E’ la prima volta che ci troviamo in imbarazzo di fronte alla pubblicazione della biografia di un autore/autrice ospite del nostro hangar … non fosse altro per la tenerissima età, per la freschezza e la semplicità che Emma ha infuso nella stesura della manciata di parole necessarie per definirla. Per farci comprendere la sua personalità o i suoi lineamenti.
E’ per questo motivo riporteremo integralmente il testo eliminando solo il giorno e il mese della sua data di nascita. Per una questione di pudore, di protezione nei confronti di questo virgulto destinato – ce lo auguriamo – a mettere radici ben salde e a fiorire rigogliosamente. Perché le premesse ci sono sono tutte.
Ecco la biografia di Emma:
Mi chiamo Emma Lucietto e sono nata nel 2012 a Cittadella in provincia di Padova.
Vivo a Camisano Vicentino, ho 10 anni e ho frequentato la quarta elementare.
Sono dolce, sensibile, buona, socievole, leale, e un po’ timida.
Il mio hobby e sport preferito è la danza : classica moderna e contemporanea e qualsiasi sua forma basta danzare con felicità e divertimento ma anche consapevolezza di quello che si sta facendo.
Da quando ero piccola mi sono sempre interessata a leggere, il mio libro preferito è: “Il giardino segreto”.
Per inviare impressioni, complimenti e rallegramenti all’autrice:
Tra i venti racconti finalisti della X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE non abbiamo potuto fare a meno di notare un racconto piuttosto “singolare” a partire già dal titolo: “Volesse il cielo”. L’autrice è Maria Iannaccone che, anziché essere leggiadramente intervistata dal Segretario del Premio nel corso della premiazione, verrà ferocemente interrogata nel corso di questa intervista.
Maria, sarai impossibilitata a partecipare alla premiazione a Bagnoli di Sopra. Non potrai ritirare il diploma di partecipazione e la copia dell’antologia fresca fresca di stampa. Poi ti perderai il bacio di saluto di quel gran bel pezzo di ragazzo del presidente dell’HAG e infine lo sproloquio lussurioso del Segretario del Premio. Sei proprio convinta che ti conviene subire la tortura garbata di un’intervista?
Gentile Segretario, mi dispiace non partecipare alla premiazione ma, per compensare la mia assenza, accetto la tua “garbata tortura”, essendomi sottratta a una “leggiadra intervista”.
Vabbè, te la sei voluta!
La biografia che hai inviato a corredo del tuo racconto è identica – perfino nelle virgole – a quella presente nella IV di copertina del tuo ultimo libro. Sei minimalista o ti pesa scrivere?
Sono minimalista!
E comunque la tua biografia sembra quella di un agente del KGB: abbottonatissima! Per caso avevi un collega che si chiamava Vladimir Putin?
Preferisco non rispondere, soprattutto in questo periodo…
E Vladimir Luxuria?
Qual è la prossima domanda?
Torniamo alla tua biografia: è breve e circoncisa. Sei timida o non vuoi far sapere gli affari tuoi?
Sono timida!
Comunque è inutile resistere. Che tu lo voglia o no, ti faremo una specie di radiografia. Trattieni il respiro e non ti muovere. Ora respira! Che bei polmoni che hai! Sei fumatrice?
Ahimè! Un tempo sono stata una fumatrice.
Non lo sai … ma tu hai un ammiratore assai morboso: il vedovo del palazzo di fronte. Ti sbircia tutto il giorno. Vero! Perché è miope. Descrivigli minuziosamente i tuoi attributi fisici, centimetro per centimetro
Tu come lo sai che ho un ammiratore segreto e per di più miope? Mi devo preoccupare? Fai parte dei “servizi discreti”? E il vedovo è un tuo agente sotto mentite spoglie?
Top secret.
Non barare, abbiamo detto “fisici”. Tipo: 90-60-90. Segni particolari come: pedicelli, protesi, capsule, cataratta, alluce valgo …
Ebbene, ti accontento! Ti parlo del mio aspetto fisico e un po’ anche della mia personalità. Ho i capelli corti, gli occhi castani, naso a patata, labbra a cuore, statura media, corporatura magra. Coltivo l’autoironia, mi concedo ogni tanto la possibilità di sbagliare, non mi impegno per raggiungere la perfezione, non mi sento ferita se mi criticano o non rispondo alle aspettative degli altri.
