Archivi tag: In Evidenza

Il Gruppo Buscaglia

titolo: Il Gruppo Buscaglia e gli aerosiluranti italiani

autore:  Martino Aichner – Giorgio Evangelisti

editore: Longanesi & Co

anno di pubblicazione: 1967

ISBN:  non disponibile

 





Questo libro va ai giovani italiani di oggi e di domani, perché sappiano che tra noi giovani di ieri vi fu chi operò in guerra con capacità e serietà.

Un manipolo di questi giovani che, certamente, ha ben meritato della patria, costituiva il gruppo autonomo aerosiluranti Carlo Emanuele Buscaglia.

I fatti narrati sono veri e documentati, i caratteri dei protagonisti, messi a fuoco dalle lente di venticinque anni, sono veri: l’insieme rappresenta le illusioni e le delusioni di questo gruppo di uomini

 

Il Gruppo Buscaglia riunito davanti al S79 Sparviero per la foto di rito che è rimasta nella storia dell’aviazione

Si avvia con questa breve premessa il libro scritto a quattro mani da Martino Aichner e Giorgio Evangelisti dedicato ad uno dei più gloriosi reparti della Regia Aeronautica. Un reparto – strano a dirsi – non da caccia ma che, al pari di quelli ben più blasonati da caccia, si distinse nel corso della II Guerra Mondiale per audacia e senso del dovere anche e soprattutto per merito del suo ufficiale al comando, Carlo Emanuele Buscaglia, appunto, riconosciuto a tutti gli effetti come uno dei più grandi assi italiani nella storia dell’Arma Azzurra.

In verità, sebbene il titolo intenda abbracciare la storia degli aerosiluranti italiani, è innegabile che il protagonista assoluto di questo volume di 236 pagine (in formato pocket) sia proprio il suo comandante.

Giorgio Evangelisti così sintetizza la figura di Buscaglia e, in definitiva, il contenuto del volume:

La retrocopertina del volume in formato “tascabile”o, usando una termine anglofono ormai di uso corrente, “pocket” che fu la fortuna della casa editrice Longanesi. Sebbene la copia del libro in nostro possesso risalga al 1972, sappiamo per certo che la prima edizione fu pubblicata attorno alla fine del 1967: lo testimonia la breve prefazione a cura dell’allora Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, al secolo Aldo Remondino, che costituisce un valore aggiunto al volume. Completano la narrazione: un bel trittico di un S79 Sparviero nonché una tabella che pone a confronto le caratteristiche principali di tutti i velivoli aerosiluranti utilizzati dai belligeranti della II Guerra Mondiale.

Il primo aprile 1942 assunse il comando del 132° gruppo autonomo aerosiluranti. Aveva soltanto 26 anni, era capitano, aveva vissuto mille avventure, si era coperto di gloria e aveva ricevuto numerose ricompense al valore; per la regia aeronautica egli rappresentava non soltanto un esempio di virtù militare da imitare, ma addirittura un simbolo, una bandiera da seguire: Il reparto di nuova formazione che venne posto ai suoi ordini era costituito dalla 278° squadriglia aerosiluranti (quella dei quattro gatti) e dalla 281° che sotto il suo comando aveva già operato con tanto successo nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale. Di queste due gloriose squadriglie Buscaglia, con le sue innate doti di comando, seppe fare un tutto omogeneo, un’arma formidabile che si impose all’ammirazione e al rispetto del nemico.

Di questo reparto in particolare, tratta questo libro.

La copertina interna del libro. Di questo volume esistono diverse edizioni, pocket e in brossura, con diverse foto di copertina, edite dall’editore Longanesi e nel 2008 da Mursia. Dunque non vi sarà difficile recuperarne una copia. Sì, perché questo è uno di quei libri che non può mancare nella libreria di un appassionato di storia dell’aviazione italiana, al di là degli orientamenti o delle simpatie politiche. E’ semplicemene un libro di storia, storia vissuta e raccontata in prima persona – almeno a nostro parere – con obiettività e senza alcuna enfasi.

L’immagine più vivida o, se preferite, la descrizione più attendibile di Buscaglia, ce la rende però l’altro autore, Martino Aichner, che, nato a Trento, classe 1918, fu scelto dallo stesso asso quale suo aiutante maggiore e dunque partecipò attivamente a tutte le operazioni del gruppo, sempre a stretto contatto del suo pilota più carismatico, quel Buscaglia assurto agli onori della propaganda fascista per aver dato prova – indubbiamente – di ardore guerresco ma anche di perizia tecnica e acume tattico.

Così infatti ne tratteggia la figura la medaglia d’oro al valor militare Martino Aichner:

Era l’asso degli aerosiluranti italiani e probabilmente anche di tutti i belligeranti, con 26 azioni di siluramento; 26 volte nel fuoco di sbarramento e sempre sotto, con un’onestà di condotta che poteva risalire soltanto a fanatismo o a senso del dovere senza limiti. E io posso testimoniare che Buscaglia non era un fanatico.

Il fotoritratto di Carlo Emanuele Buscaglia

Nelle prime pagine del libro è presente un sedicente ritratto fotografico dell’asso italiano ma lo riteniamo di pessima fattura, praticamente inguardabile. Fortunatamente nel web sono disponibili alcune istantanee che ci hanno consegnato la vera immagine di Buscaglia, tuttavia ci piace osservarlo attraverso gli occhi di Aichner che così lo descrive:

Nato a Novara, nel 1915, Carlo Emanuele Buscaglia aveva allora 26 anni. Era un giovane alto, robusto, dal viso regolare con una leggera fossa nel mento, uno sguardo tagliente che aggrediva l’interlocutore con una espressione decisa e più vecchia della sua giovane età. […]

A questo punto verrebbe da pensare che l’autore del libro fosse letteralmente affascinato dal suo comandante, che addirittura lo idolatrasse nonostante egli non fosse un carattere propriamente facile; è pur vero che Aichner scrisse questo libro a distanza di ben venticinque anni dagli eventi narrati e dunque con sufficiente freddezza e – immaginiamo – adeguata obiettività. In effetti, questo è quanto ci confida l’autore circa il suo ufficiale superiore:

Si son dette tante cose sul carattere di Buscaglia, e poiché egli fu elevato a simbolo del combattente alato italiano della seconda guerra mondiale, come lo era stato Baracca nella prima, evidentemente su di lui si sono puntati maggiormente gli sguardi e gli strali della critica. Era certamente un uomo normale, con i difetti di ogni creatura. L’elemento del carattere che lo faceva superiore a qualsiasi altro era l’incredibile forza di volontà dimostrata in ogni occasione.

