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Bleeding Sky

titolo: Bleeding Sky – The Story of Captain Fletcher E. Adams and the 357th Fighter Group.

autore: Joey Maddox

editore: Xlibris Corporation

anno di pubblicazione: ottobre 2009

ISBN libro: 978-1441555588

ISBN ebook: 978-1-4415-5 




Nella recensione di “The Great Rat Race For Europe“, di Joey Maddox, avevo accennato a uno dei piloti del 357° Gruppo Caccia statunitense, di stanza in Gran Bretagna nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Il suo nome è Fletcher E. Adams.

Avevo solo accennato alla sua storia, dicendo che ne avremmo riparlato.

Ecco, ne riparliamo adesso. Questo libro è dedicato proprio di lui.

Yoey Maddox, l’autore, nel mettere insieme un gran numero di racconti, che tanti piloti avevano scritto e gli avevano inviato, affinché non si perdesse la memoria delle loro storie, si era trovato addirittura con troppo materiale da inserire in un solo libro. Perciò, ne aveva scritti due.

Una delle pochissime immagini che ritraggono Fletcher E. Adams e che, inevitabilmente, è stata scelta come copertina del volume di Joey Maddox.

Il primo è “The great rat race for Europe“, che si può tradurre come “I grandi combattimenti aerei per l’Europa“, oppure anche “Le grandi battaglie aeree per l’Europa” ma così, in italiano, non suona troppo bene. Anche se, all’epoca, il cosiddetto dog-figthing, cioè il combattimento tra aerei da caccia, a volte veniva chiamato anche “rat race”, come dire “corsa di topi”, o “caccia al topo”.

Le frasi idiomatiche sono difficili da tradurre, a volte.

Questo libro, invece, ha un titolo che non necessita di spiegazioni. E’ la storia di un capitano pilota, un asso della caccia.

A lui è dedicato il Museo, della cui inaugurazione avevamo parlato a proposito dell’altro libro. Chiunque fosse interessato può andare a leggere la mia recensione in questa sezione dell’hangar.

All’inaugurazione erano presenti molti piloti che, come Adams, avevano fatto parte del 357° Gruppo caccia. Erano tutti molto anziani, prossimi o già oltre i novanta anni.

Il logo del 357th Fighter Group dal quale si comprende facilmente lo spirito che animava i suoi membri: “combattenti per la vittoria” Questo libro è dedicato in parte anche a loro oltre che ad Adams Fletcher. (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

Yoey Maddox aveva accennato a questa età elevata, dicendo, senza mezzi termini che “ormai stiamo cadendo tutti come mosche“. E aveva ragione.

Oggi anche un altro illustre asso, presente all’inaugurazione del Museo, uno dei più famosi tra di loro, se ne è andato di recente: Chuck Yeager.

Ora resta in vita un solo altro nome famoso del gruppo: Bud Anderson.

Anderson, nella prefazione di questo libro, scrive:

“The story of Fletcher Adams is one of the vast number of tales that could be told about WWII”.

“La storia di Fletcher Adams è una delle tante storie che possono essere raccontate riguardo alla Seconda Guerra Mondiale”.

Il velivolo ritratto è il famoso North American P-51B denominato affettuosamente “Southern Belle”con il quale volava Fletcher E. Adams. E’ una delle pochissime immagini disponibile giunte fino a noi. [

Sì. Esattamente. Solo una delle tante storie.

Allora, perché su di lui si scrive addirittura un libro?

Lasciamo ancora la parola a Bud Anderson.

“This book gives us the best insight into a tragic casuality of WWII and the mistery of what happened to captain Fletcher E. Adams. Yoey Maddox’s use of other voices, quotes, and investigative interviews make the story interesting. You’ll not only learn about Fletcher Adams but also the history of the 357th Fighter Group. I found the use of Adams’ personal diary, an illegal practice in wartime, particularly interesting to learn of his personal feelings during his training and combat”.