Il tuo ammiratore segreto ci riferisce che hai origini campane e che hai girato molto per l’Italia prima di accamparti definitivamente nella capitale della Ciociaria. E’ vero che il tuo soggiorno è a forma di roulotte? E al posto del letto hai un sacco a pelo?
Sì, ti farò una confidenza: per appagare il mio spirito nomade, ogni tanto trasloco da una casa a un’altra.
Sempre il tuo famoso ammiratore ci fa sapere che … ammetto che per essere un ipovedente sa un sacco di cose … dicevo: hai insegnato Lettere per molti anni nella Scuola Superiore. Che effetto ti fa essere interrogata?
Sono serena perché l’intervista come l’interrogazione degli studenti aiuta a conoscersi meglio. L’interrogazione è per l’alunno il rilevatore del suo livello di apprendimento e per il docente della qualità del suo insegnamento.
Sì, vabbè … e allora Iannaccone … ci parli di un argomento a piacere. Avanti!
La mattina per iniziare bene la giornata, appena mi alzo, accendo la radio e ascolto musica leggera, ma non disdegno quella classica. La sera seguo la televisione e mi rilasso lavorando a uncinetto (dicono che realizzi dei bei lavori). Non avendo un giardino a disposizione, mi diverto in primavera a fare “balconaggio”, ossia ad invasare piante che poi curo nelle successive stagioni. Gli altri hobby ve li dirò in un’altra occasione, se ci sarà. Per ora bastano questi!
Va bene, Iannaccone, vedo che è preparata … che ricordi hai del tuo lavoro di prof? E non mi dire: tutti incubi! Pensa gli studenti!
Li ricordo (se la memoria non m’inganna) come anni meravigliosi, di arricchimento e crescita sia per me sia per gli studenti. Nel tempo mi sono trasformata in un guru per alcuni di loro per cui ogni tanto mi contattano per avere qualche perla di saggezza(pare che oggi siano diventate molto, molto rare).
Sempre il tuo ammiratore dirimpettaio ci ha confidato che sei stata pedagogista clinica. E’ una malattia così brutta?
No, assolutamente, anzi il pedagogista clinico è come la valigetta del pronto soccorso. È un professionista che rivolge il suo impegno educativo a favore delle persone, dei gruppi, delle comunità. Previene disagi e risponde ai vari bisogni presenti in ogni età. Svolge aggiornamento e formazione, attività che ho temporaneamente sospeso a causa del Covid.
E veniamo alla Maria che più ci interessa. Nella tua pagina social hai dichiarato: “Amo definirmi una lettrice e scrittrice elastica.”. Sei come uno dei “Fantastici 4”? Quello che si allunga e si accorcia?
Perché la Maria di prima non era interessante? Sì, sono come Mr Fantastic.
Durante il periodo del lock down c’era chi portava a spasso il cane sei volte al giorno oppure chi impastava pane a tutte le ore del giorno e della notte. Tu hai scritto due o tre libri. Non avevi il cane e il forno ti si era rotto?
Non avevo il cane e il forno non funzionava bene e allora ho approfittato del lockdown per guardarmi dentro con un’attenzione diversa ed ecco che si sono risvegliate potenzialità sopite.
Nel giro di un anno hai pubblicato ben 4 libri. Con questo ritmo il tuo ammiratore di palazzo dovrà comprare una nuova libreria solo per te. A quando il prossimo?
Veramente i miei libri ora sono cinque. Alla fine di settembre ha preso il volo il testo teatrale ”Il falcone bianco”. Tutti questi libri sono stati scritti prima e durante la pandemia. Recentemente riesumati, rianimati, rinverditi, sono stati pubblicati per una serie di congiunzioni astrali favorevoli. Ma… torniamo al mio ammiratore di palazzo che spero compri una nuova libreria perché a ottobre verrà alla luce un altro mio lavoro.
