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Il mio idroscalo (Orbetello)

Il mio idroscalo copertinatitolo: Il mio idroscalo (Orbetello)

autore: Michele Addonisio

editore: Effigi

anno di pubblicazione: 2016

ISBN: 978-88-6433-632-9

pagine: 304




L’idroscalo di Orbetello, situato in un luogo già di per sé straordinario, o meglio, unico (basta andare su Google Maps e dargli un’occhiata dall’alto), è stato teatro di eventi storici di importanza mondiale. Da qui sono partite le grandi crociere atlantiche di Italo Balbo, ma ancor prima, da Orbetello avevano spiccato il volo le due crociere del Mediterraneo. E sempre su questo idroscalo aveva sede la Scuola di navigazione d’alto mare e perfino una Scuola di volo senza visibilità.

All’epoca si utilizzavano molto gli idrovolanti. Ad Orbetello ce n’erano un gran numero e di diversi tipi. Ma nelle due trasvolate atlantiche fu utilizzato l’ S.55, macchina geniale e straordinariamente valida, che fu venduta alle aviazioni di diversi paesi esteri. Oggi resta un solo esemplare di S.55, in condizioni non molto buone e si trova in Brasile.

S.55 Museo TAM - Jahu
L’unico esemplare di S.55 arrivato sino ai nostri giorni è la versione C esposta presso il Museu TAM, già Museu Asas de um Sonho, sito a São Carlos nello stato federale brasiliano di San Paolo (São Paulo). L’S.55, soprannominato “Jahú” dal suo ultimo proprietario, l’aviatore João Ribeiro de Barros, lo stesso soprannominato “Alcione” dall’asso italiano della prima guerra mondiale Eugenio Casagrande, venne utilizzato per compiere la trasvolata atlantica del Sud Atlantico nel 1927 (testo e foto prelevate da https://it.wikipedia.org/wiki/Savoia-Marchetti_S.55)

Purtroppo l’Italia non ha mai avuto la mentalità di salvaguardare la propria storia. Non si è mai pensato di salvare qualche esemplare di aereo, da riporre in un museo, per tramandare ai posteri il prodotto della genialità italica e del progresso tecnologico del nostro paese, che pure, in un certo periodo storico, aveva raggiunto livelli elevatissimi. Peccato. Ma questa è la realtà.

Il periodo storico suddetto coincide sfortunatamente con il ventennio fascista, che per ragioni comprensibili si tende a voler dimenticare e così si dimentica la propria storia. E non solo. Ma sarebbe opportuno imparare a riconoscere e separare la propria storia dalle vicende di un partito politico, saper distinguere bene il popolo dal governo che si ritrova.

Il mio idroscalo copertina
La copertina del volume che ritrae il Savoia Marchetti S.55, il glorioso idrovolante che fu protagonista di trasvolate memorabili

Se non avessimo confuso concetti tanto diversi, oggi potremmo ammirare i maestosi idrovolanti impiegati da Italo Balbo, magari collocati in un bel museo situato proprio nell’idroscalo di Orbetello. Invece abbiamo lasciato scomparire gli aerei. E anche l’idroscalo.

Sono nato a Manciano, a pochi chilometri da Orbetello e ho sempre sentito parlare di un sito dove l’Aeronautica Militare ancora aveva sede, ma ogni volta che passavo da quelle parti vedevo soltanto qualche cartello che indicava un’area militare. E basta. Oltre le recinzioni si intravedeva qualche palazzina fatiscente, erba alta e muri cadenti. Per decenni non ho sentito altro che vaghe voci di popolo parlare di aeroporto, ma l’aeroporto non c’era. A quel tempo prestavo servizio in Aeronautica, ma della sede di Orbetello non sapevo quasi nulla. Solo di recente, quando mi sono appassionato alla storia della nostra aviazione, ho scoperto un mondo nascosto, fatto di avvenimenti gloriosi ed eroici, che nulla avrebbe da invidiare alle altre aviazioni estere. Anzi.