“Questo libro ci dà la migliore visione dall’interno di un fatto tragico della Seconda Guerra Mondiale e del mistero di cosa accadde al capitano Fletcher E. Adams. L’uso che Yoey Maddox fa delle tante voci, citazioni, e delle interviste investigative, rende la storia interessante. Non soltanto si finisce per conoscere Fletcher Adams, ma anche il 357° Gruppo Caccia. Ritengo l’uso del diario personale di Adams, una pratica illegale in tempo di guerra, particolarmente interessante per scoprire cosa aveva provato durante l’addestramento e durante il periodo di combattimento”.

La copertina del libro che idealmente fa coppia con “Bleeding Sky”, non fosse altro perché è dello stesso autore e perché tratta le vicende belliche del famoso stormo caccia statunitense di stanza in Gran Bretagna durante l’ultima parte del II conflitto mondiale

Adams, infatti, teneva un diario, dove annotava diligentemente tutti i fatti salienti di ogni giorno.

Inoltre, ogni giorno scriveva alla giovane moglie, Aline.

Molti altri piloti tenevano un diario, anche se , formalmente, era proibito farlo. E tutti, o quasi, avevano una ragazza, o una famiglia, a cui scrivere quasi quotidianamente.

La posta era censurata, ma tante cose, apparentemente banali, potevano essere scritte.

Dopo la fine della guerra, la grande quantità di informazioni contenute nei diari e nella lettere, ha aiutato tanti autori a tracciare e tenere vivo il filo dei ricordi. Molti libri sono stati scritti così. Compreso questo.

Il diario di Adams ha costituito una traccia degli avvenimenti del periodo di guerra da lui vissuto. Si comincia dal periodo di addestramento negli Stati Uniti, si continua con la storia del viaggio verso l’Europa, con la storia del primo periodo a Leiston, un aeroporto a poca distanza da Londra, e poi si prosegue con i racconti dei combattimenti aerei successivi. Parliamo del 1943 e dei primi mesi del 1944.

Una bella immagine originale di un P-51 Mustang in forza al 357mo Gruppo Caccia statunitense di cui faceva parte anche il protagonista principale del lodevole libro di Joey Maddox. (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

E si termina, purtroppo, con l’abbattimento dell’aereo di Adams sul cielo della Germania, il 30 maggio 1944. Il momento più sbagliato per essere costretti a scendere in un paese ostile, che subisce ogni giorno bombardamenti e mitragliamenti e si trova sul punto di perdere la guerra.

Lo sbarco in Normandia e l’invasione (con la conseguente liberazione) dell’Europa occupata dai tedeschi, sarebbe avvenuta soltanto pochi giorni dopo, il 6 giugno.

Il libro è una raccolta di racconti di diversi piloti. Ogni racconto va a collocarsi lungo la traccia segnata dal diario di Adams.

Un B-24 Liberator scortato da un P-51 Mustang appartenente al famoso 357th Fighter Group, il reparto che aveva tra le sue fila diversi assi della caccia statunitense. Il pilota del caccia qui consegnato alla storia è il Capitano Don Bochkay. La maggior parte delle missioni consisteva nello scortare i bombardieri pesanti che scaricavano i loro micidiali ordigni esplosivi sulle città tedesche e talvolta venivano attaccati rabbiosamente dagli ultimi caccia operativi della Luftwaffe. (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

In questo modo possiamo seguire Adams, non solo nella sua stessa narrazione, ma anche in quella dei suoi commilitoni. E’ come vederlo in azione con gli occhi di chi gli viveva e volava accanto.

Un lavoro davvero ben fatto.

A Leiston era di base il 357° Gruppo Caccia, del quale faceva parte Adams, come abbiamo detto.

Come tanti altri, Adams era partito per l’Europa a bordo della famosa nave Queen Elizabeth. E come tanti, anche lui aveva lasciato la famiglia. E una ragazza.

La ragazza era sua moglie.

Si erano sposati poco prima della sua partenza. Nel diario di Adams non c’è annotazione che non contenga una dichiarazione d’amore per Aline.

E poi, c’era un altro elemento importante, in questa storia: Aline aspettava un bambino.

Sin dal suo arrivo a Leiston (ma diciamo pure sin dalla partenza), non passava giorno senza che Adams scrivesse a sua moglie. E lei faceva altrettanto.

