Al fine di consentire alla giuria di svolgere il difficile quanto prezioso compito di lettura e valutazione delle composizione pervenute e, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del Premio, la data divulgazione dei 20 racconti finalisti della VIIIa edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, prevista per il giorno 1 agosto 2020 viene posticipata al giorno 15 dello stesso mese.
Pur comprendendo il disappunto di tutti i partecipanti ai quali è riservato, loro malgrado, un’ulteriore attesa, gli organizzatori si sono visti costretti a concedere ai giurati un lasso di tempo più consistente rispetto a quanto previsto inizialmente. Ciò in virtù della notevole lunghezza media dei racconti inviati da autori/autrici di questa edizione nonché a causa dei molteplici impegni che i giurati sono tenuti a onorare senza poter fare ricorso alle vacanze estive (annientate dalla pandemia).
Appuntamento dunque al 15 di agosto per apprendere i finalisti della VIIIa edizione mentre, per quanto riguarda, la classifica finale e la proclamazione del vincitore rimane confermata la data del 1 settembre.
E’ felicemente atterrata, come da piano di volo, domenica 30 giugno alle ore 23:59 e 59 secondi locali, meridiano del centro d’Italia, l’VIIIa edizione del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE, ossia è scaduto il termine ultimo di presentazione dei racconti per partecipare al Premio, unico nel suo genere, che si prefigge di diffondere la cultura aeronautica nonché la memoria storica aeronautica attraverso la scrittura creativa.
Gli organizzatori del Premio, l’HISTORICAL AIRCRAFT GROUP (HAG, appunto) benemerita associazione composta dagli appassionati di volo che recuperano e fanno volare aeromobili storici dal passato glorioso e VOCI di HANGAR, il sito web di letteratura aeronautica e non solo, hanno sfidato l’effetto pandemia grazie alla collaborazione della prestigiosa rivista aeronautica VFR AVIATION, a una sinergia con la FISA (Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico) e il supporto economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Non ultimo, da quest’anno, si è presa anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.
Numerosi i racconti giunti nell’ultima settimana mentre uno è atterrato alle 23 e 48 ora locale; l’ultimo ha preannunciato un lunghissimo finale a mezzo di piano di volo.
La Segreteria li sta ancora vagliando prima di darne ufficialmente il “ricevuto” e, ad ora, ci è dato sapere solo il numero complessivo dei testi partecipanti a questa edizione: 47!
Purtroppo alcuni racconti non stati accettati dalla Segreteria del Premio in quanto non conformi ai requisiti previsti dal regolamento del Premio, in particolare a quello fondamentale secondo cui il testo presentato deve essere un racconto anziché una fiaba/favola.
Diversi gli autori/autrici che per la prima volta si sono lanciati senza paracadute in questo confronto letterario come pure numerosi sono gli affezionati narratori/narratrici che hanno inviato i loro racconti sebbene con all’attivo già diverse partecipazioni al Premio con risultati, in taluni casi, anche assai notevoli. Benvenuti ai primi, bentornati ai secondi.
Sono inoltre pervenuti alcuni racconti, indubbiamente più audaci di altri, che hanno quale protagonista il personaggio storico scelto per questa edizione, Umberto Klinger, e dunque godranno di un bonus supplementare rispetto agli altri.
Al momento, la giuria del Premio, è impegnata nel febbrile lavoro di lettura e valutazione del materiale ricevuto. Ai giurati, provenienti dal mondo dell’editoria e del volo, spetta dunque l’ingrato compito di decretare i 3 vincitori e i 17 finalisti della sezione letteraria i cui racconti costituiranno il contenuto dell’antologia del Premio pubblicata da Logisma che ormai è l’editore del Premio per antonomasia. Gli altri racconti, tutti classificati indistintamente in una virtuale XXIma posizione, troveranno ospitalità nel grande hangar di VOCI DI HANGAR, appunto.
Appuntamento perciò al 01 agosto per apprendere il nome dei 20 finalisti e dei XXImi classificati.
Un sincero ringraziamento a quanti si sono cimentati nella scrittura di soggetti aeronautici; dalla Segreteria del Premio giunga loro il nostro più che mai beneaugurale “in becco all’aquila”.
E’ appena decollata la VIIIa edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG, Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la preziosa collaborazione della rivista VFR AVIATION e il conforto della FISA, Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico. Completa la squadra l’editore LOGISMA.
