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Vietato fumare


Far risorgere dalla ceneri una decotta compagnia aerea composta da centoventi piloti maschi e solo due piloti femmine non è cosa facile. Soprattutto con le nuove tecnologie mediatiche che ti fanno stare sotto i riflettori in continuazione. Anche quando cerchi di smettere di fumare”.

Una delle due protagoniste del racconto mentre svolge i suoi compiti professionali, ignara di cosa l’aspetterà di lì a poco. (foto proveniente da www.flickr.com)

Condensa così, in queste poche righe, il contenuto del suo racconto dimostrando di essere, oltre che un ottimo autore, anche un eccellente sintetizzatore, emulo del miglior Bignami di scolastica memoria.

Di chi stiamo parlando? … ma di Andrea Pirani, che domande!? Un nome una certezza.

Al premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE partecipano ormai quasi regolarmente diversi autori/autrici: sono il cosiddetto “zoccolo duro” del Premio; Andrea Pirani è uno di questi. No, non uno zoccolo duro, un autore!

E Andrea, nonostante alcune vicissitudini personali, non poteva mancare anche alla XI edizione, tanto che ci ha regalato un racconto assolutamente pregevole che suona come una minaccia ma che è invece il pretesto per strappare un sorriso oltre che l’occasione di una piacevole lettura.

Preso dalla curiosità di leggere anzitutto il racconto e poi di sapere chi l’ha inviato, mi capita spesso di riconoscere l’autore/autrice  dall’ambientazione oltre che dallo stile, dal tratteggio fugace dei personaggi piuttosto che dal modo originale di srotolare la matassa della vicenda narrata … ebbene quando in segreteria del Premio abbiamo ricevuto il racconto “Vietato fumare” l’ambientazione non sovietica mi ha subito portato fuori strada, viceversa la sottile ironia e la trama imperniata sull’equivoco mi ha indotto a pensare che sì … potesse essere un racconto di Andrea Pirani. E infatti … beccato!

Il primo piano di Clara o Lisa? Occorrerebbe chiederlo ad Andrea Pirani (foto proveniente da www-flickr.com)

Alla luce impietosa della classifica della XI edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, è evidente che la giuria non ha riconosciuto il valore di questo racconto, ciò nonostante la sua godibilità rimane inalterata. Che sia stata punita la scelta di non ambientare  la vicenda in terra sovietica? Che l’assenza di un velivolo con la coccarda con la stella rossa abbia minato la credibilità della trama? Che il comportamento innaturale della protagonista sia stato punito dalla giuria per lo più composta da esponenti del gentil sesso? Non lo sapremo mai … certo è che “Vietato fumare” rimane un racconto tra quelli che non potrà non piacere ai visitatori del nostro hangar.

Quanto all’autore … possiamo solo pregarlo di continuare così, magari limando un po’ lo zoccolo, ferrandolo all’occorrenza ma mantenendo questo passo di trotto perché, prima o poi – ne siamo certi – lo porterà sul podio del Premio. Per il momento ci accontenteremo di apprendere le disavventure aviatorie del comandante Clara e Lisa e chissà che a qualcuno dei nostri visitatori non venga davvero la voglia smettere di fumare …



Narrativa / Medio – lungo

Inedito

Ha partecipato alla XI edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2023


Vietato fumare


– Hai sentito le novità, Clara?

– No: quali sono? Che chiudiamo bottega per sempre e ce ne torniamo a casa?

– Per fortuna non è così. La Shark Investor ha comprato la nostra compagnia aerea e quindi è proprio il contrario: non chiuderemo.

– Questa è una bella notizia: io ho smesso di fumare da appena un giorno ed ero già un po’ nervosa.

– Ovviamente circolano voci sul fatto che ci saranno tagli al personale.

– Ecco: ora mi fai venir voglia di fumare. Figurati: una compagnia aerea con gravi perdite e con dei tagli da fare. Secondo te chi saranno le prime che lasceranno a casa? Io e te, Lisa: le uniche due donne comandanti in tutta questa società al testosterone. Hai una sigaretta?

– Non fumo. E poi aspettiamo gli avvenimenti. Intanto tu tieni duro che già sei stata bravissima a smettere di fumare.

