E’ con dita tremolanti con e il dolore che ci annebbia gli occhi che vorremmo informare i visitatori del nostro hangar che Michael Collins, l’astronauta statunitense nato a Roma, eroe solitario della missione spaziale che ha condotto per la prima volta il genere umano sulla Luna, ci ha lasciato per sempre.
Mentre il suo corpo è rimasto qui sulla Terra – apprendiamo – attorniato dall’affetto dei suoi cari, osiamo immaginare che il suo spirito sia volato via nello spazio profondo e abbia raggiunto in un istante la superficie del nostro satellite dove la sorte volle che egli non dovesse mai mettere piede.
In rispetto di quanto espresso dai suoi familiari,
“onoreremo il suo desiderio di celebrare, non piangere, quella vita.”
E pertanto ci uniremo a loro
“nel ricordare con affetto e gioia il suo acuto spirito il suo tranquillo senso dello scopo e la sua saggia prospettiva, acquisiti sia guardando indietro alla Terra dal punto di vista dello spazio”.
Lo faremo a modo nostro … ossia leggendo e rileggendo la recensione dei suoi libri:
che abbiamo il piacere di ospitare nell’hangar, stilate dal nostro preziosissimo Evandro Aldo Detti (Brutus Flyer).
Grazie, Michael Collins … che lo spazio ti culli nella sua infinita vastità e che l’azzurro luminoso della Terra ti guidi quando vorrai tornare tra noi semplici terricoli.
IX edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole
COMUNICATO STAMPA
nr 2 del 22 aprile 2021
Prosegue veloce e spedito, sebbene con qualche turbolenza, il volo della IX edizione del Premio.
E’ giunto ufficialmente il primo racconto e, se è vero chi ben comincia … l’edizione 2021 si preannuncia di ottimo livello.
In effetti, già all’indomani del decollo, la Segreteria aveva ricevuto il primo racconto e altri nei giorni successivi.
Ligia al regolamento che le conferisce l’incarico di una prima verifica per rispondenza dei requisiti di partecipazione, la Segreteria ha provveduto alla lettura (e anche alla rilettura) dei testi pervenuti. Purtroppo ne ha dovuto decretare la non accettabilità in quanto non conformi al regolamento. E sottolineiamo purtroppo.
Occorre ricordare agli autori/autrici che possono partecipare alla competizione solo composizioni letterarie assimilabili alla formula del racconto. L’aspetto non è trascurabile giacché il premio racchiude già nel suo nome – RACCONTI tra le nuvole – un requisito intrinseco: racconti, appunto, e in tema squisitamente aeronautico. Al massimo, per estensione, astronautico.
Ora comprendendo la difficoltà dei partecipanti nel definire la formula letteraria in cui si colloca la loro composizione e senza voler insegnare alcunché, siamo certi di fare cosa utile riportando una definizione enciclopedica del termine racconto:
è una narrazione in prosa di contenuto fantastico o realistico, di maggiore ampiezza rispetto alla novella e più breve del romanzo. (Wikipedia)
Oppure:
Componimento letterario di carattere narrativo, quasi sempre d’invenzione, più breve e meno complesso del romanzo (in quanto dedicato in genere a una sola vicenda e destinato a una lettura ininterrotta) e distinto dalla fiaba perché tende a presentare i fatti come realmente avvenuti (per questi suoi caratteri si identifica sostanzialmente con la novella) (Treccani)
O anche:
Il genere letterario del racconto ha le sue radici nel primo costituirsi dei gruppi umani: nasce dal bisogno di comunicare proprio dell’uomo ed ha una millenaria tradizione orale che arriva fino all’epoca contemporanea. […]
Nel racconto non troviamo più gli eroi del mito o i personaggi simbolo della fiaba, ma protagonisti che condividono con il lettore caratteri ed esperienze della natura umana. Tra questi generi letterari e il racconto c’è una differenza fondamentale: mito e fiaba sono in larga misura predeterminanti, cioè il narratore è obbligato a muoversi entro gli schemi fissi stabiliti dalla tradizione. Sono inoltre destinati a perdere contatto con la realtà, mentre il racconto specie in talune sue tipologie, non è estraneo al contesto storico, anzi ne vuole essere espressione e manifestazione: rappresenta la realtà in tutti i suoi contraddittori aspetti, al contrario del mito e della favola, che si propongono scopi educativi. Il racconto si differenzia anche rispetto al romanzo, che è un testo molto più lungo, che cerca di dare una visione complessiva del mondo, mentre il racconto affronta aspetti limitativi e circoscritti, frammenti di realtà, senza la pretesa di offrire di essa un’interpretazione generale.