Poiché che il libro è costituito da racconti scritti da tanti piloti, dove Adams si vede partecipare alle azioni, e dalle registrazioni che lui stesso annotava sul diario, possiamo seguire la vita di reparto per tutti i mesi del 1943.

Un velivolo P-51 Mustang del 357° Fighter Group parcheggiato all’interno di un hangar della base aerea di Leiston. Considerato che ogni velivolo aveva “a corredo” almeno quattro specialisti e un pilota, che l’aeroporto era dotato di officine per lavori “pesanti”, magazzini di ricambi, mense, dormitori e tutto quanto necessario per la logistica di un reparto operativo, Leiston era una vera propria cittadella abitata da circa un migliaio di persone (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

In questo periodo Adams diviene un asso, viene promosso, conduce il suo aereo P-51 Mustang in ogni tipo di missione di guerra.

E continua a scrivere alla sua Aline.

Nei primi mesi del 1944 parla spesso della prossima nascita del loro figlio, di quale nome vorrebbero dargli etc.

La corrispondenza si fa sempre più serrata. Spesso le lettere di Aline tardano ad arrivare e Adams freme, chiedendosi cosa può essere successo. Poi arrivano tutte insieme.

Insomma, la vita normale di due sposi.

Ma la loro vita non era affatto normale. Aline si trovava a migliaia di chilometri di distanza. E lui andava in volo ogni giorno per combattere e in qualunque momento poteva morire, per un motivo o per un altro.

All’epoca, il servizio di spionaggio era molto organizzato. Alla radio tedesca trasmetteva spesso un signore che parlava benissimo l’inglese e che sembrava dedicare il suo programma proprio ai reparti americani e inglesi di stanza in Gran Bretagna. E sembrava conoscerli ad uno ad uno.

Appena arrivato a Leiston, Adams si trovò ad ascoltare quella radio. Il signore di cui sopra, in perfetto inglese, li salutò e diede loro il benvenuto, riferendosi ad essi come agli “Yoxford Boys“.

Infatti, vicino all’aeroporto c’era un piccolo paese che portava questo nome. E dove spesso il gruppo andava in libera uscita.

Segno evidente che il Regno Unito pullulava di spie.

Anche se questo velivolo faceva parte del 357° Fighter Group non è dato sapere chi fosse il pilota. Da notare i voluminosi serbatoi alari che consentivano al possente caccia statunitense di estendere la già notevole autonomia di cui era dotato. L’elevata velocità unita a una potenza di fuoco invidiabile e la notevole autonomia resero il Mustang come la macchina da guerra quasi perfetta (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

Comunque questo nomignolo rimase in uso e da allora i ragazzi del 357° Gruppo Caccia continuarono a chiamarsi gli “Yoxford Boys“.

E il signore che trasmetteva fu, a sua volta, battezzato “Lord Haw Haw“.

Arriviamo al mese di maggio 1944.

La nascita del bambino era sempre più imminente.

Aline aveva scelto già un nome, sia per un maschio che per una femmina. Ma questi nomi non piacevano ad Adams.

Lui sperava in un maschietto e nel caso, per lui avrebbe scelto il nome Jerry.

Perché proprio Jerry?

Perché, come abbiamo detto sopra, il combattimento aereo era anche chiamato “rat race”, dove il nemico era il topo. E ognuno di loro si sentiva di essere il gatto.

Tom e Jerry, in altre parole.

Infatti, il nascituro si rivelò essere un maschietto. E prese davvero il nome di Jerry.

Dal diario di Adams, un’annotazione del 28 aprile 1944 riporta la nascita di Jerry il 23 o il 24. Qualche giorno prima.

Le altre annotazioni riguardano missioni di guerra, piloti che sono stati abbattuti, notizie di vario genere. Fino al 22 maggio 1944.

Da questo punto in poi, inspiegabilmente, nulla. Le pagine vengono sbarrate da una riga e nessuna annotazione compare più.

Il libro prosegue facendo riferimento ai racconti degli altri.

Ma da questo punto comincia la parte più tragica della vita di Fletcher Adams.

Ora bisogna occorre in evidenza un particolare importante, avvenuto proprio in quei giorni.