§§§§§

Il giorno seguente i quotidiani riportarono la notizia dell’acquisizione della Iron Air Ltd da parte della Shark Investor.

Il consiglio d’amministrazione fu la prima cosa che cadde nella compagnia aerea.

Al suo posto venne messo un certo Frank Arrivabene, direttore unico.

Frank Arrivabene non aveva alcuna laurea e nemmeno nessuna esperienza pregressa nella gestione di compagnie aeree. Era un ragazzo di venticinque anni che girava con una lussuosissima Mercedes insieme alla sua fidanzata. Il suo unico e grandissimo vantaggio era l’essere il figlio di Joseph Arrivabene, magnate e proprietario della Shark Investor, società che spaziava tra mille operazioni di alta finanza, tutte di successo. Insomma: Frank era il figlio del padrone. Il padre Joseph, sapendo che il figlio era un inetto, lo fece affiancare da uno dei più grandi esperti di aviazione civile del momento, il Comandante in pensione Ascanio Barretta.

Ascanio Baretta aveva già fatto risorgere dalle ceneri diverse compagnie aeree ormai decotte.

Il padre avrebbe voluto in questo modo far sì che il figlio cominciasse a svegliarsi un po’ e a interessarsi al mondo degli affari.

Ma torniamo ai nostri comandanti Clara e Lisa che vennero convocati dal neoproprietario Frank dopo appena due giorni dal suo insediamento.

– Eccoci qua Lisa: i primi e forse unici due tagli della Iron Air Ltd.

– Sinceramente me lo immaginavo. Andiamo a sentire cosa vogliono fare.

– Hai una caramella? – chiese Clara a Lisa.

– Sì, certo. Stai tenendo duro col fumo?

– Al momento sì ma mi sa che dopo questo incontro mi metterò a fumare il sigaro.

Le due donne entrarono negli uffici amministrativi che si trovavano accanto all’aeroporto e la segretaria di sempre, la signora Mary Ann, le accolse calorosamente.

– Ciao Clara. Ciao Lisa. Aspettate qui un minuto. I due sono in riunione.

– I due chi? – chiese Clara.

– Frank Arrivabene e il comandante Ascanio Barretta. Posso offrirvi un caffè o un tè nel frattempo?

– Un caffè? Un tè? No, grazie. Per caso hai qualche caramella?

– Come no! Prenditene una manciata di queste. Sono le caramelle che mettiamo nelle sale riunioni. Lo so che hai smesso di fumare: tutti ne parlano e sei stata bravissima.

Clara sorrise mentre si stava riempiendo le tasche di caramelle.

In quel momento la porta dell’ufficio dirigenziale si aprì e il comandante Ascanio, un bell’uomo dall’aspetto giovanile, di quasi 65 anni, fece cenno loro di entrare.

– Accomodatevi, comandante Clara Chase e comandante Lisa Devy. Io sono il comandante Ascanio Barretta, incaricato della ristrutturazione della Iron Air Ltd e questo giovanotto è il neoproprietario della Iron Air Ltd, il signor Frank Arrivabene.

Clara, dopo le consuete strette di mano, senza farsi vedere, tirò fuori una caramella e la mangiò. Era nervosissima. Così come lo era Lisa.

– Voglio subito tranquillizzarvi. Le voci che avete sentito in giro sul ridimensionamento dell’azienda sono del tutto infondate. Addirittura è il contrario. Il gruppo Shark Investor vuole far crescere la compagnia e quindi, nei prossimi tre anni, assumeremo una ventina di piloti e prenderemo tre nuovi aerei.

Clara tossì quasi strozzandosi.

– Tutto bene Comandante? – chiese Ascanio.

– Sì: mi scusi. Mi è andata di traverso una caramella.

