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Michael Collins è volato per sempre nello spazio



E’ con dita tremolanti con e il dolore che ci annebbia gli occhi che vorremmo informare i visitatori del nostro hangar che Michael Collins, l’astronauta  statunitense nato a Roma, eroe solitario della missione spaziale che ha condotto per la prima volta il genere umano sulla Luna, ci ha lasciato per sempre.

Mentre il suo corpo è rimasto qui sulla Terra – apprendiamo – attorniato dall’affetto dei suoi cari, osiamo immaginare che il suo spirito sia volato via nello spazio profondo e abbia raggiunto in un istante la superficie del nostro satellite dove la sorte volle che egli non dovesse mai mettere piede.

In rispetto di quanto  espresso dai suoi familiari,

“onoreremo il suo desiderio di celebrare, non piangere, quella vita.”

E pertanto ci uniremo a loro

“nel ricordare con affetto e gioia il suo acuto spirito il suo tranquillo senso dello scopo e la sua saggia prospettiva, acquisiti sia guardando indietro alla Terra dal punto di vista dello spazio”.

Lo faremo a modo nostro … ossia leggendo e rileggendo la recensione dei suoi libri:

Il pilota del Modulo di Comando della missione Apollo 11, Michael Collins nella foto ufficiale rilasciata dalla NASA alla vigilia del volo che recò Buzz Aldrin e Nei Armstrong sulla Luna.

e

che abbiamo il piacere di ospitare nell’hangar, stilate dal nostro preziosissimo Evandro Aldo Detti (Brutus Flyer).

Grazie, Michael Collins … che lo spazio ti culli nella sua infinita vastità e che l’azzurro luminoso della Terra ti guidi quando vorrai tornare tra noi semplici terricoli.




La Redazione                      

RACCONTI TRA LE NUVOLE – il volo DELLA IX EDIZIONE

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IX edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole

COMUNICATO STAMPA

nr 2 del 22 aprile 2021



Prosegue veloce e spedito, sebbene con qualche turbolenza, il volo della IX edizione del Premio.

E’ giunto ufficialmente il primo racconto e, se è vero chi ben comincia … l’edizione 2021 si preannuncia di ottimo livello.

In effetti, già all’indomani del decollo, la Segreteria aveva ricevuto il primo racconto e altri nei giorni successivi.

Ligia al regolamento che le conferisce l’incarico di una prima verifica per rispondenza dei requisiti di partecipazione, la Segreteria ha provveduto alla lettura (e anche alla rilettura) dei testi pervenuti. Purtroppo ne ha dovuto decretare la non accettabilità in quanto non conformi al regolamento. E sottolineiamo purtroppo.

Occorre ricordare agli autori/autrici che possono partecipare alla competizione solo composizioni letterarie assimilabili alla formula del racconto. L’aspetto non è trascurabile giacché il premio racchiude già nel suo nome – RACCONTI tra le nuvole – un requisito intrinseco: racconti, appunto, e in tema squisitamente aeronautico. Al massimo, per estensione, astronautico.

Ora comprendendo la difficoltà dei partecipanti nel definire la formula letteraria in cui si colloca la loro composizione e senza voler insegnare alcunché, siamo certi di fare cosa utile riportando una definizione enciclopedica del termine racconto:

è una narrazione in prosa di contenuto fantastico o realistico, di maggiore ampiezza rispetto alla novella e più breve del romanzo. (Wikipedia)

Oppure:

Componimento letterario di carattere narrativo, quasi sempre d’invenzione, più breve e meno complesso del romanzo (in quanto dedicato in genere a una sola vicenda e destinato a una lettura ininterrotta) e distinto dalla fiaba perché tende a presentare i fatti come realmente avvenuti (per questi suoi caratteri si identifica sostanzialmente con la novella) (Treccani)

O anche:

Il genere letterario del racconto ha le sue radici nel primo costituirsi dei gruppi umani: nasce dal bisogno di comunicare proprio dell’uomo ed ha una millenaria tradizione orale che arriva fino all’epoca contemporanea. […]