Hitler era sempre più rabbioso.

Un scatto che mette in risalto la forma in pianta dell’ala del P-51 Mustang. Inutile precisare che lo scatto ritrae un velivolo in forza al 357° Fighter Group. I caccia decollavano all’alba per la scorta dei bombardieri e rientravano dopo aver svolto una missione mediamente di sei o sette ore di volo, quindi venivano riforniti e manutenuti – molto spesso durante la notte – per tornare in volo il giorno dopo secondo le stesse modalità (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

Infischiandosene delle convenzioni internazionali riguardo ai prigionieri di guerra, aveva emanato una direttiva che condannava a morte qualunque pilota alleato che fosse stato costretto a paracadutarsi sul territorio della Germania. Questi piloti dovevano essere considerati criminali, delinquenti, che osavano colpire la popolazione civile inerme. Come se non fosse stato proprio lui, Hitler, ad aggredire per primo la popolazione civile inerme degli altri paesi europei.

Goebbels, dal canto suo, aveva rafforzato l’ordine di Hitler.

E Lord Haw Haw, ovviamente, aveva trasmesso la notizia, per spaventare gli ascoltatori alleati.

La retrocopertina di Bleeding Sky. Spicca la fotografia di un Mustang con la inconfondibile livrea  della cofanatura motore a scacchi gialli e rossi  tipica del 357° Fighter Group.

Non si sa se Adams avesse sentito alla radio tedesca di questi ordini criminali … possiamo solo ritenerlo molto probabile. Non c’è nessun accenno nel suo diario, che comunque si interrompe improvvisamente e inspiegabilmente al 22 maggio. Ma se anche non avesse ascoltato direttamente la radio, almeno i commenti dei suoi commilitoni li sentì eccome, ne siamo quasi certi.

“On the night of May 29, 1944, the pilots of the 362nd Fighter Squadron were in the pilots’ room listening to German radio. They probably laughed as Lord Haw Haw threatened the next “Dirty Yoxford Boy” shot down, and captured alive with death. We’ll never know whether Fletcher Adams heard the broadcast; he made no mention of it in his last letter to Aline”.

“Nella notte del 29 Maggio 1944, i piloti del 362° Gruppo Caccia erano nella stanza dei piloti e stavano ascoltando la radio tedesca. Probabilmente risero quando Lord Haw Haw minacciò di morte il prossimo degli “Sporchi Ragazzi di Yoxford” abbattuto e catturato vivo. Non sapremo mai se Fletcher Adams ascoltò la trasmissione; non ne fece menzione nella sua ultima lettera ad Aline”.

Se anche l’avesse sentita, di sicuro non ne avrebbe scritto nulla ad Aline, per non farla preoccupare.

Il giorno dopo, nel pomeriggio, Adams era in volo sulla Germania. Stava scortando i bombardieri in una missione di bombardamento della città di Bernberg e stavano sorvolando un piccolo paese, Tiddische.

Il suo aereo, un Mustang P 51 che aveva nominato The Southern Belle (La Bella del Sud, cioè Aline, ma lui aveva evitato di proposito di nominarla  perché non voleva andare in guerra con il nome di sua moglie scritto sulla fusoliera) fu colpito. Un gruppetto di caccia tedeschi Me 109 li aveva  attaccati.

Un dato storico è sicuramente inconfutabile: i piloti del 357° Fighter Group sapevano stare in formazione serratissima. Di sicuro lo scatto è originale giacché è assai improbabile che sia stato foto-ritoccato (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

Un gregario della sua squadriglia raccontò che ci fu un’azione eversiva per sfuggire all’attacco. Ma vide che il The Southern Belle era stato raggiunto da alcuni colpi e stava perdendo liquido refrigerante dal motore: lasciava una scia bianca dietro di sé.

Adams si lanciò immediatamente, prima che l’aereo prendesse fuoco.

Il paracadute si aprì regolarmente e Adams scese dolcemente verso terra.

Nello stesso momento, a poca distanza, era stato abbattuto anche un caccia tedesco e il pilota, Ferdinant Spychinger, era morto nello schianto.