Urca! Titolo? Sinossi in 30 parole … e non barare! So contare.
Il nuovo libro “Fiabe Positive”, è indirizzato agli adolescenti e prova ad affrontare attraverso dieci fiabe i temi tipici di quell’età. Tra i personaggi principali spiccano Negatività e la sua bertuccia Sventura. I loro nomi la dicono lunga sulle loro qualità.
Abbiamo capito che ti piace scrivere fiabe o favole che dir si voglia. E‘ più facile scrivere fiabe o correggere i temi dei tuoi studenti?
Le fiabe come le favole e i temi dei miei studenti hanno un contenuto simbolico importante e tutti e tre veicolano messaggi e valori in modo diverso. Tutto è “nell’occhio di chi legge”
Piccolo quiz. Puoi scegliere tre buste: la uno, la due e la treee. Quale scegli?
La numero due!
Mi spiace siamo in economia e abbiamo solo una busta! Apro la busta numero treee ed ecco la domanda:
“Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà. La puoi vivere tutta in un solo momento, è una favola e non è realtà”.
Bene, signora Iannaccone, vogliamo sapere: l’autore e il titolo di questi versi. Parte il tempo!
Aspetta! Non essere precipitoso! É di un cantante ma mi sfugge il nome. Aiutami a ricordare …
Va bene … te lo dico io! L’autore è Edoardo Bennato e il titolo è “Ogni favola è un gioco”. Condividi il senso di questi versi?
Certamente! Ogni favola è un gioco perché inventata ma aiuta piccoli e grandi a scoperchiare il proprio vaso di Pandora, ad affrontare i propri fantasmi e alla fine a sbarcare consapevolmente sulla famosa “Isola che non c’è”.
Il dossier che ci ha fornito il tuo vicino di palazzo dice che scrivi anche testi di canzoni. E’ vero che sei la sorella di Mogol?
Magariiiii!
E veniamo al tuo racconto “Volesse il cielo”. Hai 30 parole per farne il Bignami … e non raccontare come finisce. E non barare come hai fatto prima!
È vero che ho una buona capacità di sintesi, ma il fatto che debba contare le parole mi mette ansia. Spiegalo tu, tanto so che hai un gran desiderio di farlo.
Nel racconto la protagonista è un pilota commerciale mentre il marito è un banale architetto. Il racconto si apre al mattino che lei è già vestita di tutto punto e arriverà puntualissima in aeroporto, lui invece deve ancora farsi la doccia e rischia di fare tardi al lavoro. Da uno 1 a 10 quanto sei femminista?
Lo sono stata, ai tempi dell’università, ma con la maturità ho leggermente modificato la prospettiva.
L’eroina del racconto, nonostante gli eventi tumultuosi che la investono rimane apparentemente imperturbabile; professionalmente è impeccabile, molto meglio del suo primo ufficiale di sesso maschile. Quanto le somigli?
Un pochino!
Qualche giorno fa è apparsa la notizia nei media nazionali: “E’ decollato il primo volo con un equipaggio tutto al femminile nella storia dell’aviazione civile italiana”. Il tuo secondo nome di battesimo è Nostradamus?
Probabilmente! Ma non dirlo in giro…
Siamo nel 2022 ma non abbiamo ancora capito che le donne possono “tutto”, anche pilotare gli autobus dell’aria. Gli italiani sono retrogradi o sono i media italiani che non hanno notizie più intelligenti da divulgare?
Ahime! Molti, troppi italiani sono il risultato dei media.
Fra tutti i possibili titoli più o meno pertinenti … perché hai scelto proprio: “Volesse il cielo”?
Perché dietro a quel titolo c’è un mondo: la speranza, la fiducia, l’incitamento, il desiderio, il cambiamento, l’attesa, la pazienza, lo stupore
Al tuo racconto hai attribuito un titolo invocativo invece che evocativo. Sei una donna di chiesa? Sei una fatalista convinta?