– Diamoci pure del tu: siamo tutti piloti. – disse Ascanio mentre offriva un bicchiere d’acqua a Clara e continuò dicendo: – Ovviamente siete già a conoscenza del fatto che il mondo odierno giri intorno ai media e ai social. E, oggi come oggi, la discriminazione tra i sessi è vista come la nuova peste. Le donne hanno un peso uguale agli uomini e noi, come ben sapete, siamo un po’ fuori dagli standard: ci siete solo voi due ragazze in mezzo a 120 piloti uomini. Per questo motivo vorremmo lanciare una campagna di reclutamento riservato esclusivamente al sesso femminile, per cercare di riequilibrare un po’ questo divario. Per fare questo vorremmo girare un piccolo documentario che metteremo su Facebook, Instagram e YouTube con voi due ai comandi di uno dei nostri aerei, su di una rotta un po’ lunga, un sei o otto ore, dove faremo quattro chiacchiere conoscitive e qualche intervista per invogliare le future assunzioni. In cabina ci sarò anch’io, come voce narrante, un cameraman e fuori, tra i passeggeri, il tecnico del suono.

– Ci saranno dei passeggeri veri o saranno solo comparse? – chiese Lisa.

– Passeggeri veri. Non dobbiamo perdere soldi in nessuna occasione, non sei d’accordo?

– Certo. Mi pare un’idea eccellente. E quando partirebbero le riprese?

– Tra due giorni esatti.

Durante tutti questi discorsi, Frank Arrivabene guardava il suo cellulare senza prestare particolare attenzione ai discorsi dei tre piloti e senza mai aprire bocca.

Finito il colloquio, le due donne si congedarono e iniziarono a parlare tra di loro mentre tornavano a casa.

– E allora? Come ti sembra che sia andata?

– Bene. Non immaginavo proprio questo cambiamento. Addirittura sono previste delle assunzioni e saremo noi a fare da testimonial per l’azienda.

– Ti rimetterai a fumare?

– No. Per il momento no. Magari il giorno delle riprese sì: sarò nervosissima.

– Ma ci pensi? Finalmente avremo un bagno tutto nostro. Trenta nuove colleghe!

– Mi pare di ricordare che abbia detto venti.

– Va bene: venti o trenta poco cambia. Piuttosto che te ne pare del nuovo padrone?

– Chi? Ascanio?

– Ma no! Quello lo vedi che sa il fatto suo. E poi avevo già sentito parlare di lui. Quando Ascanio prende in mano le compagnie aeree a pezzi, queste, nel giro di un paio d’anni, decollano. Mi riferivo al ragazzino.

– Ah! Quello? Mi pare un idiota messo lì senza alcun motivo. Non ha detto una parola. A me è sembrato che durante i nostri colloqui guardasse dei filmati su TikTok. E poi aveva un pacchetto di sigarette sulla scrivania. E, dall’odore, direi che fuma in ufficio.

– E avresti voluto anche tu fumare?

– All’inizio sì ma poi a sentire le belle notizie mi è passata la voglia.

– Così ti voglio, Clara! Sei la migliore! Tieni duro!

A Clara e Lisa venne cambiato il programma di volo. Due giorni a casa, di riposo, prima delle riprese. La rotta che avrebbero usato per il filmato promozionale era una comunissima Londra Mumbai di circa nove ore: partenza, ora locale, alle 07:00 e arrivo previsto alle ore 21:00, sempre ora locale. Per una migliore riuscita del documentario, i primi sei posti della business class non erano stati venduti, lasciandoli a disposizione per le attrezzature e per i vari tecnici.

E finalmente arrivò il fatidico giorno: era il 7 Luglio, alle 05:00 del mattino.

– Clara: hai visto il bollettino meteo?

– Sì: all’arrivo ci saranno i monsoni. Non so se sarà un documentario sugli aerei o sugli ottovolanti.

– Nervosa?

ra di celebrità come diceva Andy Warhol.

Arrivarono in sede e la segretaria Mary Ann le accolse: – Prendete qualcosa? Un tè? Un caffè?

– Grazie. Io no. Hai ancora caramelle?

– No, tesoro: mi spiace. Se le mangia tutte Frank. In fin dei conti le paga lui.

In quel momento uscirono dalla stanza Ascanio, Frank, un cameraman e un tecnico del suono.

– Buongiorno a tutte. Se ora volete aspettarci dentro l’ufficio di Frank, noi gireremo qua con Mary Ann per qualche minuto e poi rientreremo per fare la parte con voi due.

Le due pilote entrarono nella stanza del neoproprietario e si sedettero.

l’attenzione di Clara fu calamitata dal portacenere del suo capo: vi erano le cicche di diverse sigarette spente.