Il racconto è quindi una narrazione breve, in prosa, con personaggi umani, contenuti verosimili e generalmente non storici, per lo più senza finalità morali o conclusioni moraleggianti. (http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/maniera/narrativo/racconto.htm).
In definitiva sono ammessi alla competizione solo racconti e non fiabe o articoli giornalistici.
Altro aspetto che teniamo a precisare riguarda il contenuto aeronautico dei racconti.
I testi partecipanti devono avere una componente aeronautica/astronautica, ossia avere una collocazione nell’ambiente aria, cielo o spazio. Ciò significa che la vicenda narrata deve muoversi nella dimensione aviazione, aeroplani, piloti e tutto quanto inerente il mondo del volo. Beninteso, i personaggi possono essere anche uccelli o insetti volanti ma, in tal caso, vi suggeriamo di prestare estrema attenzione a non scivolare nel genere fiabesco.
Naturalmente il racconto inviato al Premio potrà avere una caratura aeronautica più o meno consistente che sarà valutata in modo proporzionale dalla giuria. In altri termini i racconti che hanno una componente aeronautica blanda, seppure ammessi al Premio, verranno valutati tiepidamente mentre racconti con un preponderante sapore aeronautico/astronautico saranno valutati assai favorevolmente e dunque avranno modo di prevalere sugli altri.
Benché il tema aeronautico sia piuttosto specifico, in realtà consente agli autori/autrici di spaziare in termini temporali e di ambientazione in un settore narrativo pressoché sconfinato. Nella logica di guidarli verso un soggetto più circoscritto, al generico tema aeronautico/astronautico si aggiunge dalle ultime due edizioni il suggerimento degli organizzatori, ossia quello che viene denominato il “personaggio storico”. In questa edizione la scelta è caduta non su una persona fisica bensì su tante persone: gli equipaggi dei trasporti militari italiani appartenenti all’Aeronautica Militare Italiana come pure alla vecchia Regia Aeronautica. In particolare gli equipaggi che furono trucidati a Kindu, in Congo, nel novembre 1961.
Sottolineiamo che si tratta di un suggerimento, una sorta di spunto che viene sottoposto all’attenzione dei partecipanti ai quali rimarrà comunque la completa libertà di inviare un racconto aeronautico/astronautico ambientato in altro tempo e in altro luogo diverso dal personaggio storico. Ovviamente la giuria valuterà in modo più favorevole i racconti aventi come protagonista il personaggio storico e ovviamente lo farà in misura proporzionale rispetto alla qualità e al grado di coinvolgimento del personaggio storico nell’ambito della composizione.
Nel caso di ulteriori dubbi e necessità di chiarimenti non esitate a contattare la segreteria del Premio all’indirizzo:
Dopo aver acquistato su Amazon alcuni libri di Bruno Servadei, avevo contattato l’autore su Messenger, per informarlo e invitarlo a leggerne le recensioni che, dopo averli letti, avrei scritto e pubblicato su VOCI DI HANGAR. Nel sito era già presente la recensione di un altro dei suoi libri, “Ali di travertino“, scritta dal webmaster qualche tempo prima, e un racconto intitolato “Coppia” che aveva partecipato, senza giungere tra i finalisti, al premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE.
Avevo già letto, nel 2009, “Vita da cacciabombardiere“, il primo libro di Bruno Servadei. Mentre aspettavo l’arrivo dei quattro nuovi libri mi ero messo a rileggere “Vita da cacciabombardiere“, giusto per rinfrescarmi la memoria. A suo tempo mi era piaciuto moltissimo. Servadei aveva scritto un capolavoro, nel campo aeronautico. Non era solo opinione mia, mi ricordo che diversi amici, piloti di aereo o di aliante, avevano espresso lo stesso apprezzamento.
