Racconti tra le nuvole 2016 – Classifiche

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Sono stati resi noti i vincitori della sezione letteraria e fotografica della IV edizione del Premio di cui il nostro sito è organizzatore assieme   dall’associazione di velivoli storici HAG (Historical Aircraft Group), con la collaborazione con la rivista VFR AVIATION e, novità di quest’anno, con il supporto della FISA, (Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico).

E’ possibile visionare le classifiche nel sito del Premio:

www.raccontitralenuvole.it

Un sincero ringraziamento a quanti hanno partecipato e un grazie anticipato a chi intende farlo; arrivederci a tutti alla V edizione del Premio “Racconti tra le nuvole” – 2017

 



I disperati

i-disperati-copertinatitolo: I disperati – La tragedia dell’Aeronautica italiana nella Seconda Guerra Mondiale

autore: Gianni Rocca

editore: Arnaldo Mondadori editore

anno di pubblicazione: 1991

ISBN: 88-04-33826-1

pagine: 288




Ecco un altro libro, che ho letto di recente, degno di trovare un posto di rilievo nella libreria di tutti coloro che amano la Storia, quella vera.

Non conoscevo Gianni Rocca, ma avevo visto altri libri suoi. Questo è il primo suo libro che ho letto. E che ho apprezzato molto. Non si tratta di un’opera recente. E’ del Luglio 1991. Devo aver comprato questo volume in qualche bancarella, non ricordo dove né quando. Ma è stato per lungo tempo in uno scaffale della mia libreria, dove tengo i libri che ho intenzione di leggere. Era arrivato il suo turno e l’ho letto d’un fiato. E’ davvero interessante.

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La copertina dello splendido libro del giornalista Gianni Rocca. Davvero pertinente la scelta di unl’immagine del trimotore – probabilmente un Savoia Marchetti SM. 79 Sparviero – che, colpito irrimediabilmente, precipita in mare.

Come dice il sottotitolo, il libro riguarda “La tragedia dell’Aeronautica italiana nella Seconda guerra mondiale”. Su questo argomento avevo già letto un mucchio di libri, quindi conoscevo bene la storia, ma ho ripercorso volentieri la concatenazione degli eventi, sia per rinfrescare la memoria, sia per riconfermare alcune mie convinzioni.

L’autore, parte proprio dall’inizio, da quando l’Aeronautica era appena in embrione e non aveva neanche gli aerei su cui volare. Infatti il primo capitolo si intitola: “Aquile senza ali”. E poiché la storia dell’Aeronautica coincide con l’entrata in scena di Mussolini, il secondo capitolo si intitola appunto: “Mussolini pilota”. E continua parlando della storia aeronautica che si è svolta per tutto il famoso ventennio fascista. Non mancano, comunque, opportuni riferimenti all’epoca della Prima guerra mondiale, dei dirigibili e degli idrovolanti.

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I risguardi de: “I disperati” con la sinossi del volume nonchè la breve biografia dell’autore

Inizialmente si chiamava Regia Aeronautica, ma ben presto questa divenne un’Arma a sé stante, proprio ad opera di Mussolini. E’ molto interessante leggere quanta diplomazia fu necessaria per convincere Esercito e Marina a rinunciare ad una propria aviazione per crearne una unica, nuova forza armata a tutti gli effetti.

Il libro prosegue descrivendo, non solo la storia dell’Arma neo-costituita, ma anche quella dei personaggi che ne hanno guidato le sorti attraverso le note vicende, specialmente quelle belliche.

Per quanto riguarda le vicende della Seconda Guerra Mondiale, trattate in maniera davvero molto chiara, anche se necessariamente sintetica, l’autore mette in estrema evidenza gli errori strategici commessi, sia dagli Italiani che dai Tedeschi. E una volta di più ritroviamo la tracotanza, il pressapochismo, la mancanza di idee chiare e la prosopopea dei fascisti e ancor più dei nazisti.

In quelle vicende si possono riconoscere quelle odierne, che si snocciolano pari pari oggi come ieri, a conferma che nulla è cambiato, che la mentalità italica è oggi quella che era allora.

“Chi non impara dalla Storia è condannato a ripeterla”.