Nel racconto non troviamo più gli eroi del mito o i personaggi simbolo della fiaba, ma protagonisti che condividono con il lettore caratteri ed esperienze della natura umana. Tra questi generi letterari e il racconto c’è una differenza fondamentale: mito e fiaba sono in larga misura predeterminanti, cioè il narratore è obbligato a muoversi entro gli schemi fissi stabiliti dalla tradizione. Sono inoltre destinati a perdere contatto con la realtà, mentre il racconto specie in talune sue tipologie,  non è estraneo al contesto storico, anzi ne vuole essere espressione e manifestazione: rappresenta la realtà in tutti i suoi contraddittori aspetti, al contrario del mito e della favola, che si propongono scopi educativi. Il racconto si differenzia anche rispetto al romanzo, che è un testo molto più lungo, che cerca di dare una visione complessiva del mondo, mentre il racconto affronta aspetti limitativi e circoscritti, frammenti di realtà, senza la pretesa di offrire di essa un’interpretazione generale.

Il racconto è quindi una narrazione breve, in prosa, con personaggi umani, contenuti verosimili e generalmente non storici, per lo più senza finalità morali o conclusioni moraleggianti. (http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/maniera/narrativo/racconto.htm).

In definitiva sono ammessi alla competizione solo racconti e non fiabe o articoli giornalistici.

Altro aspetto che teniamo a precisare riguarda il contenuto aeronautico dei racconti.

I testi partecipanti devono avere una componente aeronautica/astronautica, ossia avere una collocazione nell’ambiente aria, cielo o spazio. Ciò significa che la vicenda narrata deve muoversi nella dimensione aviazione, aeroplani, piloti e tutto quanto inerente il mondo del volo. Beninteso, i personaggi possono essere anche uccelli o insetti volanti ma, in tal caso, vi suggeriamo di prestare estrema attenzione a non scivolare nel genere fiabesco.

Naturalmente il racconto inviato al Premio potrà avere una caratura aeronautica più o meno consistente che sarà valutata in modo proporzionale dalla giuria. In altri termini i racconti che hanno una componente aeronautica blanda, seppure ammessi al Premio, verranno valutati tiepidamente mentre racconti con un preponderante sapore aeronautico/astronautico saranno valutati assai favorevolmente e dunque avranno modo di prevalere sugli altri.

Benché il tema aeronautico sia piuttosto specifico, in realtà consente agli autori/autrici di spaziare in termini temporali e di ambientazione in un settore narrativo pressoché sconfinato. Nella logica di guidarli verso un soggetto più circoscritto, al generico tema aeronautico/astronautico si aggiunge dalle ultime due edizioni il suggerimento degli organizzatori, ossia quello che viene denominato il “personaggio storico”. In questa edizione la scelta è caduta non su una persona fisica bensì su tante persone: gli equipaggi dei trasporti militari italiani appartenenti all’Aeronautica Militare Italiana come pure alla vecchia Regia Aeronautica. In particolare gli equipaggi che furono trucidati a Kindu, in Congo, nel novembre 1961.

Sottolineiamo che si tratta di un suggerimento, una sorta di spunto che viene sottoposto all’attenzione dei partecipanti ai quali rimarrà comunque la completa libertà di inviare un racconto aeronautico/astronautico ambientato in altro tempo e in altro luogo diverso dal personaggio storico. Ovviamente la giuria valuterà in modo più favorevole i racconti aventi come protagonista il personaggio storico e ovviamente lo farà in misura proporzionale rispetto alla qualità e al grado di coinvolgimento del personaggio storico nell’ambito della composizione.

Nel caso di ulteriori dubbi e necessità di chiarimenti non esitate a contattare la segreteria del Premio all’indirizzo:

raccontitralenuvole@gmail.com



Un mondo ultraleggero

titolo: Un mondo ultraleggero

autore: Bruno Servadei

editore: Independently published

anno di pubblicazione: 2019

pagine:  272

ISBN cartaceo: 1085921581

ISBN alternativo: 978-1085921589




Dopo aver acquistato su Amazon alcuni libri di Bruno Servadei, avevo contattato l’autore su Messenger, per informarlo e invitarlo a leggerne le recensioni che, dopo averli letti, avrei scritto e pubblicato su VOCI DI HANGAR. Nel sito era già presente la recensione di un altro dei suoi libri, “Ali di travertino“, scritta dal webmaster qualche tempo prima, e un racconto intitolato “Coppia” che aveva partecipato, senza giungere tra i finalisti, al premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE.