Crociera aerea atlantica
La locandina che visualizza l’itinerario della Crociera aerea Atlantica (dal sito: http://www.solomostre.com/mostre/genova-mostra-aviazione-aeropittura. Riporta l’apertura della mostra: “Da d’Annunzio all’aeropittura. Arte e aviazione in Italia dalla Grande Guerra agli anni Trenta” tenutasi a Genova nel 2014)

Mentre cresceva in me la conoscenza della nostra storia, cresceva ancor più l’interesse e la voglia di conoscere di più. Ho comprato tanti libri. E qualcuno l’ho anche scritto. Ogni tanto mi capita sotto mano qualche nuovo libro interessante, magari edito da poco tempo e lo compro subito. Poi lo leggo. E magari vi trovo qualche spunto per una nuova ricerca, in un’altra direzione. Giorni fa, in una libreria di Orbetello, ho visto un libro esposto in vetrina. Il titolo, “Il mio idroscalo”, mi ha subito incuriosito e sono entrato ad acquistarlo.

Il libro è molto bello. Ben fatto, perfettamente impaginato. Le duecentonovantotto pagine che lo compongono (più altre, indice etc.), tracciano molteplici aspetti che riguardano la storia dell’idroscalo di Orbetello.

L’autore, architetto, pubblica moltissime piantine della città attraverso i secoli fino ad oggi e, sinceramente, mi ha sorpreso venire a conoscenza di quanta storia sia passata per questi luoghi. Di quanto sia stata importante la città di Orbetello, con le sue lagune, già in epoca etrusca e poi romana.

Il libro contiene anche un notevole numero di fotografie, tutte interessantissime, alcune già viste, ma altre inedite. Il padre dell’autore, come dice lui stesso, “volava” da queste parti, con un idrovolante CANT-Z506 Airone. Infatti, molte delle foto sono di proprietà dell’autore. Una di queste foto ritrae un gruppo di piloti di una delle prime due crociere, quelle del Mediterraneo. Tra di loro c’era sicuramente Cesare Carra, che ha partecipato, con un S.55, ad entrambe. Di lui ho scritto una biografia pubblicata dall’editore IBN. La foto è bellissima e costituisce un documento importantissimo e raro. Ma la qualità delle pellicole dell’epoca non consentono di riconoscere tutte le persone ritratte. Carra è senz’altro uno del gruppo, anche se, purtroppo, non saprei dire quale.

Per me che ho scritto la sua biografia, è straordinario camminare lungo la laguna, nelle aree dove un tempo tanti piloti eccezionali hanno camminato, hanno vissuto, volato, studiato. Dove si sono imbarcati sul tender per raggiungere gli idrovolanti alla fonda nella laguna, dove sono decollati e sono ammarati in anni di servizio. E sapere che anche Cesare Carra è stato qui. Di tutto questo si sa così poco!

Il mio idroscalo retrocopertina
La retrocopertina del volume dedicato all’idroscalo di Orbetello, luogo ove si consumarono pagine memorabili nella storia dell’aviazione del nostro paese eppure caduto nell’oblio da moltissimi anni.

Era tanto tempo che pensavo all’idroscalo di Orbetello come ad uno scempio della politica italiana. Sentivo e continuo a sentire la necessità del suo recupero, di portare a conoscenza di tutti l’importanza di questo illustre luogo. Vorrei che finalmente si realizzasse un museo, che si recuperasse o si ricostruisse da capo uno o più idrovolanti che tanto hanno volato su questa laguna, su questa città, in questi cieli. E speravo che qualcuno scrivesse una storia adeguata di questo idroscalo. Tante volte ho accarezzato l’idea di mettermi al lavoro e scriverla io stesso. Ora finalmente il libro che aspettavo è stato scritto e pubblicato.

Indubbiamente non basta un libro a coprire tutta la storia. Non basterebbe un’intera biblioteca. In altre parole, c’è spazio per tanti altri libri, magari ci fossero così tanti scrittori a produrli. Ma questo libro ha il pregio di essere piuttosto ben delineato e ricco di documenti e foto. Racconta la storia dell’idroscalo, ma inserita in quella più ampia e articolata della città e dei luoghi limitrofi.