Infatti, se ci facciamo caso, la stiamo ripetendo. Sono poche le persone che conoscono la Storia. La maggior parte si lasciano permeare dai luoghi comuni, dalle frasi fatte, del tipo “Caro Lei, quando c’era Lui…”. Ma nel libro di Gianni Rocca, “Lui” non ne esce affatto bene, anzi… La sua figura e quella di tutto il fascismo si muovono sullo sfondo di una tragedia senza fine.

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La retrocoprtina che ritrae, secondo una tradizione molto “all’americana”, l’autore del volume

Attenzione però, occorre ben separare il regime, il governo, la monarchia di allora, dal popolo. E soprattutto bisogna distinguere, nel caso dell’Aeronautica, gli aviatori da chi ne ha determinato la sorte. La storia della nostra aviazione è soprattutto la storia di validi aviatori, personaggi eroici, che hanno compiuto atti eccezionali, con mezzi quasi sempre inadeguati. Quasi sempre sono stati mandati allo sbaraglio e al sacrificio, a volte per un semplice capriccio, per una sfuriata, per un atteggiamento di ripicca, di chi comandava da perfetto incompetente che si credeva un grande stratega.

Dopo aver letto questo libro che, come ho detto, è necessariamente sintetico, acquisiremo una conoscenza consequenziale dei fatti principali e tragici che segnarono quegli anni tanto che sentiremo il bisogno di approfondire ogni singolo argomento per una conoscenza più completa. Ecco spiegato il motivo per cui oggi io rimango sbigottito quando vedo, ancora oggi, gente che fa il saluto fascista o sostiene quelle vecchie idee con l’aria di chi la sa lunga, di chi sembra avere una sorta di nostalgia per tempi che non ha conosciuto. E che non conosce neppure attraverso la Storia.

Poi arriviamo all’otto settembre del 1943. E anche qui Rocca descrive gli eventi, mettendo in evidenza fatti che si commenterebbero da soli, ma la sua narrazione ci accompagna, ci fa comprendere la genesi e le cause del disastro totale avvenuto in quella data. L’Italia divisa in due, tanti eroi, veri eroi, piloti e non solo, che hanno sacrificato la loro vita da una parte e dall’altra. Questi eroi, dopo lo sfacelo della guerra, sono stati incriminati, uccisi vigliaccamente oppure buttati nel dimenticatoio. Perché dopo la guerra si voleva dimenticare il ventennio passato. Si voleva dimenticare la monarchia, il fascismo e tutti i drammi che avevano generato. E così sono stati dimenticati anche tantissimi autentici eroi.

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La copertina della versione edita da Castelvecchi attualmente in libreria 

Un libro che genera rabbia, perché porta a conoscenza di un’ignobile, lunga tragedia, che ha riguardato l’Aeronautica, ma anche la nazione intera. E che, a ben guardare, rischia di ripetersi, perché, come ho detto, gli elementi che l’hanno generata sono ancora presenti qua e là, non sono scomparsi.







Recensione a cura di Evandro Detti

Racconti tra le nuvole 2016 – IVᵃ edizione

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E’ scaduta lo scorso venerdì 30 settembre la data ultima di presentazione dei racconti e delle fotografie da inviare alla Segreteria della IV edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole”.

L’iniziativa, che si prefigge la diffusione della cultura aeronautica a mezzo della scrittura creativa e della moderna arte figurativa, è organizzata dal nostro sito, dall’associazione di velivoli storici HAG (Historical Aircraft Group), con la collaborazione con la rivista VFR AVIATION e, novità di quest’anno, con il supporto della FISA, (Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico).

L’edizione 2016 ha visto la partecipazione di 24 racconti e 10 immagini.

Variegata l’età dei partecipanti: dalla giovanissima non ancora sedicenne al più attempato ultraottantenne.

Si chiude invece in perfetta parità di genere la sezione narrativa: 12 maschietti e 12 femminucce mentre sono tutti di sesso maschile coloro che, invece, hanno preferito rubare l’attimo fuggente a mezzo di una fotocamera.

Per quanto riguarda la provenienza geografica, schiacciante la partecipazione di fotografi e di autori del Nord Italia, viceversa, contro ogni facile previsione, sono preponderanti gli amanti “terrestri” del volo e della scrittura rispetto ai praticanti di attività aeronautiche o comunque ex piloti di aeromobili.

