12 Aprile 1961, Juri Gagarin è il primo uomo a volare nello spazio. L’URSS aveva battuto sul tempo gli USA.
A due mesi dall’epico volo, a giugno, viene pubblicato in Italia, edito da Editori Riuniti “Juri Gagarin, La via del cosmo” traduzione dal russo a cura di Augusto Pancaldi del titolo originale “Doroga k kosmosu”. Nel 2013 la Red Star Press ripubblica il testo con il titolo “Non c’è nessun Dio quassù – L’autobiografia del primo uomo a volare nello spazio”.Continua la lettura di La via del cosmo – Non c’è nessun Dio quassù→
collana: I Quaderni del CICAP, N. 16, a cura di Massimo Polidoro
anno di pubblicazione: 2013
nr pagine: 416
ISBN:978-88-95276-20-5
Gli anni sessanta sono stati caratterizzati da quella che fu definita la corsa alla conquista dello spazio. Gli Americani da una parte e i Sovietici dall’altra, si contesero il vasto campo da gioco, dove arrivare primi a mèta aveva risvolti politici-sociali.
Ma, come spesso accade attorno ai grandi eventi, anche per le vittorie conseguite nello spazio, si crearono sin da subito leggende, storie più o meno plausibili, alimentate anche da una scarsa se non addirittura inesistente comunicazione da parte sovietica. I giornali e le televisioni occidentali fecero il resto.Continua la lettura di Il mistero dei cosmonauti perduti→
“Che cos’è che spinge un uomo a prendere posto in cima a un enorme fuoco d’artificio come un razzo Redstone, Atlas, Titan o Saturn, e attendere che qualcuno accenda la miccia? (Tom Wolfe, La stoffa giusta)”
Lev Danilkin ci condurrà per mano attraverso la storia del primo uomo andato nello spazio, analizzando la sua vita con lo stile del giornalista investigativo che vuole fare emergere la realtà dei fatti, portando alla luce le falsità e le incongruenze della propaganda sovietica.
Nato nel 1974, laureato in Filologia all’Università di Mosca MGU, vive e lavora nella capitale russa. Critico letterario, scrittore e traduttore russo, è autore di libri sulla letteratura russa contemporanea. La sua biografia di Gagarin, pubblicata in Russia nel 2011 dalla celebre e autorevole casa editrice moscovita Molodaja Gvardija Press, famosa per la collana di biografie d’autore “Vite di personaggi eccezionali”, è il suo primo libro edito in Italia ad aprile 2013 dalla Castelvecchi (marchio di Lit Edizioni Srl) con traduzione dal russo a cura di Alessandra Carbone.
L’autore analizza la vita di Gagarin dalla sua infanzia fino al 27 marzo 1968, giorno del tragico e assurdo incidente aereo nel quale perse la vita il primo uomo a volare nello spazio. Lo fa raccogliendo tutto il materiale esistente su quanto già hanno scritto di lui sia in patria che all’estero, intervistando i protagonisti di quegli anni che sono ancora in vita, studiando i documenti che ora sono accessibili e quanto riportato sulla stampa estera. Il tutto è perfettamente incastonato nel contesto storico-politico-culturale del tempo, arricchito di riferimenti alla vita, struttura sociale e al pensiero dell’URSS in quegli anni.
La breve sinossi del volume
Questa biografia, presenta al lettore una storia al di fuori dei cliché ideologici ai quali altri biografi e scrittori qualificati hanno dovuto sottostare, e ci fa ripercorrere 34 anni di storia contemporanea a 50 anni di distanza, ridando il giusto ruolo e significato sia alle persone che agli avvenimenti.
Questo però non deve indurci a pensare che Danilkin voglia in qualche modo distruggere il mito di Gagarin. Al contrario, quello che ne viene fuori è la figura di un uomo sicuramente ambizioso, ma non arrogante; che ha saputo intuire, capire, sfruttare le situazioni e le opportunità che gli si sono presentate rivolgendo a suo favore gli eventi e che con tenacia ha perseguito i suoi obbiettivi.
Rimarremo stupiti nell’apprendere che per poco Gagarin non fu espulso dalla scuola di volo dell’Accademia per problemi nel pilotaggio del MIG-15.Riguardo poi al volo … quel 12 aprile di 55 anni fa sembra che nulla andò per come pianificato. Ci furono tanti episodi singolari, a cominciare dalla partenza:
“[…] ‘Serjapin! Dove diavolo sono i cosmonauti? Perché sono in ritardo? […] Li trovi […]’ […] Viene fuori che per poco German Titov non aveva mandato all’aria l’intera operazione di lancio: si rifiutava risolutamente di indossare lo scafandro da cosmonauta, dicendo: non vedo perché me lo devo mettere,adesso, visto che è deciso che sia Jurij a volare!.”