Non sono né l’una né l’altra. Sono una persona convinta che le donne abbiano delle peculiarità tutte loro e che non debbano entrare in competizione né somigliare all’altro sesso, ma cercare di essere accettate per quello che sono perché la ricchezza è nella diversità e nell’unicità. È questo il mio cambio di prospettiva avvenuto negli anni.
Piccolo quiz. “Volesse il cielo” che tu possa rinascere. Hai quattro opzioni. Vorresti essere:
a) Un gatto nero come quello della copertina di un tuo libro
b) Un albero come quello della copertina di un tuo libro
c) Un uomo
d) Maria Iannaccone
Maria Iannaccone
Sempre il famoso vicino di casa ci ha rivelato uno scoop: “Volesse il cielo” è anche il titolo di una commedia di Vincenzo Salemme. Siamo di fronte a un caso di plagio? Confessa!
Non è stato un caso di plagio ma di amnesia. (sai, ogni tanto mi capita!)
La giuria del Premio lo ha valutato meritevole del 19° posto in classifica. E’ stata avara nei confronti del tuo racconto o è l’inizio promettente di un nuovo filone narrativo?
Partecipando al concorso con il mio racconto, ho lasciato alla giuria “l’ardua sentenza” della valutazione ma nulla esclude che non possa essere anche uno stimolo per avviare un nuovo percorso narrativo.
Tu sei essenzialmente una fiabista … perché hai scritto un racconto a tema aeronautico? Avevi bevuto un po’ troppa pozione magica? Quella gialla, sai dal sapore un po’ acidulo … noi umani la chiamiamo “l-i-m-o-n-c-e-l-l-o”.
Perché sono curiosa e ogni tanto amo mettermi alla prova, anche senza un “goccetto” di alcool.
Ultimo quiz. Completa la frase con un pensiero a tua scelta. Hai sempre quattro opzioni.
a) C’era un volta …
b) Volesse il cielo…
c) Fosse la volta buona per …
d) Tanto ho detto, tanto ho fatto che …
b), Volesse il cielo che tutti noi imparassimo ad amarci di più, ad accettarci con i nostri pregi e difetti. È dall’amore per sé stessi che nasce l’amore e il rispetto per gli altri.
Ritieni che il tuo racconto sia una favola o piuttosto una favola di racconto?
Gigi Marzullo è niente in confronto a te! Lascio ai lettori la risposta.
Da prof di Lettere … che voto metteresti a questa intervista?
Il massimo: sia solo per premiare l’impegno di entrambi.
Come tutti i quadrimestri anche questa intervista volge al termine. Che giudizio metteresti all’intervistatore. Ti suggerisco le solite quattro opzioni:
a) Ha capacità ma non si applica a sufficienza
b) I genitori lo devono seguire di più
c) È affetto da pedagogista clinica
d) Non ha attitudine alla scrittura e dovrebbe praticare solo attività manuali
c), È affetto da pedagogista clinica (anche se non ho ben capito quello che intendi)
Per chiudere, Maria … un’ultima domanda. Personale. Il tuo ammiratore del palazzo accanto … proprio lui … ha qualche speranza?
Ancora una domanda? Non ci eravamo già salutati con la domanda precedente? Non lo so: “le vie del Signore sono infinite”.
Bene! Salutiamo Maria per aver testimoniato la sua innocenza, ops … per averci concesso un’intervista senza che la minacciassimo fisicamente e moralmente.
Grazie a Maria e – messaggio per il vedovo del condominio di fronte – “se son rose fioriranno”. E ce lo faccia sapere. Ma se son cachi …
§§§§
Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).
Dopo aver frequentato l’istituto tecnico aeronautico “Francesco Baracca” di Forlì, si laurea in sociologia all’università di Urbino.
Ha seguito il corso per allievo pilota di aliante all’Aeroclub di Bologna e il corso per ultraleggero all’aeroporto di Fano.
Attualmente vive a San Costanzo (PU).
È autore di cinque romanzi: Traversine e Il mare non ti parlerà perARAS Edizioni; Westland e Quella carovana per Santa Tecla, entrambi pubblicati da Ventura Edizioni, e Oplàkebab, uscito per Nulla Die edizioni.