Avevo già letto, nel 2009, “Vita da cacciabombardiere“, il primo libro di Bruno Servadei. Mentre aspettavo l’arrivo dei quattro nuovi libri mi ero messo a rileggere “Vita da cacciabombardiere“, giusto per rinfrescarmi la memoria. A suo tempo mi era piaciuto moltissimo. Servadei aveva scritto un capolavoro, nel campo aeronautico. Non era solo opinione mia, mi ricordo che diversi amici, piloti di aereo o di aliante, avevano espresso lo stesso apprezzamento.

Non saranno la PAN – Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana – le mitiche Frecce Tricolori -, eppure la formazione acrobatica denominata “Blu Circe” non ha nulla da invidiarle … nemmeno il tricolore! Bruno Servadei ne fa parte nel ruolo di analino di coda. A causa della pandemia la formazione ha subito un drastrico rallentamento delle sue attività ma ha potuto archiviare un 2019 letteralmente memorabile giacchè l’ha vista in turnée addirittura in Cina (proveniente da www.flickr.com)

Servadei mi aveva suggerito un ordine di lettura dei libri, basato probabilmente sull’ordine nel quale li aveva scritti. E ovviamente, questo di cui mi accingo a parlare, dal titolo “Un mondo ultraleggero“, essendo il più recente, doveva essere letto per ultimo.

Ma nel messaggio, con mia sorpresa, lo aveva definito “libercolo“.

Intanto, finito di rileggere il primo, ne avevo scritto la recensione. Poi avevo ripreso in esame i nuovi quattro, li avevo messi in ordine e stavo per cominciare la lettura del primo della lista.

ULM, non è una città tedesca della regione Baden-Württemberg nota soprattutto per aver dato i natali ad Albert Einstein, bensì l’acronimo di Ultra Leggero Motorizzato. In effetti la sigla trae origine dalla definizione francese di Ultra-Léger Motorisé da cui ULM, appunto. L’ultra leggero, che si tratti di un velivolo, un elicottero,un aliante o un autogiro è considerato a tutti gli effetti un aeromobile sebbene a esso non è sia applicabile il Codice della Navigazione Aerea. Il concetto di ultra leggero dovrebbe essere sinonimo di macchina volante di piccole dimensioni, costruttivamente semplice, quasi spartana, con prestazioni modeste ossia destinata al volo lento e con autonomia limitata, equipaggiata di pochi strumenti per non dire essenziali. Dovrebbe. O meglio, all’inizio lo era. Oggi, in realtà solo una piccola parte, degli ULM volanti nel nostro paese risponde a questo canone. L’altra parte – la maggioranza –  degli ultra leggeri (davvero leggeri?) sono dotati di carrello retrattile, motore con potenze di tutto rispetto, elica a passo variabile, aerodinamica e struttura sofisticata, autonomia ben più che interregionale mentre possono raggiungere velocità piuttosto elevate (intorno ai 350 km/h). Alcuni sono capaci anche di svolgere attività acrobatica di un certo livello.. Niente male per un ultra leggero, no? In termini di avionica poi, affrancati da tutte le restrizioni e le certificazioni tipiche degli aeromobili dell’Avazione Generale, gli ULM sono spesso e volentieri dotati di una strumentazione che nulla ha da invidiare al cosiddetto “glass cockpit” dei fratelli maggiori pesanti, anzi, semmai il contrario: non c’è ULM che non abbia almeno un paio di schermi digitali a bordo e non imbarchi apparati di radio-navigazione che farebbero impallidire pure un’astronauta della Stazione Spaziale Internazionale! I velivoli che sono ritratti nelle foto sotto e sopra questa didascalia appartengono all’idea primordiale di ULM, quello ritratto nella copertina di “Un mondo ultraleggero” è invece in linea con la filosofia contemporanea. Notate qualche differenza? 

Ma la parola “libercolo” mi risuonava nella mente.

La copertina di “Un mondo ultraleggero” riportava l’immagine di un piccolo aereo immortalato nella fase rovescia all’apice di un looping. Una foto azzeccata, che attrae l’attenzione.

Uno di quei “trespoli” – così come li ha definiti l’autore in uno dei capitoli del suo libro – che animano, o forse è meglio dire, animavano il mondo ultraleggero.