La Medaglia d’oro al valor militare fu attribuita a Martino Aichner, qui ritratto in una rara fotografia dell’epoca della guerra, con la seguente motivazione: “Partecipava, quale capo equipaggio di apparecchio aerosilurante, alla luminosa vittoria dell’Ala d’Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. Incurante della violenta reazione contraerea che gli danneggiava gravemente l’apparecchio, portava decisamente l’attacco ad un cacciatorpediniere nemico, che colpiva con grande precisione, affondandolo. Nuovamente colpito dalla reazione avversaria, ammarava con grande perizia, rendendo possibile il salvataggio del personale di bordo. Cielo del Mediterraneo, 14 – 15 giugno 1942”

D’altra parte – ci tiene a precisarlo Aichner nel corso della sua ricostruzione storica – il comandante Buscaglia partecipò a tutte le missioni operative del suo reparto, sempre al comando della sparuta manciata di uomini e di aerosiluranti impegnati nelle sortite diurne o notturne, sempre in testa, in prima fila con il suo velivolo, a capo del suo equipaggio. Espressa in questi termini può apparire un mero aspetto propagandistico o una manifestazione gratuita di vana gloria … ebbene lo stesso Aichner riporta con identica schiettezza che:

L’unica foto disponibile nel web che ritrae l’autore con al petto la sua medaglia. Gli fu conferita il 07/04/1988. Al momento dell’azione che gli valse la massima onorificenza militare, Martino Aichner aveva il grado di Sottotenente. Avete letto bene: 1988, giusto appunto qualche anno dopo aver affondato il cacciatorpediniere britannico  Bedouin.

La media delle azioni di siluramento da cui si può tornare vivi è di tre

ossia dopo tre missione di volo operativo l’aerosilurante era destinato inesorabilmente ad essere abbattuto dal feroce fuoco contraereo o dalla caccia nemica. Sorte che – per inciso – sarà impietosa verso lo stesso autore e, neanche a dirlo, anche per il comandante Buscaglia. Ma delle loro vicissitudini avrete modo di leggere nel libro e dunque non anticiperemo altro.

Certo è che l’asso degli aerosiluranti fu davvero un ottimo comandante sebbene Aichner non ne esalti le doti di pilota se paragonato ad altri eccelsi “manici” in forza al reparto. Questo era l’uomo Buscaglia:

Il comandante si interessava di tutto: andava a assaggiare il rancio della truppa e dei sottufficiali, visitava ogni giorno le baracche degli alloggiamenti, gli ammalati in infermeria, l’officina dei siluristi. Controllava di persona la messa a punto dei siluri e dei motori e seguiva tutto come il capo di un’industria segue il proprio stabilimento.

L’S79 Sparviero, assieme a Carlo Emanuele Buscaglia, è il protagonista indiscusso di questo libro. Così ne parla Martino Aichner: ”Sembra incredibile; nell’ala destra c’è uno squarcio enorme e un alettone è quasi staccato, non riesco come abbia potuto navigare per oltre quattrocento chilometri in quelle condizioni […] certo questo bel velivolo è un formidabile incassatore, gli accarezzo il bordo dell’ala inconsciamente quasi per esprimere il mio riconoscimento per la sua bravura” Questa foto ritrae un S79 che, probabilmente colpito dalla contraerea o dalla caccia, è ammarato in acqua. Avendo l’ala costruita in legno, il velivolo era capace di galleggiare per diversi minuti, sufficienti all’equipaggio per mettersi in salvo. Sorte che, peraltro, capitò almeno due volte a Martino Aichner.

Buscaglia inoltre, nonostante le apparenze di “fegataccio” impavido, era uomo estremamente assennato e aveva un’elevatissima considerazione dei suoi uomini al punto che, lo riporta sempre l’autore, gli fece questa confidenza:

“Gli avieri” mi disse un giorno, ”hanno più bisogno di essere assistiti di noi ufficiali. Guai se un soldato non si sente protetto e difeso dal proprio ufficiale; le loro necessità e le loro esigenze sono più semplici, ma più urgenti delle nostre. E se un ufficiale non dà l’esempio nel momento del pericolo o della difficoltà, che cosa si può pretendere dal soldato?”

Nonostante questo, a distanza di tanti anni da quei giorni di guerra, oggettivamente, ci viene difficile pensare che il nostro comandante non fosse un esaltato o un invasato del regime fascista, al centro di una propaganda di cui era diventato simbolo e al contempo vittima, suo malgrado. L’autore invece, ci tiene a precisare che:

Buscaglia non fece mai segreto delle scarse simpatie per il fascismo. Egli aveva una viva ammirazione per Mussolini come uomo e come capo […] ma disprezzava, e lo diceva apertamente, tutte le bardature del regime, la pomposità, la retorica […]

Questa è la testimonianza che ci ha reso Aichner al netto di alcuni episodi illuminanti in cui il comandante non le mandò certo a dire ai suoi superiori incompetenti o prendendosi gioco del gerarca di turno. Perché, come ci rivela sempre l’autore a proposito di Buscaglia:

Il suo motto era il mazziniano: “Dio, patria e famiglia”. Nella completezza e nell’umiltà di questi tre simboli egli trovava l’ispirazione e la forza per la sua azione, portata avanti con tenacia e un coraggio difficilmente concepibili se non legati alla fede di un grande ideale.

Ovviamente anche gli altri ufficiali piloti membri del Gruppo autonomo non erano meno del suo fondatore e molti di loro, come lui, non giunsero vivi alla fine del conflitto. Tra loro ricordiamo in particolare Giulio Cesare Graziani e Carlo Faggioni solo per citarne alcuni. Ma di loro avremo occasione di parlare con il pretesto di recensire altri libri a loro dedicati o scritti addirittura di loro pugno.

Tornando a “Il Gruppo Buscaglia e gli aerosiluranti italiani”, occorre precisare che il libro è strutturato in tre sezioni nettamente distinte di cui la prima e l’ultima sono curate da Giorgio Evangelisti mentre quella centrale è appannaggio di Marino Aichner. Il primo si è preoccupato di fornire le necessarie premesse a proposito della storia degli aerosiluranti e su cosa accadde dopo il fatidico 8 settembre 1943, il secondo ha raccontato la sua vicenda personale che va dal suo arrivo al reparto aerosiluranti fino alla sua uscita a seguito del suo abbattimento con conseguenti ferite di guerra.