La ragazza si fermò ad ammirarle, quasi in estasi.

Sulla scrivania c’era anche il pacchetto di sigarette del suo capo.

Lo prese, lo aprì e annusò il profumo del tabacco.

Lisa la guardò male e la sua collega, con fare risoluto, lo rimise al posto.

Vide sempre sullo stesso tavolo una caramella bianca già scartata, la prese e se la mise in tasca.

Lisa alzò le spalle e acconsentì a quel piccolo furto.

Il gruppo entrò di nuovo nell’ufficio e l’intervista continuò con Ascanio come speaker.

– Stiamo per partire per Mumbai con le nostre due colleghe Clara e Lisa: saranno loro che ci porteranno a destinazione senza problemi. In volo avremo modo di conoscerle meglio. Ma ora salutiamo il nostro direttore, Frank Arrivabene, che a causa di pregressi impegni di lavoro non potrà seguirci sino a Mumbai. Lo ritroveremo tra tre giorni di nuovo qui, a Londra. Dirigiamoci al nostro aereo, un moderno Airbus A350, che sarà pronto al decollo dopo che Clara e Lisa avranno fatto i controlli di routine e avranno avuto il via libera per la partenza dalla torre di controllo. Chi lo dice che pilotare aerei non è un lavoro da donne? Noi qui ne abbiamo addirittura due e aspettiamo con ansia le vostre candidature. Forza! Qui sotto troverete il link per le vostre iscrizioni.

La telecamera si spense e il gruppo uscì per andare sulla pista, vicino all’aereo.

Il cameraman continuò le riprese: – Ora la nostra Clara sta controllando che tutto sia a posto mentre Lisa ha fatto i conti del carburante necessario per il viaggio.

Finita l’ispezione esterna, una volta a bordo l’equipaggio, continuarono le riprese: – Ed ecco che il nostro magnifico duo sta facendo il controllo prevolo dell’aereo. Ragazze! Questo è un lavoro di responsabilità! E chi, se non le donne, sono precise e responsabili? Forza! Qui sotto troverete il link per le vostre iscrizioni.

Poi spensero la telecamera e tutti si misero ai propri posti: – Hai visto Ascanio il meteo a Mumbai? Sei proprio sicuro di fare oggi le riprese?

– Ho visto: non c’erano stati questi monsoni con piogge torrenziali dai tempi di Visnù. Casomai alcune parti le gireremo al ritorno: voi non preoccupatevi e siate naturali. Ad ogni modo ti vedo un po’ tesa Clara. Sono per caso le riprese che ti innervosiscono?

– Oh, no: – rispose Clara – oggi è il quinto giorno che non fumo ma un po’ di nervosismo per la nicotina c’è ancora.

– Che brava. Tieni duro, Clara! Io ho smesso sedici anni fa e non mi sono mai pentito di questa scelta. Si vive meglio senza sigarette. Forza! Siamo tutti con te. E ora iniziamo: voglio che mi facciate un decollo da manuale. Ah! Non ho ancora fatto le presentazioni: lui è Phil, il nostro cameraman; loro sono il comandante Clara e il comandante Lisa. In prima fila, di là, c’è Andrea, la nostra tecnica del suono.

Ci furono le consuete strette di mano e finalmente tutto era pronto.

– Clara: quando vuoi, puoi partire. Phil riprendile pure.

Clara fece un decollo da manuale e iniziò a salire in quota. Dopo qualche minuto fece l’annuncio ai passeggeri: – Buongiorno. Qui è il vostro comandante Clara Chase che vi parla. Sono le ore 7 e 4 minuti, il decollo è avvenuto in orario e prevediamo di arrivare a Mumbai per le ore 20:50, ora locale. Il volo durerà circa 8 ore e 40 minuti. In più vi segnaliamo che dovendo girare a bordo un video commerciale della nostra compagnia, la Iron Air Ltd, la prima fila di poltrone della business class e i relativi bagni non saranno fruibili. Durante il volo la troupe potrebbe passare a intervistarvi. Segnalate subito all’operatore se desiderate non farvi riprendere. Vi auguro un sereno volo.

– Magnifico Clara: ti vedo un po’ più tranquilla adesso.