Dopo una veloce scorsa alle pagine, ai capitoli e alle foto all’interno del libro, avevo intuito che il contenuto doveva essere molto interessante. Altro che libercolo!

Ok, avrei cominciato proprio da quello.

Il primo capitolo ripercorre la linea degli eventi che avevano preceduto l’arruolamento nell’aeronautica come pilota militare. Parla di scuola, dell’esame di maturità, delle vacanze a Rimini, di ragazze che frequentavano la riviera romagnola durante l’estate. Parla anche di sport nei quali si era impegnato. E troviamo riferimenti ad aerei, perfino idrovolanti, che però non erano stati quelli che lo avevano ispirato a diventare un pilota, di lì a poco. Parla anche di aeromodellismo, ma forse la passione per il volo non gli è derivata neanche a questo.

Una cosa è sicura: dopo l’Accademia Servadei ha fatto una mirabile carriera, prima come cacciabombardiere, poi è entrato nel mondo diplomatico, è stato all’estero per qualche anno come attaché militare, ma ha sempre continuato a volare. Divenuto Generale di Brigata, alla fine è arrivata la pensione. Ha chiuso con l’Aeronautica e per alcuni anni non ha più pensato al volo.

Finché, un giorno…

Bruno Servadei a bordo del suo velivolo e nell’ambiente che gli è più congeniale: l’aria. Qualche impertinente direbbe anche il fumo … (foto proveniente da www.flickr.com)

Il secondo capitolo si intitola: “Primi contatti con gli ULM”. E da questo punto in poi iniziamo a seguire il tortuoso percorso che lo aveva condotto, dopo essere stato un top gun e aver pilotato gli aerei più potenti, verso il mondo aeronautico più umile e semplice, quello degli aerei ultraleggeri.

Passare dai jet militari agli ULM (Ultra Light Machine) non è un salto da poco, anche se oggi queste macchine non sono più quelle di alcuni decenni fa. Esistono ancora i cosiddetti “tubi e tela”, ma fanno ormai parte di una nicchia di appassionati di volo minimale. Oggi i modelli di punta dell’aviazione ultraleggera sono aerei a tutti gli effetti, con motori di notevole potenza e prestazioni di tutto rispetto. La loro autonomia consente voli abbastanza lunghi da raggiungere mete lontane. E hanno anche una notevole affidabilità.

Quando gli ULM cominciarono a fare la loro comparsa negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, dopo un periodo di totale anarchia, la famosa legge centosei arrivò a mettere ordine nel settore. I tubi e tela erano divertenti, alla portata di tutti, usavano quasi esclusivamente motori a due tempi. Salivano che era un piacere, molto meglio di qualsiasi Cessnino di Aeroclub.

Dietro un pilota c’è spesso un aermodellista. E’ il caso anche dell’autore del libro che confessa: “Non vi è dubbio che il germe che mi ha nel tempo portato a intraprendere una vita da pilota mi è stato inculcato, di certo inconsapevolmente, da mio padre quando, ancora bambino, mi ha interessato il mondo del volo introducendomi all’aeromodellismo”. Certo, all’epoca, i modelli realizzati dal giovanissimo Bruno Servadei non erano così enormi e maniacalmente perfetti come quello ritratto … ma pur volavano! (foto proveniene da www.flickr.com)

Furono costruite parecchie aviosuperfici, cominciarono a comparire tanti tipi di aeroplanetti cosiddetti tre assi perché avevano i comandi tradizionali uguali agli aerei veri e molti deltaplani a motore, che allora chiamavamo pendolari. Oppure apparecchi ad ala basculante.

Ma era un mondo molto caotico, c’era troppa anarchia, troppa improvvisazione. E ci furono troppi incidenti.

L’Aeroclub d’Italia ebbe il merito di mettere ordine in questo settore con una legge, la centosei, abbastanza ben recepita e apprezzata da tutti. E le cose cominciarono ad andare meglio.

Il mondo ultraleggero si è sviluppato moltissimo nel corso degli anni e, pian piano, i grezzi modelli del primo periodo hanno cominciato ad assumere, sempre più marcatamente, le sembianze di aerei veri.

La Rotax, fabbrica austriaca di motori, quella che già forniva i suddetti motori a due tempi, ha cominciato a produrre motori a quattro tempi.