La lettura di questo libro è veloce e appassionante perché la prosa degli autori è fluida e assai piacevole. Quella di Evangelisti è tipica del giornalista che ha l’onere di collocare storicamente le vicende narrate dal suo compagno editoriale. D’altra parte era necessario creare un contesto, attribuire un contorno temporale con connotazioni tecniche alle attività del 132° Gruppo Autonomo Aerosiluranti e – dobbiamo ammetterlo – che lo scopo è raggiunto perché questa parte del volume, sebbene meno appassionante, è certamente utile alla comprensione di quanto accadde.

L’S 79 Sparviero, soprannominato “Gobbo maledetto” per via della gobba posta appena dietro  la cabina di pilotaggio e resasi necessaria per alloggiare la mitragliatrice dorsale, era una macchina che aveva mietuto record di velocità e di distanza prima del conflitto ma la sua conversione in velivolo militare non fu altrettanto felice sebbene si dimostrò un ottima macchina che tenne botto durante tutto il conflitto. I cacciatori alleati ricordano che, nonostante fossero certi di averlo colpito in più punti, era un aeroplano che, inspiegabilmente, non riuscivano ad abbattere. La spiegazione la scoprirono dopo il conflitto: il velivolo aveva la fusoliera in tubi saldati ricoperta per lo più di tela e dunque le pallottole la attraversavano senza apparenti danni. In realtà gli equipaggi rimanevano pesantemento o mortalmente feriti e solo la loro tenacia e l’attaccamenteo alla vita li riportava spesso all’aeroporto di partenza. ​Quello ritratto è uno dei due esemplari recuperati in Libano. E’ stato restaurato proprio con le insegne della gloriosa 278° Squadriglia Aerosiluranti comandata da Carlo Emanuele Buscaglia ed è da molti anni uno dei velivoli più prestigiosi e splendidamente conservato nell’hangar Badoni del Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sulle rive del Lagi di Bracciano, a pochi chilometri da Roma. 

 

La prosa di Aichner, benché più evocativa, è decisamente articolata in quanto alterna stralci di racconto in prima persona a parti con discorso diretto inframezzate anche dal testo giornalistico stilato da terze persone. In altri termini, non è assolutamente una raccolta di memorie bensì un narrare con molti dialoghi, quasi fosse un romanzo. Probabilmente la parte più statica della narrazione è quella relativa alla corrispondenza con gli ufficiali britannici e con l’Ammiragliato britannico che gli convalidarono ufficialmente l’affondamento del cacciatorpediniere britannico Bedouin e che gli valsero la medaglia d’oro al valor militare. Nel 1988. In realtà una medaglia d’argento al valor militare gli era stata conferita per lo stesso episodio da Mussolini in persona in quanto che la Regia Marina italiana aveva reclamato per suoi meriti l’affondamento del naviglio da guerra in questione.

Tornando alla prosa di Aichner, occorre ammettere che è moderna e per nulla faziosa, non sembra neanche scritta da un autore che ha ricevuto un’istruzione classica durante gli anni ’30; egli era divenuto avvocato prima dello scoppio della guerra e, appassionato di volo, si era brevettato divenendo eroe per caso.

I siluri aerei erano il vero anello debole degli aerosiluranti italiani in quanto, spesso e volentieri, non andavano a segno benché gli equipaggi si impegnassero al massimo per colpire il naviglio avversario (principalmente cargo e, in secondo ordine, militare). Lanciare il siluro richiedeva un incommensurabile sangue freddo e il risultato era spesso vano. Anche il caricamento dei siluri era assai macchinoso, ricorda Aichner, in quanto, almeno all’inizio, non erano disponibili gli appositi carrelli per il sollevamento meccanico dei siluri pesanti circa mille chilogrammi. Ciò rendeva lungo e assai faticoso il munizionamento dei velivoli con grandi sacrifici da parte del personale tecnico, spesso costretto ad operare in condizioni climatiche estreme o con il rischio di subire attacchi da parte dei velivoli nemici.

Martino Aichner ci ha lasciato già alcuni anni orsono dopo che, tornato alla vita civile, fondò la Aersud elicotteri, azienda sussidiaria italiana della  Aérospatiale francese. Sen non altro, egli ebbe il tempo di rivedere il suo SM 79 Sparviero, sebbene con la livrea dell’Aviazione Libanese, recuperato e restaurato all’interno del Museo Caproni di Trento. A imperitura memoria, la città di Trento ha onorato questo illustre cittadino con una strada che porta il suo nome. Con tanto di targa segnaletica che ricorda la sua medaglia d’oro al valor militare.

Di Giorgio Evangelisti non sapremmo dire granché tranne che la sua compartecipazione a questo volume è stato probabilmente uno dei suoi primi lavori editoriali, notevole prologo – non c’è che dire – di quella che poi si è sviluppata come una strepitosa carriera giornalistica.

Nel web non siamo riusciti a trovarne uno straccio di biografia, tuttavia sappiamo esserlo ancora in attività; ad oggi egli è autore di decina di volumi storico-aeronautico e dunque gli va riconosciuto di essere uno dei più prolifici e lodevoli divulgatori di storia dell’aviazione. Una sentito grazie da parte nostra e di tutti gli appassionati del settore.

In conclusione – la storia ce lo insegna – il Gruppo Buscaglia pagò un tributo elevatissimo in termini di uomini e mezzi come pure è certo che le azioni del reparto, benché spesso vanificate da guasti tecnici dei siluri (e forse anche da sabotaggi), furono dichiarate dall’ammiraglio Cunningham, comandante in capo della Marina britannica del Mediterraneo, una vera spina nel fianco degli Alleati, in particolare dei convogli che, da Gibilterra, rifornivano Malta e il Nord Africa. Dunque onore delle armi al quel gruppo di piloti che, come ricorda il sottotitolo della copertina, erano

i più spericolati: si gettavano negli sbarramenti micidiali della contraerea sino a sfiorare le navi nemiche per poterle affondare.

Il logo del Gruppo Buscaglia era estremamente evocativo dello stato del reparto: quattro gatti con la coda ritta e le unghie piantate su un siluro intenti a lanciarlo ancora tra le nuvole e in piena velocità. Era la sintesi fumettistica di un reparto che all’inizio era nato quasi per scommessa, composto da pochi piloti (quattro gatti, appunti e peraltro destinati a fare una brutta fine) che lanciavano il proprio ordigno trattenuto fino all’ultimo (con le unghie e con i denti) per metterlo a segno.