– Magari! La voglia di fumare è sempre dietro l’angolo. Mangerò l’ennesima caramella. – e mentre diceva ciò tirò fuori dalla tasca quella che aveva preso nell’ufficio di Frank Arrivabene. La masticò per un po’ ma poi la sputò in un fazzoletto: – Ma fa schifo! Ma che roba è? Ha un saporaccio amaro. Sembra vaniglia ma è immangiabile!

Allora prese una delle caramelle che le aveva comperato Lisa e la mangiò: – Queste sì che sono buone. Ho ancora in bocca quel sapore schifoso.

Dopo circa mezz’ora di volo Clara cominciava a sudare freddo. Decise di controllare il Flight Management Guidance Computer, ovvero il computer di bordo per controllare il consumo di carburante.

Invece della solita indicazione comparve la scritta: «System error – Do you want to save your life?» (Errore di sistema – Vuoi salvare la tua vita?)

La finestra di dialogo dava le tre solite scelte: «Sì – No – Annulla»

Clara, sudatissima, scelse all’istante «Sì».

Poi ripensò all’accaduto e lo trovò assurdo.

Sempre più nervosa, riprendendo la freddezza e la logica di chi fa il pilota da molti anni, guardò il display e vide che mostrava solo la quantità di carburante come da lei richiesto.

Ora la scritta era logica e aveva un senso.

Pensò che il tutto fosse stato solo un miraggio, una svista: nulla di più.

Tirò fuori dalla tasca una delle caramelle regalate da Lisa e iniziò a sgranocchiarla nervosamente.

– Che ne dite se facciamo un cinque minuti di riprese, mentre pilotate nel cielo? – chiese Ascanio – Lasciate pure inserito l’autopilota e tenete la cloche tanto per fare un po’ di scena. Magari chiederò a Lisa cosa l’abbia spinta a diventare pilota e poi chiederò a Clara quale sia stato il suo percorso formativo. Oppure, se volete, facciamo al contrario: cosa ha spinto Clara a diventare pilota e il percorso formativo di Lisa.

– Per me va bene la prima. – disse Lisa.

– Anche per me. – aggiunse Clara.

– Perfetto: Phil, quando vuoi, iniziamo. E voi mettete le mani sulla cloche e fate finta di pilotare.

Phil fece ad Ascanio il segno di “ok” per confermargli che stava girando.

– Ed eccoci ancora qui, a bordo del nostro Airbus A350 della Iron Air Ltd con il comandante Clara Chase e Lisa Devy. Dovremmo essere ancora sopra la Francia, diretti in India. Dato che al momento non ci sono difficoltà e la strada è tutta dritta, vediamo di conoscere un po’ meglio le nostre due amiche disturbandole solo cinque minuti. Lisa: potresti spiegare un po’ ai nostri ascoltatori cosa ti abbia spinto a diventare un pilota?

In quel momento Clara li interruppe e disse: – Silenzio! Non sentite anche voi un sibilo? Come quello di un serpente?

Tutti si zittirono e ascoltarono attentamente. Clara avvicinò la sua mano alla cloche, la guardò e poi urlò: – Argh! La cloche! È lì! Il serpente! – e mentre diceva ciò si slacciò le cinture e si alzò andando in fondo alla cabina.

Phil spense la telecamera all’istante e con Ascanio cercarono subito l’animale. Lisa, terrorizzata, guardava verso Clara.

Ascanio, coraggiosamente, prese un ombrello da usarsi come arma improvvisata e si mise a frugare tra i pedali e i vari anfratti della cabina di pilotaggio. Dopo qualche minuto di attente ricerche Ascanio disse a Clara: – Ti senti bene? Sei sudatissima e pallida ma qui di serpenti non ce n’é nemmeno l’ombra. Sei proprio sicura di aver visto un serpente?

Un po’ confusa, la ragazza, in fondo alla cabina, ancora tremante, disse: – La cloche: mi era sembrato che ci fosse un serpente lì vicino. In realtà non mi sento molto bene. Forse sarà il nervoso per le riprese o forse il fatto che non stia fumando: non lo so.

Ascanio prese l’interfono e chiamò una delle hostess: – Mi porti per favore tre caffé per noi e una camomilla per Clara con quattro brioche, grazie.