Alcuni sui racconti e reportage sono usciti sulla rivista letteraria Filobus66 e in diverse raccolte.
La sua partecipazione alla X edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE si concretizzata in ben tre racconti, il migliore dei quali – secondo il giudizio della Giuria – si è classificato in terza posizione. “Scende uva passa dal cielo”, questo il titolo, ha ricevuto anche il prestigioso premio speciale VR MEDICAL nell’ambito della medesimo Premio di cui sopra.
Ha partecipato alla X edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE.
Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autrice:
Lo scorso 1 settembre 2022 è stato proclamato il vincitore della X edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE … o meglio, è stata proclamata la vincitrice in quanto si tratta di una gentildonna che è registrata all’anagrafe – lo ha confermato il nostro servizio di intelligence – con il nome di ROSSANA e il cognome CILLI.
E’ l’autrice dello splendido racconto “Verso Nord” e, alla sua prima partecipazione al Premio, ha letteralmente sbaragliato tutti gli altri racconti finalisti. Per inciso: tutti di ottimo livello.
Ma apprendiamo direttamente dalla talentuosissima Rossana qualche informazione segretissima sui suoi trascorsi, qualche indiscrezione scabrosa circa il testo premiato e anche qualche rivelazione scioccante circa i suoi progetti futuri – immaginiamo assai bellicosi – in fatto di scrittura creativa.
E allora Rossana … sempre il già citato servizio di intelligence ci informa che la cicogna ti ha lasciata neonata, giusto qualche anno fa, sul comignolo di una casa romana. Ovviamente è un modo elegante per non rivelare la tua età e per dichiarare viceversa il tuo luogo di nascita: Roma.
Romana “de Roma” o romana acquisita?
Intanto diciamo che la cicogna aveva fretta e mi ha depositata con un mese di anticipo in un’incubatrice del Policlinico Umberto I. Battesimo dell’aria con sprint dunque. Quanto al “romana”… bè, mio marito che è romano romano vattelapesca di quante generazioni, non ne vuol sentir parlare di me come concittadina, il Civis Romanus lui solo è. E come faccio a dargli torto con due genitori abruzzesi? Io però mi sento romana, magari di prima generazione, ma romana… con un debole per l’Abruzzo.
Sempre la nostra intelligence ci informa che hai frequentato un noto liceo romano ma non il famoso “Giulio Cesare” di vendittiana memoria, anzi di canzonettiana memoria. Ti senti una liceale di seconda scelta?
Ma quando mai?!! Ancora con questa storia: il Giulio Cesare, il Mamiani, il Visconti, meglio qui, meglio lì … ma meglio il Tasso, vuoi mettere: noi abbiamo una quercia, via Veneto a un passo e pure una miss Italia, senza contare i cervelloni usciti da lì, compresa una scrittrice che … vabbè lasciamo stare va, sennò quelli del Giulio Cesare ci rimangono male.
E concludiamo le tue esperienze scolastiche ricordando una notevolissima laurea in lingue alla Sapienza di Roma: germanista. Trovi che gli uomini germanici siano così affascinanti?
Parli del fascino crucco d’oltralpe? No? Ah, meno male, m’avevi messo paura. Però … che fascino la musica, la filosofia, la storia tedesca … Ah, dici però che erano Barbari? Sempre a puntualizzare stai tu!
Da grande avresti voluto fare la veterinaria, la poliziotta o l’astronauta. E invece sei diventata una traduttrice. Ti ripugna il “posto fisso”?
Guarda che per tradurre stai fissa al chiodo dieci ore al giorno!
Hai lavorato anche per la Pfizer, nota casa farmaceutica … puoi giurare sulla copertina del tuo ultimo romanzo che nessuno dei tuoi amici maschietti ti abbia mai chiesto una fornitura gratuita di pillole blu?
Chi di opzione ferisce, di opzione perisce: beccati un bel “No Comment”
E veniamo alla tua passione per la scrittura creativa. Ben sei romanzi all’attivo. Proprio non ti piace la culinaria, il tombolo o il burraco?