A distanza di più di settanta anni da quei giorni lontani, le gesta degli aerosilurantisti italiani si fanno sempre più sbiaditi; coloro che vissero quei giorni ci hanno ormai lasciato sotto l’inclemenza del tempo inesorabile mentre le generazioni attuali – a torto o a ragione – preferiscono curarsi più delle prodezze sportive del calciatore di turno o della diva al centro del chiacchiericcio effimero dell’universo digitale … ma tant’è. Grazie al cielo e – diciamolo pure – per merito di tanti uomini di buona volontà, è scoppiata la pace da molti anni ormai. Ciononostante il libro di Aichner/Evangelisti rimane lì, scolpito nelle pagine a perenne memoria di quanto accadde, a testimonianza dell’audacia e del senso dell’onore di uomini che sono d’esempio nei periodi storici – sempre più frequenti, è innegabile – in cui vengono meno i valori di amor patrio e di appartenenza alla comunità italiana tutta.

Vi dobbiamo confessare che chiudiamo la stesura di questa recensione mentre, per un caso assolutamente fortuito, scorrono in diretta, in televisione, le immagini della parata militare ai Fori Imperiali di Roma in occasione della giornata in cui si festeggia la Repubblica italiana. La lettura di questo volume era cominciato diversi giorni orsono ma è alla vista dei reparti in grande spolvero e soprattutto al passaggio delle Frecce Tricolore con la loro bandiera verde-bianca-rossa più lunga del mondo che ci sorge più forte il senso di orgoglio da una parte, e di riconoscenza dall’altra, nei confronti di chi ha sacrificato la propria esistenza per difendere l’onore della patria.

La recensione di questo libro dalle pagine ormai ingiallite è dunque il pretesto per consigliare una piacevole lettura ai visitatori del nostro hangar e al contempo – in tutta serenità – per mantenere vivida una pagina della nostra storia davvero memorabile.



Recensione a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR

Didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR



Attenzione: Non esiste il Tag Autore Martino Aichner–Giorgio Evangelisti

Libro Il Nuovo Manuale del Volovelista di Guido Enrico Bergomi
Nuovo Manuale del Volovelista
Libro Cesare Carra - Una vita troppo breve dedicata al Volo
Cesare Carra - Una vita troppo breve dedicata al Volo
La Guerre Vue du Ciel
La Guerre Vue du Ciel

Zingari del Cielo
Gregory "Pappy" Boyington - L'asso della bottiglia
L'asso della bottiglia
Sopravissuto - Louis Zamperini
Sopravissuto
Fuori Campo - Antonio Colombi - Foto in Copertina
Fuori Campo
Avventure di un Pilota nella Compagnia di Bandiera - Guido Enrico Bergomi - Copertina
Avventura di un pilota nella compagnia di bandiera negli anni 60-70
Vivo per Miracolo - Guido Enrico Bergomi - Copertina
Vivo per Miracolo
Pionieri dell'Aviazione - Storia di un'associazione - Ferrante e Bacchini - Copertina
Pionieri d'Aeronautica - Storia di un'associazione
Azzurro Perfetto - Sergio Barlocchetti - Copertina Mini
Azzurro Perfetto
7 giorni tra le nuvole - Giuseppe Santucci - Copertina
7 giorni tra le nuvole
Il cane e l'arte del volo a vela - Maurizio Landi - Copertina
Il cane e l'arte del volo a vela
Copertina del libro "Oltre le nubi il sereno"
Oltre le nubi il sereno - L'uomo che visse tre volte
Cieli e Mari - copertina
Cieli e Mari - Le grandi crociere degli idrovolanti italiani (1925-1933)
Storia di un aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe - Alfredo Stinellis - Copertina Fronte
Storia di un Aeroporto - Da Roma Littorio a Roma Urbe
Biplano - Richard Bach - Copertina
Biplano
Un dono d'ali - Richard Bach - Copertina
Un dono d'ali
Andrà Bene Di Sicuro - Alessandro Soldati - Copertina in evidenza
Andrà bene di sicuro
Ali e Poltrone - Copertina
Ali e Poltrone
La Coda di Minosse - La verità sulla spedizione di Nobile - Felice Trojani - Copertina
La Coda di Minosse - La verità sulla spedizione Nobile
Vittoria tra le nuvole - V.M. Yeates - Copertina
Vittoria tra le nuvole
In volo sopra il mondo - Angelo D'Arrigo - Copertina in evidenza
In volo sopra il mondo
In volo senza confini - Laura Mancuso - Copertina
In volo senza confini - Laura Mancuso
Bomba a bordo - Penna Alata - Copertina
Bomba a bordo - Penna Alata

La virata

La grande giostra

Ali di travertino

Fuoco dal cielo

La mia parte di cielo

Elisa Deroche alias Raymonde De la Roche

Gagarin

Il mistero dei cosmonauti perduti

La via del cosmo - Non c'è nessun Dio quassù

Avventure in punta di ali

Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo

L'amante della guerra

Il mio idroscalo (Orbetello)

Storia di un’avventura. Dalla trasvolata atlantica ai cieli della Cina.

I disperati

Storie della guerra aerea, della corsa allo spazio e di ciò che (in proposito) non è mai stato detto dal 1940 al 1986

Il giorno dell'aquila

Dove il tempo non era mai stato

La guerra nell'aria

Il pilota di ferro

Il padrone del cielo

L'U-2

I falchi del deserto

PASSIONE e i sogni diventano realtà

L'ultimo volo

Falco F8L

No dream is too high

Flying to the moon

Mission to Mars

Neil Armstrong - The success of Apollo 11 and the first man on the moon

The last man on the moon

Magnificient desolation

Return to Earth

La naissance d'un pilote

L'idea meravigliosa di Francesco Baracca

Amore per l’aria

Dear Bert. An American Pilot flying in World War I Italy

Capronis Farmans and Sias

I Foggiani

Ali di fantasia

La lunga notte delle aquile

Il volo dell'incursore

Forever young

Falling to Earth

Una donna può tutto

Ustica, i fatti e le fake news

Il Gruppo Buscaglia

Ustica, i fatti e le fake news

Di questo sono fatti gli aerei

Astronaut Oral Histories

Una vita per l'aviazione

The astronaut wives club

Le oche delle nevi

Carrying the fire

The right stuff - La stoffa giusta

An autobiography - Una vita in cielo

To fly and fight - memoirs of a triple ace

Emozioni in volo

Tempest pilot

Regia aeronautica - Raid e missioni speciali

Gun button to fire: A Hurricane Pilot Story of the Battle of Britain

Silver spitfire

The Great Rat Race For Europe - La grande corsa della conquista per l'Europa

Rise Against EagleS

FRANZ STIGLER E CHARLIE BROWN

Franz Stigler e Charlie Brown

Un pilota a palazzo

Scramble!

Il mio cuore a gravità zero

Un mondo ultraleggero

Sullandai

Bleeding Sky

Kindu - Una missione senza ritorno

L'eccidio di Kindu

La missione segreta

Il MIO VOLO IN ALIANTE

Manuale pratico per la licenza di P.P.