Da questo punto in poi il libro riporta la storia di ciò che avvenne dopo l’atterraggio di Adams, in un campo vicinissimo al paese di Tiddische.

L’aereo, senza controllo, aveva urtato il terreno in una maniera talmente piatta che, dopo alcuni rimbalzi, si era fermato proprio al limite dell’abitato, quasi intatto. E non si era neanche incendiato.

A dimostrazione delle notevoli dimensioni di P-51 Mustang, si noti che, mentre la squadra degli specialisti addetti alla manutenzione del velivolo dialoga con il loro pilota appena uscito dalla cabina di pilotaggio, essi sono poco più alti del bordo di attacco dell’ala. (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com)

Ora la storia si fa davvero tristissima. Per questo motivo preferisco tracciarne solo le linee essenziali, lasciando al lettore l’onere di leggerla dal libro di Maddox.

Adams venne catturato. Il capo della polizia di Tiddische, Adolf Funke, un fanatico nazista, assolutamente privo di umanità, lo arrestò. Lo portò subito all’interno della sua casa che fungeva anche da ufficio, coadiuvato da un suo nipote, capo della locale sezione della Gioventù Hitleriana.

Adams fu spinto brutalmente, colpito più volte e fatto sedere su una specie di poltrona.

La moglie di Funke lo colpì a sua volta, ripetutamente, con un ferro da stiro, facendolo cadere a terra svenuto.

A queste scene assisté parecchia gente, gli abitanti del paese, che si assembrarono fuori dalla casa e sentirono le urla di Funke, di sua moglie e del nipote. Ma dopo poco furono brutalmente dispersi da Funke, che li minacciò e ordinò loro di andare a casa.

Bisogna dire che la gente comune non voleva che il pilota fosse maltrattato. Era sufficiente prenderlo prigioniero e trattarlo secondo le convenzioni internazionali in vigore.

Ma le rabbiose direttive di Hitler e di Goebbels avevano fatto presa sul nazista Funke.

A differenza del nostro paese che spesso dimentica la propria storia più o meno recente, in Gran Bretagna – che pure ha una storia millenaria pari alla nostra –  alcuni luoghi speciali o alcuni eventi particolari vengono commemorati in modo tangibile o comunque ne viene mantenuta viva la memoria. A prescindere. E’ il caso di questo piccolo sacrario che si trova nei pressi di Leiston, laddove trovò la sua sede operativa il 357° Fighter Group dell’USAAF (l’aviazione dell’esercito statunitense), vicino alla cittadina di Theberton a partire dal 01 febbraio 1944 fino al 8 luglio 1945. Nel bel mezzo del nulla, o meglio della campagna del Suffolk è possibile imbattersi in questa piccola staccionata posta a contorno di un semplice memoriale che ricorda il legame inscindibile di quel luogo (in terra britannica) con i piloti statunitensi. Il grazioso monumento, allestito nel 1997 a cura dei “Friends of Leiston Airfield” , ossia “Gli amici dell’aeroporto di Leiston”, è collocato nella Harrow Lane in quella che una volta era l’intersezione delle vecchie piste dell’aeroporto di Leiston. Nella pietra centrale, appena sotto la croce, è possibile leggere la seguente iscrizione:THEY FLEW AWAY AS EAGLES TOWARDS HEAVEN”. WE WILL REMEMBER THEM che tradotto in italiano diventa: “Loro volarono via come aquile verso il paradiso. Noi li ricorderemo”. Lo scopo del sacrario è infatti quello di ricordare e onorare gli 82 piloti che persero la vita nello svolgimento del loro dovere decollando appunto dall’aeroporto di Leiston. Tra questi, elencato in ordine alfabetico di cognome nella pietra posta a sinistra, primo della lista, è possibile leggere proprio il nome di Adams E. Fletcher (foto proveniente da https://www.americanairmuseum.com).

Il nipote, pur essendo il capo della Gioventù Hitleriana, non era come lo zio. Provò a dissociarsi, ma rischiava di farsi denunciare e arrestare, se non lo avesse assecondato.