Inoltre, significativa la partecipazione di autori/autrici che si dilettano con una certa convinzione nella partecipazione ai Premi letterari, i cosiddetti “concorsisti”, già blasonati e dunque avvezzi all’arte scrittoria.

Un giornalista professionista e la giovane liceale costituiscono invece i due estremi culturali di chi ha materializzato in parole scritte le proprie fantasie.

Insomma: tanti mirabolanti esempi di varia umanità accumunati dal piacere e la passione per la dimensione aerea che hanno trovato nella scrittura e nella fotografia la loro forma di espressione.

La giuria del Premio, nel frattempo, è impegnata nel febbrile lavoro di valutazione del materiale ricevuto. Ai sette giurati, proveniente dal mondo dell’editoria e del volo, l’ingrato compito di decretare i 3 vincitori e i 17 finalisti della sezione letteraria nonché il vincitore della sezione fotografica che, di diritto, vedrà il proprio scatto in bella mostra sulla copertina dell’antologia del Premio pubblicata dall’editore Logisma.

Appuntamento dunque al 10 novembre per apprendere il nome dei vincitori e, non più tardi di metà dicembre, per poter leggere/vedere tutte le loro opere.

Per qualsiasi informazione:

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www.raccontitralenuvole.it

www.hag-italy.it

www.fisaitalia.it



Storia di un’avventura. Dalla trasvolata atlantica ai cieli della Cina.

storia di un'avventura - copertinatitolo: Storia di un’avventura. Dalla trasvolata atlantica ai cieli della Cina

autore: Mario Destro Bisol

editore: IBN (Istituto Bibliografico Napoleone)

anno di pubblicazione: 1994

ISBN: non disponibile

pagine: 320




Ecco un libro che ho particolarmente apprezzato. E non perché parla anche (e non solo) delle famose trasvolate di Italo Balbo, ma per ragioni diverse che esporrò tra breve.

Ho già scritto altrove del mio interesse per l’aviazione in generale, per la storia aeronautica e per i pionieri dell’aviazione. Cerco costantemente ogni sorta di informazione, sia come libri, filmati d’epoca, documentari, biografie, foto etc, su argomenti e personaggi che in qualche modo abbiano fatto parte del mondo aeronautico. I libri, per esempio, scritti da coloro che hanno vissuto veramente le vicende e i periodi storici nei quali tali vicende ebbero luogo, sono una fonte inesauribile di informazioni preziose. Se i protagonisti non le scrivessero, la memoria della nostra Storia sarebbe perduta. E poi i libri rispecchiano parecchio il carattere di chi li scrive. Ed è importante tener conto dell’autore, nella lettura di un libro.

Di solito chi scrive un libro è uno che ha studiato, che ha una cultura, un orientamento politico. Forse ha anche uno scopo da raggiungere e si prefigge di ottenere un risultato proprio con la pubblicazione del suo libro. Pertanto ci possiamo aspettare che gli autori di libri aeronautici siano personaggi in vista, piloti soprattutto, ingegneri, militari di grado elevato e così via. Certo non un aviere semplice, un Aviere Scelto, un Primo Aviere e neppure un Sergente.

Questo libro è scritto, invece, proprio da un Primo Aviere e questo è uno dei motivi per cui lo apprezzo maggiormente. Il suo punto di vista è quello dell’uomo della strada, del personaggio comune, di colui che si occupa, non delle grandi strategie, ma piuttosto dell’esecuzione materiale delle faccende di tutti i giorni.

crociera aerea decennale - locandina
La splendida locandina che pubblicizzava la Crociera atlantica del 1933.

A bordo dell’I-LIPP, uno degli idrovolanti S55 che partecipano alla seconda trasvolata atlantica agli ordini di Italo Balbo, lui ha un posto nello scafo sinistro, davanti alla sua postazione di radiotelegrafista. E’ un marconista, si direbbe oggi, ma il suo compito non riguarda l’uso di una radio che opera in fonia. Il suo strumento, oltre al radiogoniometro, è il tasto di un apparato che trasmette in codice Morse.