Come un sottile strato di nubi

Ero Amelia Earhart

Amelia Earhart

Vita da Cacciabombardiere

Deci 83-86. I Ricordi di "Tiro 0"

In un cielo di guai

Donne con le ali

Storia di un pilota. Dal funerale di Alitalia alla fuga dal Qatar" e "Storia di un pilota 2 - Dalle low cost alla conquista dell'Est

In un cielo di guai - bis

Ali diplomatiche. In Svezia con le cordelline

Caduta libera

Ali in valigia

Il destino degli altri. Un giallo nel mondo dell'aviazione civile

In un cielo di Guai - ter

Carrying the fire, Il mio viaggio verso la Luna

Forever Flying

Il diritto di contare

Avevo tredici anni ... e altri racconti





Ustica, i fatti e le fake news

titolo: Ustica, i fatti e le fake news

autore:  Franco Bonazzi – Francesco Farinelli

editore: Logisma

anno di pubblicazione: 2019

ISBN: 978-88-94926-18-7

 





E’ la prima volta che pubblichiamo una recensione che non è una recensione.

O forse è meglio dire: è la prima volta (da che è stato edificato il nostro hangar) che pubblichiamo la recensione di un libro (a tema aeronautico) che non abbiamo ancora letto ma di cui abbiamo ricevuto un comunicato stampa che ne anticipa contenuti e, ovviamente, le note biografiche degli autori. Ma, come si suol dire, “c’è sempre una prima volta”, tuttavia non mancheremo di rientrare nei ranghi della tradizione e, non appena saremo riusciti ad estorcere all’editore (previo pagamento, s’intende) una copia del volume, saremo puntuali a rendervene conto.

In effetti, come peraltro viene ammesso nel comunicato stampa: 

Il volume intitolato: “USTICA, I FATTI E LE FAKE NEWS – Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica” si aggiunge alla chilometrica lista di libri (nonché film, inchieste giornalistiche televisive e addirittura canzoni) dedicate alla strage di Ustica. I-TIGI, queste le marche del DC-9 Itavia, al momento della sua disintegrazione, volava a circa 7000 m di quota e a una velocità di crociera di 800 km/h. Nell’incidente morirono tutti gli 81 occupanti dell’aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio. 

Sulle cause della strage di Ustica è stato detto tutto e il contrario di  tutto. Missili, bombe, guerre aeree e perfino gli alieni. Ma qual è la verità?

I quesiti che si rincorrono sin dagli istanti immediatamente successivi alla scomparsa del DC-9 dell’Itavia dai cieli del Tirreno meridionale, in quel lontano 27 giugno 1980, sono numerosi e articolati. 

Ancora ogggi, a distanza di tanti anni, in occasione dell’ennesima inchiesta giornalistica o dell’ennesimo libro ci chiediamo ciclicamente quale sia questa verità. 

Il velivolo Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia , identificato come volo IH870, era decollato dall’aeroporto di Bologna – Borgo Panigale e stava volando all’interno dell’aerovia denominata “Ambra 13” diretto all’aeroporto palermitano di Punta Raisi; perse il contatto radio con il controllo del traffico aereo sito sull’aeroporto di Roma-Ciampino, responsabile in quel settore e scomparve anche dagli schermi radar degli operatori dei centri radar Poggio Ballone, Grosseto, Ciampino e Licola che ne potevano osservarne la condotta di volo.

Quella scritta dal giudice istruttore Rosario Priore?

Quella descritta dai processi civili in tema di risarcimento danni?

Quella narrata da spettacoli e film?

O si tratta di fumo negli occhi?

Perché le sentenze penali seguite al rinvio a giudizio ordinato dal giudice Priore non hanno ricevuto la stessa attenzione mediatica delle altre?

Chi o cosa ha orientato, promosso o affondato, nel corso di una interminabile inchiesta, le priorità d’indagine e la pubblicizzazione delle stesse risultanze sul caso?

Ustica è davvero un mistero?

Riprendendo sempre il comunicato stampa relativo al libro, si comprende che:

Il velivolo dell’Itavia si disintegrò e cadde in un braccio di mare del Tirreno meridionale compreso tra le isole di Ponza e Ustica a circa una sessantina di kilometri in linea d’aria dalle coste siciliane. In quel tratto la profondità del Tirreno supera i 3000 metri e questo costituì per anni il notevole impedimento per il recupero dei rottami del velivolo.

Sono queste alcune delle domande alla base di Ustica, I fatti e le fake news. Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica (LoGisma editore).

Premesso che non abbiamo ancora avuto modo di leggere il volume, ebbene siamo certi che:

Franco Bonazzi e Francesco Farinelli ripercorrono in questo libro quanto accaduto dal 1980 a oggi separando i fatti dalle false notizie attraverso una doviziosa analisi delle fonti e dei documenti maturati in ambito politico, in quello giudiziario e in quello tecnico-scientifico.

Giusto per ricostruire la dinamica di quanto avvenne … che è anche quello che tentato di fare l’altro coautore Francesco Farinelli. Egli è dottore di ricerca in storia. Ha iniziato a occuparsi del caso Ustica nel 2010, durante le ricerche per la sua tesi di dottorato presso l’Università di Bologna dal titolo “La drammatizzazione della storia”.
È autore di articoli e saggi in tema di radicalizzazione e terrorismo. Lavora come direttore di ricerca per la European Foundation for Democracy di Bruxelles ed è membro del pool di esperti RAN, Radicalisation Awareness Network, istituito dalla Commissione europea.

Di sicuro non invidiamo neanche un po’ gli autori giacchè si sono cimentati in:

Un lavoro arduo data la mole di prodotti efficacemente distribuiti dai media che hanno contribuito a stravolgere dati, interpretazioni e metodologie a favore di tesi ideologiche e politiche nel delicato passaggio tra Prima e Seconda Repubblica

Franco Bonazzi, coautore del volume, è stato pilota collaudatore in Aeronautica Militare e nell’industria aeronautica. Primo pilota italiano a volare con l’F-104, è stato membro, in qualità di responsabile italiano, del team incaricato dello sviluppo e qualificazione dell’F-104G. Durante la permanenza in aeronautica ha fatto parte di diverse commissioni d’inchiesta per incidenti aeronautici. Segue la vicenda di Ustica dagli anni ’80 e dal 2000 al 2004 ha fatto parte del Collegio di consulenti tecnici della difesa nel processo contro i generali dell’aeronautica, tenutosi presso la Terza Corte d’Assise di Roma. Questo è quanto egli ha esaminato nel corso di questi anni.