Servadei mi aveva suggerito un ordine di lettura dei libri, basato probabilmente sull’ordine nel quale li aveva scritti. E ovviamente, questo di cui mi accingo a parlare, dal titolo “Un mondo ultraleggero“, essendo il più recente, doveva essere letto per ultimo.
Ma nel messaggio, con mia sorpresa, lo aveva definito “libercolo“.
Intanto, finito di rileggere il primo, ne avevo scritto la recensione. Poi avevo ripreso in esame i nuovi quattro, li avevo messi in ordine e stavo per cominciare la lettura del primo della lista.
Ma la parola “libercolo” mi risuonava nella mente.
La copertina di “Un mondo ultraleggero” riportava l’immagine di un piccolo aereo immortalato nella fase rovescia all’apice di un looping. Una foto azzeccata, che attrae l’attenzione.
Dopo una veloce scorsa alle pagine, ai capitoli e alle foto all’interno del libro, avevo intuito che il contenuto doveva essere molto interessante. Altro che libercolo!
Ok, avrei cominciato proprio da quello.
Il primo capitolo ripercorre la linea degli eventi che avevano preceduto l’arruolamento nell’aeronautica come pilota militare. Parla di scuola, dell’esame di maturità, delle vacanze a Rimini, di ragazze che frequentavano la riviera romagnola durante l’estate. Parla anche di sport nei quali si era impegnato. E troviamo riferimenti ad aerei, perfino idrovolanti, che però non erano stati quelli che lo avevano ispirato a diventare un pilota, di lì a poco. Parla anche di aeromodellismo, ma forse la passione per il volo non gli è derivata neanche a questo.
Una cosa è sicura: dopo l’Accademia Servadei ha fatto una mirabile carriera, prima come cacciabombardiere, poi è entrato nel mondo diplomatico, è stato all’estero per qualche anno come attaché militare, ma ha sempre continuato a volare. Divenuto Generale di Brigata, alla fine è arrivata la pensione. Ha chiuso con l’Aeronautica e per alcuni anni non ha più pensato al volo.
Finché, un giorno…
Il secondo capitolo si intitola: “Primi contatti con gli ULM”. E da questo punto in poi iniziamo a seguire il tortuoso percorso che lo aveva condotto, dopo essere stato un top gun e aver pilotato gli aerei più potenti, verso il mondo aeronautico più umile e semplice, quello degli aerei ultraleggeri.
Passare dai jet militari agli ULM (Ultra Light Machine) non è un salto da poco, anche se oggi queste macchine non sono più quelle di alcuni decenni fa. Esistono ancora i cosiddetti “tubi e tela”, ma fanno ormai parte di una nicchia di appassionati di volo minimale. Oggi i modelli di punta dell’aviazione ultraleggera sono aerei a tutti gli effetti, con motori di notevole potenza e prestazioni di tutto rispetto. La loro autonomia consente voli abbastanza lunghi da raggiungere mete lontane. E hanno anche una notevole affidabilità.
Quando gli ULM cominciarono a fare la loro comparsa negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, dopo un periodo di totale anarchia, la famosa legge centosei arrivò a mettere ordine nel settore. I tubi e tela erano divertenti, alla portata di tutti, usavano quasi esclusivamente motori a due tempi. Salivano che era un piacere, molto meglio di qualsiasi Cessnino di Aeroclub.
Furono costruite parecchie aviosuperfici, cominciarono a comparire tanti tipi di aeroplanetti cosiddetti tre assi perché avevano i comandi tradizionali uguali agli aerei veri e molti deltaplani a motore, che allora chiamavamo pendolari. Oppure apparecchi ad ala basculante.
Ma era un mondo molto caotico, c’era troppa anarchia, troppa improvvisazione. E ci furono troppi incidenti.
L’Aeroclub d’Italia ebbe il merito di mettere ordine in questo settore con una legge, la centosei, abbastanza ben recepita e apprezzata da tutti. E le cose cominciarono ad andare meglio.
Il mondo ultraleggero si è sviluppato moltissimo nel corso degli anni e, pian piano, i grezzi modelli del primo periodo hanno cominciato ad assumere, sempre più marcatamente, le sembianze di aerei veri.
La Rotax, fabbrica austriaca di motori, quella che già forniva i suddetti motori a due tempi, ha cominciato a produrre motori a quattro tempi.