Per poi proseguire con il volo:
“[…] Dopo l’atterraggio sentii la necessità di rivelare tutto quello che mi era successo durante il volo, anche perché dopo di me sarebbero ben presto dovuti altri cosmonauti […]”
Gagarin informa Korolëv (responsabile del progetto delle missioni spaziali) delle anomalie occorse durante il volo e della sua intenzione di citarle nel suo rapporto, quest’ultimo gli rispose:
“[…] se di ciò che è successo a bordo ne verranno a conoscenza i vertici (sia tecnici che politici), il nostro grande progetto di conquista dello spazio ne sarà molto danneggiato […]Jurij, agisci come credi! […] ti do la mia parola che arriverò alla causa del malfunzionamento avvenuto durante il tuo volo […] e ti riferirò le misure che adotterò personalmente.”Il rapporto ufficiale riporterà: “[…] Il volo è andato normalmente, le apparecchiature hanno funzionato benissimo.[…]”
Infine all’atterraggio:
“[…] Incontro al cosmonauta erano state dispiegate le significative forze dell’Aviazione Sovietica[…] Sotto il controllo del Kgb erano stati formati gruppi di ricerca e salvataggio. […]A causa del fatto che la comunicazione dell’avvenuto distacco della navicella fu dato con un certo ritardo, slittò anche l’orario previsto dell’atterraggio […] In più l’orbita della capsula si rivelò essere non quella calcolata; l’apogeo fu più alto di quello previsto per cui Gagarin non potè atterrare là dove l’aspettavano […]” “[…] La confusione cominciò la mattina presto del 12 aprile. All’aerodromo del villaggio di Kljaz’, prepararono al decollo in fretta e furia l’aereo con i medici. Ma quello si bloccò nel pantano dell’aerodromo fin sopra il carrello. Allora i soccorritori furono costretti a partire su un comune Il-14. Arrivarono dunque al presunto punto di atterraggio di Gagarin decisamente in ritardo. Ma il Vostok di Gagarin atterrò comunque in tutt’altro luogo […]”“Nonostante l’enorme portata e le infinite possibilità, tutto questo massiccio dispiegamento di forze non riuscì a portare a termine l’importante missione di salvataggio. Cosa che il comando dell’Aviazione Militare e il Ministero della Difesa non desideravamo certo ammettere. Da lì partirono tutti gli inganni e le balle nei quali venne coinvolto Jurij Gagarin”
L’URSS aveva mandato per prima un uomo nello spazio ma faceva fatica a recuperarlo sulla Terra.
La breve biografia dell’autore che si trova nel risguardo interno della copertina
In questa biografia il lettore conoscerà un aspetto della vita di Gagarin: “il dopo 12 aprile 1961”. In patria Gagarin è acclamato come un eroe ma ben presto anche le altre nazioni lo accoglieranno come tale, con grande disappunto degli Stati Uniti.Gagarin sarà trasformato in “uomo immagine” dell’URSS, un prodotto che poteva essere presentato all’estero come risultato, e quindi validità, del socialismo sovietico. Si lasciò usare.
“[…] Jurij non aveva assolutamente il diritto di disporre del suo tempo, delle sue azioni. Gli veniva ordinato di partecipare a innumerevoli iniziative socio-politiche in Patria e fuori, e tutto ciò era per lui un dovere”
La sua morte, avvenuta tragicamente e troppo presto, ha suggellato per sempre l’immortalità di Gagarin, un eroe, un mito che non ha avuto il tempo di degradarsi. Una morte che quasi sembra essergli venuta incontro per evitargli di dover dividere il palcoscenico con il primo uomo ad andare sulla Luna: questa volta sarebbe stato un Americano.Gagarin sarà sempre ricordato con la gioventù dei suoi 27 anni e il suo sorriso.
La lettura, nonostante le 467 pagine, scorre piacevole, sono presenti dialoghi e vengono riportate con il discorso diretto le varie testimonianze, quasi sembra leggere un romanzo piuttosto che una biografia.Al termine del libro troviamo: l’indice delle fonti, molto ricche, suddivise per capitoli richiamate nel testo con numeri tra parentesi tonde (xx), e le note che sono indicate nel testo con numeri in apice. E’presente inoltre un breve riepilogo delle date più importanti della vita di Gagarin.
Non vi sono fotografie, l’unica è quella di copertina, a colori. Forse la scelta di non arricchire il libro con foto non è stata casuale, ma voluta affinché al lettore rimanga impressa quell’immagine che ci mostra il viso di Gagarin all’interno del suo casco da cosmonauta, e la sua espressione enigmatica (quasi come il sorriso della Gioconda):
“[…] Quando Gagarin entrò nel razzo, a che pensava? […] La cosa più probabile di tutte è che avesse una paura tremenda”
La retrocopertina della biografia di Gagarin che, a dimostrazione del molto “mestiere” da parte dell’autore, assume quasi i connotati del romanzo.
