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Maria Iannaccone



Tra i venti racconti finalisti della X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE non abbiamo potuto fare a meno di notare un racconto piuttosto “singolare” a partire già dal titolo: “Volesse il cielo”. L’autrice è Maria Iannaccone che, anziché essere leggiadramente intervistata dal Segretario del Premio nel corso della premiazione, verrà ferocemente interrogata nel corso di questa intervista.

Procediamo dunque all’interrogatorio … ops, all’incontro.

Maria, sarai impossibilitata a partecipare alla premiazione a Bagnoli di Sopra. Non potrai ritirare il diploma di partecipazione e la copia dell’antologia fresca fresca di stampa. Poi ti perderai il bacio di saluto di quel gran bel pezzo di ragazzo del presidente dell’HAG e infine lo sproloquio lussurioso del Segretario del Premio. Sei proprio convinta che ti conviene subire la tortura garbata di un’intervista?

Gentile Segretario, mi dispiace non partecipare alla premiazione ma, per compensare la mia assenza, accetto la tua “garbata tortura”, essendomi sottratta a una “leggiadra intervista”.

Vabbè, te la sei voluta!

La biografia che hai inviato a corredo del tuo racconto è identica – perfino nelle virgole – a quella presente nella IV di copertina del tuo ultimo libro. Sei minimalista o ti pesa scrivere?

Sono minimalista!

E comunque la tua biografia sembra quella di un agente del KGB: abbottonatissima! Per caso avevi un collega che si chiamava Vladimir Putin?

Preferisco non rispondere, soprattutto in questo periodo…

E Vladimir Luxuria?

Qual è la prossima domanda?

Torniamo alla tua biografia: è breve e circoncisa. Sei timida o non vuoi far sapere gli affari tuoi?

Sono timida!

Comunque è inutile resistere. Che tu lo voglia o no, ti faremo una specie di radiografia. Trattieni il respiro e non ti muovere. Ora respira! Che bei polmoni che hai! Sei fumatrice?

Ahimè! Un tempo sono stata una fumatrice.

Non lo sai … ma tu hai un ammiratore assai morboso: il vedovo del palazzo di fronte. Ti sbircia tutto il giorno. Vero! Perché è miope. Descrivigli minuziosamente i tuoi attributi fisici, centimetro per centimetro

Tu come lo sai che ho un ammiratore segreto e per di più miope? Mi devo preoccupare? Fai parte dei “servizi discreti”? E il vedovo è un tuo agente sotto mentite spoglie?

Top secret.

Non barare, abbiamo detto “fisici”. Tipo: 90-60-90. Segni particolari come: pedicelli, protesi, capsule, cataratta, alluce valgo …

Ebbene, ti accontento! Ti parlo del mio aspetto fisico e un po’ anche della mia personalità. Ho i capelli corti, gli occhi castani, naso a patata, labbra a cuore, statura media, corporatura magra. Coltivo l’autoironia, mi concedo ogni tanto la possibilità di sbagliare, non mi impegno per raggiungere la perfezione, non mi sento ferita se mi criticano o non rispondo alle aspettative degli altri. 

Direttamente dal book fotografico realizzato per tenere a bada i suoi numerosi ammiratori morbosi, universalmente chiamati “amici di Maria”,  ecco un intenso primo piano della protagonista di questa intervista 

Il tuo ammiratore segreto ci riferisce che hai origini campane e che hai girato molto per l’Italia prima di accamparti definitivamente nella capitale della Ciociaria. E’ vero che il tuo soggiorno è a forma di roulotte? E al posto del letto hai un sacco a pelo?

Sì, ti farò una confidenza: per appagare il mio spirito nomade, ogni tanto trasloco da una casa a un’altra.

Sempre il tuo famoso ammiratore ci fa sapere che … ammetto che per essere un ipovedente sa un sacco di cose … dicevo: hai insegnato Lettere per molti anni nella Scuola Superiore. Che effetto ti fa essere interrogata?

Sono serena perché l’intervista come l’interrogazione degli studenti aiuta a conoscersi meglio. L’interrogazione è per l’alunno il rilevatore del suo livello di apprendimento e per il docente della qualità del suo insegnamento.

