Storia di un aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe - Alfredo Stinellis - Copertina Fronte

Storia di un Aeroporto – Da Roma Littorio a Roma Urbe

Storia di un aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe - Alfredo Stinellis - Copertina Fronte

titolo: Storia di un aeroporto – Da Roma Littorio a Roma Urbe

autore: Alfredo Stinellis

editore: IBN editore

anno di pubblicazione: 2007

ISBN versione cartacea: 978-8875650391





Ogni aeroporto ha una storia. E spesso si tratta di una lunga storia, intrisa di fatti e avvenimenti che si intrecciano con l’intera storia di una nazione e del mondo intero.

Molti aeroporti erano, all’origine, semplici campi pianeggianti, neanche troppo ampi, dove, agli albori della storia dell’aviazione, fragili accrocchi di legno e tela avevano avuto l’ardire di staccarsi da terra per pochi istanti.

Storia di un aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe - Alfredo Stinellis - Copertina retro
Il retro del libro con una serie di fotografie che lasciano presagire le molteplici attività svolte nell’aeroporto cittadino nel corso degli anni. Sono tutte raccontate all’interno delle 255 pagine di questo lodevole volume

Dopo, quei campetti erano cresciuti, in dimensioni e dotazioni tecniche, man mano che le necessità operative aumentavano di giorno in giorno. Il loro sviluppo ha seguito di pari passo quello degli aeroplani, fino ai giorni nostri e ancora continua.

Altri aeroporti, inclusi gli idroscali (e soprattutto gli attracchi per i dirigibili) sono stati abbandonati. E oggi di loro resta ben poco se non niente. Nel nostro paese sono in stato di abbandono parecchi siti che hanno un altissimo valore storico. Solo per nominarne alcuni: Centocelle a Roma, Vigna di Valle sul lago di Bracciano, Furbara, Orbetello, ma anche Gorizia etc. Ma potrei continuare per una pagina intera.

L’aeroporto dell’Urbe, ormai divenuto il city airport di Roma, ha seguito la stessa evoluzione.

Un sito storico per eccellenza, ha visto scorrere la storia della nostra aviazione adeguandosi e pagandone le conseguenze: inondazioni da parte del vicinissimo Tevere, lavori mal eseguiti, bombardamenti e mala gestione, ma anche tanta autentica passione per il volo e dedizione da parte di personaggi illustri che hanno lottato per preservarlo. Ebbene questi sono i fatti salienti che lo hanno portato fin qui.

Oggi l’aeroporto dell’Urbe funziona ancora, vi risiedono diverse scuole di volo, un reparto volo della Guardia Forestale e altre società che operano con elicotteri. Infatti l’aeroporto dell’Urbe guarda ora al futuro più come eliporto. E questo tende a nasconderne il glorioso passato.

Per fortuna esistono persone che, dopo aver attraversato la storia da protagonisti, prendono una penna e un pacco di carta, oppure afferrano la tastiera di un computer e scrivono le loro memorie. Di solito si tratta di persone generose che vogliono condividere la loro conoscenza con altri che vorrebbero conoscerla, ma non ne avrebbero la possibilità. Spesso sono collezionisti che per anni e anni accumulano in una stanza o in un garage ogni genere di documento. E poi un giorno rispolverano tutto e pubblicano un libro.

Uno di questi è un mio collega, controllore del traffico aereo, attualmente in pensione, ma che all’Urbe ha lavorato qualche decennio proprio in Torre di controllo.

Lavoravamo insieme, in turno e spesso lo vedevo trafficare con pacchi di fogli scritti e documenti. Nelle pause di lavoro si metteva a scrivere e a correggere. Un giorno non ho resistito alla curiosità: gli ho chiesto cosa stesse facendo. Scriveva la storia dell’aeroporto dell’Urbe.

Storia di un aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe - Alfredo Stinellis - Copertina Fronte
In copertina l’ingresso monumentale dell’aeroporto. Lo stile umbertino  della colossale porta di accesso oggi spicca più che mai lungo l’austero muro di cinta dell’area aeroportuale, diventato il margine di  separazione da un’arteria trafficatissima come la strada consolare SS-4 Salaria.

 “Storia di un aeroporto” è nato così.

Alfredo Stinellis è un collezionista e anche un grande appassionato di storia. Fa parte della storia del controllo del traffico aereo e di quella dell’Urbe. Nessuno meglio di lui poteva scrivere un libro simile.

Pur non avendo il brevetto volava spesso con qualcuno di noi piloti, come passeggero, ma un passeggero molto autorevole. Quando sorvolavamo il Tevere, noi piloti vedevamo il fiume. Lui vedeva invece i punti del fiume dove ammaravano gli idrovolanti quasi un secolo fa, i punti di attracco e gli scivoli dai quali gli idro scendevano in acqua o risalivano sulla terraferma anche a mezzo di una gru. Oggi non resta più nulla di tutto ciò, ma lui conosceva la storia e i documenti fotografici in suo possesso. Per questo i suoi occhi potevano vedere tanto più dei nostri. Ne ebbi la conferma quando, un giorno in una escursione sull’argine, ritrovammo i resti della gru sepolti sotto la vegetazione.

Nel libro ha inserito una mole di documenti notevole, moltissimi inediti e quindi interessantissimi.

Ha narrato aneddoti inediti e documentati, molti dei quali sarebbero andati perduti per sempre, se non li avesse condivisi con noi.

Per inciso, è stato grazie a questo libro che ho scoperto un fatto straordinario: l’aeroporto dell’Urbe è stato intitolato (per un certo periodo) a Cesare Carra. Così, anche stimolato dal libro dell’amico Stinellis, e dopo ulteriori ricerche, ho potuto scrivere la biografia di questo pilota, vero pioniere dell’idroaviazione.



Recensione a cura di Evandro Detti

Didascalie delle foto a cura della Redazione


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