Mario Destro Bisol viene promosso Sergente nel luglio 1933, per meriti speciali. La trasvolata è il suo merito speciale. L’Aeronautica Militare italiana degli anni Trenta era molto diversa da quella di oggi. La disciplina era talmente diversa da essere considerata, oggi, praticamente insopportabile. Oggi un aviere semplice potrebbe parlare direttamente con un colonnello e magari anche dandosi del tu. Il saluto militare è quasi un’opzione e l’obbedienza non deve essere più “pronta, rispettosa e leale” come è stata fino a non molti anni fa. Ma allora era diverso. E qui troviamo un altro motivo per cui apprezzo tanto questo libro: perché offre il punto di vista di un militare di grado tanto basso (anche se scelto con cura per le sue qualità professionali e operative) inserito in un gruppo di ufficiali con a capo il Ministro dell’Aeronautica stesso. I suoi commenti, seppur sempre rispettosi e mai beceri o dispregiativi, mostrano una chiave di lettura più terrena di fatti e vicende di cui altri hanno invece mostrato solamente il lato glorioso.

Un esempio per tutti. L’autore, durante una delle tappe della trasvolata, era stato invitato insieme ad altri specialisti di grado simile al suo, da alcuni turisti americani che alloggiavano su una nave, ad una festa che si sarebbe tenuta dopo cena sulla nave. Balbo e i suoi ufficiali erano ospiti d’onore a quella festa e stavano ballando, per cui gli specialisti si erano collocati un po’ in disparte e ballavano compostamente. Dopo poco un capitano li invita a seguirlo, li guida fuori dall’ambiente ed intima loro di scendere dalla nave. La truppa, e neanche i sottufficiali, tranne qualche rara eccezione ben stabilita, non possono stare nello stesso ambiente con gli ufficiali.

Nel libro troviamo molti episodi di questo genere. Poco importa che il nostro autore avesse un diploma di scuola media superiore come gli ufficiali. Contava il grado.

crociera aerea - Rio de Janeiro
Una cartolina postale dell’epoca che ritrae gli S.55 in formazione serrata sopra i cieli della baia di Rio de janeiro (foto proveniente da: https://www.flickr.com/photos/27862259@N02/6571134141/in/album-72157627535942192/ dove sarà possibile visionare altre altre belle immagini degli S.55 nonchè di alcuni velivoli costruiti dalla Savoia Marchetti)

Dopo la trasvolata Mario Destro Bisol viene spedito in Cina insieme ad un corpo di spedizione del quale non avevo saputo nulla finché non ho letto questo libro. E questa seconda parte è ancora più interessante e stimolante della prima. Ogni singola riga è una scoperta, ogni fatto narrato ci riporta ad altre vicende che invece conosciamo, in una serie di legami e collegamenti che solo un protagonista come lui ci poteva trasmettere.

Nella seconda parte del libro si parla anche di un personaggio, un pilota, che Mussolini fece richiamare in Patria dalla Cina con un’accusa. Appena rientrato lo fece internare nel carcere romano di Regina Coeli e poi finì tra le vittime delle Fosse Ardeatine. Sono stato diverse volte alle Fosse Ardeatine e ho visto il suo nome tra quelli delle altre vittime.

Avrei voluto conoscere Mario Destro Bisol. La sua vita è stata davvero molto intensa. Se lo avessi conosciuto, dopo aver contratto il virus della passione per la Storia aeronautica italiana, sarei stato volentieri a parlare con lui per giorni interi. Purtroppo ho mancato questa occasione.

E pensare che in un certo periodo frequentavamo la stessa Casa Editrice, la IBN, e potremmo anche esserci incrociati senza saperlo. Mi ricordo di questo suo libro mentre era ancora in lavorazione. Dopo ho scoperto anche che Mario Destro Bisol abitava a poca distanza da casa mia, praticamente eravamo vicini di casa nello stesso quartiere di Roma.

Purtroppo è scomparso qualche anno fa. Ma il suo libro resta. E considero, una volta di più, assolutamente necessario e moralmente giusto averlo nella propria biblioteca.





Recensione a cura di Evandro Detti


Storia di un’avventura. Dalla trasvolata atlantica ai cieli della Cina.