Il 12 aprile 1961 è stato lanciato un seme nello spazio, che ha resistito alle vicende terrene; oggi la Guerra Fredda la studiamo sui libri di storia, il muro di Berlino è caduto, l’URSS e il blocco dei paesi dell’Est non esiste più, USA e Cuba hanno riallacciato relazioni diplomatiche, ma “La via del cosmo” tracciata da Gagarin è sempre lì.
Altri Cosmonauti e Astronauti, uomini e donne, l’hanno percorsa e la percorreranno per costruire una cooperazione pacifica tra le nazioni…
Il 12 aprile del 1961, alle ore 9:07 (ora di Mosca), dal cosmodrono di Bajkonur in Kazakistan, decollò la navetta cosmica Vostok-1. Ospitava all’interno il cosmonauta Jurij Alekseevič Gagarin.
E’ il giorno più memorabile nella storia della cosmonautica: il primo volo ufficiale di un uomo nello spazio.
In occasione della ricorrenza di quel fatidico evento, proprio a partire dallo stesso preciso istante, la Redazione di VOCI DI HANGAR offrirà ai suoi visitatori le recensioni dei tre libri in lingua italiana che descrivono quella pietra miliare nella storia dell’umanità.
Il primo volume, La via del cosmo, è l’autobiografia dello stesso Gagarin, ufficialmente scritta all’indomani dell’evento. Proponiamo la recensione di entrambe le due diverse edizioni pubblicate rispettivamente nel 1961 e nel 2013. In quest’ultima versione, l’avvincente racconto del cosmonauta sovietico ha assunto il titolo: Non c’è nessun Dio lassù –L’autobiografia del primo uomo a volare nello spazio.
Il secondo volume, intitolato semplicemente:Gagarin, è ugualmente una biografia dedicata al primo cosmonauta ma scritta da un giornalista russo nel 2011, a giusto cinquant’anni da quell’evento e, aspetto fondamentale, ben dopo il disgramento della vecchia URSS.
Infine il terzo volume: Il mistero dei cosmonauti perduti, ha per autore un italianissimo ingegnere elettronico, astrofilo e membro del CICAP. In questo prezioso libro viene finalmente dissolto l’alone di mistero che avvolge l’impresa di Gagarin e, soprattutto, vengono smontate le congetture complottistiche che hanno sempre minato i primi lanci della cosmonautica russa.
Appuntamento dunque il 12 aprile alle 9:07 ora di Mosca, ossia ore 7:07 ora di Roma, per celebrare quel momento …
“Elisa Deroche alias Raymonde de Laroche – La presenza femminile negli anni pioneristici dell’aviazione” edito da Editoriale Delfino nel 2015, è un saggio di Storia dell’Aviazione nel quale l’autore Enrico Grassani ripercorre i primi anni 1900 – 1920 con l’intento di dare onore, nome e storia all’altra metà del cielo che, sin dagli inizi, fu presente sui campi di volo.
La storia della prima donna, appunto Elisa Deroche, a conseguire il brevetto di pilota l’8 marzo 1910 con il n. 36, morta in un incidente aereo il 18 luglio 1919, si intreccia con gli avvenimenti di quegli anni: la Belle Epoque, le prime Olimpiadi dell’era moderna, la I Guerra Mondiale. Ma sono anche gli anni in cui le donne in tutto il mondo cominciano a rivendicare in maniera sempre più pressante i loro diritti di eguaglianza nel campo sportivo così come anche in quello politico.
La copertina rigida riporta l’immagine puntiforme della protagonista del volume. Anche da questo piccolo particolare si nota la sua elevatissima qualità tipografica.
L’Aero Club di Francia sarà il primo a istituire il brevetto di pilota di aeroplano e, sempre in Francia, nasce il primo Aero Club Femminile “Stella”:
“[…] Pur non sposando una logica femminista radicale, le aderenti all’Aero Club Stella seppero dare alla loro azione un’impronta che andò oltre la semplice appartenenza di genere, senza però negarla, bensì rivendicandone l’ottica del tutto particolare […]”.
I primi 12 capitoli del libro ci descrivono quegli anni di intenso fervore e gioia di vivere, di radicali cambiamenti nella società.
“[…] L’Aero Club Femminile Stella vedeva nella donna pilota il senso dei tempi, caratterizzati da sfrontatezza, elevazione e fermezza. Una donna sicura di non vacillare e di non restare senza fiato […]”.