Così, l’aviazione ultraleggera si è sviluppata lungo lo stesso percorso che aveva caratterizzato l’aviazione generale. Eravamo in molti a credere che prima o poi saremmo giunti a ricostruire gli stessi ambienti dal quale molti si erano allontanati, quello dei tradizionali Aeroclub.

Bruno Servadei è giunto al mondo ULM quando ormai tanta strada era stata percorsa e gli aerei erano già uguali a quelli dell’Aviazione generale, o quasi. Anzi, per certi versi erano anche migliori.

Se dovessimo rappresentare in una singola immagine il mondo ultraleggero, senza indugio alcuno lo faremmo con uno scatto come questo: la pattuglia acrobatica Blu Circe! (foto proveniente da www.flickr.com)

Dopo aver conseguito l’attestato per pilotare gli ultraleggeri e aver sostenuto anche l’esame per poter portare un passeggero, era pronto a comprarsi un ULM tutto suo.

Strano a dirsi, dopo essere uscito dall’Aeronautica, per sette anni non aveva volato affatto. Poi aveva conseguito l’attestato di pilota di ultraleggero, senza aver mai avuto la licenza di pilota privato.

Nel libro racconta il suo approccio a questo nuovo mondo con modestia.

Ma non dimentichiamo chi era stato: un pilota cacciabombardiere che aveva volato con un jet e una bomba atomica attaccata sotto la fusoliera. Uno capace di decollare con ogni tempo, penetrare a bassissima quota in un territorio nemico e colpire l’obiettivo assegnato.

Uno capace di volare in formazione per ore dentro le nubi, senza visibilità, guardando solo gli strumenti.

A dispetto del tono umile con il quale descrive i primi approcci con gli ambienti delle aviosuperfici e degli ultraleggeri, sappiamo chi è l’autore di questo libro. Anche se ha solo l’attestato di volo VDS (Volo da Diporto o Sportivo), neanche del tipo avanzato, che è venuto dopo, Servadei non è un pilota come gli altri.

Basta leggere i capitoli successivi per rendercene conto.

La retrocopertina del bel libro di Bruno Servadei. Al momento è il suo ultimo libro pubblicato in ordine di tempo … speriamo non sia l’ultimo!

Già lo si capisce dal tipo di velivolo che sceglie, un Eurostar, prodotto dalla Evektor-Aerotechnik che ha sede in Repubblica Ceka. Un bellissimo aereo, 100 HP di potenza, ottime prestazioni.

Sebbene un ULM non potrebbe essere usato per fare acrobazia, leggete questo libro e alla fine mi saprete dire se può farla. Servadei non ha fatto altro per decenni, anche in formazione stretta.

Inizia poco alla volta, si allena in modo da prendere la mano sul mezzo, poi comincia ad esibirsi da solo sul cielo campo dell’aviosuperficie.

Nel corso del tempo viene anche osteggiato. In molti non gradiscono la sua esuberanza e le sue capriole. Finché si trova costretto a spostarsi in una diversa aviosuperficie e in un altro club. Ma qui lo trattano in maniera diversa e gli tributano ben altri onori.

Vista la sua capacità di acrobata e anche la capacità di volare in formazione, qualcuno gli chiede di entrare a far parte di una pattuglia acrobatica costituita da tre velivoli ultraleggeri. Mancherebbe un quarto elemento. E mancherebbe anche la sua esperienza.

Ancora una bella immagine del velivolo dell’autore scattata durante una delle tante manifestazioni aeree cui ha partecipato la sua pattuglia acrobatica Blu Circe. Un’altro luogo comune che spesso rieccheggia quando si parla di aviazione è che tuttii i piloti siano fascisti o comunque simpatizzanti del regime fascista. Anche Bruno Servadei, ricordando le sue origini di pilota, indugia sull’argomento ricordando che: “Il volo, e tutto ciò che vi era connesso, ha avuto un grande rilievo al tempo del fascismo. Volare era incentivato e a livello sportivo era di certo più facile di oggi: l’Italia era piena di aeroporti e idroscali, a loro volta pieni di aeroplani”.Il volo da diporto sportivo praticato con gli ultraleggeri ha costituito idealmente la prosecuzione della logica fascista che voleva – o propagandava – un’aviazione sportiva aperta e praticata dalle masse (foto proveniente da www.flickr..com)

E’ così che comincia la storia della famosa pattuglia acrobatica Blue Circe, quella che non manca mai nelle varie manifestazioni aeree, non solo italiane, ma perfino all’estero.