Il mio idroscalo (Orbetello)

Il mio idroscalo copertinatitolo: Il mio idroscalo (Orbetello)

autore: Michele Addonisio

editore: Effigi

anno di pubblicazione: 2016

ISBN: 978-88-6433-632-9

pagine: 304




L’idroscalo di Orbetello, situato in un luogo già di per sé straordinario, o meglio, unico (basta andare su Google Maps e dargli un’occhiata dall’alto), è stato teatro di eventi storici di importanza mondiale. Da qui sono partite le grandi crociere atlantiche di Italo Balbo, ma ancor prima, da Orbetello avevano spiccato il volo le due crociere del Mediterraneo. E sempre su questo idroscalo aveva sede la Scuola di navigazione d’alto mare e perfino una Scuola di volo senza visibilità.

All’epoca si utilizzavano molto gli idrovolanti. Ad Orbetello ce n’erano un gran numero e di diversi tipi. Ma nelle due trasvolate atlantiche fu utilizzato l’ S.55, macchina geniale e straordinariamente valida, che fu venduta alle aviazioni di diversi paesi esteri. Oggi resta un solo esemplare di S.55, in condizioni non molto buone e si trova in Brasile.

S.55 Museo TAM - Jahu
L’unico esemplare di S.55 arrivato sino ai nostri giorni è la versione C esposta presso il Museu TAM, già Museu Asas de um Sonho, sito a São Carlos nello stato federale brasiliano di San Paolo (São Paulo). L’S.55, soprannominato “Jahú” dal suo ultimo proprietario, l’aviatore João Ribeiro de Barros, lo stesso soprannominato “Alcione” dall’asso italiano della prima guerra mondiale Eugenio Casagrande, venne utilizzato per compiere la trasvolata atlantica del Sud Atlantico nel 1927 (testo e foto prelevate da https://it.wikipedia.org/wiki/Savoia-Marchetti_S.55)

Purtroppo l’Italia non ha mai avuto la mentalità di salvaguardare la propria storia. Non si è mai pensato di salvare qualche esemplare di aereo, da riporre in un museo, per tramandare ai posteri il prodotto della genialità italica e del progresso tecnologico del nostro paese, che pure, in un certo periodo storico, aveva raggiunto livelli elevatissimi. Peccato. Ma questa è la realtà.

Il periodo storico suddetto coincide sfortunatamente con il ventennio fascista, che per ragioni comprensibili si tende a voler dimenticare e così si dimentica la propria storia. E non solo. Ma sarebbe opportuno imparare a riconoscere e separare la propria storia dalle vicende di un partito politico, saper distinguere bene il popolo dal governo che si ritrova.

Il mio idroscalo copertina
La copertina del volume che ritrae il Savoia Marchetti S.55, il glorioso idrovolante che fu protagonista di trasvolate memorabili

Se non avessimo confuso concetti tanto diversi, oggi potremmo ammirare i maestosi idrovolanti impiegati da Italo Balbo, magari collocati in un bel museo situato proprio nell’idroscalo di Orbetello. Invece abbiamo lasciato scomparire gli aerei. E anche l’idroscalo.

Sono nato a Manciano, a pochi chilometri da Orbetello e ho sempre sentito parlare di un sito dove l’Aeronautica Militare ancora aveva sede, ma ogni volta che passavo da quelle parti vedevo soltanto qualche cartello che indicava un’area militare. E basta. Oltre le recinzioni si intravedeva qualche palazzina fatiscente, erba alta e muri cadenti. Per decenni non ho sentito altro che vaghe voci di popolo parlare di aeroporto, ma l’aeroporto non c’era. A quel tempo prestavo servizio in Aeronautica, ma della sede di Orbetello non sapevo quasi nulla. Solo di recente, quando mi sono appassionato alla storia della nostra aviazione, ho scoperto un mondo nascosto, fatto di avvenimenti gloriosi ed eroici, che nulla avrebbe da invidiare alle altre aviazioni estere. Anzi.

Crociera aerea atlantica
La locandina che visualizza l’itinerario della Crociera aerea Atlantica (dal sito: http://www.solomostre.com/mostre/genova-mostra-aviazione-aeropittura. Riporta l’apertura della mostra: “Da d’Annunzio all’aeropittura. Arte e aviazione in Italia dalla Grande Guerra agli anni Trenta” tenutasi a Genova nel 2014)

Mentre cresceva in me la conoscenza della nostra storia, cresceva ancor più l’interesse e la voglia di conoscere di più. Ho comprato tanti libri. E qualcuno l’ho anche scritto. Ogni tanto mi capita sotto mano qualche nuovo libro interessante, magari edito da poco tempo e lo compro subito. Poi lo leggo. E magari vi trovo qualche spunto per una nuova ricerca, in un’altra direzione. Giorni fa, in una libreria di Orbetello, ho visto un libro esposto in vetrina. Il titolo, “Il mio idroscalo”, mi ha subito incuriosito e sono entrato ad acquistarlo.