Dopo qualche minuto entrò l’hostess e portò la colazione a tutti. Si fermò a guardare Clara e le disse: – Ma sei bianca come un cadavere: stai bene?

– Non lo so: mi sento molto strana. Forse la camomilla mi farà stare meglio. Saranno quelle maledette sigarette che mi mancano e il mio corpo le chiama a gran voce.

– Lo sappiamo tutti che stai smettendo di fumare e tutti facciamo il tifo per te, Clara. – disse l’hostess mentre usciva dalla cabina.

– Ho una voglia pazza di fumare.

– Clara: sii professionale. Tieni duro. Bevi la camomilla e mangiati un paio di caramelle. È tutta scena: dopo la prima settimana andrà meglio. Credimi. Io ci sono passato.

– Certo: lo so. Scusate per prima.

– Facciamo così: adesso ti riposi per un’ora e poi rifacciamo l’intervista. D’accordo? Anzi: io e Phil usciamo così non vi disturbiamo. Andiamo di là, in cabina con la nostra fonica e cominciamo a montare il materiale che abbiamo già girato. Ci vediamo tra un’ora.

Clara, ancora sudata e bianca, disse: – D’accordo.

Dopo una ventina di minuti di volo in cui non era successo nulla, Clara sentì un picchiettare sul suo vetro di sinistra.

Si girò e vide fuori dall’aereo un’anatra che volava.

– Ti ricordi di me? – disse l’anatra.

Clara strabuzzò gli occhi e rispose: – Le anatre non parlano. E non volano nemmeno a 33.000 piedi a quasi 900 chilometri orari.

– Ti ricordi di me? – chiese nuovamente l’anatra.

Clara, in un bagno di sudore, disse: – No. Non mi ricordo di te.

– Te lo dico io allora: Tel Aviv, 4 aprile 2016. Decollo dall’aeroporto Ben Gurion. Ti dice qualcosa?

Clara, con la testa che le scoppiava, stava pensando e ripensando a quella data: – No. Non mi ricordo di te.

– Avresti dovuto: rejected take-off, decollo abortito per un’ingestione di un’anatra nei motori.

– Ora mi ricordo! – disse a voce alta Clara.

Lisa le chiese: – Ti ricordi cosa?

– Quello che mi sta dicendo quest’anatra dal finestrino. Un decollo abortito a Tel-Aviv.

– Clara? Ma cosa stai dicendo? Quale decollo abortito? A Tel-Aviv? Un’anatra al finestrino? Ti senti bene?

Clara si voltò nuovamente verso il finestrino e non c’era ovviamente nessuna anatra.

– Clara. Seriamente: chiedo la pilot incapacitation[1] per te. Ascanio è ancora un pilota con brevetto valido: faccio mettere lui al tuo posto oppure invertiamo e torniamo a Londra. Sei sudatissima e bianca come un cadavere: tu non stai bene.

– Sto bene! – urlò Clara – È quella maledetta nicotina che mi manca. Tutto qui.

– Come vuoi: ora riposati un po’ che poi andrà meglio. Ti faccio portare qualcosa?

– Sì: delle sigarette.

– Sii seria, Clara. Vuoi mangiare qualcosa così ti dimentichi il fumo?

– No. Sto benissimo. – urlò a Lisa.

Lisa la ignorò.

Passarono un quarto d’ora in silenzio.

Ora Clara cominciava ad avere caldo e mise la mano vicino alla bocchetta dell’aria.

– Ahi! – gridò.

Seccata, Lisa le chiese: – E ora che c’è?

– C’è che questo stupido aereo mi ha morso.

– Clara: – disse pacatamente Lisa – un aereo non morde. Un aereo vola, decolla, atterra. A volte precipita. Ma non morde.

– Questo mi ha morso.

– Clara: lascia la cabina. Sei esonerata. È un ordine. Fai entrare Ascanio.

– Mi prendete tutti per pazza?

Clara spense il segnale di “vietato fumare”, si alzò e uscì dalla cabina di pilotaggio. Passò davanti a Phil, Andrea e ad Ascanio che le chiese: – Stai un po’ meglio?

Clara gli urlò: – No! – e continuò a vagare tra i passeggeri della business class che la guardavano meravigliati.