Bè il burraco fa diventare isterica pure mia zia detta “Pina la dolce”, quindi scartato subito; il tombolo è legato a un meraviglioso ricordo di mia nonna (abruzzese) di cui – ovviamente – ho scritto in un romanzo, quanto alla culinaria … non mi sottovalutare troppo, potresti avere delle sorprese
Hai gestito fino al 2016 una piccola libreria indipendente … è un po’ come per un diabetico lavorare in pasticceria. I libri te li tenevi tutti per te o li vendevi a qualcuno?
Mannaggialamiseria se li volevo vendere a qualcuno! … invece me l’hanno fatta chiudere la mia bella libreria; questo è un popolo di santi, poeti, navigatori, cuochi, cantanti e scrittori, tanti scrittori, una marea di scrittori, nei cassetti degli italiani ci sono più manoscritti che calzini … ma i lettori dove diavolo sono finiti?
Immaginiamo per un istante che tu gestisca ancora la tua libreria. Immaginiamo che un cliente ti chieda qualche suggerimento su un bel libro da acquistare … gli consiglieresti un libro di una certa Rossana Cilli? Semmai quale?
Ma tutti, no?
Siamo sempre nella tua libreria e tu sei alla cassa. Si presenta una cliente piuttosto anonima, quasi scialba, sulla quarantina molto dubbiosa. Ha due libri in mano: “50 sfumature di grigio” e un tuo libro. Secondo te quale comprerà? Tu quale le suggerirai?
Lei muore dalla voglia di prendere il primo, ma si vergogna come una ladra e compra il mio che si intitola: “Oltre le Quinte” (dove forse pensa di andarsi a nascondere); io che ho un cuore d’oro, le offro un cinquanta percento di sconto e se li prende entrambi. Lei fa un sorriso largo come un arcobaleno e va via con doppio pacchetto. Anche la cassiera sorride.
Se tu sapessi di rimanere sola su un’isola deserta per un anno … quale libro porteresti con te? A parte i tuoi, s’intende!
Gesù, Gesù, Gesù… Con la Recherche magari sto a posto per dieci
Ti dichiari un’appassionata di astronautica. Per caso, il tuo cognome da nubile è Cristoforetti? Ti senti un po’ la mamma di Astrosamantha?
Scusa eh, ma non dovevamo sorvolare sulla mia età? Non potevi dire cugina, sorella, amica … nipotina?
Michael Collins, il famoso astronauta della missione Apollo 11, è nato a Roma in via Tevere 16, nel quartiere Pinciano. Tu hai dichiarato di possedere l’autografo di Collins … lo hai aspettato sotto casa? Confessa!
E certo! Ah, altro vantaggio di frequentare il Tasso: suona la campanella a scuola e due minuti dopo sei sotto casa di Collins. Vallo a dire a Venditti adesso.
E altri due astronauti della missione, Buzz Aldrin e Neil Armstrong, come hai estorto loro gli autografi?
Alloggiavano al Grand Hotel (dieci minuti a piedi dal Tasso): li ho aspettati lì dalle sei del mattino (io che avrei bevuto cicuta piuttosto che alzarmi alla sette per andare a scuola).
Hai partecipato a diversi premi letterari e diversi li ha vinti. Alla tua prima partecipazione a RACCONTI TRA LE NUVOLE ti sei piazzata al primo posto. Ti reputi fortunata o sei semplicemente molto brava? Noi optiamo per la seconda ipotesi però, gentilmente, ci spieghi perché siedi su due seggiole in contemporanea?
La seconda, la seconda.
Due seggiole? Guarda che sono due poltrone di prima classe …
Dici che sono un tantino megalomane?
E veniamo al tuo racconto “Verso Nord”. Quanto c’è di autobiografico in questo racconto?