Sebbene l’attuale situazione sanitaria, lo scempio di vite e la clausura forzata collettiva ne abbiano seriamente messo in forse l’avvio, l’edizione 2020 avrà regolarmente luogo, fatto salvo qualche giorno di ritardo rispetto alla data abituale.
Gli organizzatori si sono convinti che, proprio in un momento tanto oscuro, la narrativa aeronautica più di altre attività può consentire agli autori/autrici che in essa si cimentano di volare letteralmente fuori dalle opprimenti dimensioni abitative e/o emozionali consentendo loro di vivere in luoghi e in tempi più che mai preclusi. Con la speranza, s’intende, che la quotidianità riprenda il suo normale fluire e con la promessa, una volta superato questo momento terribile, di raggiungere davvero quei luoghi e di salire davvero a bordo di quelle macchine volanti che si erano solo immaginate con la forza formidabile della fantasia.
Perché, ricordando l’espressione di un autore che ammiriamo molto, siamo certi che:
andrà bene di sicuro!
Anche l’edizione 2020 godrà del provvidenziale supporto di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo, dallo scorso anno, provvede anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.
Il Premio rimane quello delle origini, ossia: racconti di volo, cielo, piloti, insetti, nuvole e ogni altra entità organica e inorganica purché appartenente alla dimensione aerea.
Confermata anche la novità della precedente edizione: il cosiddetto personaggio storico.
Anche nell’edizione 2020, gli organizzatori hanno colto il pretesto di mantenere vivo il ricordo di figure che recano lustro alla storia dell’Aviazione italiana.
La personalità scelta per questa VIIIa edizione è:
Umberto Klinger.
I racconti che conterranno riferimenti alla vita e al lavoro del pilota, politico e imprenditore piemontese ma veneziano di adozione verranno premiati dalla giuria con una valutazione proporzionale all’entità e alla bontà del coinvolgimento del personaggio storico nel racconto: maggiore la bontà e l’originalità dei riferimenti presenti nel testo, migliore sarà la valutazione da parte della giuria.
Rimangono inalterate: partecipazione gratuita, giuria prestigiosa e anonima fino alla dichiarazione dei vincitori, pubblicazione gratuita dei racconti finalisti nell’antologia del Premio edita dall’editore LOGISMA, volo gratuito a bordo di un velivolo monomotore HAG, pubblicazione dei racconti non vincitori nel sito VOCI di HANGAR, targhe e diplomi di partecipazione.
Ad essi si aggiunge, anche in questa VIIIa edizione, il premio speciale VR MEDICAL che verrà attribuito al racconto più meritevole secondo il giudizio insindacabile dell’amministratore dell’azienda, pilota privato e abituale consumatore di testi aeronautici.
Al momento non è dato sapere dove e quando avverrà la cerimonia di premiazione ma comunque compatibilmente con la situazione logistica e di mobilità consentita.
Per celebrare degnamente il personaggio storico prescelto, gli organizzatori avevano immaginato quale data la prima domenica di ottobre mentre come luogo l’Aeroporto Nicelli presso il Lido di Venezia e in particolare l’aerostazione o uno degli hangar delle Officine Aeronavali riaperte per l’occasione, tuttavia, stante l’attuale situazione, potrebbe rimanere solo un nobile progetto. Speriamo bene.
Ad ogni modo, ulteriori novità nei prossimi comunicati.
A questo punto, autori e autrici, rompete gli indugi perché l’atterraggio della VIIIa edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE è prevista per il 30 giugno mentre per il 1 agosto è fissata la divulgazione dei nomi dei 20 finalisti. Per la classifica finale e proclamazione del vincitore occorrerà invece attendere fino al 1 settembre.
Qualora abbiate necessità di chiarimenti o delucidazione, non esitate a contattarci.
E ora … scaldate i motori e … di corsa a scrivere!
Anche VOCI DI HANGAR si unisce all’augurio che gli italiani, in questi momenti di grandi difficoltà, si stanno scambiando reciprocamente in modo assai frequente. Ma con una piccola variante mutuata dal titolo di un libro di Alessandro Soldati che abbiamo avuto il piacere di leggere e di recensire.
Se in un prossimo domani potessi disporre di una macchina del tempo, ebbene l’ing. Celestino Rosatelli sarebbe sicuramente una di quelle persone che vorrei incontrare. Sul serio.