Così, l’aviazione ultraleggera si è sviluppata lungo lo stesso percorso che aveva caratterizzato l’aviazione generale. Eravamo in molti a credere che prima o poi saremmo giunti a ricostruire gli stessi ambienti dal quale molti si erano allontanati, quello dei tradizionali Aeroclub.
Bruno Servadei è giunto al mondo ULM quando ormai tanta strada era stata percorsa e gli aerei erano già uguali a quelli dell’Aviazione generale, o quasi. Anzi, per certi versi erano anche migliori.
Dopo aver conseguito l’attestato per pilotare gli ultraleggeri e aver sostenuto anche l’esame per poter portare un passeggero, era pronto a comprarsi un ULM tutto suo.
Strano a dirsi, dopo essere uscito dall’Aeronautica, per sette anni non aveva volato affatto. Poi aveva conseguito l’attestato di pilota di ultraleggero, senza aver mai avuto la licenza di pilota privato.
Nel libro racconta il suo approccio a questo nuovo mondo con modestia.
Ma non dimentichiamo chi era stato: un pilota cacciabombardiere che aveva volato con un jet e una bomba atomica attaccata sotto la fusoliera. Uno capace di decollare con ogni tempo, penetrare a bassissima quota in un territorio nemico e colpire l’obiettivo assegnato.
Uno capace di volare in formazione per ore dentro le nubi, senza visibilità, guardando solo gli strumenti.
A dispetto del tono umile con il quale descrive i primi approcci con gli ambienti delle aviosuperfici e degli ultraleggeri, sappiamo chi è l’autore di questo libro. Anche se ha solo l’attestato di volo VDS (Volo da Diporto o Sportivo), neanche del tipo avanzato, che è venuto dopo, Servadei non è un pilota come gli altri.
Basta leggere i capitoli successivi per rendercene conto.
Già lo si capisce dal tipo di velivolo che sceglie, un Eurostar, prodotto dalla Evektor-Aerotechnik che ha sede in Repubblica Ceka. Un bellissimo aereo, 100 HP di potenza, ottime prestazioni.
Sebbene un ULM non potrebbe essere usato per fare acrobazia, leggete questo libro e alla fine mi saprete dire se può farla. Servadei non ha fatto altro per decenni, anche in formazione stretta.
Inizia poco alla volta, si allena in modo da prendere la mano sul mezzo, poi comincia ad esibirsi da solo sul cielo campo dell’aviosuperficie.
Nel corso del tempo viene anche osteggiato. In molti non gradiscono la sua esuberanza e le sue capriole. Finché si trova costretto a spostarsi in una diversa aviosuperficie e in un altro club. Ma qui lo trattano in maniera diversa e gli tributano ben altri onori.
Vista la sua capacità di acrobata e anche la capacità di volare in formazione, qualcuno gli chiede di entrare a far parte di una pattuglia acrobatica costituita da tre velivoli ultraleggeri. Mancherebbe un quarto elemento. E mancherebbe anche la sua esperienza.
E’ così che comincia la storia della famosa pattuglia acrobatica Blue Circe, quella che non manca mai nelle varie manifestazioni aeree, non solo italiane, ma perfino all’estero.
Nel libro la storia che ho appena sintetizzato è molto più lunga e particolareggiata, inframmezzata anche da racconti di vita personale.
Ci sono molte fotografie. In una di queste l’autore compare tra i musetti di due aerei. Si, perché, come leggerete, attraverso varie vicissitudini, ad un certo punto si trova proprietario di due ultraleggeri, l’Evektor e un Fl100.
Quest’ultimo è un mezzo molto più performante e molto più idoneo all’utilizzo in una pattuglia acrobatica.
Questo non è esattamente un libro autobiografico di Bruno Servadei. E’ anche una testimonianza di come si è evoluto il mondo ultraleggero in questi ultimi anni. Ed è la storia della pattuglia acrobatica dei Blue Circe. Ci consente di avvicinarci a un mondo decisamente emozionante, anche per chi non ha la passione del volo. Tutti noi abbiamo visto le evoluzioni di questi aeroplanetti che evoluiscono lasciandosi dietro una scia bianca rossa e verde. I colori della bandiera italiana.
