluso con la rivelazione venata da un sincero rammarico che, in Alitalia, lavorarono assieme solo una volta nel corso di un volo Roma-New York a bordo del Jumbo.
“Il settimo lancio” è stato un altro piccolo stralcio del libro, abilmente curato dalla lettrice estemporanea Rossana Cilli, ormai conduttrice consolidata di Ameriaradio nonchè eccellente scrittrice. Il breve stralcio del libro del com.te Silva ha confermato l’incoscienza meditata dell’autore relativamente alla sua esperienza con i paracadute: da far accapponare la pelle!
Mentre l’incontro volgeva inesorabilmente al termine, ecco la scelta strategica dei due presentatori nel proporre la parte finale della premessa scritta proprio del gen Parma. “Cieli blu”, letto con trasporto da Marco Forcina, è stato dunque il brano di commiato dai presenti e dal com.te Silva.
I ringraziamenti ai presenti e ai promotori dell’iniziativa nonchè la notizia in anteprima della pubblicazione, a breve, di un volume personale a firma proprio di Marco Forcina, hanno terminato l’incontro che si è svolto in un clima familiare, giocoso a tratti, sicuramente piacevole in cui la commozione si è unita al ricordo di una persona unica nel suo genere.
Cieli blu, com.te Silva.
Testo e didascalie a cura della Redazione
Bellissima giornata quella della presentazione del libro di Giancarlo Silva, curata in ogni dettaglio dall’organizzazione. Felice di essere riuscita ad eserci. Onorata di essere stata incaricata della lettura di due brani di questo splendido libro. Complimenti a tutti, e in particolare a Marco Forcina per aver portato a termine questo progetto.