Sì, vabbè … e allora Iannaccone … ci parli di un argomento a piacere. Avanti!

Non ci è dato sapere se Maria Iannaccone abbia creato questi due splendidi oggetti di arredamento durante il lock down, certo è che, in mancanza di un cane che si sacrificasse fino a spellarsi le zampe e di un forno che si prestasse a sfornare ogni sorta di dolci fino alla fusione termica, Maria ha scritto ben 5 volumi. Certo che in tema di lavori all’uncinetto promette assai bene ,,, non sappiamo invece cosa ne pensano  le piante del suo balcone (che avremmo voluto intervistare) ma erano a riposo vegetativo. 

La mattina per iniziare bene la giornata, appena mi alzo, accendo la radio e ascolto musica leggera, ma non disdegno quella classica. La sera seguo la televisione e mi rilasso lavorando a uncinetto (dicono che realizzi dei bei lavori). Non avendo un giardino a disposizione, mi diverto in primavera a fare “balconaggio”, ossia ad invasare piante che poi curo nelle successive stagioni. Gli altri hobby ve li dirò in un’altra occasione, se ci sarà. Per ora bastano questi!

Va bene, Iannaccone, vedo che è preparata … che ricordi hai del tuo lavoro di prof? E non mi dire: tutti incubi! Pensa gli studenti!

Li ricordo (se la memoria non m’inganna) come anni meravigliosi, di arricchimento e crescita sia per me sia per gli studenti. Nel tempo mi sono trasformata in un guru per alcuni di loro per cui ogni tanto mi contattano per avere qualche perla di saggezza(pare che oggi siano diventate molto, molto rare). 

Maria Iannaccone alle prese con la tecnologia.

Sempre il tuo ammiratore dirimpettaio ci ha confidato che sei stata pedagogista clinica. E’ una malattia così brutta?

No, assolutamente, anzi il pedagogista clinico è come la valigetta del pronto soccorso. È un professionista che rivolge il suo impegno educativo a favore delle persone, dei gruppi, delle comunità. Previene disagi e risponde ai vari bisogni presenti in ogni età. Svolge aggiornamento e formazione, attività che ho temporaneamente sospeso a causa del Covid.

E veniamo alla Maria che più ci interessa. Nella tua pagina social hai dichiarato: “Amo definirmi una lettrice e scrittrice elastica.”. Sei come uno dei “Fantastici 4”? Quello che si allunga e si accorcia?

Contrariamente a quanto accade nella stragrande maggioranza dei casi in cui le femminucce si identificano nelle eroine dei fumetti e i maschietti nei personaggi maschili dei fumetti, Maria Iannaccone ha sempre ammirato in modo viscerale, sin dalla sua tenerissima età, Mr Fantastic, membro allungabile dei “Fantastici 4”. A Carnevale, ad esempio, ha indossato per anni la tutina blu di Mr Fantastic, oppure acquistava i fumetti dei Fantastici 4 anziché le classiche riviste femminili. Ancora oggi, in età matura, con le articolazioni non più morbide e la muscolatura ormai divenuta poco flessibile, Maria ancora si definisce “una scrittrice elastica”. Contenta lei! (foto proveniente da www.flickr.com)

Perché la Maria di prima non era interessante? Sì, sono come Mr Fantastic.                           

Durante il periodo del lock down c’era chi portava a spasso il cane sei volte al giorno oppure chi impastava pane a tutte le ore del giorno e della notte. Tu hai scritto due o tre libri. Non avevi il cane e il forno ti si era rotto?

Non avevo il cane e il forno non funzionava bene e allora ho approfittato del lockdown per guardarmi dentro con un’attenzione diversa ed ecco che si sono  risvegliate potenzialità sopite.

Nel giro di un anno hai pubblicato ben 4 libri. Con questo ritmo il tuo ammiratore di palazzo dovrà comprare una nuova libreria solo per te. A quando il prossimo?

Veramente i miei libri ora sono cinque. Alla fine di settembre ha preso il volo il testo teatrale ”Il falcone bianco”.  Tutti questi libri sono stati scritti prima e durante la pandemia. Recentemente riesumati, rianimati, rinverditi, sono stati pubblicati per una serie di congiunzioni astrali favorevoli. Ma… torniamo al mio ammiratore di palazzo che spero compri una nuova libreria perché a ottobre verrà alla luce un altro mio lavoro.