Nel libro la storia che ho appena sintetizzato è molto più lunga e particolareggiata, inframmezzata anche da racconti di vita personale.

Ci sono molte fotografie. In una di queste l’autore compare tra i musetti di due aerei. Si, perché, come leggerete, attraverso varie vicissitudini, ad un certo punto si trova proprietario di due ultraleggeri, l’Evektor e un Fl100.

Quest’ultimo è un mezzo molto più performante e molto più idoneo all’utilizzo in una pattuglia acrobatica.

Questo non è esattamente un libro autobiografico di Bruno Servadei. E’ anche una testimonianza di come si è evoluto il mondo ultraleggero in questi ultimi anni. Ed è la storia della pattuglia acrobatica dei Blue Circe. Ci consente di avvicinarci a un mondo decisamente emozionante, anche per chi non ha la passione del volo. Tutti noi abbiamo visto le evoluzioni di questi aeroplanetti che evoluiscono lasciandosi dietro una scia bianca rossa e verde. I colori della bandiera italiana.

Li abbiamo visti da fuori. Ora, leggendo il libro, abbiamo l’occasione di entrare nel loro mondo, di conoscerli, di vederli da dentro.

 

Con la consueta sagacia che abbiamo imparato ad apprezzare leggendo i volumi già pubblicati, l’autore ci rivela come avvenne il suo primo contatto con il mondo ultraleggero … ed è molto tutto tragicomico: “Un giorno uno del gruppo dei modellisti annunciò che un tizio un po’ svitato, forse un maresciallo dell’Aeronautica, si era costruito uno strano attrezzo volante a motore e lo avrebbe collaudato nel pomeriggio in un campo lì vicino. Ovviamente tutti decidemmo di andare a vedere.” A quest punto, siamo certi che sarete curiosissimi di sapere come andò il famoso volo di collaudo … ebbene non possiamo svelarvelo tuttavia, possiamo rendervi partecipi dell’opinine che maturò l’autore all’indomani di quella rocambolesca esperienza: “Non so se il soggetto abbia continuato i suoi voli con quell’attrezzo: per la sua salute spero di no. In ogni caso a me è rimasta l’impressione che fosse l’attività per aspiranti suicidi e che se quello era il volo ultraleggero degli anni ’70 di certo non aveva creato in me alcun desiderio di praticarlo.” Mai dire mai, caro Bruno Servadei! (foto proveniente da www.flickr.com)

Ma se questo non bastasse, Servadei ha un canale You Tube nel quale ha pubblicato un gran numero di filmati, sia quelli “antichi” di quando volava con il T6, un vecchio e mitico addestratore militare, sia quelli moderni, girati con una delle più recenti versioni di telecamera digitale, la GoPro.

E poiché queste telecamerine possono essere montate ovunque, sia dentro che fuori dal velivolo, nei filmati di You Tube abbiamo davvero la sensazione di essere “dentro” le scene.

Il canale si può raggiungere digitando “Upload Bruno Servadei” nel campo di ricerca di You Tube.

I libri, invece, occorre ordinarli su Amazon. Una scelta dell’autore. Ma arrivano in tre o quattro giorni dall’ordine.

Oppure basta avere un Kindle.

Vorrei ricordare, infine, che se non si possiede un Kindle, è possibile avere questi libri anche con un tablet. Basta scaricare l’applicazione Kindle. Funziona altrettanto bene. Le foto di questo libro sono in bianco e nero, ma l’applicazione Kindle sul tablet consente di leggere tutti i libri, anche quelli che hanno foto a colori, con il vantaggio, non solo di vedere le foto a colori, ma di poter ingrandire le pagine a piacere.

Perciò, non avere un Kindle, se si ha il tablet, non è uno svantaggio, anzi.

Forse è decisamente meglio.