Lo vorrei conoscere di persona, in carne e ossa; gli porrei mille quesiti, sarei curioso di ascoltare la sua voce, osserverei i suoi modi e la mimica dei suoi gesti, le pieghe del suo viso austero con cui troppo spesso è ritratto nelle foto dell’epoca.
Perché di Rosatelli, celeberrimo capo progettista della FIAT non ci è dato sapere granché. Purtroppo, aggiungo costernato.
Benché apparteniamo – volenti o nolenti – all’epoca delle informazioni digitali, delle immagini in tempo reale, benché il nostro sia ormai il mondo in cui tutti sanno di tutto di tutti (dove siamo in vacanza, cosa stiamo mangiando, chi sono i nostri amici e via discorrendo) del sig. Celestino non sappiamo praticamente nulla. Eppure non stiamo citando un personaggio storico che si perde nei meandri oscuri del tempo o che trascorse la sua esistenza all’altro capo del mondo. Egli visse a cavallo del 1900 e in una città come Torino, moderna e dall’alto grado di civilizzazione – non c’è che dire -. Eppure del nostro progettista visionario sappiamo davvero pochissimo.
Se avessi davvero a disposizione una macchina del tempo, l’unico dubbio da cui potrei essere attanagliato potrebbe essere: in quale anno incontrarlo?
Quando era bambino nella sua rustica Belmonte? E allora potrei trovarlo all’ombra della grande quercia mentre, gli occhi persi nell’azzurro candido e nel bianco lattiginoso, fantastica sulle mutevoli forme delle nuvole.
O forse – mi domando – sarebbe più utile sanare la mia curiosità incontrando il sig Rosatelli in età più adulta, quando era ufficiale del Genio Aeronautico? Forse potrei sgattaiolare in aeroporto e intrufolarmi in hangar mentre è in corso il volo da record del suo biplano R70.
Chissà.
Oppure, in virtù della convinzione comune che, un istante prima che l’ultimo anelito di vita ci lasci, la nostra esistenza scorra nei nostri occhi, potrei essergli accanto poco prima del suo trapasso.
Potrebbe essere un’idea …
Ma – mi domando – avrei il tempo di chiedergli, di farmi spiegare, avrei modo di ricevere confidenze o rivelazioni preziose mai confessate ad alcuno?
Ad esempio gli chiederei della sua famiglia, di mamma Apollonia e del papà Bernardino. Vendettero davvero il piccolo podere di famiglia per mandarlo a scuola a Rieti? Erano severi? Che ricordi aveva dei genitori?
E poi vorrei sapere tutto a proposito della quotidianità di Celestino bambino nella piccola e rustica Belmonte in Sabina (che all’epoca faceva parte dell’Umbria) alle soglie del fatidico 1900.
Il suo gioco preferito era davvero imbrattare i muri appena calcinati con strane forme di uccello – forse i suoi primi progetti di macchine volanti – oppure si tratta di una leggenda?
Alcuni storici riportano la vicenda – anche questa grottesca per alcuni versi – secondo la quale il capofamiglia fu convocato dall’allora sindaco di Belmonte dopo l’ennesima denuncia di un concittadino che s’era visto impiastricciare i muri di casa appena imbiancati con una serie di strane linee e forme. L’abile amministratore era riuscito a far rientrare la denuncia e anzi aveva convinto i paesani a raccogliere dei fondi per mandare a scuola quel vero talento che portava il nome di Celestino. Gli chiederei se anche questa è una leggenda.
Poi gli chiederei della sua vita a Roma, delle ripetizioni tenute per sbarcare il lunario e mantenersi all’università. Del suo lavoro come assistente universitario: da allievo a docente. Che carriera!
Si sentiva più un matematico o un creativo?
Non mancherei di chiedergli perché, giovanissimo ingegnere alle prime armi, sopportò in silenzio il sopruso perpetrato da Savoia, Verduzio e dall’Ansaldo che firmarono con il loro nome il mitico biplano SVA 5 sebbene Celestino avesse calcolato e disegnato buona parte del velivolo.
Poi, a bruciapelo, gli chiederei di Giovanni Agnelli: com’era come persona, carismatico e austero come riportano le cronache del tempo? E’ vero che fu lui, in persona, a volerlo fortissimamente a capo dell’Ufficio Tecnico di progettazione della Fiat Aviazione?