Li abbiamo visti da fuori. Ora, leggendo il libro, abbiamo l’occasione di entrare nel loro mondo, di conoscerli, di vederli da dentro.
Ma se questo non bastasse, Servadei ha un canale You Tube nel quale ha pubblicato un gran numero di filmati, sia quelli “antichi” di quando volava con il T6, un vecchio e mitico addestratore militare, sia quelli moderni, girati con una delle più recenti versioni di telecamera digitale, la GoPro.
E poiché queste telecamerine possono essere montate ovunque, sia dentro che fuori dal velivolo, nei filmati di You Tube abbiamo davvero la sensazione di essere “dentro” le scene.
Il canale si può raggiungere digitando “Upload Bruno Servadei” nel campo di ricerca di You Tube.
I libri, invece, occorre ordinarli su Amazon. Una scelta dell’autore. Ma arrivano in tre o quattro giorni dall’ordine.
Oppure basta avere un Kindle.
Vorrei ricordare, infine, che se non si possiede un Kindle, è possibile avere questi libri anche con un tablet. Basta scaricare l’applicazione Kindle. Funziona altrettanto bene. Le foto di questo libro sono in bianco e nero, ma l’applicazione Kindle sul tablet consente di leggere tutti i libri, anche quelli che hanno foto a colori, con il vantaggio, non solo di vedere le foto a colori, ma di poter ingrandire le pagine a piacere.
Perciò, non avere un Kindle, se si ha il tablet, non è uno svantaggio, anzi.
Forse è decisamente meglio.
Recensione di Evandro A. Detti (Brutus Flyer)
Didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR
IX edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole
COMUNICATO STAMPA
nr 1 del 01 aprile 2021
E’ appena decollata – e non è un “pesce d’aprile” – la IX edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG, Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la collaborazione della rivista VFR AVIATION e della FISA, Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico.
L’edizione 2021, conferma il sostegno economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo ha anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.
Il Premio rimane puramente letterario. Dunque solo racconti di volo, cielo, piloti, insetti, nuvole e ogni altra entità organica e inorganica purché appartenente alla dimensione aerea. Aviazione, spazio e tutto quanto voli, dentro e fuori l’atmosfera terrestre.
Un’ulteriore conferma è il cosiddetto personaggio storico.
Nelle intenzioni degli organizzatori, esso costituisce il pretesto per mantenere vivo il ricordo di figure che recano lustro alla storia dell’Aviazione italiana.
La figura scelta per questa IX edizione è: l’equipaggio del velivolo Lyra 5 e l’equipaggio del velivolo Lupo 33, ossia i tredici aviatori dell’Aeronautica Militare Italiana periti Congo nel novembre 1961 in quello che viene storicamente definito come “l’eccidio di Kindu”.
Più in generale la figura storica comprende: tutti gli equipaggi degli aeromobili da trasporto militari della Regia Aeronautica e dell’Aeronautica Militare Italiana.
Nel novembre 1961 tredici aviatori italiani, in missione per conto dell’ONU, furono barbaramente trucidati in Congo, nei pressi dell’aeroporto di Kindu. Erano appunto i membri degli equipaggi di due velivoli da trasporto Fairchild C-119 Flying Boxcar con nome in codice Lyra 5 e Lupo 33, bimotori da trasporto della 46ª Aerobrigata di stanza a Pisa.
Il premio letterario, in occasione del sessantesimo anniversario di quel tragico evento, intende onorare la memoria di quei piloti, marconisti, motoristi, elettromeccanici e montatori che perirono lontano dalle loro case e dai loro affetti in quella che era una missione di pace.
La loro fu una sorte terribile – è vero – nondimeno lo è stata quella di tanti altri equipaggi appartenenti alla Regia Aeronautica e all’Aeronautica Militare Italiana che, nel corso degli anni e a bordo di aeromobili da trasporto tra i più disparati, hanno tenuto alto l’onore del tricolore.
Il Premio intende perciò manifestare agli equipaggi dei trasporti militari italiani quella riconoscenza che il popolo italiano tutto non ha mai potuto esprimere loro e lo fa, tramite interposta persona: gli autori/autrici partecipanti e le loro composizioni narrative. Di pura fantasia o di dimostrata veridicità storica.