Recensione di Evandro A. Detti (Brutus Flyer)

Didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR


Ali di travertino

Un pilota a palazzo

Vita da Cacciabombardiere

Deci 83-86. I Ricordi di "Tiro 0"

Ali diplomatiche. In Svezia con le cordelline

Ali in valigia





RACCONTI TRA LE NUVOLE – DECOLLATA LA IX EDIZIONE

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IX edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole

COMUNICATO STAMPA

nr 1 del 01 aprile 2021

E’ appena decollata – e non è un “pesce d’aprile” – la IX edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG, Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la collaborazione della rivista VFR AVIATION e della FISA, Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico.

L’edizione 2021, conferma il sostegno economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo ha anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.

E’ un’azienda dinamica operante nell’ambito della salute. Nata dalla scissione di un ramo di azienda della Vita Research, VR Medical è un azienda specializzata nelle terapie per il sistema muscolo-scheletrico e produce prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie. VR Medical è altresì specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti per la salute della donna, con una linea di prodotti ginecologici per il trattamento osteopenia e osteoporosi, sindrome dell’ovaio policistico e cistite. VR Medical collabora con ricercatori universitari e centri di ricerca, e vanta un team di professionisti altamente qualificati che lavorano quotidianamente per offrire ai medici e pazienti prodotti innovativi per la salute e terapie all’avanguardia.

Il Premio rimane puramente letterario. Dunque solo racconti di volo, cielo, piloti, insetti, nuvole e ogni altra entità organica e inorganica purché appartenente alla dimensione aerea. Aviazione, spazio e tutto quanto voli, dentro e fuori l’atmosfera terrestre.

Un’ulteriore conferma è il cosiddetto personaggio storico.

Nelle intenzioni degli organizzatori, esso costituisce il pretesto per mantenere vivo il ricordo di figure che recano lustro alla storia dell’Aviazione italiana.

La figura scelta per questa IX edizione è: l’equipaggio del velivolo Lyra 5 e l’equipaggio del velivolo Lupo 33, ossia i tredici aviatori dell’Aeronautica Militare Italiana periti Congo nel novembre 1961 in quello che viene storicamente definito come “l’eccidio di Kindu”.

Più in generale la figura storica comprende: tutti gli equipaggi degli aeromobili da trasporto militari della Regia Aeronautica e dell’Aeronautica Militare Italiana.

FISA – Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico. E’ un’associazione che promuove la disciplina sportiva e ricreativa del volo con particolare riguardo al Volo a Vela come strumento di educazione e formazione personale e sociale

         Nel novembre 1961 tredici aviatori italiani, in missione per conto dell’ONU, furono barbaramente trucidati in Congo, nei pressi dell’aeroporto di Kindu. Erano appunto i membri degli equipaggi di due velivoli da trasporto Fairchild C-119 Flying Boxcar con nome in codice Lyra 5 e Lupo 33, bimotori da trasporto della 46ª Aerobrigata di stanza a Pisa.

         Il premio letterario, in occasione del sessantesimo anniversario di quel tragico evento, intende onorare la memoria di quei piloti, marconisti, motoristi, elettromeccanici e montatori che perirono lontano dalle loro case e dai loro affetti in quella che era una missione di pace.

E’ un editore con una valida collana a carattere aeronautico nella quale vicende moderne e piu`lontane nel tempo si alternano. Si è occcupata della stampa e della diffusione dell’antologia del Premio.

         La loro fu una sorte terribile – è vero – nondimeno lo è stata quella di tanti altri equipaggi appartenenti alla Regia Aeronautica e all’Aeronautica Militare Italiana che, nel corso degli anni e a bordo di aeromobili da trasporto tra i più disparati, hanno tenuto alto l’onore del tricolore.

         Il Premio intende perciò manifestare agli equipaggi dei trasporti militari italiani quella riconoscenza che il popolo italiano tutto non ha mai potuto esprimere loro e lo fa, tramite interposta persona: gli autori/autrici partecipanti e le loro composizioni narrative. Di pura fantasia o di dimostrata veridicità storica.

         I trasporti militari italiani non sono però solo quelli in forza della 46° Aerobrigata di Pisa che – lo ricordiamo – dal 1956, è l’unico reparto dell’Aeronautica Militare a occuparsi di tali compiti. In passato altri reparti, altri uomini hanno scritto pagine rocambolesche e memorabili di cui la storia – ormai centenaria – della Forza Azzurra è disseminata. E laddove la cronaca storica fosse carente sarà l’invenzione letteraria a consegnarci dei racconti dedicati a questi equipaggi.