Urca! Titolo? Sinossi in 30 parole … e non barare! So contare.

Il nuovo libro “Fiabe Positive”, è indirizzato agli adolescenti e prova ad affrontare attraverso dieci fiabe i temi tipici di quell’età.  Tra i personaggi principali spiccano Negatività e la sua bertuccia Sventura. I loro nomi la dicono lunga sulle loro qualità.

Abbiamo capito che ti piace scrivere fiabe o favole che dir si voglia. E‘ più facile scrivere fiabe o correggere i temi dei tuoi studenti?

Le fiabe come le favole e i temi dei miei studenti hanno un contenuto simbolico importante e tutti e tre veicolano messaggi e valori in modo diverso. Tutto è “nell’occhio di chi legge”

Piccolo quiz. Puoi scegliere tre buste: la uno, la due e la treee. Quale scegli?

La numero due!

Mi spiace siamo in economia e abbiamo solo una busta! Apro la busta numero treee ed ecco la domanda:

“Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà. La puoi vivere tutta in un solo momento, è una favola e non è realtà”.

Bene, signora Iannaccone, vogliamo sapere: l’autore e il titolo di questi versi. Parte il tempo!

Aspetta! Non essere precipitoso! É di un cantante ma mi sfugge il nome. Aiutami a ricordare …

Va bene … te lo dico io! L’autore è Edoardo Bennato e il titolo è “Ogni favola è un gioco”. Condividi il senso di questi versi?

Certamente! Ogni favola è un gioco perché inventata ma aiuta piccoli e grandi a scoperchiare il proprio vaso di Pandora, ad affrontare i propri fantasmi e alla fine a sbarcare consapevolmente sulla famosa “Isola che non c’è”.

Il dossier che ci ha fornito il tuo vicino di palazzo dice che scrivi anche testi di canzoni. E’ vero che sei la sorella di Mogol?

Magariiiii!

E veniamo al tuo racconto “Volesse il cielo”. Hai 30 parole per farne il Bignami … e non raccontare come finisce. E non barare come hai fatto prima!

È vero che ho una buona capacità di sintesi, ma il fatto che debba contare le parole mi mette ansia. Spiegalo tu, tanto so che hai un gran desiderio di farlo.

Nel racconto la protagonista è un pilota commerciale mentre il marito è un banale architetto. Il racconto si apre al mattino che lei è già vestita di tutto punto e arriverà puntualissima in aeroporto, lui invece deve ancora farsi la doccia e rischia di fare tardi al lavoro. Da uno 1 a 10 quanto sei femminista?

Lo sono stata, ai tempi dell’università, ma con la maturità ho leggermente modificato la prospettiva.

L’eroina del racconto, nonostante gli eventi tumultuosi che la investono rimane apparentemente imperturbabile; professionalmente è impeccabile, molto meglio del suo primo ufficiale di sesso maschile. Quanto le somigli?

Un pochino!

Qualche giorno fa è apparsa la notizia nei media nazionali: “E’ decollato il primo volo con un equipaggio tutto al femminile nella storia dell’aviazione civile italiana”. Il tuo secondo nome di battesimo è Nostradamus?

Probabilmente! Ma non dirlo in giro…

Non è un fotomontaggio bensì il titolo della notizia apparsa in un popolarissimo telegiornale nazionale. Potrete leggere l’intero articolo alla pagina: https://tg24.sky.it/milano/2022/09/22/aereo-equipaggio-donne-malpensa. Da notare la data di pubblicazone

Siamo nel 2022 ma non abbiamo ancora capito che le donne possono “tutto”, anche pilotare gli autobus dell’aria. Gli italiani sono retrogradi o sono i media italiani che non hanno notizie più intelligenti da divulgare?

Ahime! Molti, troppi italiani sono il risultato dei media.

Fra tutti i possibili titoli più o meno pertinenti … perché hai scelto proprio: “Volesse il cielo”?

Perché dietro a quel titolo c’è un mondo: la speranza, la fiducia, l’incitamento, il desiderio, il cambiamento, l’attesa, la pazienza, lo stupore

Al tuo racconto hai attribuito un titolo invocativo invece che evocativo. Sei una donna di chiesa? Sei una fatalista convinta?