In senso stretto niente, ma l’empatia, la mancanza di gentilezza, il cinismo, sono temi che mi stanno molto a cuore, forse per questo il vostro concorso mi ha conquistata subito e ispirata così profondamente. Ma ci pensate a quanto sarebbe potente la gentilezza se solo ci ricordassimo di usarla? Ho l’impressione che da un po’ di tempo, troppo tempo, sia caduta in disuso come se fosse un segno di debolezza, invece è potente, incute rispetto perché è spiazzante (chi se l’aspetta più un tono gentile, un sorriso, uno che ti sta a sentire invece di pensare a quello che deve dire lui appena smetti col tuo rumoroso bla bla?), obbliga ad abbassare i toni (quello che urla è persino costretto a stare zitto sennò non ti sente), obbliga a rispondere dopo aver pensato, e stimola la ragionevolezza.
Il mio comandante è un uomo gentile sopraffatto da persone arroganti.
In “Verso Nord” un pilota professionista raduna a bordo di un volo charter tutte le persone che gli hanno fatto del male. Per attirarle offre loro un viaggio omaggio. A te lo hanno mai regalato?
In realtà sì, avevo un’amica sposata a un comandante, lui spesso andava in sosta, una volta mi offrirono un biglietto per Singapore.
E’ risaputo che non si dovrebbero accettare caramelle da uno sconosciuto. E un viaggio omaggio da un pilota sconosciuto?
Io ho accettato e non me ne sono pentita (conoscevo la moglie, vale lo stesso?), però le caramelle, mai!
Durante il volo il protagonista concederà alle sue vittime l’opportunità di riflettere sulle malvagità commesse nei suoi confronti … una specie di confessionale, di anticamera del Purgatorio. Sei credente o confidi di più nella redenzione coatta?
La domanda di riserva?
Hai mai rischiato di finire a bordo di un volo “Verso Nord”? Semmai, il protagonista di quale nefandezza ti avrebbe accusata?
No. Ma se proprio forse mi avrebbe accusata di … ma che ne so? Io, a parte una bella sacrosanta strage di zanzare, non riesco a concepire azioni cattive.
“Verso Nord” ricorda vagamente la vicenda dell’incidente della Germanwings avvenuta qualche anno fa. Hai tratto ispirazione da quell’episodio luttuoso?
Sì, però anche da qualche “Airport” filmico ho avuto qualche idea
Come è nato “Verso Nord”? Non ci rispondere: di parto cesareo!
Un po’ ho risposto prima, a proposito della gentilezza. Comunque il parto è stato naturalissimo, poche volte ho scritto così di getto. La natura umana mi intriga molto, come pure la voglia di dire al mondo che se non la piantiamo tutti quanti di pensare solo al nostro orticello, finiremo tutti con un mazzo di ortiche in mano
Consiglieresti la lettura del tuo racconto a un passeggero in attesa di imbarcarsi su un volo?
Purché abbia pagato il biglietto …
Qual è la tua opinione a proposito dei piloti commerciali? Ti suggeriamo alcune opzioni possibili:
a) palloni gonfiati,
b) poveri diavoli che guidano autobus dell’aria,
c) autisti pagati troppo,
d) operari dell’aria,
e) appassionati di volo che ne hanno fatto una professione,
f) ammassi di testosterone
Hai due possibili scelte, quali e perché.
Rispondo e) + b).
e) perché se non hai quella passione, un lavoro così col cavolo che lo fai, b) perché tali li ha ridotti la deregulation (infatti adesso in aria o si addormentano, o litigano per tutto il viaggio … e non è colpa loro, è colpa di turni assurdi)
Ti è mai venuta voglia di andare in cabina e di urlare al pilota: “Ma chi t’ha dato la licenza di pilota?”
Per fortuna no, mai. Girando in macchina però …
Sei una di quelle passeggere che applaude dopo l’atterraggio?
Non te lo dico.
Quanto ci speravi di vincere RACCONTI TRA LE NUVOLE? Da 1 a 10?
Mi sa che non ti dico manco questo.
Cosa cambieresti del Premio e cosa hai apprezzato di questo Premio? A parte la partecipazione gratuita …
Squadra che vince non si cambia. Ma chi è quel genio che ha messo insieme le due passioni della mia vita?
Io e Stefano Gambaro, il presidente dell’HAG. Scusa, Rossana … ma … sono io che sto facendo l’intervista a te, non il contrario. Ordine!
Sei un’appassionata di astronautica. Perché non hai inviato un racconto ambientato nello spazio?
E sennò la prossima volta che scrivo?
E veniamo ai tuoi progetti futuri. Hai quattro opzioni, una sola risposta:
a) vincere al Superenalotto,
b) far parte della prima missione umana su Marte,
c) fidanzarti con Berlusconi e ricevere come pegno d’amore una villa in Sardegna
d) far parte della giuria nella prossima edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE
Per la a) impossibile perché non gioco mai, per la b) sono fuori tempo massimo (Accc… ho quasi detto l’età), per la c) “no comment”, per la d), non mi sento all’altezza. La quinta opzione?
Non c’è, mi spiace … però abbiamo Berlusconi sempre molto disponibile. Ripensaci!
Torniamo a noi.
Se ricevessi una e-mail della casa editrice Mondadori che dice più o meno: “Ti vogliamo. Ti offriamo una nuova collana”, come risponderesti? Ha quattro opzioni, una sola risposta:
a) sono allergica al nichel e indosso solo perle
b) non ho tempo da perdere con voi
c) ci sto ma dovete pubblicare tutti i miei 18 romanzi che ho nel cassetto
d) penserei a uno scherzo
Penso a uno scherzo, intanto do un’occhiata al cassetto e, porca miseria! … ce ne sono solo tre, le collane a volte pesano troppo … però un po’ di tempo magari lo trovo. Per caso hai il numero di Marina?
Marina, ehmm … Marina? No, mi spiace: ho una “Marina podologa” … ti va bene lo stesso? Però non divaghiamo.
A quando il tuo prossimo romanzo? E il prossimo racconto aeronautico?
Il prossimo romanzo è in lettura presso l’editore (che non si chiama Mondadori) … incrocia le dita và.
Il prossimo racconto aeronautico?
Ma scherzi?! Quand’è il bando dell’XI edizione?
A conclusione di questa intervista non posso fare a meno di porti l’ultimo quesito canonico: si faccia una domanda e si dia la risposta.
Quand’è che potrò vedere in faccia il mio intervistatore?
T’ho messo paura, eh?
Un abbraccio e spero presto, alla Premiazione ! Mi sono divertita un mondo, ma è stato più difficile rispondere qui che scrivere “Verso Nord”, sai.
Soprassediamo.
Bene, ringraziamo Rossana Cilli per aver risposto a tutte le nostre richieste appena appena impertinenti e confidiamo che vorrà partecipare comunque alla premiazione della X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE. Se non altro per prenderci a ceffoni e ingiuriarci di fronte a tutti.
D’altra parte, cosa non faremmo per movimentare una premiazione? Un po’ come questa intervista, non vi pare?
Sulla bontà del racconto di Rossana Cilli sarebbe inutile spendere altre parole: occorre leggerlo e allora – ne siamo certi – converrete sulla scelta della Giuria del Premio.
L’unico augurio che possiamo esprimere alla “nostra Rossana” è che ci possa regalare in futuro tanti altri racconti a tema aerospaziale. Con grande grande gioia dei lettori e altrettanto grande grande disappunto degli altri autori/autrici partecipanti al Premio.
A presto rileggerla, allora.
§§§§
Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).
In esclusiva per VOCI DI HANGAR
NOTA della Redazione.
La foto di copertina ritrae Rossana Cilli a bordo di un Cessna L-19 Bird Dog basato sull’Aviosuperficie di Bagnoli di sopra (PD) ed è stata scattata in occasione della cerimonia di premiazione della X edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE
L'unico sito italiano di letteratura inedita (e non) a carattere squisitamente aeronautico.
Aforismi
La pista è come la fica : più ce n\'è e meglio è.
(Giacomo)
Q.T.B.
PILOTA: volume radio incredibilmente basso. MECCANICO: impostare il volume radio ad un volume più credibile
(Suggerita da Herr Professor)
Check-In
Aereo atterrato a destinazione. Tutti i passeggeri scendono ed entrano nei cobus tranne una HOSTESS: “Signora gentilmente dovrebbe entrare nell’autobus … PASSEGGERA: Io gli autobus non li prendo, mi chiami un taxi!