Un altro elemento certo è il seguente:

tra cittadini-detective, professionisti seriali del cosiddetto “fare memoria” e improvvisati Sherlock Holmes, la strage di Ustica è rimasta intrappolata all’interno di un uso pubblico e politico della storia che ha in effetti celato, più che mostrato, le conoscenze raggiunte.

L’articolo con cui il quotidiano di Roma annunciava quella che poi fu definita una strage.

E’ pur vero che si siamo di fronte ad una di quelle pagine oscure della storia recente (e ormai neanche tanto poi recente) della Repubblica Italiana. Non l’unico, purtroppo, ma uno di quelle che ha visto coinvolto un velivolo commerciale.

Un emblematico “caso italiano”, quello legato alla tragedia occorsa al DC-9 dell’Itavia, nel quale verità e pregiudizio si sono mescolati, nel tempo, ai toni tipici del melodramma dando vita alla narrazione di una “verità” legata più all’influenza emozionale che non alla ricerca scientifica.

Non senza difficoltà, dopo che il 96% dei rottami del velivolo erano stati recuperati e riassemblati in un simulacro presso un hangar dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, una volta terminate le inchieste e le indagini tecnico scientifico, nel 2006 il velivolo fu trasferito e sistemato, grazie al contributo dei Vigili del Fuoco di Roma, nel Museo della Memoria di Ustica, approntato appositamente a Bologna, la città da cui il velivolo era decollato. Questa foto ritrae proprio quel luogo

A questo punto, testimoni in età infantile, ci viene da chiederci davvero se

Si tratta dunque di un lavoro necessario, quello di Bonazzi e Farinelli, dato che non può esistere alcuna verità laddove il “verosimile” viene confuso con il “vero” e le opinioni tradiscono le fonti documentali della storia.

A breve, come anticipato, la nostra opinione sul libro e dunque sull’intera vicenda “strage di Ustica”



Pre-recensione a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR

Didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR





30 giorni all’atterragio

Logo Racconti Tra Le Nuvole



E’ ormai in lunghissimo finale la VIIa edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG, Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la collaborazione della rivista VFR AVIATION e della FISA, Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico e il supporto economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo si sta prendendo anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.

L’azienda farmaceutica che ha sviluppato lenti a contatto innovative e prodotti specifici per la loro cura, prodotti terapeutici e chirurgici per l’ortopedia e medicina dello sport e tecnologie avanzate per la guarigione delle lesioni cutanee

Rimangono ancora poco meno di 30 giorni all’atterraggio di questa edizione che, lo ricordiamo, giungerà in aeroporto domenica 30 giugno alle ore 23:59 e 59 secondi, ora locale di Rieti (centro d’Italia). Dunque vi esortiamo a rompere gli indugi e inviarci il vostro racconto, previa un’ultima rilettura, corredato di sinossi, biografia e scheda di partecipazione.

Ai fini squisitamente statistici, vi preghiamo altresì di comunicarci il canale attraverso il quale avete conosciuto il Premio (passaparola, sito web, Facebook, newsletter, ecc); potrete inserire questa informazione di servizio nella e-mail con cui invierete il materiale di partecipazione.

L’associazione italiana che promuove lo sviluppo, la diffusione e l’approfondimento di tutte quelle tematiche inerenti il patrimonio culturale e tecnologico che gli aeromobili rappresentano. Un gruppo di piloti o semplici sostenitori simpatizzanti che si prefiggono di cercare, valorizzare e restaurare in condizioni di volo aeromobili storici

Vi informiamo infine che l’HAG è stato invitato per presenziare sia in forma statica che in volo alla della riapertura dell’aeroporto di Milano Linate dopo il rifacimento della pista. La data prevista è proprio domenica 13 ottobre 2019, data che avevamo stabilito per la cerimonia di premiazione del Premio. S’intende perciò che, a causa di questo irrinunciabile impegno istituzionale di uno degli organizzatori, la cerimonia sarà posticipata alla domenica successiva, ossia al 20 ottobre. Vi attendiamo tutti

Per l’intanto attendiamo fiduciosi i vostri racconti.

Per qualsiasi informazione: www.raccontitralenuvole.it

www.vocidihangar.it





Ecco invece il bando :

Logo Racconti Tra Le Nuvole Bando Premio letterario Racconti fra le nuvole 2019



e la scheda di partecipazione:

Logo Racconti Tra Le Nuvole

Scheda di partecipazione Racconti fra le nuvole 2019

 



 

Racconti tra le nuvole – In volo la VIIᵃ edizione

Logo Racconti Tra Le NuvoleProsegue senza alcuna turbolenza il volo della VIIa edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, il premio letterario organizzato dall’associazione di velivoli storici HAG, Historical Aircraft Group, e dal sito di letteratura aeronautica VOCI di HANGAR con la collaborazione della rivista VFR AVIATION e della FISA, Fondazione Internazionale per lo sviluppo aeronautico e il supporto economico di VR MEDICAL, azienda farmaceutica che ha sviluppato dei prodotti per il trattamento non chirurgico dell’artrosi, fratture ossee, tendiniti e neuropatie, oltre alla salute della donna. Per ultimo si sta prendendo anche cura della nuova letteratura aeronautica italiana.

Al momento, la Segreteria del premio ha già ricevuto una mezza dozzina di racconti; vi ricordiamo che c’è tempo fino a domenica 30 giugno per inviare la propria composizione corredata di sinossi, biografia e scheda di partecipazione.

Ai fini squisitamente statistici, vi preghiamo altresì di comunicarci il canale attraverso il quale avete conosciuto il Premio (passaparola, sito web, Facebook, newsletter, ecc); potrete inserire questa informazione di servizio nella e-mail con cui invierete il materiale di partecipazione.

L’azienda farmaceutica che ha sviluppato lenti a contatto innovative e prodotti specifici per la loro cura, prodotti terapeutici e chirurgici per l’ortopedia e medicina dello sport e tecnologie avanzate per la guarigione delle lesioni cutanee

Vi ricordiamo che la leggibilità del testo (intesa come formattazione, punteggiatura, uso del discorso diretto e indiretto ecc ecc) costituisce un parametro di valutazione da parte della giuria e dunque vi preghiamo di rileggere attentamente il testo prima di inviarcelo; refusi ed errori di battitura non comprometteranno certo la bontà di un buon racconto ma è pur vero che un testo privo di intoppi verrà apprezzato maggiormente dai giurati e dunque valutato in modo più favorevole di altri.