Per chiunque voglia conoscere meglio la storia dell’idroscalo di Orbetello e delle grandi trasvolate di Italo Balbo e dei suoi piloti, ognuno dei quali meriterebbe la pubblicazione di un libro a sé perché quasi tutti sono poi diventati assi o eroi o comunque personaggi di spicco nella storia aeronautica italiana e anche dei suoi specialisti, questo bellissimo libro non può mancare. Va acquistato, letto e poi messo al suo posto d’onore in biblioteca.







Recensione a cura di Evandro Detti

Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo

Meteorologia Aeronautica copertina

titolo: Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo

autore: Marco Tadini

editore: Logisma

anno di pubblicazione: 2016

ISBN: 978-88-6718-041-7



Nel mondo aeronautico la Meteorologia è il pane quotidiano. Occorre conoscerla. Tutti, piloti e controllori, operatori e tecnici di ogni settore. La meteorologia è importante per tutti, dall’agricoltura all’industria, al turismo e così via. Anche per una semplice passeggiata è istintivo alzare lo sguardo verso il cielo per vedere cosa ci dobbiamo aspettare dalla meteo e se è il caso di prendere l’ombrello o il cappotto o le scarpe alte. Ma il settore aeronautico deve porre la meteorologia al posto d’onore, continuando a studiarla con dedizione perché anche oggi, nell’era dell’informatica, dopo secoli di studi, non la conosciamo ancora totalmente. Continua la lettura di Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo

Avventure in punta di ali

titolo: Avventure in punta di ali

autore: Evandro Detti

editore: Logisma

anno di pubblicazione: 2016

nr pagine: 185

ISBN: 978-88-97530-72-5




Se pensate che non sia possibile provare l’esperienza del volo virtuale seduti in poltrona leggendo un libro … beh ricredetevi. Evandro Detti in “Avventure in punta di ali” vi porterà in volo nel fantastico scenario del lago di Garda.

L’autore, pilota di aereo e di aliante, istruttore di volo a vela, traspone tutta la sua esperienza e saggezza in questo racconto. Utilizzando il modulo narrativo della favola, vi farà veleggiare sotto le nubi e quando sarete un po’ più abili affronterete il volo di costone, per arrivare poi al volo … ma questo lo scoprirete leggendo. Continua la lettura di Avventure in punta di ali

Hugo Christensen

ahugNon amava parlare di sè ma, consapevole che presentarsi costituisce una forma di cortesia nei confronti degli organizzatori del Premio letterario “RACCONTI TRA LE NUVOLE” e di chi – se del caso –  leggerà le sue avventure, aveva scelto la via del compromesso e si era firmato HUGO seguito dal nome della madre danese, CHRISTENSEN. All’anagrafe risultava però come:Ugo Paolillo.

Purtroppo “era” e “aveva” perché Ugo ci ha lasciato per sempre a causa di un tragico incidente di volo avvenuto nel luglio 2023 nei cieli di Rieti a bordo del suo amato “Papero” – come affettuosamente lo avevamo soprannominato – il suo Fournier RF-3 ultraleggero. Ci ha lasciato alla veneranda età di 83 anni, 60 dei quali vissuti volando indifferentemente con aeroplani, alianti, motoalianti e ultraleggeri vari.

Ugo, versione italianizzata di Hugo, era pilota di aliante, di ultraleggeri e di aerei. E’ stato più di una volta campione italiano di volo a vela nelle competizioni di velocità e di distanza.

Deteneva il record di volo con aliante – ancora oggi imbattuto – di oltre 1000 km con punti di partenza e di volo prefissati svolto interamente in territorio italiano, lungo la dorsale appenninica e in termica. E ha compiuto questa impresa lungamente cercata e poi concretizzata con un aliante neanche di ultimissima generazione.

Da questa esperienza ha tratto il racconto: “La prima termica del mattino” che è ospitato nel nostro hangar e che ha firmato con lo pseudonimo A HUG.

Con il medesimo pseudonimo aveva  firmato invece i racconti : “La Daunia brucia! ” e “Imprese inutili“, ugualmente ospitati nel nostro hangar ma, all’epoca, ufficialmente andati in stampa nelle pagine della blasonata VOLA A VELA, storica rivista dedicata al mondo del volo silenzioso.

La FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) gli aveva assegnato il diploma Paul Tissandier per meriti nel campo delle attività aeromodellistiche.

E’ stato per diversi anni componente del collegio dei probiviri presso l’AeroClub d’Italia.

Negli ultimi anni, smessi gli abiti del magistrato, si era calato con impegno in quelli dello scrittore di narrativa e, non senza un lungo travaglio, aveva pubblicato il suo primo romanzo intitolato “Dove il tempo non era mai stato” che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di visionare in anteprima come manoscritto prima e poi leggere come volume della collana “Narrativa” dell’editore Logisma. Contava di farne una seconda edizione migliorata e corretta alla luce di una capacità narrativa più matura e raffinata di quella di esordio. Contava anche di ricavarne una sceneggiatura cinematografica dopo aver tradotto il romanzo in lingua inglese. Non ultimo aveva già messo mano a un secondo romanzo del genere thriller-poliziesco ispirato e sostenuto da quell’enorme bagaglio materiale di vita professionale accumulato nel corso della sua lunga carriera professionale. Chissà …

Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autore avremmo normalmente pubblicato la sua e-mail ma, consapevoli che non potrà più rispondere per ovvi motivi, ci piace ricordare solamente che il suo indirizzo di posta elettronica  era costituito dalle sigle di gare di uno dei suoi tanti alianti … cieli sereni tretango! Vola alto e lontano, Ugo.


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


Nel cielo di Cecenia

A Hug

 ahugAngelo Hug (da non confondersi con: “A-hug”, tipica espressione di assenso usata con molta frequenza dai Pellerossa dell’America settentrionale prima di imbattersi nei “fratelli” bianchi), comincia a volare decollando dal seggiolone per poi atterrare sul sottostante pavimento marmoreo della casa natale.

L’esperienza lo entusiasma a tal punto da sognare, già in tenerissima età, di trasformarsi in essere alato. Ed è per questo motivo che, appena può, consegue tutte le licenze e le abilitazioni di volo compatibili con l’esigenza di restare per aria.

Eccolo, dunque, pellegrino del cielo, affrontare molti suoi sogni: dalle Alpi alla Calabria, passando per Rieti. Fino a quando, un giorno dello scorso inverno (anno 2000), atterra con il proprio aliante in un campo sperduto in un remoto territorio del Sud Africa. Rischia il linciaggio da parte delle popolazione locale, ma appena si qualifica, pronunciando il suo nome, A Hug appunto, vede la marmaglia innalzarlo sulle spalle e, al grido reiterato: “Hug, hug”, adorarlo su una specie di altare, elevato, nel suo pensiero, al rango di un dio alato.

Rintracciato fortunosamente dopo molte ore dalla squadra di recupero, apprende con raccapriccio che, nell’idioma locale, “Hug, hug” costituisce l’equivalente del “mo’ se lo famo” di romanesca estrazione lessicale.

Al termine di lunghe contrattazioni viene barattato con la sua variopinta tuta di volo. In mutande, ma vivo, l’abbandona a malincuore agli indigeni. Su di essa spicca la toppa di una testa d’aquila e il motto “Vola lento e basso”.

Questa simpatica biografia, scritta dall’autore con la sua proverbiale ironia e acume, lo descriveva a tutto tondo. Purtroppo A Hug, all’anagrafe Ugo Paolillo, ci ha lasciato per sempre a causa di un tragico incidente di volo avvenuto nel luglio 2023 nei cieli di Rieti a bordo del suo amato “Papero” – come affettuosamente lo avevamo soprannominato – il suo Fournier RF-3 ultraleggero.

Ci ha lasciato alla veneranda età di 83 anni, 60 dei quali vissuti volando ovunque indifferentemente con aeroplani, alianti, motoalianti e ultraleggeri vari.

Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autore avremmo normalmente pubblicato la sua e-mail ma, consapevoli che non potrà più rispondere per ovvi motivi, ci piace ricordare solamente che il suo indirizzo di posta elettronica  era costituito dalle sigle di gare di uno dei suoi tanti alianti …

Cieli sereni tretango! Vola alto e lontano, Ugo.


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


La Daunia brucia!

Imprese inutili

La prima termica del mattino


Nel cielo di Cecenia