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Francesco Massinelli

Mi chiamo Francesco Massinelli, ho 33 anni e vivo a Perugia pur essendo nato a Castiglione del Lago, una ridente cittadina sulle rive del lago Trasimeno. Da tre anni sono sposato con Mita che è la protagonista principale della mia vita. Professionalmente mi occupo di relazioni d’aiuto. Sono infatti un Assistente Sociale e lavoro in una grande cooperativa. Vado al domicilio di persone seguite dal CIM o dai distretti socio-sanitari. Visto l’attuale orientamento umbro a strutturare tanti contratti part-time per distribuire meglio la disoccupazione non guadagno molto. Ho iniziato a scrivere durante il periodo di studio scolastico privilegiando l’attenzione verso quella demenzialità capace di sdrammatizzare e di far sorridere gli altri. Con il passare del tempo ho preferito sempre più adottare uno stile più criptico per nascondermi meglio dietro le parole e dar rilievo alle storie e ai personaggi, in una forma caricaturale. Grazie al computer, alla possibilità di archiviare e far fotocopie dello stesso scritto, ho potuto far leggere le mie opere a tante persone. I lettori rimangono colpiti dagli aspetti linguistici, più dalla forma che dal contenuto dei temi che sviluppo, dalla musicalità che riesce ad uscire anche da un racconto. Se non rimangono divertiti dalla mia genialità puerile sta di fatto che discettano sul mio modo di descrivere, che divide.

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Daniela Manzini Kuschnig

farfallonaVivo e lavoro a Bologna. Docente di lingua inglese, scrivo in pratica da che ho memoria. Ogni tanto pubblico qualcosa. Ogni tanto partecipo a un corcorso. Ogni tanto lo vinco. E continuo a scrivere …

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A passeggio fra le nuvole

Loredana Limone

libellula cavalcataMi sono riavvicinata alla letteratura per l’infanzia con lo scopo meno nobile: far addormentare il mio bambino. Ma altro che addormentarsi! L’effetto prodotto sull’amato pargoletto era proprio il contrario! Così leggendo, commentando ed inventando … indovinate chi si addormentava prima?!? Sono solo una mamma qualsiasi: e vorrei essere una mamma perfetta.

Però questa intensa interazione serale ha dato due ottimi frutti: ho pubblicato un libro di fiabe mie dal titolo “Il Trenino Arlecchino e altre storie” (Edizioni Associate) ed ho scoperto l’impronta fossile lasciatami dai libri della mia infanzia.

Con le mie fiabe vorrei che il fanciullino che è in voi faccia echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell’anima di chi più non crede vapori d’incenso l’altarino che avete ancora conservato da allora. Vorrei farvi perdere il tempo, quando andrete per i fatti vostri, ora vedendo la cinciallegra che canta, ora cogliendo il fiore che odora, ora toccando la selce che riluce (con la benedizione, spero, del buon Pascoli).

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Le due rondini

Alessandra Libutti


Trasportata da una cicogna su un tetto della periferia romana nell’anno di grazia 1967, Alessandra Libutti ha imparato a volare prestissimo (soprattutto in conseguenza di un tentativo fraterno di gettarla dalla finestra quando era ancora in fasce). All’età di sei anni era già una supereroina e si aggirava con una gloriosa mantella ed un cucchiaio di legno per i terrazzi di Montesacro (sebbene ignorata praticamente da tutti tranne qualche passerotto di passaggio). Da allora il soprannome di Super-I. Avendo in quello stesso anno (sebbene gli insegnanti disperassero) imparato a scrivere, decise che, grazie alla sua natura di supereroe, nulla avrebbe potuto impedirle di ottenere (di lì a qualche lustro) il premio Nobel per la Letteratura. Si mise subito all’opera. A dieci anni completò la collezione di opere giovanili: si trattava di una serie di mini thriller in pieno stile pulp che la consegnarono direttamente nelle mani della neuropsichiatria infantile. Tra i quindici e i vent’anni compose una serie di strane elucubrazioni ancora adesso a lei del tutto incomprensibili (vaneggiamenti? Deliri?). Poi convinse qualche caporedattore di essere una giornalista. Di lì il patatrac. Emigrò a Londra e cominciò ad intervistare rock bands fino ad essere messa alla porta da praticamente la totalità delle case discografiche britanniche. Nonostante ciò, nel 1994 in qualche modo riuscì a pubblicare un libro sui Wire per “Stampa Alternativa” e a farsi assumere (riempiendo il curriculum di panzanate inumane) alla Virgin. Ha all’attivo due romanzi inediti (ma che verranno certamente rivalutati dalla posterità): “Thomas Jay” e “Il naufrago”, più un terzo “L’ascensore” (sempre inedito) scritto in collaborazione con Massimomiro Pux (autore certamente più degno di lei). Della sua cinquantina di racconti, alcuni sono comparsi sulle riviste Inchiostro e Tam Tam. Con il racconto “Attacco frontale”, ha vinto il primo premio al concorso “Scrivi Web in Italiano”. E’ sposata e prossimamente mamma.

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Al momento, un suo racconto sta partecipando al concorso indetto dal sito letterario “Bookcafè” … se intendete leggerlo (e magari votarlo o pubblicizzarlo) digitate: http://www.bookcafe.net/concorso/concorso_Detail.cfm?ID=47




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Nella cabina di pilotaggio