VFR Aviation ogni mese ti porta in quota con informazioni, notizie, tecnica, curiosità su tutto ciò che vola. Che pesi pochi grammi o qualche tonnellata, voli a poche decine di metri da terra o nella stratosfera, sia costruito in catena di montaggio o in un garage, abbia volato un secolo fa o da poche ore. Aerei e piloti su VFR Aviation sono in edicola o a portata di click, perché la passione per il volo non si spegne quando le ruote toccano terra.

A questo scopo, sebbene non sia nostra intenzione insegnare a scrivere ad alcuno, permetteteci di suggerirvi di rinfrescarvi alcune semplici regole dattilografiche:

https://www.vocidihangar.it/w/norme-dattilografiche/

Invece, se vorrete, all’indirizzo web:

https://www.vocidihangar.it/w/40-consigli-per-scrivere-bene/

troverete 40 consigli (tra il serio e il faceto) per scrivere meglio di quanto facciate già – bene, ne siamo certi -.

L’associazione italiana che promuove lo sviluppo, la diffusione e l’approfondimento di tutte quelle tematiche inerenti il patrimonio culturale e tecnologico che gli aeromobili rappresentano. Un gruppo di piloti o semplici sostenitori simpatizzanti che si prefiggono di cercare, valorizzare e restaurare in condizioni di volo aeromobili storici

Alcuni autori ci hanno chiesto chiarimenti circa il personaggio storico, Celestino Rosatelli, novità di questa VIIa edizione.

I racconti che conterranno riferimenti alla vita e al lavoro dell’ingegnere reatino (ufficialmente nato a Belmonte, a pochi chilometri da Rieti) verranno premiati dalla giuria con una valutazione proporzionale all’entità e alla bontà del coinvolgimento del personaggio storico nel racconto: maggiore la bontà e l’originalità dei riferimenti presenti nel testo, migliore sarà la valutazione da parte della giuria.

Naturalmente ciascun autore potrà dare libero sfogo al proprio estro creativo tuttavia, trattandosi di un personaggio storico, vi suggeriamo di rispettare una certa verosimiglianza storica affinché il protagonista non assuma dei caratteri improbabili o addirittura grotteschi.

FISA – Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico. E’ un’associazione che promuove la disciplina sportiva e ricreativa del volo con particolare riguardo al Volo a Vela come strumento di educazione e formazione personale e sociale .

Ci teniamo a precisare che il racconto con Rosatelli quale protagonista non è obbligatorio ma è suggerito caldamente. Lo scopo malcelato è quello di portare all’attenzione dei lettori una notevole personalità della storia dell’aviazione italiana che, con i suoi velivoli, ha dato lustro alle costruzioni aeronautiche del nostro paese ma che, purtroppo, è per lo più ignorata o addirittura dimenticata.

In verità, nelle precedenti edizioni, la giuria esprimeva la sua valutazione seguendo ben dieci parametri … il personaggio storico è diventato semplicemente l’undicesimo parametro di valutazione.

Per intenderci: immaginate un racconto scritto benissimo, originale nei contenuti e brillante nella trama, realistico nei personaggi, azzeccato nel prologo e nel finale, con un ottimo titolo. Ebbene, questo racconto verrà valutato come ottimo anche se non conterrà una sola parola riferibile al personaggio storico. Allo stesso modo – sempre ad esempio – immaginate un secondo racconto che riporti la vita di Rosatelli minuto per minuto, ne elenchi morte e miracoli, parole e pensieri ma, purtroppo, fosse scritto malamente, senza capo né coda, sgrammaticato e pessimamente formattato … beh, sarebbe valutato comunque come modesto.

E’ un editore con una valida collana a carattere aeronautico nella quale vicende moderne e piu`lontane nel tempo si alternano. Si è occcupata della stampa e della diffusione dell’antologia del Premio.

Purtroppo, in rete, non sono disponibili granché informazioni a proposito del nostro personaggio storico … motivo in più per procedere ad una lodevole divulgazione storico/aeronautica, non vi pare?

Attendiamo fiduciosi i vostri racconti.

Per qualsiasi informazione: www.raccontitralenuvole.it





Ecco invece il bando :

Logo Racconti Tra Le Nuvole Bando Premio letterario Racconti fra le nuvole 2019



e la scheda di partecipazione: 

Logo Racconti Tra Le Nuvole

Scheda di partecipazione Racconti fra le nuvole 2019

 



 

Di padre in figlio

Esame scritto d’italiano. Tema dell’esame maturità del ’87 (1900, beninteso).

Citazione di un certo Noberto Bobbio (prima d’allora, almeno per me, un perfetto sconosciuto).

Sulla base della citazione di Norberto Bobbio esprimere concetti e considerazioni personali.

Ancora oggi mi domando cosa diavolo m’inventai o che caspita di boiate scrissi … fatto è che, all’esame orale d’italiano, la professoressa della commissione esterna mi sorrise.

Che provenisse da uno dei più prestigiosi licei classici romani era certo mentre io, ancor più certo, ero un’insignificante studente di uno corso di costruzioni aeronautiche in uno dei più vecchi (e disastrati) istituti tecnici statali romani.

“Il suo tema “ mi disse compiaciuta “è ottimo, il migliore del corso … e sa perché?”

“Perché?” le domandai come un babbeo.

“Perché mi sono riposata.”

Il P-38 Lightning è uno dei due velivoli evocati in questo racconto. La sua vista frontale, immortalata da Geoff Collins (https://www.flickr.com/photos/geoffsphotos/249683193) in questo formidabile scatto del 2006, rende onore alla strepitosa originalità del progetto della Lockeed. Il “fulmine”, traduzione letterale di lightning, era un caccia pesante bimotore statunitense a largo raggio d’azione che trovò un massiccio impiego durante tutta la Seconda Guerra Mondiale.

 

All’inizio non compresi cosa intendesse dire; provò a spiegarmelo ma, onestamente, ero troppo preso dalla prova orale per darle ascolto.

Ebbene, seppure alla distanza siderale di tanti anni, quando ho letto il racconto di Davide Gubellini è nato in me lo stesso stato emotivo, ho provato la stessa sensazione che provò l’insegnante di allora. Giunto all’ultima riga ho esclamato: “Che riposante!”

Ecco il secondo velivolo che viene “nominato” tra le righe di questo racconto. In verità è’ qui ritratto il De Havilland  DH.113 NF.54 (con matricola militare MM 6152), versione biposto del blasonato DH.100. Ha le insegne della Scuola Caccia Ogni Tempo di Amendola e si trova esposto presso il Museo storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sulle rive del  Lago di Bracciano. Le sue condizioni,  complice anche la struttura in legno della fuoliera,non sono esaltanti e forse meriterebbe un restauro della livrea,

Intendiamoci: la VI edizione del Premio RACCONTI TRA LE NUVOLE ci ha regalato delle splendide composizioni –  le migliori di sempre, almeno a detta dell’editore – sebbene intricate, pregne di dettagli e di minuti indizi narrativi. Sono stati numerosi i testi lunghi e articolati (per non dire intricati) con finali pirotecnici e personaggi di grandissimo spessore storico. Potrei spendere diversi aggettivi a proposito dei racconti presenti all’interno dell’antologia 2018 … tutti fuorché riposanti.