– Qualcuno di voi ha per caso una sigaretta? – urlò a tutti i passeggeri.

Timidamente, dopo qualche istante, un distinto uomo d’affari londinese tirò fuori un pacchetto.

Clara, come un’indemoniata, andò vicino all’uomo e prese una sigaretta e si allontanò. Poi ritornò sui suoi passi e gliene prese un’altra. La gente la guardava senza capire cosa stesse accadendo.

Clara andò in una poltrona libera, si tolse le scarpe, allungò la sedia fino a farla diventare un divanetto e si accese la sigaretta.

Un’anziana donna indiana che stava vedendo la scena chiese all’hostess che le era accanto: – Mi scusi signorina: ma si può fumare sull’aereo?

L’hostess, anch’essa un po’ confusa da tutti gli avvenimenti, presa in contropiede, rispose: – Forse sì ma solo in alcuni posti. Vede che il segnale di “vietato fumare” è stato spento? Comunque ora le porto alcuni stuzzichini. Da bere cosa gradisce?

Ascanio intanto entrava in cabina di pilotaggio e a voce alta chiese: – Dimmi che cavolo sta succedendo. Clara è di là che fuma e tu sei qui da sola.

– Non lo so: è impazzita. Prendi tu con me i comandi. Torniamo indietro?

– No: non torniamo indietro. Prendo io i comandi con te. Andiamo a Mumbai.

Ascanio prese il posto di Clara, si mise le cinture e la cuffia e spense l’allarme di “fumo in cabina” causato dalla sigaretta.

Intanto nella business class Clara aveva finito la sua sigaretta. Si accese anche la seconda e la fumò tutta. E si addormentò.

La signora indiana chiese nuovamente alla hostess: – Signorina: ma lei è proprio sicura che si possa fumare?

– Certo: vede il segnale che è ancora spento. Le porto qualcos’altro da bere? Vuole un libro? Le presto il mio. È molto bello. Non l’ho ancora finito ma l’ho trovato molto avvincente. Glielo regalo, non si preoccupi. Io, poi, me ne acquisterò uno nuovo.

Dopo quasi quattro ore di volo Clara si risvegliò, si stiracchiò, si rimise le scarpe e andò in cabina. Aveva ripreso un colorito normale e non sudava più.

– Che ci fai al mio posto, Ascanio?

Ascanio e Lisa la guardarono come si guarda un matto.

– Lo sapete che di là, in business class, c’è odore di sigaretta? Secondo me qualche furbetto ha fumato.

– Ti vedo meglio ora. – disse Lisa.

– Non mi ricordo bene cosa sia accaduto: forse non sono stata molto bene ma ora va molto meglio. Quanto manca all’arrivo?

– Siamo già sul sentiero di discesa. Il tempo a Mumbai è uno schifo. Ci hanno segnalato 11 millimetri di pioggia. Temo che dovremo divergere su di un altro aeroporto.

Clara, non ricordandosi bene ciò che era accaduto, prese posto dietro, lasciando Ascanio ai comandi.

Quando furono sul sentiero di discesa, verso i tremila metri, Ascanio disse: – Rinunciamo e riattacchiamo. Proviamo a chiedere che ci diano un aeroporto con condizioni meteo migliori di questo.

E l’aereo riprese quota.

Fu allora che Clara disse: – Sbaglio o sono ancora il Comandante di questo aeromobile?

– Io ho chiesto la tua rimozione dato che vaneggiavi.

– L’hai verbalizzata ai controllori di volo?

– Effettivamente no.

– Grazie Lisa. Ti devo un favore. E ora, Comandante Ascanio, se gentilmente volesse alzarsi e cedermi il posto.

Ascanio la guardò, si slacciò la cintura, aprì la porticina e chiamò il cameraman.

– Phil: inizia a riprendere tutto. Ho studiato i rapporti di volo su questa ragazza e sono incredibili. Quindi, se tutto andrà bene, avrai filmato uno degli atterraggi più difficili della tua vita; se andrà male avrai filmato uno dei disastri peggiori della Iron Air Ltd.

Clara sorrise ad Ascanio che le strizzò l’occhio e iniziò la checklist per la discesa e l’atterraggio.

La pioggia era veramente forte.