I trasporti militari italiani non sono però solo quelli in forza della 46° Aerobrigata di Pisa che – lo ricordiamo – dal 1956, è l’unico reparto dell’Aeronautica Militare a occuparsi di tali compiti. In passato altri reparti, altri uomini hanno scritto pagine rocambolesche e memorabili di cui la storia – ormai centenaria – della Forza Azzurra è disseminata. E laddove la cronaca storica fosse carente sarà l’invenzione letteraria a consegnarci dei racconti dedicati a questi equipaggi.
I racconti che conterranno riferimenti al personaggio storico verranno premiati dalla giuria con una valutazione proporzionale all’entità e alla bontà del coinvolgimento del personaggio storico nel racconto: maggiore la bontà e l’originalità dei riferimenti presenti nel testo, migliore sarà la valutazione da parte della giuria.
Il regolamento introduce una sola novità sostanziale: la fotografia dell’autore/autrice. Al fine di dare un volto al loro nome e cognome, lo scatto verrà utilizzato nella pagina web del Premio e di VOCI DI HANGAR. Ovviamente dovrà essere a colori e dovrà ritrarre in primo piano l’autore/autrice benché uno “sfondo aeronautico” non verrà certo disdegnato.
Rimangono inalterate:
partecipazione gratuita,
giuria prestigiosa e anonima fino alla dichiarazione dei vincitori
pubblicazione gratuita dei racconti finalisti nell’antologia del Premio edita dall’editore LOGISMA,
volo gratuito a bordo di un velivolo monomotore HAG,
pubblicazione dei racconti non vincitori nel sito VOCI di HANGAR, targhe e diplomi di partecipazione.
Ad essi si aggiunge il premio speciale VR MEDICAL che verrà attribuito al racconto più meritevole secondo il giudizio insindacabile dell’amministratore dell’azienda.
Ulteriori novità nel prossimo comunicato.
A questo punto rompete gli indugi perché l’atterraggio della IX edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE è prevista per il 30 giugno mentre per il 1 agosto è fissata la divulgazione dei nomi dei 20 finalisti. Per la classifica finale e proclamazione del vincitore occorrerà invece attendere fino al 1 settembre.
E ora … scaldate i motori e … di corsa a scrivere!
Per qualsiasi informazione: www.raccontitralenuvole.it
Ecco il bando contenente anche la scheda di partecipazione :
VIII edizione Premio letterario “Racconti tra le nuvole”
COMUNICATO STAMPA
nr 9 del 01 aprile 2021
Stante l’attuale situazione sanitaria che non invita a modesti assembramenti e spontanei contatti interpersonali, sebbene con profondo rammarico,
gli organizzatori del Premio (l’HAG – Historical Aircraft Group e VOCI DI HANGAR) in sinergia con VR MEDICAL e FISA,
comunicano la decisione, loro malgrado, dell’ulteriore rinvio a data e luogo da destinarsi della cerimonia di premiazione della VIII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.
Pur comprendendo il disappunto del vincitore e degli autori/autrici finalisti nel rimandare un incontro abitualmente amichevole, quasi familiare, gli organizzatori preferiscono attendere i giorni in cui – si augurano – sarà possibile stringersi di nuovo la mano per salutarsi, abbracciarsi per complimentarsi, per manifestare affetto e ammirazione reciproca.
Piuttosto che gestire – con notevoli difficoltà logistiche – una riunione squisitamente conviviale pesantemente limitata da misure di sicurezza necessarie per la reciproca salute, si è preferito rimandarla ulteriormente e, beninteso, non annullarla.
Appuntamento dunque al tardo autunno 2021 – si spera – in concomitanza con la cerimonia di premiazione della IX edizione del Premio.
Per qualsiasi informazione: www.raccontitralenuvole.it
L'unico sito italiano di letteratura inedita (e non) a carattere squisitamente aeronautico.
Aforismi
Una dimensione e sei chiuso in una linea. Due dimensioni puoi fare il giro-tondo. Tre dimensioni e voli!
(Anonimo)
Q.T.B.
PILOTA: pulsante radio non continuo. MECCANICO: sostituito con altro nuovo continuo.
(Suggerita da Big Mark)
Check-In
HOSTESS: Scusi, con che compagnia viaggia?
PASSEGGERO: Con mia moglie!