Archivi categoria: I Piloti di Hangar

Autori dei racconti

Riccardo Baldinotti

elicottero a pallaL’autore è arrivato qui in maniera ignota, per cui non sa come andarsene. Passa il tempo a lanciare appelli del tipo: “Se trovassi la porta per uscire, prometti che mi avviserai”, e tale appello pure qui rinnova. Gli piacciono le nuvole, i fiori, i cuccioli di mammifero, la musica di Mahler e i Gentle Giant. Però non sa volare, non ha il pollice verde, non tiene (né procrea) cuccioli di alcun genere, e neppure sa suonare. È riuscito finora a evitare molto di quel che non gli piaceva ma sfortunatamente, in questo modo, ha evitato anche molto di quel che gli piaceva, e ne ha tratto così un’esperienza: che non tutto il male vien per nuocere, e che non tutto il bene vien per favorire. È convinto di scrivere cose allegre, anche se alcune suonano tristi, e gli piace sognare, ad occhi aperti o chiusi, soprattutto ascoltando la musica o guardando il cielo. Del mondo che ha trovato qua, dice: “Ohibò” e, interrogato sul senso dell’esclamazione, guarda con aria assente e chiede: “Perché, tu ci capisci  qualche cosa?” Ciononostante, detesta i fricchettoni, i disimpegnati, i qualunquisti, e quelli che la libertà se la trovano sopra un albero o in una barca a vela. Massime, gli stanno in uggia i disfattisti e gli egocentrici (come è lui). In un momento di euforia, ha gridato: “Sì, ridete pure, stelle, di noi. Più forte rideremo, quando con voi giocheremo a palla”. Gli piace pure citare la seguente frase, messa in bocca ad un suo personaggio: “Le tradizioni sono solo il modo in cui i vostri antenati sbagliavano. Non che voi siate migliori, ma non vi piacerebbe sbagliare a modo vostro?”. Chiede umilmente, a qualunque agenzia spaziale, che gli facciano fare un giro su un’astronave.

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riccardo_baldinotti(chiocciola)bigfoot.com


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Icaro

Mio figlio, il pilota

A Hug

 ahugAngelo Hug (da non confondersi con: “A-hug”, tipica espressione di assenso usata con molta frequenza dai Pellerossa dell’America settentrionale prima di imbattersi nei “fratelli” bianchi), comincia a volare decollando dal seggiolone per poi atterrare sul sottostante pavimento marmoreo della casa natale.

L’esperienza lo entusiasma a tal punto da sognare, già in tenerissima età, di trasformarsi in essere alato. Ed è per questo motivo che, appena può, consegue tutte le licenze e le abilitazioni di volo compatibili con l’esigenza di restare per aria.

Eccolo, dunque, pellegrino del cielo, affrontare molti suoi sogni: dalle Alpi alla Calabria, passando per Rieti. Fino a quando, un giorno dello scorso inverno (anno 2000), atterra con il proprio aliante in un campo sperduto in un remoto territorio del Sud Africa. Rischia il linciaggio da parte delle popolazione locale, ma appena si qualifica, pronunciando il suo nome, A Hug appunto, vede la marmaglia innalzarlo sulle spalle e, al grido reiterato: “Hug, hug”, adorarlo su una specie di altare, elevato, nel suo pensiero, al rango di un dio alato.

Rintracciato fortunosamente dopo molte ore dalla squadra di recupero, apprende con raccapriccio che, nell’idioma locale, “Hug, hug” costituisce l’equivalente del “mo’ se lo famo” di romanesca estrazione lessicale.

Al termine di lunghe contrattazioni viene barattato con la sua variopinta tuta di volo. In mutande, ma vivo, l’abbandona a malincuore agli indigeni. Su di essa spicca la toppa di una testa d’aquila e il motto “Vola lento e basso”.

Questa simpatica biografia, scritta dall’autore con la sua proverbiale ironia e acume, lo descriveva a tutto tondo. Purtroppo A Hug, all’anagrafe Ugo Paolillo, ci ha lasciato per sempre a causa di un tragico incidente di volo avvenuto nel luglio 2023 nei cieli di Rieti a bordo del suo amato “Papero” – come affettuosamente lo avevamo soprannominato – il suo Fournier RF-3 ultraleggero.

Ci ha lasciato alla veneranda età di 83 anni, 60 dei quali vissuti volando ovunque indifferentemente con aeroplani, alianti, motoalianti e ultraleggeri vari.

Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autore avremmo normalmente pubblicato la sua e-mail ma, consapevoli che non potrà più rispondere per ovvi motivi, ci piace ricordare solamente che il suo indirizzo di posta elettronica  era costituito dalle sigle di gare di uno dei suoi tanti alianti …

Cieli sereni tretango! Vola alto e lontano, Ugo.


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La Daunia brucia!

Imprese inutili

La prima termica del mattino


Nel cielo di Cecenia

Paolo Vittozzi





Nasce nel 1954 a Roma sotto il segno della Vergine.

Già a 4 anni dice alla mamma sulla spiaggia che da grande sarebbe andato “laggiù”, indicando l’orizzonte sul mare.

Dopo gli studi presso l’Accademia Aeronautica a Pozzuoli, il volo ha costituito la struttura di una vita, passando, oltre che per i velivoli dell’Aeronautica Militare, anche per l’aliante il deltaplano ed il parapendio, completando il ciclo professionale sui Canadair della Protezione Civile ed effettuando trasporto passeggeri con Alitalia Express.

Con la fine del volo professionale continuando a fare l’istruttore di volo, ha frequentato un Master in counseling e formazione relazionale presso l’Università di Siena e ora svolge attività di formatore, ampliando alla psiche le conoscenze maturate nel mondo aeronautico dello Human Factor. Svolge anche attività di coach-counselor relazionale.

Dal 2011 ricopre il ruolo di Direttore Esecutivo del Club di Budapest Italia.

È appassionato di sviluppo del potenziale umano, ama e pratica il tango, la meditazione, la ricerca interiore e le tecniche di creatività, incluse le mappe mentali.

Scrive da sempre, soprattutto a se stesso, senza uno scopo se non quello di raccontare qualcosa al lettore.

Per inviare impressioni, minacce ed improperie all’autore:

paolo.vittozzi (chiocciola) gmail.com





Elenco Racconti


Ali sull'acqua

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Pilota e marinaio per salvare l'ambiente

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Roma-Venezia da passeggero

16 maggio 2008 - Dismissione KC707A
Foto in copertina di Nate Stevens