Poi si voltò verso la telecamera e disse: – Sugli aerei non ci sono uomini o donne ma ci sono solo piloti. Persone che amano volare perché ce l’hanno scritto nel loro DNA. E chiunque sieda in questo posto farà di tutto per portarvi a casa, al lavoro, in vacanza, presso la vostra famiglia o presso i vostri amici senza che vi accada nulla. L’unica differenza è che se pilota una donna tutto sarà più preciso e delicato. E ora allacciatevi le cinture di sicurezza dato che dobbiamo atterrare per non fare arrivare in ritardo tutti questi simpatici passeggeri. Forza! Qui sotto troverete il link per le vostre iscrizioni.

Ascanio, sottovoce, disse a Phil: – Mi piace quello che ha detto: lo useremo per la nostra campagna di reclutamento.

Pur con alcune difficoltà Clara riuscì a far atterrare al primo colpo il suo Airbus sotto una pioggia torrenziale. I passeggeri applaudirono per la manovra perfetta nonostante il maltempo.

– Qui è il vostro comandante Clara Chase che vi dà il benvenuto a Mumbai dove sono le ore 20:55. Vi preghiamo ancora di stare con le cinture allacciate sino all’apertura delle porte. Non scordatevi il vostro bagaglio a mano e vi ricordiamo che sull’aereo e nell’aeroporto è vietato fumare. Vi ringraziamo per aver scelto la Iron Air Ltd e ci auguriamo di avervi ancora a bordo con noi. Una buona serata a tutti.

Spento l’interfono Clara, rivolgendosi ad Ascanio disse: – È possibile sapere se in una certa data un nostro aeromobile abbia avuto un incidente?

– Penso di sì. Chiamiamo la sede e glielo chiediamo.

– Cercami tutti gli incidenti del 4 aprile 2016 a Tel-Aviv.

Ascanio fece un lungo giro di telefonate mentre i passeggeri stavano scendendo e dopo un po’ disse: – Ecco qua: 4 aprile 2016, aeroporto Ben Gurion di Tel-Aviv. Un Airbus A321 comandato da te, Clara Chase. Ingestione di volatile nel motore due. Danni minimi. Partenza ritardata di tre ore.

Clara sorrise e disse: – Però! Quell’anatra aveva proprio ragione.

Sorrise.

Si alzò, uscì dalla cabina di pilotaggio e andò dal distinto uomo d’affari londinese che, per sua sfortuna, non era ancora sceso e gli disse: – Mi offrirebbe un’ultima sigaretta?

L’uomo si alzò, le diede tutto il pacchetto, prese il suo bagaglio a mano e si avviò di corsa verso l’uscita.

– Che gente strana che c’è in giro. – disse Clara.

Poi tornò in cabina, si sedette, aprì il finestrino sotto una pioggia torrenziale e si accese una sigaretta.

– Ah! Sto benissimo. Settimana prossima smetterò di fumare.

– È vietato fumare sugli aerei. – disse Lisa.

– È vietato fumare sugli aerei. – disse Ascanio.

Clara raggiunse l’interruttore del segnale del divieto di fumo e lo spense: – Ora si può.

Nel frattempo, alla stessa ora notturna, in un bellissimo attico del centro storico di Londra, c’era Frank Arrivabene, direttore unico della Iron Air Ltd, molto agitato, insieme alla sua compagna.

– Io non so proprio spiegarmelo che fine abbia fatto. Era sul mio tavolo, in ufficio, da me, e poi è sparita. Non c’era più. L’ho cercata dovunque.

– Non ce l’hai in tasca?

– Ti ho già detto di no! Ho già controllato. E poi son sicuro di averla lasciata sul tavolo. Guarda che da me non entra nessuno. Sono il padrone della compagnia! E la mia nuova segretaria è fidatissima.

– Sarà pure fidatissima ma questa sera la nostra pastiglia di ecstasy da dividerci in due non ce l’abbiamo.

– Mah? Chissà che fine avrà fatto?

– Mah?

 

[1] Situazione in cui uno (o più) dei piloti non viene ritenuto più in grado di gestire le normali operazioni di volo e per questo motivo viene esonerato da ogni compito relativo al velivolo.



§§§ in esclusiva per “Voci di hangar” §§§

# proprietà letteraria riservata #