        

VFR Aviation ogni mese ti porta in quota con informazioni, notizie, tecnica, curiosità su tutto ciò che vola. Che pesi pochi grammi o qualche tonnellata, voli a poche decine di metri da terra o nella stratosfera, sia costruito in catena di montaggio o in un garage, abbia volato un secolo fa o da poche ore. Aerei e piloti su VFR Aviation sono in edicola o a portata di click, perché la passione per il volo non si spegne quando le ruote toccano terra.

         I racconti che conterranno riferimenti al personaggio storico verranno premiati dalla giuria con una valutazione proporzionale all’entità e alla bontà del coinvolgimento del personaggio storico nel racconto: maggiore la bontà e l’originalità dei riferimenti presenti nel testo, migliore sarà la valutazione da parte della giuria.

Il regolamento introduce una sola novità sostanziale: la fotografia dell’autore/autrice. Al fine di dare un volto al loro nome e cognome, lo scatto verrà utilizzato nella pagina web del Premio e di VOCI DI HANGAR. Ovviamente dovrà essere a colori e dovrà ritrarre in primo piano l’autore/autrice benché uno “sfondo aeronautico” non verrà certo disdegnato.

Rimangono inalterate:

  • partecipazione gratuita,
  • giuria prestigiosa e anonima fino alla dichiarazione dei vincitori
  • pubblicazione gratuita dei racconti finalisti nell’antologia del Premio edita dall’editore LOGISMA,
  • volo gratuito a bordo di un velivolo monomotore HAG,
  • pubblicazione dei racconti non vincitori nel sito VOCI di HANGAR, targhe e diplomi di partecipazione.

L’associazione italiana che promuove lo sviluppo, la diffusione e l’approfondimento di tutte quelle tematiche inerenti il patrimonio culturale e tecnologico che gli aeromobili rappresentano. Un gruppo di piloti o semplici sostenitori simpatizzanti che si prefiggono di cercare, valorizzare e restaurare in condizioni di volo aeromobili storici

Ad essi si aggiunge il premio speciale VR MEDICAL che verrà attribuito al racconto più meritevole secondo il giudizio insindacabile dell’amministratore dell’azienda.

Ulteriori novità nel prossimo comunicato.

A questo punto rompete gli indugi perché l’atterraggio della IX edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE è prevista per il 30 giugno mentre per il 1 agosto è fissata la divulgazione dei nomi dei 20 finalisti. Per la classifica finale e proclamazione del vincitore occorrerà invece attendere fino al 1 settembre.

E ora … scaldate i motori e … di corsa a scrivere!

Per qualsiasi informazione:                       www.raccontitralenuvole.it

                                                                  





Ecco il bando contenente anche la scheda di partecipazione :

Logo Racconti Tra Le NuvoleBando Premio letterario Racconti fra le nuvole 2021



Racconti tra le nuvole – altro rinvio Premiazione VIII edizione

Logo Racconti Tra Le NuvoleVIII edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole”

COMUNICATO STAMPA

nr 9 del 01 aprile 2021



Stante l’attuale situazione sanitaria che non invita a modesti assembramenti e spontanei contatti interpersonali, sebbene con profondo rammarico,

gli organizzatori del Premio (l’HAG – Historical Aircraft Group e VOCI DI HANGAR) in sinergia con VR MEDICAL e FISA,

comunicano la decisione, loro malgrado, dell’ulteriore rinvio a data e luogo da destinarsi della cerimonia di premiazione della VIII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.

Pur comprendendo il disappunto del vincitore e degli autori/autrici finalisti nel rimandare un incontro abitualmente amichevole, quasi familiare, gli organizzatori preferiscono attendere i giorni in cui – si augurano – sarà possibile stringersi di nuovo la mano per salutarsi, abbracciarsi per complimentarsi, per manifestare affetto e ammirazione reciproca.

Piuttosto che gestire – con notevoli difficoltà logistiche – una riunione squisitamente conviviale pesantemente limitata da misure di sicurezza necessarie per la reciproca salute, si è preferito rimandarla ulteriormente e, beninteso, non annullarla.

Appuntamento dunque al tardo autunno 2021 – si spera – in concomitanza con la cerimonia di premiazione della IX edizione del Premio.



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