E l’ing Gabrielli? Quale fu veramente il loro rapporto? Era davvero geniale oppure fu semplicemente l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto? Divennero davvero amici o il loro fu solo un rapporto di lavoro animato dal reciproco rispetto?
Insomma gli farei una valanga di domande su tutti i fronti, alcune personali, altre sicuramente impertinenti e altre ancora solo per rivivere un’epoca, quella dei pionieri del volo, in cui egli visse e di cui fu protagonista.
Non mancherei di chiedergli se l’ostinazione con cui progettò biplani fu una sua libera scelta o piuttosto un ordine di scuderia.
Non venne mai incuriosito dal mondo dei dirigibili? All’epoca ancora se la battevano alla pari con i sostenitori dei velivoli, aeroplani o idrovolanti che fossero.
Divenne ricco con il suo lavoro?
Ebbe davvero il rimpianto di non aver costruito ponti anziché aeroplani?
E ancora: perché non tornò mai a Belmonte in Sabina? Un caso o una scelta meditata? Possibile che il Celestino che da bambino riusciva a toccare le nuvole con le dita e sorridere al sole anche in pieno inverno si arrese alle lusinghe di una Torino gelida e brumosa?
E la sua famiglia? Sua moglie, suo figlio?
Dai racconti di chi lo conobbe appare quasi certo che fosse un buontempone, un burlone che lavorava a testa bassa e con rigida discipina ma che nella vita privata era la gioia dei bambini e degli adulti sui amici. Perchè una riservatezza così ostinata a proposito della sua vita privata e del suo lavoro? Possibile che Celestino fosse un introverso, un timido?
Queste e altre mille domande gli porrei … ma riceverei risposta? Egli avrebbe la voglia o addirittura il desiderio di aprisi ad un suo estimatore?
Sicuramente all’ing Rosatelli farei un’intervista serrata, minuziosa, quasi un interrogatorio … ma con garbo perché egli fu uomo vecchio stampo, classe 1885, non dovrei mai dimenticarlo.
D’altra parte potrei scegliere un qualunque altro periodo della vita di Rosatelli che, seppur breve, è stata costellata da giorni di lavoro intenso, di insuccessi ma anche di grandi soddisfazioni professionali
Ora però – in tutta onestà – siamo realisti: quando la inventeranno la macchina del tempo? Probabilmente mai … e il mio sogno di conoscere da presso il signor Rosatelli potrebbe svenire miseramente. Peccato.
Ma – a pensarci bene -, a cosa mi occorrerebbe un simile congegno se già ora posso rivivere quell’incontro, posso quasi toccare con mano una simile personalità storica attraverso il racconto – spesso di fantasia, non lo nego – di chi si diletta nella scrittura creativa? In effetti la grande forza dell’invenzione narrativa piega già la curva del tempo; l’intuizione letteraria, corredata da quelle scarsissime notizie biografiche, mi concedono già la possibilità di parlare con Celestino, di sapere di più, molto di più di quanto potrei apprendere da un gelido resoconto storico.
A pensarci bene Celestino Rosatelli – potenza della narrativa – è già tra noi. Questo grazie alla lodevole iniziativa del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE, di VOCI DI HANGAR e dell’HAG che hanno voluto rivolgere al progettista di Belmonte in Sabina la loro attenzione e, indirettamente, quella dei loro autori/autrici partecpanti al Premio.
E allora non occorre una fantomatica macchina del tempo per incontrare il nostro uomo. Lui è tornato tra noi e occorrerà solo sfogliare le pagine di:
“Belmonte in Sabina omaggia Celestino Rosatelli – raccolta antologica di racconti dedicati a Celestino Rosatelli”
per farlo vivere di nuovo. Oppure semplicemente per mantenerne viva la memoria.
“Piacere di conoscerla, ing. Rosatelli …”
A cura del gestore di VOCI DI HANGAR, Marco Forcina
Foto a cura di Irene Pantaleoni, foto di copertina di Clara Bartolini
In evidenza l’immagine del monumento dedicato a Celestino Rosatelli inaugurato a Belmonte in Sabina, sua città natale, lo scorso 5 ottobre 2019. Da notare come il viso di Rosatelli, per una strana combinazione, sia attorniato dalle nuvole che si riflettono dal cielo fin dentro il monumento. Celestino è ora a casa e la sua Belmonte lo omaggia con un cielo pieno di nuvole bonarie.