Il libro è molto bello. Ben fatto, perfettamente impaginato. Le duecentonovantotto pagine che lo compongono (più altre, indice etc.), tracciano molteplici aspetti che riguardano la storia dell’idroscalo di Orbetello.

L’autore, architetto, pubblica moltissime piantine della città attraverso i secoli fino ad oggi e, sinceramente, mi ha sorpreso venire a conoscenza di quanta storia sia passata per questi luoghi. Di quanto sia stata importante la città di Orbetello, con le sue lagune, già in epoca etrusca e poi romana.

Il libro contiene anche un notevole numero di fotografie, tutte interessantissime, alcune già viste, ma altre inedite. Il padre dell’autore, come dice lui stesso, “volava” da queste parti, con un idrovolante CANT-Z506 Airone. Infatti, molte delle foto sono di proprietà dell’autore. Una di queste foto ritrae un gruppo di piloti di una delle prime due crociere, quelle del Mediterraneo. Tra di loro c’era sicuramente Cesare Carra, che ha partecipato, con un S.55, ad entrambe. Di lui ho scritto una biografia pubblicata dall’editore IBN. La foto è bellissima e costituisce un documento importantissimo e raro. Ma la qualità delle pellicole dell’epoca non consentono di riconoscere tutte le persone ritratte. Carra è senz’altro uno del gruppo, anche se, purtroppo, non saprei dire quale.

Per me che ho scritto la sua biografia, è straordinario camminare lungo la laguna, nelle aree dove un tempo tanti piloti eccezionali hanno camminato, hanno vissuto, volato, studiato. Dove si sono imbarcati sul tender per raggiungere gli idrovolanti alla fonda nella laguna, dove sono decollati e sono ammarati in anni di servizio. E sapere che anche Cesare Carra è stato qui. Di tutto questo si sa così poco!

Il mio idroscalo retrocopertina
La retrocopertina del volume dedicato all’idroscalo di Orbetello, luogo ove si consumarono pagine memorabili nella storia dell’aviazione del nostro paese eppure caduto nell’oblio da moltissimi anni.

Era tanto tempo che pensavo all’idroscalo di Orbetello come ad uno scempio della politica italiana. Sentivo e continuo a sentire la necessità del suo recupero, di portare a conoscenza di tutti l’importanza di questo illustre luogo. Vorrei che finalmente si realizzasse un museo, che si recuperasse o si ricostruisse da capo uno o più idrovolanti che tanto hanno volato su questa laguna, su questa città, in questi cieli. E speravo che qualcuno scrivesse una storia adeguata di questo idroscalo. Tante volte ho accarezzato l’idea di mettermi al lavoro e scriverla io stesso. Ora finalmente il libro che aspettavo è stato scritto e pubblicato.

Indubbiamente non basta un libro a coprire tutta la storia. Non basterebbe un’intera biblioteca. In altre parole, c’è spazio per tanti altri libri, magari ci fossero così tanti scrittori a produrli. Ma questo libro ha il pregio di essere piuttosto ben delineato e ricco di documenti e foto. Racconta la storia dell’idroscalo, ma inserita in quella più ampia e articolata della città e dei luoghi limitrofi.

Per chiunque voglia conoscere meglio la storia dell’idroscalo di Orbetello e delle grandi trasvolate di Italo Balbo e dei suoi piloti, ognuno dei quali meriterebbe la pubblicazione di un libro a sé perché quasi tutti sono poi diventati assi o eroi o comunque personaggi di spicco nella storia aeronautica italiana e anche dei suoi specialisti, questo bellissimo libro non può mancare. Va acquistato, letto e poi messo al suo posto d’onore in biblioteca.







Recensione a cura di Evandro Detti

L'unico sito italiano di letteratura inedita (e non) a carattere squisitamente aeronautico.