Quando gli organizzatori del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE hanno saputo  che Maria non avrebbe partecipato alla cerimonia di premiazione della X edizione hanno preteso da lei una foto ad altissima risoluzione. Il motivo? Per farne una copia cartonata a grandezza naturale da piazzare tra gli autori/autrici presenti in carne e ossa.

Non sono né l’una né l’altra. Sono una persona convinta che le donne abbiano delle peculiarità tutte loro e che non debbano entrare in competizione né somigliare all’altro sesso, ma cercare di essere accettate per quello che sono perché la ricchezza è nella diversità e nell’unicità. È questo il mio cambio di prospettiva avvenuto negli anni.

Piccolo quiz. “Volesse il cielo” che tu possa rinascere. Hai quattro opzioni. Vorresti essere:

a) Un gatto nero come quello della copertina di un tuo libro

b) Un albero come quello della copertina di un tuo libro

c) Un uomo

d) Maria Iannaccone

Maria Iannaccone

Sempre il famoso vicino di casa ci ha rivelato uno scoop: “Volesse il cielo” è anche il titolo di una commedia di Vincenzo Salemme. Siamo di fronte a un caso di plagio? Confessa!

Non è stato un caso di plagio ma di amnesia. (sai, ogni tanto mi capita!)

La giuria del Premio lo ha valutato meritevole del 19° posto in classifica. E’ stata avara nei confronti del tuo racconto o è l’inizio promettente di un nuovo filone narrativo?

Partecipando al concorso con il mio racconto, ho lasciato alla giuria “l’ardua sentenza” della valutazione ma nulla esclude che non possa essere anche uno stimolo per avviare un nuovo percorso narrativo.

Tu sei essenzialmente una fiabista … perché hai scritto un racconto a tema aeronautico? Avevi bevuto un po’ troppa pozione magica? Quella gialla, sai dal sapore un po’ acidulo … noi umani la chiamiamo “l-i-m-o-n-c-e-l-l-o”.

Perché sono curiosa e ogni tanto amo mettermi alla prova, anche senza un “goccetto” di alcool.

Ultimo quiz. Completa la frase con un pensiero a tua scelta. Hai sempre quattro opzioni.

a) C’era un volta …

b) Volesse il cielo…

c) Fosse la volta buona per …

d) Tanto ho detto, tanto ho fatto che …

b), Volesse il cielo che tutti noi imparassimo ad amarci di più, ad accettarci con i nostri pregi e difetti. È dall’amore per sé stessi che nasce l’amore  e il rispetto per gli altri. 

Ritieni che il tuo racconto sia una favola o piuttosto una favola di racconto?

Gigi Marzullo è niente in confronto a te! Lascio ai lettori la risposta.

Da prof di Lettere … che voto metteresti a questa intervista?

Il massimo: sia solo per premiare l’impegno di entrambi.

Come tutti i quadrimestri anche questa intervista volge al termine. Che giudizio metteresti all’intervistatore. Ti suggerisco le solite quattro opzioni:

a) Ha capacità ma non si applica a sufficienza

b) I genitori lo devono seguire di più

c) È affetto da pedagogista clinica

d) Non ha attitudine alla scrittura e dovrebbe praticare solo attività manuali

c), È affetto da pedagogista clinica (anche se non ho ben capito quello che intendi)

Per chiudere, Maria … un’ultima domanda. Personale. Il tuo ammiratore del palazzo accanto … proprio lui … ha qualche speranza?

L’intervista è terminata ma non deve essere andata particolarmente bene per l’intervistata giacché ha messo letteralmente “alla porta” l’intervistatore.

Ancora una domanda? Non ci eravamo già salutati con la domanda precedente? Non lo so: “le vie del Signore sono infinite”.

Bene! Salutiamo Maria per aver testimoniato la sua innocenza, ops … per averci concesso un’intervista senza che la minacciassimo fisicamente e moralmente.

Grazie a Maria e – messaggio per il vedovo del condominio di fronte – “se son rose fioriranno”. E ce lo faccia sapere. Ma se son cachi …



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Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).

In esclusiva per VOCI DI HANGAR