Dal capitolo 13 iniziano le vicende di Raymonde de Laroche con il suo esordio nel campo dell’aviazione. Contemporaneamente sia in Francia che in altri paesi europei e in America le donne si stavano affacciando al mondo dell’aviazione conseguendo il brevetto di pilota, e ben presto si sarebbero sfidate nelle competizioni e nei tentativi di records.
“[…] La nascente industria aeronautica sfruttò a suo beneficio l’estensione alle donne della possibilità di alzarsi in volo, sottolineando commercialmente come il fatto dimostrasse la sicurezza e l’affidabilità delle macchine volanti […]”.
Nei successivi capitoli l’autore riporta le imprese di queste prime donne, dei loro successi ed insuccessi e del tributo di vite che anche loro dovettero pagare, al pari dei piloti uomini.
Il libro non può considerarsi una biografia, come il titolo potrebbe indurre a pensare, ma un attraversare gli anni pioneristici dell’aviazione. L’Autore purtroppo si limita, spesso, a riportare date, nomi ed eventi in maniera distaccata ed in molti casi didascalica, senza dare mai voce alle protagoniste, alle loro emozioni e sentimenti, al loro essere donne.
Si parla molto delle prime macchine volanti e degli uomini che le idearono e le volarono.Se si pensa di leggere del volo al femminile, si rimane molto delusi.
L’Autore, pur avendo operato una grande ricerca di materiali dell’epoca, non riesce a far rivivere l’emozioni e il sentire di queste donne che per prime si sono avventurate nel fantastico mondo del volo. Che non solo hanno sfidato la legge di gravità, ma anche le convenzioni sociali e le relazioni uomini-donne:
“[…] Ciò che l’uomo giunge a conquistare grazie alla sua forza muscolare e alla sua resistenza fisica, la donna lo conquista grazie alla sua volontà, alla sua tenacia e al suo coraggio […]”.
Per quanto concerne l’aspetto editoriale, il libro si presenta in un edizione di pregio su carta patinata in formato medio-grande con copertina rigida. Inoltre è ricco di immagini fotografiche dell’epoca corredate da didascalie esplicative.
In appendice al volume si trovano le sintesi cronologiche, ben curate, degli eventi che hanno visto per protagoniste le donne
La bibliografia ricca, e anch’essa ben curata, risulterà sicuramente interessante per chi voglia approfondire l’argomento.
In copertina viene riportata un foto d’epoca di Elisa Deroche ai comandi di un Biplano Voisin.Il retro copertina risulta scarno di informazioni.La seconda e la terza di copertina rimangono vuote, quando invece potevano essere utilizzate per riportare informazioni biografiche sull’Autore. Informazioni che sono praticamente inesistenti per quanto esigue. Da una ricerca sul web troviamo che Enrico Grassani è consulente industriale in materia di sicurezza sul lavoro e ha scritto diversi manuali tecnici. Non abbiamo informazioni riguardo i suoi interessi ed hobby, che possano aiutarci a capire il perché di questo testo. E’ un appassionato di aviazione? Nulla ci è dato di sapere.Questa possiamo considerarla anche una mancanza dell’Editore, che avrebbe dovuto pretendere maggiori informazioni dall’Autore stesso.
La IV di copertina che riporta una brevissima autobiografia dell’autore nonchè la consueta sinossi del volume. Originale la presenza della firma autografa della protagonista di questa biografia
La lettura è fluida, salvo alcuni paragrafi come ad esempio: Il pesante tributo di vite umane (cap. 15); le altre vittime dell’anno (cap. 16); gli incidenti mortali (cap. 18), nei quali l’Autore si dilunga in un elenco di nomi di vittime di incidenti aerei.
Il libro, sia pur lodevole nell’intento, non fa nascere alcun sentimento nel lettore.Non è una biografia, non è un romanzo. Possiamo posizionarlo tra la saggistica/manualistica, per quelli appassionati del volo: che se ne parli bene o se ne parli male, purché se ne parli.
Recensione a cura di Franca Vorano
L'unico sito italiano di letteratura inedita (e non) a carattere squisitamente aeronautico.
Aforismi
Sapete che ci sono quelle maschere per l\'ossigeno sugli aerei? Non penso che ci sia davvero dell\'ossigeno. Credo che servano per attutire le grida.
(Rita Rudner)
Q.T.B.
MECCANICO: A preso gioco i cuscinett della cloche . MECCANICO: Sostituzione n 2 cuscinetti cloche
(Suggerita da Big Mark)
Check-In
PASSEGGERA: Vorrei un posto davanti … sono incinta HOSTESS: Di quanti mesi? PASSEGGERA: Non lo so … devo ancora fare il test di gravidanza …