A ridosso della staccionata che delimita il memoriale di Leiston è presente la targa mostrata in questa immagine. E’ possibile individuare la cronologia dell’aeroporto di Leiston  dalla sua  apertura (avvenuta nel febbraio del 1942) fino alla sua pressoché totale riconversione a terreno agricolo nel 1955 (a oggi rimangono solo poche centinaia di metri di una delle piste originarie) nonché alcune informazioni relative alle missioni svolte dagli Yoxford Boys.(foto proveniente da www.flickr.com)

E nessuno della popolazione osò muovere un dito. Tutti si ritirarono nelle loro case, spiando dalla finestra. Quelli che potevano vedere qualcosa. Altri non videro più nulla, o almeno così dichiararono dopo la guerra.

Più tardi Adams, che aveva ripreso i sensi, fu condotto a piedi lungo la strada che usciva dal paese, verso un bosco vicino.

Funke sparò due colpi al pilota, che non morì subito. Il nipote, con la pistola cal. 45 di Adams, sparò il colpo di grazia.

Il corpo fu lasciato nel bosco fino al giorno dopo, quando alcuni prigionieri che lavoravano nei campi al comando dei civili tedeschi furono incaricati di prendere il cadavere e seppellirlo in un punto che fu loro indicato, nei pressi di un muro, ad un angolo del locale cimitero.

Nella primavera del 1945, le truppe americane arrivarono a Tiddische e cercarono i resti del loro pilota.

Poi catturarono i responsabili del suo omicidio.

Tutti, tranne Funke, che non fu mai trovato e non pagò mai per i suoi crimini.

Nel libro Maddox rivela che il corpo di Adams subì altri oltraggi. I suoi resti, riesumati, mancavano di alcune parti, come le mani, i piedi e la testa, che non furono mai ritrovati.

Una ripresa aerea d quello fu l’aeroporto di Leiston. Situato a 3 miglia dal Mare del Nord, l’aeroporto operativo più orientale della Gran Bretagna durante il conflitto mondiale, aveva la caratteristica forma ad “A” con una pista principale di circa 1800 metri di lunghezza e due da quasi 1300 metri. Lo scatto proviene dal sito web dedicato all’asso Bud Anderson (https://toflyandfight.com/357th-tribute/leiston-airfield/) che viene citato nel libro di Joey Maddox fin dalla prefazione. Si notano alcune strutture di supporto dell’aeroporto e le piazzole di decentramento ove venivano parcheggiati i velivoli del reparto.

A seguito di questo episodio ci furono interrogazioni, processi e condanne. 

E solo dopo parecchio tempo i poveri resti di Adams furono riportati negli Stati Uniti.

A questo punto, specialmente dopo aver letto il libro, sarebbero moltissime le considerazioni da fare.

Ci si interroga sul perché di tanta brutalità, gratuita, senza scopo alcuno. Ma questa è la guerra.

Anzi, questa è l’Umanità.

C’è ben poco da aggiungere: l’Umanità è questa ed è capace di compiere azione tanto agghiaccianti.

L’Umanità non è capace di imparare e migliorare davvero. In questo momento storico assistiamo al ritorno di condizioni capaci di rimetterci a rischio di ripetere episodi simili. Anzi, nel mondo non è mai cessata la crudeltà. L’Uomo sembra incapace di vivere in pace evitando di fare del male al mondo intero e a sé stesso.

Anni fa ho letto l’autobiografia del famoso Horst Tappert, meglio noto come l’Ispettore Derrick.

Lui aveva fatto la guerra. Nel libro diceva di essere stato sempre contrario alla violenza e che tutto il popolo tedesco, in generale, lo era. Tranne una piccola minoranza, che però era stata capace di trascinare il resto in un turbine di violenza senza fine.

Derrick aveva scritto una frase che mi aveva colpito:

“Noi tedeschi avevamo imparato a diffidare di chiunque parlasse a voce troppo alta”.

Credo a questa affermazione. Ma credo anche che la memoria della gente sia piuttosto breve.

A distanza di qualche decennio, secondo me, sono pochi quelli che continuano a diffidare. E sempre di più quelli che, invece, sono pronti a seguire.




Recensione a cura di Evandro A. Detti (Brutus Flyer)

Didascalie e fotografie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR