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Oltre il cIelo?


Questo piccolo cammeo letterario mi ha non solo fatto leggere le righe armoniose di una piccola e promettente scrittrice undicenne (sì, undicenne!), ma mi ha con un sussulto del cuore riportato ai miei undici anni, quando anch’io prendevo in mano per la prima volta un telescopio e cominciavo a scoprire il senso di quello spettacolo incredibile che ci sovrasta, ricordandoci la nostra piccolezza e al tempo stesso che possiamo (e dobbiamo) sognare.

All’inizio del suo breve racconto (con il quale ha coraggiosamente partecipato alla XI edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE) l’autrice evoca i ricordi di bambina (?) quando nelle notti d’estate giocava a scovare le stelle cadenti e a esprimere i relativi desideri … e chissà che non sia stato questo uno dei cieli notturni cui si riferisce?  Benchè il racconto non sia stato inserito nell’antologia del Premio contenente i ventuno racconti finalisti, l’ultimo periodo della composiione di Emma apre letteralmente la sequela dei testi in quanto – a detta dei curatori dell’antologia – costituisce idealmente il manifesto della XI edizione: (foto proveniente da www.flickr.com)

Sì cara Emma, hai proprio ragione: si guarda in su e si sogna, e le sfide dentro di noi cominciano a prendere forma, e se noi le assecondiamo, piano piano diventeranno realtà.

Non so se tra i tuoi sogni c’è la scrittura, nel senso di narratrice, ma certo questo racconto contiene in sé tutti i presupposti perché tu lo diventi, c’è nei contenuti la precoce saggezza di una preadolescente già consapevole che

“Non sempre ci saranno persone che rideranno con te, anzi ci sarà gente che riderà contro di te …”

e c’è la sicurezza altrettanto precoce della forma sintattica che sempre deve accompagnare qualunque scrittura.

Non ci è dato sapere se quella ritratta in questo scatto possa essere la nostra Emma, oppure (giusto qualche anno fa) la nostra redattrice Rossana … di certo le accomuna la passione per il cielo extraterrestre altrimenti definito “spazio” ma anche per i corpi celesti che lo animano come comete, pianeti e galassie. Forse è per questo che è cresciuto loro il nasino all’insù? (foto proveniente da www.flickr.com)

La tua penna danza sulle righe lieve e sicura come le punte della piccola ballerina che – scopriamo con gioia – sei oltretutto: danzano sulle note di una musica celeste che nel silenzio delle notti stellate odono le persone sensibili come te. Speriamo di rileggerti ancora tra (e oltre) le nuvole.

Mille auguri.


Recensione di Rossana Cilli (*), didascalie a cura della Redazione


(*): già vincitrice della X edizione del premio RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2022

NdR: immagine di copertina la cometa C/2022 E3 (ZTF)



Narrativa / Breve

Inedito

Ha partecipato alla XI edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2023


Oltre il cielo?


Sin da piccola d’estate guardavo le stelle cadenti e con tutto il cuore speravo che il desiderio espresso si avverasse. A un certo momento ho iniziato ad associare quel bellissimo mondo magico fatto di speranza alle persone care che volavano in cielo perché questo mi veniva detto dai miei genitori … forse perché ero troppo piccolina per capire il concetto di perdita. Posso solo ricordare che questa cosa mi faceva stare bene perché quando aprivo la finestra, quella stella, la più luminosa era il mio nonno che da lassù mi guardava e proteggeva.

Tutt’ora, tutte le notti cerco di avvistare qualche stella cadente. 

Ebbene sì, finalmente all’ultimo anno delle elementari, durante una lezione di scienze, la maestra iniziò a spiegare l’universo: pianeti, nebulose, galassie … l’ascoltavo rapita mentre parlava di quello che c’è nel cielo.

Se prima tutto era immaginario nella mia mente, ora cominciava a essere più concreto: stelle, asteroidi, piccoli e grandi corpi rocciosi in orbita tra Marte e Giove, visibili soltanto con strumenti astronomici, meteore e meteoriti che entrano nell’atmosfera terrestre e producono scie luminose rese incandescenti dalla collisione con le molecole d’aria.

Da quel momento, nonostante le nozioni scolastiche e le ricerche effettuate, ho iniziato a pormi un sacco di domande ma soprattutto una: chi può dire a noi di smettere di sognare? Di credere nelle stelle cadenti, nelle nuvole che assumono forme diverse o in un arcobaleno senza fine? E’ da qui che bisogna tirare fuori la testardaggine e la tenacia di continuare a sognare e iniziare a camminare sulla propria strada. Non sempre ci saranno persone che rideranno con te, anzi ci sarà gente che riderà contro di te ma quello che conta è sognare e credere nei propri desideri e sperare che possano avverarsi.

E’ questo che rende le persone grandi.

Continua così fino alla fine … e potrai dirti: “Sei forte!!!” Perché quello per alcuni era un “precipitare”, tu lo chiamerai volo”. 



§§§ in esclusiva per “Voci di hangar” §§§

## proprietà letteraria riservata ##



Emma Lucietto


 

Il sogno di Alice

Il regolamento del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE (di cui siamo co-organizzatori assieme agli amici dell’HAG – Historical Aircraft Group) è davvero feroce: ammette la partecipazione di soli racconti. D’altra parte già il titolo lo evoca chiaramente … RACCONTI, appunto e null’altro.

Sempre più frequentemente accade però che giungano alla Segreteria del Premio delle composizioni letterarie che non hanno le fattezze tipiche del racconto. Certamente – occorre precisarlo – non esistono dei lineamenti rigorosissimi per definire i connotati di un vero racconto  rispetto  ad un testo giornalistico o di un racconto dal taglio favolistico. Certo che no, tuttavia è pur vero che i connotati del racconto ideale sono abbastanza codificati sebbene sussista un certo margine di interpretazione. Purtroppo questo margine si annulla completamente quando un testo si presenta in rime baciate o in cui il protagonista parlante è un oggetto inanimato. Nella fattispecie il margine di interpretazione concesso alla Segreteria del Premio va a farsi benedire e i sedicenti racconti devono essere additati come infiltrati e dunque allontanati con garbo.

Non siamo certi che l’autrice l’abbia immaginata così … ma potrebbe somigliare all’ istruttore Medina, il Vice Grande Nuvola, non vi pare? (foto proveniente da www.flickr.com)

Nell’ultima edizione del Premio è accaduto in diverse occasioni. Troppe. E  – lo dobbiamo ammettere – abbiamo cominciato a dubitare della bontà del regolamento e dello zelo della Segreteria nell’espletare la sua funzione di verifica preliminare dei testi. Che il regolamento sia poco chiaro? Che la Segreteria cerchi il pelo nell’uovo? Forse … ma analizzando ogni singola situazione ci siamo convinti che la voglia e l’entusiasmo degli autori/autrici è stata tanta e tale che, pur di partecipare al Premio, alcuni di loro hanno letteralmente dimenticato il cardine fondamentale del regolamento: possono partecipare solo e unicamente racconti.

E’ probabilmente caduta in questa terribile trappola Emma Lucietto che ha fatto pervenire alla Segreteria del Premio una piacevole composizione … peccato che si trattasse di una favola anziché un racconto. 

Benché il prologo del testo non sia contraddistinto dal canonico “c’era una volta”, è apparso subito chiaro che una goccia parlante e pensante può appartenere solo all’universo fiabesco. 

Perciò potrete facilmente immaginare  il disappunto della provato Segreteria nel costatare, suo malgrado, la non rispondenza del sedicente racconto “Il sogno di Alice” ai requisiti del regolamento … tuttavia l’amarezza si è progressivamente mitigata scorrendo riga dopo riga giacché la favola ha oggettivamente tutta una sua originalità e un fascino sottile, quasi leggiadro. Ma lo stupore maggiore, giunti all’ultima sillaba, si è manifestato quando la Segreteria è andata a rilevare i dai anagrafici dell’autrice, non fosse altro per informarla dell’equivoco e della necessità di rielaborare il testo pena  l’esclusione dal Premio.

Una bella immagine di Alice in un momento di svago assieme alle sue amiche gocce (foto proveniente da www.flickr.com)

Ebbene, appurato l’indirizzo e-mail, l’occhio è caduto inevitabilmente sulla firma del genitore prevista per gli autori minorenni e immediatamente dopo sulla data di nascita di Emma.

Vi risparmiamo i visi basiti e le espressioni di sorpresa ma il senso era: “Ma ha solo dieci anni!”. Dopodiché lo zelo e il senso di correttezza nei confronti dei partecipanti del Premio hanno paurosamente vacillato e la domanda che è rimbalzata da un membro all’altro della Segreteria è stato: “La contatti tu?”

A farla breve, la favola di Emma non poteva essere inserita tra i racconti partecipanti alla X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE ma essere pubblicata nel nostro hangar, questo sì, eccome! E con nostra grande soddisfazione perché non accade tutti i giorni di incappare in un’autrice tanto promettente.

Non ci è dato sapere quanto la maestra – bontà sua – e la famiglia di Emma – bontà loro – abbiamo contribuito o siano stati determinanti nella stesura della favola; oppure non sapremo mai (solo il tempo ce lo dirà) se questo testo rimarrà un fenomeno estemporaneo o avrà un seguito … tuttavia ci piace pensare che, nonostante le vicissitudini e le distrazioni che inevitabilmente attraverseranno l’esistenza di Emma, il suo talento possa consolidarsi e trovare il suo naturale sfogo nella scrittura creativa. Come pure in mille altre attività, chi può dirlo?

Fotoritratto della goccia Alice (foto proveniente da www.flickr.com)

L’autrice avrà sicuramente occasione di evolversi semplicemente crescendo, vivendo a pieno le proprie esperienze, compiendo il suo percorso scolastico-formativo, conoscendo il mondo e tanti esempi di umanità. Avrà modo di cambiare anche radicalmente rispetto a quella che conosciamo oggi e magari, a distanza di una manciata di anni, neanche si riconoscerà in quanto ha scritto e favoleggiato. Oppure ne farà la sua professione, chissà? Poco male. Ci avrà comunque regalato una piccola emozione e di questo non possiamo che esserle riconoscenti.

Una questione è certa: a noi il microcosmo della goccia Alice, il suo desiderio di volare sull’arcobaleno e la sua amica Stella hanno colpito emotivamente.  Forse perché ci ha sorpreso che in una bambina di dieci anni (e quindi nella sua composizione) sia così forte il sentimento dell’amicizia come pure la caparbietà, ossia il desiderio di raggiungere uno scopo apparentemente impossibile. Non ultimi i valori universali come la generosità, la riconoscenza o la sorellanza.

E’ pur vero che le fiabe sono molto soggettive perché talune ci travolgono e talaltre ci lasciano del tutto indifferenti. Dipende da persona a persona e soprattutto dallo stato d’animo di quella persona nel momento precisa della loro lettura. Forse ci stiamo rammollendo? Stiamo diventando dei mollacchiosi sentamentalisti? Forse. Ma prima di esprimere opinioni sulle altrui debolezze leggete “Il sogno di Alice” e poi ne riparleremo. Intesi?


Favola / Breve

Inedito

Ha partecipato alla X edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2022


Emma Lucietto


E’ la prima volta che ci troviamo in imbarazzo di fronte alla pubblicazione della biografia di un autore/autrice ospite del nostro hangar … non fosse altro per la tenerissima età, per la freschezza e la semplicità che Emma ha infuso nella stesura della manciata di parole necessarie per definirla. Per farci comprendere la sua personalità o i suoi lineamenti.

E’ per questo motivo riporteremo integralmente il testo  eliminando solo il giorno e il mese della sua data di nascita. Per una questione di pudore, di protezione nei confronti di questo virgulto destinato – ce lo auguriamo – a mettere radici ben salde e a fiorire rigogliosamente. Perché le premesse ci sono sono tutte. 

Ecco la biografia di Emma: 


Mi chiamo Emma Lucietto e sono nata nel 2012 a Cittadella in provincia di Padova.

Vivo a Camisano Vicentino, ho 10 anni e ho frequentato la quarta elementare.

Sono dolce, sensibile, buona, socievole, leale, e un po’ timida.

Il mio hobby e sport preferito è la danza : classica moderna e contemporanea e qualsiasi sua forma basta danzare con felicità e divertimento ma anche consapevolezza di quello che si sta facendo.                            

Da quando ero piccola mi sono sempre interessata a leggere, il mio libro preferito è:   “Il giardino segreto”.


Per inviare impressioni, complimenti e rallegramenti all’autrice:

iperpupi (chiocciola) gmail.com



Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


Il sogno di Alice

Oltre il cIelo?

Il sogno di Alice


Al risveglio o poco dopo, vieni accolto dal Sole e spinto di nuovo in alto, galleggi fluttuante nell’aria e poi … eccomi qua; sono Alice e ho deciso di raccontarvi la mia storia … naturalmente … sono una goccia!!!!

Abito a Pioggiandìa, un piccolo paese tra le nuvole di Catinelle e quelle di Rovesci, dove frequento l’istituto Tito Dritto, una scuola di volo nel vuoto per giovani gocce.

La mia vita era un circolo “noioso”: andavo a scuola, volavo a casa, giocavo con gli amici … le solite cose che accadono tutti i giorni in tutte famiglie di gocce del mondo. Fortuna che, una volta l’anno, c’è un giorno molto speciale che tutte noi gocce aspettiamo: il cielo diventa plumbeo, le nuvole si gonfiano e noi gocce veniamo lanciate giù in picchiata a vedere posti del mondo in cui non siamo mai state prima!

E’ il Giorno della Caduta, così lo chiamiamo, e può diventare il momento più bello della vita di una goccia perché in quel giorno i nostri sogni nel cassetto, con un po’ di fortuna, possono realizzarsi.

Una mattina arrivò a scuola a bordo di una foglia rossa scintillante la nuova maestra, la Signora Margherita, e chiese a tutte noi gocce quale fosse il nostro sogno e dove saremmo volute atterrare. La mia amica Cielcilia fu la prima ad alzare la mano e rispose: “Nel mare o nell’Oceano, maestra!”.

Poi toccò a Diego che disse che gli sarebbe piaciuto cadere sul tergicristallo di un aereo … Diego è così pigro che, se potesse, prenderebbe un aereo anche per andare dal banco alla cattedra. Arrivò il mio turno e alzandomi in piedi a gran voce dissi: “Vorrei volare nell’Arcobalenooooo!!!”.

Tutti si misero a ridere e a commentare: “Impossibile!”, “Non succederà mai”.

Decisi di ignorarli e finita la scuola cominciai ad andare ogni giorno alla pista dove si allenavano le Nuvole, per provare a convincerle a sganciarmi  sull’ Arcobaleno. Il primo giorno… un disastro totale: la Grande Nuvola mi urlò: “ Vattene, tu sei minorenne”.

Il secondo giorno l’istruttore Medina, il Vice Grande Nuvola, mi disse:“ Tuuuuuuu?!? Mi spiace, sei cicciottella, non hai il fisico per l’Arcobaleno”.

Tornai a casa ma ci riprovai il giorno seguente e quello dopo e dopo ancora …

Passarono gli anni e non avevo ancora raggiunto il mio sogno, ero molto scoraggiata ma non volevo mollare. Avevo già affrontato tre Cadute ed erano andate malino: ero atterrata in una pozzanghera, dentro l’occhio di un signore che stava guardando il cielo e l’ultima volta sopra il tetto di un auto appena lavata, assieme a Diego. Dell’Arcobaleno ancora nessuna traccia: lo vedevo solo lì, su un poster che avevo appeso nella mia cameretta.

Era l’estate del 2016 e mentre passeggiavo assorta nei miei pensieri, udii dietro ad un cespuglio uno strano rumore. Molto timorosa mi avvicinai ma non riuscivo a capire cosa fosse finché iniziarono a delinearsi i suoi tratti … era una stella. Le chiesi perché stava piangendo e cosa le fosse successo.

“Qui non ho nessuna amica e le stelle nel cielo non mi vogliono con loro perché sono troppo poco luminosa” mi rispose.

“Non è vero sei bellissima!!” esclamai e le chiesi di diventare mia amica.

Nei giorni seguenti diventammo inseparabili: si trasferì a casa mia e diventò la mia amica del cuore!

Ogni giorno che passava Stella diventava più luminosa e una sera mi prese le mani e disse:  “Grazie Alice ti voglio molto bene. Mi hai fatto capire che nel cielo siamo in tanti e diversi, che ognuno è unico e speciale, con i propri difetti e pregi. Tu hai creduto in me come nessun altro aveva fatto. Devo ritornare da dove sono venuta, sento che devo ancora compiere qualcosa di importante per qualcuno di speciale”.

Non riuscivo a capire molto per le emozioni che provavo in quel momento e con le gocce agli occhi la lasciai andare, sicura che un giorno ci saremmo ritrovate.

Finalmente anche il Giorno della Caduta 2016 era alle porte; la mia amicizia con Stella non mi ci aveva fatto pensare per un po’. Come tutte le sere dal balcone della finestra espressi il mio desiderio di diventare parte dell’Arcobaleno ma quella sera successe una cosa strana … Stella, era proprio lei, la riconobbi … era quella più luminosa di tutto il firmamento … era lei, non ci credevo … man mano che la guardavo capivo … tutti i tasselli iniziarono a comporsi come in un grande puzzle!

Ora capivo perché era dietro un cespuglio, perché era poco luminosa, perché doveva tornare indietro: lei era una stella cadente!!

Lei aveva scelto me e per ringraziarmi decise di aiutarmi.

Che altro dire? … secondo voi come sarà andata a finire? Il giorno dopo ero la più bella goccia rossa del più luminoso arcobaleno.



§§§ in esclusiva per “Voci di hangar” §§§

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Emma Lucietto