“Di padre in figlio”, questo il titolo del racconto incriminato è invece davvero “riposante”.

Così l’autore riassume il suo racconto:

Questo invece è effettivamente un DH.100. La foto è stata scattata da Martin Wippel (www.Flickr.com) in occasione del 50° anniversario delle Frecce Tricolori, il 12 settembre 2010 a Rivolto, presso la base delle “Frecce”. Il Vampire costituì la ripresa delle attività aeronautiche non solo per la rinata Aeronautica Militare Italiana ma anche per la rediviva industria aeronautica italiana. all’indomani della fine del II conflitto mondiale, diverse decine di Vampire furono infatti costruiti o comunque assembalti dalla Macchi e dalla FIAT mentre nei reparti già erano giunti un cospicuo numero di macchine provenienti direttamente dalla Gran Bretagna. Non a torto, dunque, costituisce il velivolo della rinascita e anche il passaggio ad una nuova generazione di velivoli: i jet. 

“I1 servizio militare in Aeronautica é stato per Gabriele una scuola di vita.

Quasi trenta anni prima, anche il suo babbo Giancarlo assolse gli obblighi di leva in Aeronautica, imparandone un mestiere.

Il racconto descrive questo percorso condiviso, partendo dalla comune passione per il volo e il cielo in particolare. Al punto da divenire l’elemento caratterizzante i1 rapporto tra due generazioni.”

Il contenuto è di chiara matrice autobiografica mentre i protagonisti sono anticipati dal titolo. L’ambientazione è contemporanea; la trama si sviluppa su un solo piano narrativo ed è davvero priva di qualunque sussulto. Salvo il flashback iniziale, è assolutamente lineare.

La prosa è fin troppo giornalistica, di una semplicità esemplare che rasenta quella infantile sebbene sintassi e grammatica siano rispettate in modo invidiabile.

Dalle note biografiche dell’autore comprendiamo il suo stile essenziale e il suo narrare senza orpelli: egli è un giornalista pubblicista iscritto all’albo dei giornalisti da diversi anni e ha all’attivo alcuni libri di storia economica.

Forse uno degli esemplari meglio conservat in museo in Italia. L’esemplare è esposto presso il Parco e Museo del Volo di Volandia (nei pressi dell’aeroporto di Malpensa – Milano) e mostra le insegne di un FB.52A del 154º Gruppo del 6º Stormo di Ghedi (BS). In realtà la sua provenienza e le sue origini sono tutt’altre … c’è da ammettere però che il suo restauro è stato davvero notevole. Lode a Volandia 

Certo il suo scrivere somiglia più ad un’autobiografia che a una composizione in cui, da regolamento, si può dare libero sfogo alla più sfrenata fantasia purché incanalata nell’ambito aeronautico; certo da Davide ci saremmo aspettati qualcosa di più, qualcosa di più ardito e originale, tuttavia siamo fiduciosi che, dopo qualche “rullaggio” incerto, saprà stupirci nella prossima edizione del Premio.

Anche perché, ad onor di cronaca, la giuria della VI edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, non ha ritenuto meritevole “Di padre in figlio” di accedere alla fase finale relegandolo al XXI posto assieme a tutti gli altri non finalisti. D’altra parte, considerata la caratura media dei racconti finalisti – elevatissima -, sarebbe stato impensabile un risultato diverso.

 

La fotografia (tratta da https://forum.warthunder.com/index.php?/topic/413378-p-38g-captured-by-the-italians/) ritrae il primo velivolo Lockeed P-38 Lightining entrato in possesso della Regia Aeronautica. Sì, avete letto bene: Regia Aeronautica e non la rinata Aeronautica Militare Italiana. Dal forum apprendiamo che giunse in Sardegna, nell’aeroporto di Capoterra a causa di un grossolano errore di navigazione occorso al pilota alleato durante un volo di trasferimento da Gibilterra all’sola di Malta. Era il giugno 1943. In effetti, fatto salvo questo episodio, il P-38 furono poi consegnati agli aviatori italiani all’indomani della fine del II Conflitto Mondiale. Le condizioni dei velivoli erano piuttosto deteriorate e dunque la loro rimessa in efficienza fu lunga e laboriosa. Entrarono in servizio nel ’46 per essere radiati solo 10 anni dopo nel corso dei quali furono coinvolti in numeroso incidenti di volo. Premesso che ai piloti italiani non piacevano granchè (a causa della presenza del volantino al posto della cloche, del carrello triciclo anzichè biciclo e della elevata velocità di atterraggio) i Lightning italiani soffrirono molto i frequenti problemi ai motori Allison che, anche quando erano stati utilizzati dagli alleati, non avevano mai brillato in affidabilità.

Egoisticamente, a noi, questo risultato apparentemente sconfortante, giova in quanto ci consente di ospitarlo nel nostro hangar, convinti che si tratti solo il simulacro di un velivolo con ambizioni ben più stupefacenti, sicuramente da modificare e rendere volante.

Siamo infatti certi che Davide Gubellini sia in grado di scrivere col cuore e con la fantasia oltre che con il piglio e la schiettezza del giornalista, dunque, per il momento ci accontenteremo di un racconto “riposante” poi, siccome è conclamato che le vie del cielo siano infinite, confidiamo che  anche quelle della creatività lo siano. Messaggio ricevuto, Davide?


Recensione  a cura della Redazione


Narrativa / Breve

Inedito;

ha partecipato alla VI edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2018;

§§§§ in esclusiva per “Voci di hangar”§§§


NOTA: la foto di copertina ( di Henry Ryder su Flickr.comritrae lo splendido P-38F-5G basato a Salisburgo e che è anche l’unico P-38 volante in Europa; è stato acquistato anni fa dalla Reb Bull e sottoposto ad un mirabile restauro che l’ha riportato agli antichi splendori; da allora vola con i Flying Bulls e partecipa ai diversi saloni dell’aria o manifestazioni aeronautiche in giro per il continente europeo. Tirato inverosimilmente a lucido è davvero unico al mondo, anche in considerazione del fatto che di P-38, nel mondo, non ce ne sono di così belli e così ottimamente mantenuti